L'abbazia di
Vezzolano è posta ai piedi della collina su cui sorge il paese di Albugnano nel
territorio della provincia di Asti. La sua costruzione risale ad epoca remota,
resti di architetture testimoniano che in epoca paleocristiana esisteva nel
luogo una chiesa. I primi canonici di Vezzolano erano dei monaci e l'abbazia
era già fiorente ai tempi di Liutprando che nel 740 affidò agli stessi il
governo della chiesa di Sant'Evasio di Casale. La tradizione vuole che Carlo
Magno recandosi a Roma nel 799 vi soggiornasse. L'autorità dell'abate si estese
verso il 1100 su diciotto chiese, nel 1238 Federico II investì l'abate della
signoria sul vicino castello imperiale di Albugnano in seguito Papi ed
imperatori dotarono il convento di vasti territori. L'abbazia dipendeva
direttamente da Roma e non era posta sotto la sovranità di alcun vescovo.
L'ultimo abate di Vezzolano fu monsignor Rossi che concluse il suo governo nel
1796.
L'attuale
chiesa romanica fu eretta sulle rovine di un preesistente edificio tra il 1110
e il 1189, presenta una facciata a tre campate, di cui quella centrale più alta
è riccamente decorata, la facciata è realizzata nella parte inferiore in
mattoni combinati con pietra mentre la parte superiore si presenta a fasce
alternate di mattoni e pietra. L'architrave del portale, sostenuto da esili ed
eleganti colonne, regge una lunetta raffigurante la Madonna in trono tra due
figure verso la quale vola una colomba. Sopre al portale sei esili colonne
formano una galleria cieca, tali gallerie cieche si ripetono nei due
sovrastanti ordini architettonici della facciata e costituiscono un esempio
unico di tale architettura in Piemonte. Al centro della galleria centrale si
apre una bifora con il Redentore tra due arcangeli, al di sopra due angeli
dividono la loggetta in tre spazi decorati con patere in ceramica che
simboleggiano l'ospitalità abbaziale, anche il terzo loggiato cieco della
facciata è adornato da due figure di angeli che si reggono su ruote. Il portale
minore della campata di sinistra mostra l'effige di Sant'Ambrogio che fu grande
amico dei monaci di Vezzolano.
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