lunedì 28 febbraio 2022


Perugia capoluogo dell’omonima provincia della regione Umbria. La BASILICA DI SAN PIETRO venne edificata intorno al 996 sopra la precedente cattedrale, la prima sede vescovile di Perugia, esistente sin dal VII secolo. L'entrata della chiesa è sul lato sinistro del chiostro seicentesco. Domina la basilica il campanile poligonale, costruito nel 1463-68 a linee gotiche fiorentine. La basilica venne edificata intorno al 996 sopra la precedente cattedrale, la prima sede vescovile di Perugia, esistente sin dal VII secolo, anche se i primi documenti che citano la chiesa sono del 1002. Il primo abate fu Pietro Vincioli, un nobile perugino, successivamente canonizzato. Nei secoli seguenti l'abbazia accrebbe enormemente il proprio potere, sino a quando nel 1398 fu presa e messa a fuoco dai perugini, che rimproveravano all'abate Francesco Guidalotti di aver preso parte alla congiura contro Biordo Michelotti, capo della fazione popolare dei Raspanti. Il monastero ebbe un nuovo periodo d'espansione sotto papa Eugenio IV, che l'unì alla Congregazione di Santa Giustina di Padova (detta poi Cassinese), facendogli mantenere così una posizione di prestigio e potere in città.

domenica 27 febbraio 2022


Milano Capoluogo della Lombardia.  Arco della Pace. Milano, 23 marzo 2017,  Un monumento per festeggiare un matrimonio: inizia così la storia dell’Arco della Pace, l’arco trionfale che si trova all’inizio di Corso Sempione a Milano. Nel gennaio 1806, erano infatti convolati a nozze Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia e figlio adottivo di Napoleone, e Augusta di Baviera. Per accoglierli a Milano, venne innalzato un arco effimero su disegno dell’architetto Luigi Cagnola: si trovava su quello che oggi è Corso Venezia ed era stato costruito con tela, plastica e legname. L’opera ebbe un inaspettato successo fra i visitatori stranieri e le autorità decisero così di erigere un arco in marmo in un luogo della città più adatto a ospitare un’opera tanto imponente. Il nuovo arco fu progettato dallo stesso architetto per festeggiare la vittoria francese nella battaglia di Jena dell’ottobre 1806 contro l’esercito prussiano. I numerosi bassorilievi avrebbero narrato di battaglie, miti e allegorie di fiumi. I lavori stavano per essere completati quando il regno d’Italia cadde nelle mani degli austriaci che, a partire dal 1926, ne ripresero l’edificazione, cambiandone la dedica: nel 1838 l’Arco di Trionfo venne inaugurato con una fastosa cerimonia alla presenza di Ferdinando I, Imperatore d'Austria e re del Lombardo-Veneto, e fu dedicato alla pace fra le nazioni europee raggiunta con il Congresso di Vienna del 1815. Gli asburgo non si fecero mancare uno sberleffo: la posizione dei cavalli che trainano il carro della pace venne modificata dagli austriaci. Per farsi beffa dei francesi, i cavalli vennero ruotati di 180 gradi affinché il loro fondoschiena fosse orientato verso la Francia. L'8 giugno 1859, quattro giorni dopo la vittoria di Magenta, Napoleone III e Vittorio Emanuele II entrarono a Milano attraverso l’arco: fu un ingresso trionfale in Milano, fra le acclamazioni della folla. L’Arco della Pace divenne quindi il vero e proprio simbolo dell’indipendenza della città di Milano, passata dalla dominazione asburgica al Piemonte. Vi si legge ancora oggi: «Entrando coll’armi gloriose ,Napoleone III e Vittorio Emanuele II liberatori, Milano esultante cancellò da questi marmi, le impronte servili, e vi scrisse l’indipendenza d’Italia, MDCCCLIX » e «Alle speranze del Regno Italico, auspice Napoleone I, i Milanesi dedicarono l’anno MDCCCVII, e francati da servitù, felicemente restituirono, MDCCCLIX ».

sabato 26 febbraio 2022


Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è intitolata al santo patrono, San Nicola Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di Opera.


Roma, regione Lazio e capitale d’Italia. Basilica di Santa Maria in Aracoeli. Scala dell'Arce Capitolina, 12. La chiesa si erge sulla sommità settentrionale del colle capitolino, dove sorgeva l'antico tempio di Giunone Moneta (cioè "ammonitrice"). Il tempio risalirebbe al 343 a.C. e fu fondato da Camillo dopo una vittoria sugli Aurunci. Qui vicino sorse, in seguito, la zecca di Roma denominata proprio "Moneta" per il fatto di essere stata costruita accanto al tempio: da qui il nome "moneta" che tuttora diamo al denaro. La Zecca, forse in seguito all'incendio dell'80 d.C., fu ricostruita alle pendici del Celio: i suoi resti sono stati riconosciuti sotto l'odierna basilica di S. Clemente. Dalla piazza del Campidoglio due scalinate costruite su progetto del Vignola tra il 1547 ed il 1552 portano, rispettivamente, al "Capitolium" ed alla chiesa di S. Maria in Aracoeli  e quella che conduce al Convento di S. Maria in Aracoeli dei Frati Minori Francescani ed all'ingresso laterale della chiesa, anche se un tempo accesso principale. In cima alla scalinata fu posta una colonna con capitello corinzio e croce a ricordo del terremoto del 1703 che provocò tanto spavento ma pochi danni. Sull'origine di S. Maria in Aracoeli si sa poco ma già nell'880 si rammenta "S. Maria in Capitolio" ma addirittura la si dice fondata da Gregorio Magno nel 590. L'origine del toponimo "Aracoeli" (che significa ara o altare del cielo) è tutta nel termine latino "arx", prima volgarizzato in "arce" e poi divenuto, per corruzione romanesca intorno al XIV secolo, "arceli": la grafia alla latina "aracoeli" venne più tardi, probabilmente da parte di illustri letterati che ritennero che l'origine del toponimo stesse in quella leggenda che narrava come l'imperatore Augusto avesse costruito un'ara del cielo dopo avere avuto l'apparizione della Vergine con il Bambino tra le braccia ed avere udito una voce dire "Ecce ara primogeniti Dei". La chiesa fu costruita, in stile romanico, nella metà del XII secolo con l'ingresso rivolto verso l'Asylum, come testimonia il portale, con il bellissimo affresco della "Madonna ed il Bambino fra due Angeli", accesso oggi ritenuto laterale e raggiungibile dalla scalinata sopra menzionata. Il nuovo orientamento fu opera dei Francescani e la nuova chiesa, in stile gotico, fu inaugurata nel 1348 insieme alla scalinata. Nel Medioevo la Chiesa divenne quasi il nuovo foro di Roma: Cola di Rienzo vi parlò al popolo; Carlo d'Angiò vi tenne parlamento con i Romani; i guelfi di Roma vi si difesero contro l'imperatore Arrigo VII; vi si tenevano anche le elezioni dei Caporioni della città. Il carattere civile e religioso finì per essere profanato durante l'occupazione francese e la Repubblica del 1797, quando la chiesa venne sconsacrata ed adibita a stalla. Si riabilitò con la fine della Roma napoleonica, ma dopo il 1870 si trovò al centro dei lavori di demolizione per la costruzione del Vittoriano e riuscì a salvarsi a stento, mentre venivano abbattuti l'antica sagrestia, il convento e la Torre di Paolo III che sorgevano alle sue spalle. La facciata, con l'ampia superficie di nudo laterizio, era ricoperta di mosaici e di affreschi, purtroppo spariti; vi erano anche tre rosoni sopra i portali, ma quello centrale, a croce gerosolimitana, fu tolto durante il pontificato di Urbano VIII (1623-44) per l'inserimento di una finestra con vetrata a colori, con tanto di api dei Barberini, come possiamo ammirare ancora oggi.

venerdì 25 febbraio 2022


Santa Margherita Ligure è un comune della città metropolitana di Genova in Liguria. Il Molo nel  Lungomare Raffaele Rossetti. E’ una delle perle del Tigullio (Il suo nome deriva dalla tribù ligure dei Tigulli, abitanti di epoca preromana della famiglia dei Liguri.  Si trova a levante di Genova : un susseguirsi di insenature meravigliose, comprende principalmente i comuni costieri di Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Zoagli, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante), meta obbligata di un turismo raffinato, in grado di cogliere la bellezza naturale del luogo e le occasioni mondane che si presentano durante l’anno. Lo splendido porticciolo, la passeggiata a mare con il susseguirsi di case colorate che l’accompagnano, i pescherecci tipici della tradizione ligure, i locali alla moda e gli alberghi confortevoli rendono Santa Margherita uno dei luoghi indimenticabili della Liguria. C’è spazio anche per l’arte, a testimonianza di un passato fastoso, con le ville e le chiese custodi di opere dei maestri genovesi del seicento e soprattutto le splendide escursioni con le imbarcazioni. Il porto di S. Margherita Ligure è fatto a forma di ferro di cavallo ed è protetto da un molo foraneo. internamente è formato da sei banchine di varia lunghezza dalle quali si dipartono 8 pontili galleggianti gestiti da privati. Sul molo è stata collocata una statua  della Madonna.

giovedì 24 febbraio 2022


Amalfi, provincia di Salerno, regione Campania. Duomo dedicato all'apostolo Sant'Andrea. Nato dalla fusione di due basiliche preesistenti. La sua costruzione impiegò quasi mille anni e fu ultimato soltanto nel 1900, per cui lo stile varia dal romanico al barocco, ma rimane forte l’influsso arabo-siciliano. Il duomo di Amalfi, principale luogo di culto cattolico dell’omonima città, è una struttura risalente al IX secolo con caratteristiche architettoniche che vanno dal Romanico al Barocco fino al Rococò. Prevalentemente di stile architettonico romanico arabo-normanno, è stata più volte rimaneggiata, aggiungendo stile romanico, bizantino, gotico e elementi barocchi. La cattedrale comprende l'annessa Basilica del Crocefisso anch'essa risalente al secolo IX. Inoltre vi si possono trovare la Cripta di Sant'Andrea e il famoso Chiostro del Paradiso. Il duomo che fu costruito accanto alla Basilica più vecchia che a sua volta fu edificata sulle rovine di un tempio, quando la Repubblica Marinara cominciò ad affermarsi come potenza commerciale. Il Duomo fu completamente ristrutturato nel 1203, nelle forme arabo-normanne introdotte dai conquistatori. Rimaneggiato attorno al 1570, fu ricostruito inoltre dopo che 24 dicembre 1861 sotto l'azione di un forte vento, un tratto del coronamento della facciata, in cattivo stato di conservazione, cadde sfondando una o due volte del sottostante atrio. Il parere favorevole al restauro stilistico della Giunta delle Belle Arti fece sì che, per un danno leggero, le stratificazioni sulla facciata (dell'epoca rinascimentale, barocco, etc.) fossero cancellate, facendo ricostruire il duomo secondo lo stile dell'architetto Lorenzo Casalbore, che demolì l'insigne portico, i capitelli, le cornici, lo stesso intonaco e le basi e le paraste del Settecento. L'interno del Duomo, con il soffitto a cassettoni, è contraddistinto da una navata centrale, caratterizzata dal grande Crocefisso Ligneo del XIII sec.; in alto invece, sull’altare, vi è la tela del Martirio di S. Andrea; due maestose colonne di granito egiziano sostengono l’arco trionfale, più avanti due Colonnine Tortili e i due Pulpiti. Nella navata sinistra vi è la Croce di Madreperla, portata dalla Terra Santa da Mons. Marini, di fianco il Battistero in porfido rosso egiziano e, scendendo lungo la navata, nelle cappelline laterali alcune Tele di Silvestro Mirra e dei suoi Allievi. Nella navata destra troviamo il Busto Reliquario di S. Andrea del sec. XVI e, sulla porta c’è una grande tela raffigurante S. Andrea e S. Matteo. All'interno della Cripta è custodito il corpo di S. Andrea, il primo discepolo di Gesù e Santo protettore di Amalfi. Dopo il martirio di Sant'Andrea, secondo la tradizione, le sue reliquie furono spostate da Patrasso a Costantinopoli. Leggende locali dicono che le reliquie furono vendute dai romani. Qui rimasero sino al 1208 quando, nel corso della quarta crociata, le reliquie furono portate ad Amalfi, dal cardinale Pietro Capuano, nativo di Amalfi. La Cripta si presenta oggi nella forma barocca datata nel 1600 con scene della Passione di Gesù, incastonate fra ricche ed eleganti decorazioni di stucco. L’altare centrale, in marmo pregiato, è opera di Domenico Fontana. La grande statua bronzea è opera di Michelangelo Naccherino. Accanto ci sono le statue marmoree che rappresentano San Lorenzo e Santo Stefano. Le sacre reliquie sono racchiuse in un urna d’argento, posta sotto l’altare centrale, opera di Domenico Fontana.

mercoledì 23 febbraio 2022


Cefalù, in provincia di Palermo, della Regione Sicilia. DUOMO DI CEFALÙ (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione). Secondo la leggenda, Sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II (d'Altavilla di Fara Misuraca Ruggero, figlio secondogenito di Ruggero d'Altavilla e di Adelasia di Monferrato, nacque il 22 dicembre 1095), scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.

martedì 22 febbraio 2022


 

Gaiole in Chianti, provincia di Siena della regione Toscana. Chiesa di San Sigismondo, Via F. Ferrucci. La Chiesa di San Sigismondo è il più grande edificio di culto cattolico del borgo toscano, riguardante al territorio ecclesiastico della Diocesi di Fiesole. Si tratta di una chiesa moderna: fu infatti, completata nel 1959, nonostante il gusto neogotico dell'intero complesso, dalla facciata all'interno e fino al campanile, tradisca una (pur non veritiera) origine antica. Il complesso presenta un corpo di fabbrica a capanna, con un'ampia facciata in pietra viva (la tipica pietra serena molto usata in Toscana), e un interno tripartito da archi a tutto sesto, e una copertura a volte dipinte di colore chiaro. Affiancato alla navata di sinistra, in posizione indietreggiata, si trova l'ampio campanile, anch'esso di gusto neogotico, con tre ordini rispettivamente a monofore, bifore e trifore in ordine crescente verso l'alto. Nel giorno di san Giuseppe lavoratore la tradizione ha posto anche la festa di Sigismondo (fu il primo sovrano di origine gallica ad abbracciare il cristianesimo.), re dei Burgundi. Figlio del re Gundobaldo, governava il territorio intorno a Ginevra. Si convertì all’inizio del VI secolo per influsso di sant’Avito (Avito fu arcivescovo di Vienne dal 494 circa al 5 febbraio 523. Apparteneva a un'importante famiglia gallo-romana imparentata con l'imperatore romano Avito e altri illustri personaggi).

lunedì 21 febbraio 2022


Vernazza provincia della Spezia in Liguria.  Le ipotesi sulle origini del nome Vernazza è divisa tra chi crede possa derivare dall'aggettivo latino verna, cioè " il cui significato sta per “indigeno, del luogo”.", ad indicare la provenienza del vino locale prodotto dai contadini del borgo: la Vernaccia, e chi protende a Vulnetia ad indicare la fondazione di Vernazza da parte di schiavi liberati della romana Gens Vulnezia. Il "Castrum Vernatio" venne nominato per la prima volta nel 1080 in un documento citante l'abitato di Vernazza, a testimonianza del carattere difensivo del paese e quale base marittima dei marchesi Obertenghi, probabile punto di partenza delle navi in difesa dai Saraceni. Nel XII secolo Vernazza fu utilizzata come base per la conquista della Liguria di levante da parte di Genova, e a partire dal 1209 il borgo fu sottomesso alla potenza marinara con la consegna del castello e con un atto di fedeltà compiuto dalle più importanti e ricche famiglie del luogo che si impegnavano di ubbidire a Genova. I secoli XVI e XVII segnano per Vernazza, oltre che per gli altri villaggi delle Cinque Terre, un periodo di declino, con forti ripercussioni negative sulla produzione di vino, da sempre tipica della zona, e sulla pesca. Nel periodo ancora successivo e, in modo particolarmente evidente, nei primi 50 anni del 1800, gli abitanti di Vernazza iniziarono ad ampliare le terrazze su cui veniva coltivata la vigna, la produzione di vino aumentò sensibilmente, e così la vita commerciale del paese. Negli stessi anni iniziò la costruzione della linea ferroviaria Genova-La Spezia, situazione che portò alla fine del secolare isolamento degli abitanti delle Cinque Terre. Questa situazione migliorò sempre più mano a mano che si intensificavano i rapporti commerciali e lavorativi con la città di La Spezia, in rapido sviluppo grazie al porto e all’attività militare ad esso collegata, oltre che alla crescente fama del luogo dal punto di vista turistico. Nel 1997, insieme a Portovenere e alle isole del Golfo dei Poeti (Palmaria, Tino e Tinetto), le Cinque Terre sono state dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Dal 1999, inoltre, è stato istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre, un riconoscimento più che dovuto alla straordinaria bellezza di queste località, tramite il quale le varie amministrazioni riescono sempre più a migliorare, oltre che i servizi di base, anche le varie attività legate al turismo. A Vernazza oggi le principali attività sono appunto legate al turismo, data la straordinaria affluenza di visitatori, ma la pesca e la coltivazione dell’ulivo e della vigna continuano, testimoniando così la forza di una tradizione vecchia di secoli. La chiesa di Santa margherita d'Antiochia risale al 1318 anche se prima vi era un predecente edificio religioso risalente all'XI secolo. A causa di una violenta mareggiata la prima chiesa viene distrutta e ricostruita grazie ai Magistri Antelami. La prima chiesa probabilmente aveva tre navata ed era in stile medioevale e tre absidi. Tra il sedicesimo e diciassettesimo secolo la chiesa subì un profondo mutamento di ristrutturazione compresa la facciata. Da stile romanico passò a barocco e fu innalzata la torre campanaria ottagonale di 40 metri.

San Gimignano, provincia di Siena regione Toscana. Duomo. La Collegiata di Santa Maria Assunta o Duomo di San Gimignano si trova in Piazza Duomo. E’ situata in cima a una scalinata da cui domina il lato occidentale dell’omonima piazza. E’ un classico esempio di architettura romanica in Toscana. Lo sviluppo della chiesa riflette la crescita e l’evoluzione della città. In origine era una semplice Pieve costruita intorno al 1000. Venne poi elevata a Propositura nel 1056 per volere del Papa Vittore II. La sua solenne consacrazione avvenne nel 1148 ad opera del Papa Eugenio III mentre tornava a Roma lungo la Via Francigena. Tale avvenimento è ricordato in una lapide murata in facciata. Tra i tesori che nasconde al suo interno, vi è l'affresco che ricopre interamente le pareti del Duomo e che non è MAI stato sottoposto a restauro durante i secoli. I colori sono quelli originali, dipinti nel 14° secolo, e la loro vivacità e brillantezza è semplicemente sbalorditiva. Sebbene alcune sezioni mostrino dei segni di usura dovuti all'inesorabile trascorrere del tempo, con qualche tassello mancante (ricordate che San Gimignano fu bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale), per altre, invece, sembra che il tempo non sia mai passato o che siano state appena dipinte. Probabilmente questo dipende anche dal fatto che le finestre laterali furono chiuse durante la realizzazione dell'affresco, e la minor quantità di luce che penetrava all'interno ha permesso di limitare i danni. Gli affreschi sono stati solo rispolverati nel 1999, come parte del compenso che il regista Franco Zeffirelli ha pagato per poter usare il Duomo in alcune scene del celebre film Tè con Mussolini (che personalmente vi consiglio di vedere, se ancora non lo avete fatto). Appena entrati sulla destra, troverete un ciclo di affreschi dedicati alle storie del Vecchio Testamento, mentre sulla parete opposta (la destra, se si guarda l'altare), troverete quelle del Nuovo Testamento. Le scene del Vecchio Testamento furono dipinte dall'artista senese Bartolo di Fredi, mentre quelle del Nuovo Testamento sembrano appartenere a qualche artista proveniente dalla scuola di Simone Martini. Molti ritengono che possa essere identificato con Lippo Memmi (il cognato di Martini) o suo fratello Federico Memmi, o addirittura Donato Martini, lo stesso fratello di Simone. In ogni caso, quel che è certo è che non fu realizzato dallo stesso Simone Martini, dato che si trovava in Francia in quel periodo. L'altro tesoro che si nasconde all'interno della Collegiata si trova sulla sinistra del ciclo di affreschi, nella piccola cappella dedicata a Santa Fina. Qui è celato un vero gioiello dell'arte rinascimentale, che ha visto la collaborazione di tre grandi maestri fiorentini: l'architetto Giuliano da Maiano, suo fratello, lo scultore Benedetto da Maiano e il pittore Domenico Ghirlandaio. Le reliquie di Santa Fina, santa protettrice della città di San Gimignano, giacciono sotto l'altare principale.

 

domenica 20 febbraio 2022


Pisa regione Toscana. Campo dei miracoli, Torre pendente.  Inserita in un contesto meraviglioso, piazza dei miracoli (patrimonio dell'umanità), si erge la torre di Pisa, che con la sua inclinazione di 4 gradi, dando la sensazione che possa cedere da un momento all'altro... suscita l'interesse di migliaia di turisti curiosi che rimangono ogni anno estasiati ed affascinati dalla singolarità e stranezza di uno dei monumenti più belli del mondo. Quando si nomina Pisa si pensa subito alla famosa Torre Pendente, monumento che ha assunto importanza nei secoli per via della sua accentuata pendenza che ha fatto preoccupare e allo stesso tempo, ha attratto la curiosità di numerosi esperti e di semplici turisti; per tale motivo la Torre (campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Piazza del Duomo), è stata rinominata Torre Pendente. Nel 1173 iniziano i lavori di costruzione della torre di Pisa che si conclude però nel 1350, 56metri, 8 piani, 7 campane. La Torre di Pisa, posta su un terreno argilloso e sabbioso, sembra cominciò ad inclinarsi fin dall'edificazione del terzo piano tanto che si dovettero sospendere i lavori per poi riprenderli anni dopo, costruendo i piani successivi con una curvatura in senso opposto alla pendenza. Il progetto originale si pensa sia stato di Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo anche il Battistero. La costruzione continuò fino al completamento nel 1350, raggiungendo un'altezza di circa 56 metri e un peso di 14.523 tonnellate, riuscendo a mantenerla in equilibrio perché la verticale che passa per il baricentro cade all'interno della base di appoggio. I piani complessivi sono 8, circondati da una loggetta con archi a tutto sesto, che riprendono il motivo della facciata della cattedrale e poiché la torre ne costituisce appunto il campanile, vennero collocate 7 campane: Assunta (la più grande che pesa 3620 kg), Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia, Terza, Vespruccio, le quali suonano ancora oggi prima delle messe in Duomo ed a mezzogiorno tramite un sistema elettronico e che un tempo era adibite ognuna ad un momento della giornata liturgica. La campana Pasquareccia, la più antica, si chiamava originariamente Giustizia e si trovava nell'omonimo palazzo e veniva impiegata per avvisare della morte dei traditori. La struttura del campanile è costituita da due stanze: una alla base della torre, conosciuta come Sala del pesce, avendo al suo interno un bassorilievo raffigurante appunto un pesce e l'altra è la cella campanaria, posta al settimo anello, delimitata dalle mura del camminamento superiore, a cielo aperto, mentre al centro, tramite un'apertura, è possibile vedere il pianterreno della torre. Per salire in cima alla torre, occorre percorrere tre rampe di scale a chiocciola.

sabato 19 febbraio 2022


Lucca, capoluogo di provincia della regione Toscana. Piazza Napoleone (Piazza Grande). Nonostante ai lucchesi sia nota come "Piazza Grande", il nome "Piazza Napoleone" rende l'idea di quel luogo in cui, giungendo dalle stradine della città medievale, ci si perde in uno spazio nato a immagine delle grandi distese parigine. La piazza è stata da sempre il centro del potere politico di Lucca, ma il suo aspetto originario era completamente diverso e la storia degli edifici che popolavano quel luogo è stata custodita per secoli dal sottosuolo. Fu scelta nel 1322 da Castruccio Castracani, condottiero Ghibellino della famiglia degli Antelminelli, per costruirvi la fortezza dell'Augusta e un palazzo, forse ideato da Giotto. Quando nel 1370 Castruccio fu cacciato via da Lucca, anche l'enorme fortezza, che si sviluppava su circa un quarto della città, fu completamente rasa al suolo dal popolo stesso. La sistemazione attuale della piazza, invece, risale all'età Napoleonica, quando il principato di Lucca, dal 1805 al 1815, fu in mano a Elisa Bonaparte Baciocchi, la sorella di Napoleone, che decise di celebrare l'illustre consanguineo dando alla piazza il suo nome. Per la sua costruzione, secondo il progetto di un architetto italiano e di un francese, non si poté evitare di spianare case, magazzini, una torre, l'archivio, le botteghe e persino una chiesa, quella di San Pietro Maggiore; tutto per dare maggiore evidenza e prestigio al Palazzo Ducale, detto anche Palazzo Pubblico, oggi sede delle Provincia di Lucca. Le facciate degli edifici che delimitavano la piazza non erano però così gradevoli alla vista, perciò si pensò di coprirli con una una fitta cortina di platani, così come appaiono oggi. Di fronte al palazzo doveva campeggiare una enorme statua di Napoleone, ma il progetto non ebbe seguito e la statua al centro dello spazio divenne quella di Maria Luisa di Borbone, dopo che nel 1815 le fu affidato il comando della città. Nonostante (o forse proprio per) la sistemazione napoleonica, la piazza divenne un enorme parcheggio fino al 1998 quando, nel corso di una profonda opera di ristrutturazione, vennero alla luce le fondazioni di tutti gli edifici che sorgevano in quel luogo prima dell'arrivo dei Baciocchi. Era infatti noto, soprattutto da antiche stampe e planimetrie, che originariamente lì c'erano una chiesa e la torre della zecca di Lucca, ma gli scavi hanno rivelato una affascinante realtà, completamente diversa da quella che appariva dai disegni antichi. È stato a questo punto che è andata facendosi strada l'ipotesi che quei resti e quelle fondazioni potessero tutti appartenere all'Augusta e analizzando gli ambienti che occupavano gran parte della piazza sono divenute sempre più evidenti le reali dimensioni della fortezza di Castruccio Castracani, che si riteneva occupasse un'estensione circa equivalente alla pianta del Palazzo Ducale. Nulla si sa della sua pianta reale, proprio perché il progetto di un luogo fatto di percorsi segreti che avrebbe dovuto proteggere Castruccio da ogni pericolo era rimasto circondato da un alone di assoluta segretezza. Si è scoperto che la fortezza era stata costruita con una serie di accessi connessi l'uno all'altro in modo che se il nemico fosse passato indenne attraverso il primo, sarebbe riuscito con difficoltà a superare gli altri due; nel frattempo Castruccio avrebbe avuto la possibilità di fuggire agevolmente attraverso la fitta rete di cunicoli approntati proprio in caso di pericolo, provvisti anche di nicchie per alloggiarvi le torce per l'illuminazione. Oggi, da centro del potere, la piazza ogni estate si trasforma nel cuore della vita culturale della città, dove in una ambientazione spaziosa e suggestiva hanno spesso luogo dei concerti.

venerdì 18 febbraio 2022


Manarola è una frazione del comune di Riomaggiore, in provincia della Spezia, regione Liguria. Chiesa di San Lorenzo.  Fu costruita nel 1338, ha pianta basilicale a tre navate. All’esterno la facciata in stile gotico ligure è semplice ma possiede un rosone a dodici colonnine con trafori e un portale con arco ogivale e la lunetta con un bassorilievo (martirio di San Lorenzo). All’interno della chiesa possiamo ammirare:
- sull’altare maggiore, un trittico del XIV secolo che raffigura la Madonna con il Bambino e due Santi ai lati (San Lorenzo e Santa Caterina).
- nella navata di sinistra, trittico in legno con santi (al centro San Lorenzo)
Il campanile del XIV secolo, distaccato dalla chiesa, è a pianta quadra e precedentemente venne utilizzato come torre di avvistamento.

giovedì 17 febbraio 2022


Camogli, provincia di Genova, della regione Liguria. Golfo del Paradiso. Il Golfo Paradiso è un piccolo golfo situato sulla riviera di levante della città metropolitana di Genova, nella parte orientale del golfo di Genova, nel mar Ligure. Il comprensorio, appartenente all'area metropolitana di Genova, stretto tra il grande comune del capoluogo ligure e il promontorio di Portofino, confina a nord con la valle Fontanabuona, ed è costituito da sette comuni, di cui cinque sul mare (Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco, Camogli) e due senza sbocco sul golfo (Avegno e Uscio). Sul golfo Paradiso s’affaccia Camogli, celebre per la sua imponente e variopinta palazzata. Centro dalla grande tradizione marinara, fu definita “la città dei mille bianchi velieri” e raggiunse l’apice del suo prestigio marittimo alla metà dell’Ottocento quando diede all’Italia capitani di mare, macchinisti navali e bastimenti. Tra i protagonisti delle vicende che portarono all’Unità d’Italia c’erano i brigantini, le imbarcazioni che portarono la tradizione camogliese nel mondo.

mercoledì 16 febbraio 2022


 

Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. CATTEDRALE DI SANT’ANDREA APOSTOLO. (XVI secolo). Edificata a partire dal 1470, e per oltre un trentennio, essa fu innalzata nel punto i cui sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di San Basilio, al centro di un’ampia piazza che ospitava officine di fabbri e molte botteghe di artigiani, le une e le altre demolite per far posto al sacro edificio cui è annesso il campanile alto 42 metri a tre piani cubici e due a prisma ottagonali, una cuspide piramidale con grande sfera metallica in cima, sormontata da una croce con banderuola. Il materiale per la costruzione, fu preso dall’Anfiteatro Romano e questo spiega il perché siano inseriti nell’edificio iscrizioni latine, e pietre funerarie (col vescovo Perbenedetti a capo della diocesi dal 1611 al 1634, di cui sin notano i due stemmi, si arrivò alla messa in opera delle campane, molto probabilmente nel 1614 in coincidenza con lo svolgimento del primo sinodo diocesano). L’impianto della chiesa è costituito da tre navate modulari da archi a sesto acuto. L’edificio di notevole mole non offre all’esterno particolari caratteristiche, se non nel tratto posteriore, in corrispondenza della zona presbiterale. Nella chiesa alcune insegne dei del Balzo occupano in un cartiglio la sommità delle arcate. Nella cripta si trova il monumento funebre di Maria Donata Orsini moglie di Pirro del Balzo. A sinistra dell’ingresso principale in alto sono murati i bassorilievi rappresentanti tre simboli degli evangelisti: il leone, il bue, il librone in scrittura molto primitiva. Vi sono anche alcune cappelle, tra le quali si segnala quella del SS. Sacramento, il cui arco d’ingresso risale al 1520. Essa ha due affreschi di soggetti biblici: Giuditta e Oloferne, e Davide e Golia.

martedì 15 febbraio 2022


Genova, capoluogo di regione della Liguria. La Cattedrale di San Lorenzo è, da sempre, il centro religioso, storico e artistico della città di Genova. Ne rappresenta la storia cittadina poiché, durante la lunga vita della Repubblica di Genova, ne costituiva, insieme al vicino Palazzo Ducale, il suo centro politico e religioso. All’interno della Cattedrale è allestito il Museo del Tesoro, un capolavoro della museografia progettato da Franco Albini che conserva gli oggetti del Tesoro, alcuni dei quali hanno rappresentato e continuano a incarnare lo spirito della città, come il Sacro Catino, la Cassa Processionale di San Giovanni Battista e la Croce degli Zaccaria. Visitabile all’interno di San Lorenzo è il Battistero di San Giovanni con l’antica chiesa di Santa Maria della Vittoria, mentre ancora collegato alla Cattedrale è il suo Chiostro dei Canonici, eretto nel XII secolo e tuttora sede del Museo Diocesano. Le prime notizie certe che attestano l’esistenza della Cattedrale di San Lorenzo risalgono all’878, anno in cui il vescovo Sabatino predispose la traslazione delle reliquie di San Romolo. Grazie alle indagini archeologiche si è potuta escludere la presenza in loco di edifici religiosi anteriori alla prima metà del VI secolo. La Cattedrale di San Lorenzo non sembra quindi essere stata la prima sede vescovile della città: le fonti ufficiali e la tradizione religiosa cittadina ricordano infatti diversi nomi di vescovi risalenti al IV – V secolo. L’arcivescovo Jacopo da Varagine indica inoltre nella sua Cronaca Civitatis Ianuae (XIII secolo) l’attuale chiesa di San Siro (allora intitolata ai Dodici Apostoli) come la prima Cattedrale cittadina. Durante il X secolo, la Cattedrale di San Lorenzo acquisì una crescente importanza all’interno del contesto cittadino, sia dal punto di vista religioso che da quello civile, grazie anche alla sua ottima collocazione nel tessuto urbano: a partire dal 1007, quando l’antica basilica di San Siro fu affidata ai monaci benedettini, San Lorenzo divenne il polo vescovile (e politico) esclusivo della città, almeno sino al XIV secolo. Fra il XI e il XII secolo le autorità cittadine disposero la costruzione di un edificio religioso in grado di rappresentare la crescente potenza di Genova: il progetto fu affidato ai Magistri Antelami, maestri architetti, scultori e carpentieri di tradizione romanica provenienti dalla Valle d’Intelvi (nel comasco). Nel XIII secolo (circa 1230) si decise di rinnovare totalmente la Cattedrale avviando un nuovo progetto architettonico che comportò una grandiosa ristrutturazione: l’edificio prese l’aspetto che ancora oggi conserva di Cattedrale gotica, con l’imponente facciata a due torri. Benché opera di due artisti di origini franco-normanne, il progetto gotico prevedeva l’introduzione di diversi elementi decorativi propri della tradizione architettonica mediterranea in grado di mitigare l’impianto francese della Cattedrale. Dell’antica costruzione romanica furono salvati i due portali laterali di San Giovanni e San Gottardo. I lavori subirono però una battuta d’arresto a metà del XIII secolo, forse a causa di una crisi economica; il rovinoso incendio nel 1296 comportò poi la sostituzione dei colonnati interni e di gran parte dei capitelli. A questa fase (primi decenni del Trecento) risalgono gli affreschi sopravvissuti della controfacciata e delle navate laterali, opera di un ignoto pittore di tradizione bizantina. Nel corso del XIV e XV secolo cominciò la costruzione delle cappelle e degli altari sulle navate. I lavori per la Cappella del Battista, che conserva le ceneri del Precursore, cominciarono nel 1450. Nel XVI secolo, a causa di un’esplosione del deposito delle polveri sito nel Palazzo Vescovile, furono restaurate le coperture, gravemente danneggiate, ad opera dell’architetto manierista Galeazzo Alessi (1512-1572). All’interno vi operarono i più grandi artisti genovesi e non del XVI e XVII: Luca Cambiaso (1527-1585) che realizzò alcuni dipinti e affrescò la Cappella Lercari insieme a Giovanni Battista Castello, detto il Bergamasco (inizi XVI secolo-1569); Lazzaro Tavarone (1556-1641) al quale i Padri del Comune affidarono negli anni Venti del XVII secolo la decorazione della zona absidale con le Storie di San Lorenzo; Federico Barocci (1535-1612) che realizzò nel 1596 per Matteo Senarega la pala d’altare con la Crocifissione con Vergine, San Giovanni e San Sebastiano. Infine tra XIX e XX secolo cominciarono i lavori per il graduale recupero della facies medievale della Cattedrale. In occasione dell’Anno Giubilare del 2000 si avviarono notevoli restauri che interessarono gran parte dell’edificio.


 

Mazzarino, provincia di Caltanissetta, regione Sicilia. U Cannuni è il castello di Mazzarino (nome reale non conosciuto); un altro castello, sempre in territorio di Mazzarino ma la cui vista si può godere percorrendo la vecchia strada per Catania, è il “Castello di Salamone” (nome reale Castello di Garsiliato). Il primo (U cannuni viene chiamato anche Castelvecchio ) è il monumento maggiormente rappresentativo ed è stato teatro di una puntata della serie TV La Piovra girato all’interno di esso. Per quanto riguarda la sua storia, la data di nascita è incerta. Quel che si sa è che Mazzarino e il suo Castello furono acquistati da Stefano Branciforti tra il 1282 e il 1292. È dunque molto probabile che esistesse già prima di queste date e che fosse utilizzato da signori e conti. In seguito un Branciforti prese la decisione di costruire il proprio Palazzo e vi si trasferì ed abbandonò il Castello al suo rapido ed inesorabile destino. Con una “Patente”, cioè con un decreto, il Principe di Butera e Conte di Mazzarino, Salvatore Branciforti, il 18 maggio 1790, nominò Don Pietro Accardi, benché‚ in età minorile, “Castellano di codesto Castello di Mazzarino, che trovasi vacante”. Il Castello di Mazzarino sorge su una lieve altura, in prossimità dell'attuale centro storico. I resti che sono fuori terra che sono visibili consentono una lettura ricostruttiva dell'impianto a pianta quadrangolare con torri cilindriche angolari. Il castello garantiva il controllo delle sottostanti vallate dei torrenti Braemi e Disueri. Anche dopo l'edificazione dell'attuale abitato di Mazzarino, sviluppatosi alle pendici del castello verso sud, mantenne nei confronti del paese tale posizione strategica. Volgarmente è definito 'U cannuni', probabilmente per la similitudine che, nella fantasia popolare, assume la cilindrica torre di sud-ovest, unica interamente superstite, con un grande cannone. In origine il castello era costituito da quattro torri cilindrichi legate da cortine murarie merlate, all'interno delle quali si sviluppavano gli ambienti abitativi e di servizio, oltre vari cortili interni. Oggi rimangono ben definite, anche se frammentate in alzato, soltanto la parete sud ed in parte le cortine a nord ed ovest. Il secondo meno famoso ai non mazzarinesi fu la dimora di antichi signori.

lunedì 14 febbraio 2022


Brescia, Capoluogo dell’ omonima provincia, regione Lombardia.  Chiesa Di S. Giulia. Il monastero di San Salvatore, detto in seguito di Santa Giulia (915) fu fondato per volontà del re longobar­do Desiderio e di sua moglie Ansa nel 753 d.C., su un'area archeologicamente molto ricca (resti di domus romane sono state rinvenute sotto la basilica di San Salvatore e nell'ortaglia di Santa Giulia). I molti ampliamenti e ricostruzioni succedutesi nei secoli, hanno dato forma al complesso articolato attorno a tre chiostri, così come possiamo ammirarlo oggi; particolarmente rilevanti quelli operati in età comunale (XII sec.: ricostruzione dei chiostri, ampliamento della cripta di San Salvatore, edificazione di Santa Maria in Solario) e nel tardo sec. XV (radicale ricostruzione dei chiostri cui fu aggiunto quello settentrionale dei dormitori, elevazione del Coro delle monache e spostamento della facciata della chiesa di San Salvatore, che venne a sua volta distrutta e ridisegnata completamente dall’edificazione nuova chiesa di Santa Giulia, terminata nel 1499). Il monastero benedettino femminile, dove si rifugiò fino alla sua morte la figlia di Desiderio ripudiata da Carlo Magno, l’Ermengarda manzoniana, ebbe vita fiorente: divenne uno dei centri conventuali più ricchi ed importanti del nord Italia, con possedimenti  in ogni parte della penisola, anche grazie ai lasciti delle monache, frequentemente di aristocratiche famiglie. Il monastero venne sop­presso nel 1798 in seguito alle leggi rivoluzionarie giacobine, poi ridotto a caserme e spogliato dei suoi beni. Il progressivo degrado fu in parte sospeso quando all’interno dei tre edifici religiosi trovò sede il Museo dell’Età Cristiana, nel 1882. Le operazioni di recupero architettonico iniziarono con l’acquisizione dell’intera area da parte del Comune, nel 1966, che hanno portato alla rinascita del complesso e all’allestimento del Museo della città.

domenica 13 febbraio 2022


Roma, regione Lazio e capitale d’Italia. Fontana della barcaccia. E’ una delle fontane più famose del mondo, e, dopo circa un anno di restauro, è tornata al suo splendore originario. La fontana della Barcaccia, collocata al centro di piazza di Spagna, fu realizzata tra il 1626 e il 1629 per volontà di papa Urbano VIII Barberini (1623-1644). Il pontefice attuò, in realtà, un progetto risalente al 1570 che prevedeva di ornare con fontane pubbliche le piazze più importanti della città attraversate dal ristrutturato Acquedotto Vergine. La fontana fu commissionata a Pietro Bernini (1562-1629), architetto dell’Acqua Vergine dal 1623 e padre del più celebre Gian Lorenzo (1598-1680) con il quale non è da escludere vi sia stata una collaborazione. In quel punto la pressione dell’acqua, proveniente dall’Acquedotto Vergine (o Acqua Vergine), era molto debole, e la cosa creò numerose difficoltà tecniche, risolte grazie all’ingegno di Bernini che realizzò la fontana con una forma tale da permettere lo zampillo dell’acqua. Pietro Bernini progettò una fontana assolutamente nuova rispetto alle opere realizzate a Roma alla fine del XVI secolo; s’ispirò, infatti, ad una barca, ideando un’opera più scultorea in marmo travertino che architettonica. La singolare vasca a forma d’imbarcazione raccoglie l’acqua che fuoriesce da due grandi soli - collocati internamente allo scafo a prua e a poppa - e quella che zampilla da un piccolo catino centrale. L’acqua straripante dai fianchi della barca, aperti in modo da offrire l’impressione che stia affondando, è raccolta da un bacino sottostante nel quale confluiscono anche i getti provenienti da bocche di finte cannoniere poste all’esterno della prua e della poppa, ai lati di grandi stemmi papali caratterizzati dalle api, simbolo della famiglia Barberini. La fontana è stata sottoposta nel tempo a vari interventi conservativi resisi necessari anche dalla sua collocazione al centro di una delle piazze più frequentate della città. L'ultimo restauro è stato realizzato nel 2013 - 2014.

sabato 12 febbraio 2022


Ravenna, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia Romagna. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, via Roma 56. fatta costruire da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città. La Basilica presenta una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico, caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo. Al suo interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione, la quale dal punto vista stilistico, iconografico e ideologico consente di seguire l'evoluzione del mosaico parietale bizantino dall'età teodoriciana a quella giustinianea. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.

venerdì 11 febbraio 2022


 

Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. CATTEDRALE DI SANT’ANDREA APOSTOLO. (XVI secolo). Edificata a partire dal 1470, e per oltre un trentennio, essa fu innalzata nel punto i cui sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di San Basilio, al centro di un’ampia piazza che ospitava officine di fabbri e molte botteghe di artigiani, le une e le altre demolite per far posto al sacro edificio cui è annesso il campanile alto 42 metri a tre piani cubici e due a prisma ottagonali, una cuspide piramidale con grande sfera metallica in cima, sormontata da una croce con banderuola. Il materiale per la costruzione, fu preso dall’Anfiteatro Romano e questo spiega il perché siano inseriti nell’edificio iscrizioni latine, e pietre funerarie (col vescovo Perbenedetti a capo della diocesi dal 1611 al 1634, di cui sin notano i due stemmi, si arrivò alla messa in opera delle campane, molto probabilmente nel 1614 in coincidenza con lo svolgimento del primo sinodo diocesano). L’impianto della chiesa è costituito da tre navate modulari da archi a sesto acuto. L’edificio di notevole mole non offre all’esterno particolari caratteristiche, se non nel tratto posteriore, in corrispondenza della zona presbiterale. Nella chiesa alcune insegne dei del Balzo occupano in un cartiglio la sommità delle arcate. Nella cripta si trova il monumento funebre di Maria Donata Orsini moglie di Pirro del Balzo. A sinistra dell’ingresso principale in alto sono murati i bassorilievi rappresentanti tre simboli degli evangelisti: il leone, il bue, il librone in scrittura molto primitiva. Vi sono anche alcune cappelle, tra le quali si segnala quella del SS. Sacramento, il cui arco d’ingresso risale al 1520. Essa ha due affreschi di soggetti biblici: Giuditta e Oloferne, e Davide e Golia.

giovedì 10 febbraio 2022


Cefalù, in provincia di Palermo, della Regione Sicilia. DUOMO DI CEFALÙ (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione). Secondo la leggenda, Sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II (d'Altavilla di Fara Misuraca Ruggero, figlio secondogenito di Ruggero d'Altavilla e di Adelasia di Monferrato, nacque il 22 dicembre 1095), scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.

mercoledì 9 febbraio 2022


Roma, regione Lazio e capitale d’Italia. Fontana della barcaccia. E’ una delle fontane più famose del mondo, e, dopo circa un anno di restauro, è tornata al suo splendore originario. La fontana della Barcaccia, collocata al centro di piazza di Spagna, fu realizzata tra il 1626 e il 1629 per volontà di papa Urbano VIII Barberini (1623-1644). Il pontefice attuò, in realtà, un progetto risalente al 1570 che prevedeva di ornare con fontane pubbliche le piazze più importanti della città attraversate dal ristrutturato Acquedotto Vergine. La fontana fu commissionata a Pietro Bernini (1562-1629), architetto dell’Acqua Vergine dal 1623 e padre del più celebre Gian Lorenzo (1598-1680) con il quale non è da escludere vi sia stata una collaborazione. In quel punto la pressione dell’acqua, proveniente dall’Acquedotto Vergine (o Acqua Vergine), era molto debole, e la cosa creò numerose difficoltà tecniche, risolte grazie all’ingegno di Bernini che realizzò la fontana con una forma tale da permettere lo zampillo dell’acqua. Pietro Bernini progettò una fontana assolutamente nuova rispetto alle opere realizzate a Roma alla fine del XVI secolo; s’ispirò, infatti, ad una barca, ideando un’opera più scultorea in marmo travertino che architettonica. La singolare vasca a forma d’imbarcazione raccoglie l’acqua che fuoriesce da due grandi soli - collocati internamente allo scafo a prua e a poppa - e quella che zampilla da un piccolo catino centrale. L’acqua straripante dai fianchi della barca, aperti in modo da offrire l’impressione che stia affondando, è raccolta da un bacino sottostante nel quale confluiscono anche i getti provenienti da bocche di finte cannoniere poste all’esterno della prua e della poppa, ai lati di grandi stemmi papali caratterizzati dalle api, simbolo della famiglia Barberini. La fontana è stata sottoposta nel tempo a vari interventi conservativi resisi necessari anche dalla sua collocazione al centro di una delle piazze più frequentate della città. L'ultimo restauro è stato realizzato nel 2013 - 2014.

martedì 8 febbraio 2022


Brescia, Capoluogo dell’ omonima provincia, regione Lombardia.  Chiesa Di S. Giulia. Il monastero di San Salvatore, detto in seguito di Santa Giulia (915) fu fondato per volontà del re longobar­do Desiderio e di sua moglie Ansa nel 753 d.C., su un'area archeologicamente molto ricca (resti di domus romane sono state rinvenute sotto la basilica di San Salvatore e nell'ortaglia di Santa Giulia). I molti ampliamenti e ricostruzioni succedutesi nei secoli, hanno dato forma al complesso articolato attorno a tre chiostri, così come possiamo ammirarlo oggi; particolarmente rilevanti quelli operati in età comunale (XII sec.: ricostruzione dei chiostri, ampliamento della cripta di San Salvatore, edificazione di Santa Maria in Solario) e nel tardo sec. XV (radicale ricostruzione dei chiostri cui fu aggiunto quello settentrionale dei dormitori, elevazione del Coro delle monache e spostamento della facciata della chiesa di San Salvatore, che venne a sua volta distrutta e ridisegnata completamente dall’edificazione nuova chiesa di Santa Giulia, terminata nel 1499). Il monastero benedettino femminile, dove si rifugiò fino alla sua morte la figlia di Desiderio ripudiata da Carlo Magno, l’Ermengarda manzoniana, ebbe vita fiorente: divenne uno dei centri conventuali più ricchi ed importanti del nord Italia, con possedimenti  in ogni parte della penisola, anche grazie ai lasciti delle monache, frequentemente di aristocratiche famiglie. Il monastero venne sop­presso nel 1798 in seguito alle leggi rivoluzionarie giacobine, poi ridotto a caserme e spogliato dei suoi beni. Il progressivo degrado fu in parte sospeso quando all’interno dei tre edifici religiosi trovò sede il Museo dell’Età Cristiana, nel 1882. Le operazioni di recupero architettonico iniziarono con l’acquisizione dell’intera area da parte del Comune, nel 1966, che hanno portato alla rinascita del complesso e all’allestimento del Museo della città.

lunedì 7 febbraio 2022


Bergamo, Capoluogo della omonima provincia, della regione Lombardia. Piazza Duomo. Entro un ristretto perimetro, accostati in curiosa asimmetria, si concentrano i monumenti più rappresentativi di Città Alta. il Duomo seicentesco dalla fronte marmorea; il fianco della chiesa di Santa   Maria Maggiore del sec. XII dal quale avanza il superbo protiro trecentesco di Giovanni da Campione; la cappella Colleoni, capolavoro dell'Amadeo e del Rinascimento lombardo, la cui fronte col suo vivace rivestimento policromo e il ricamo degli elementi decorativi, è una nota di gaiezza nell'austerità dell'ambiente; ed infine il piccolo Battistero ottagonale, tutto in marmo rosso di Verona, opera di Giovanni da Campione (1340), qui ricomposto nel secolo scorso. Secoli e stili architettonici affiancati a raccontare l'arte, la storia, la vita come mai altrove. Il cuore sacro della città deve il nome all’imponente Cattedrale che vi si affaccia, posta dirimpetto a Battistero, Episcopio e Curia. Prima che la Serenissima realizzasse l’attuale Piazza Vecchia, questa era la piazza della città, dedicata a S. Vincenzo. Qui si emanavano bandi, si rogavano atti notarili, si tenevano scambi e si facevano contrattazioni.

domenica 6 febbraio 2022


Amalfi, provincia di Salerno, regione Campania. Duomo dedicato all'apostolo Sant'Andrea. Nato dalla fusione di due basiliche preesistenti. La sua costruzione impiegò quasi mille anni e fu ultimato soltanto nel 1900, per cui lo stile varia dal romanico al barocco, ma rimane forte l’influsso arabo-siciliano. Il duomo di Amalfi, principale luogo di culto cattolico dell’omonima città, è una struttura risalente al IX secolo con caratteristiche architettoniche che vanno dal Romanico al Barocco fino al Rococò. Prevalentemente di stile architettonico romanico arabo-normanno, è stata più volte rimaneggiata, aggiungendo stile romanico, bizantino, gotico e elementi barocchi. La cattedrale comprende l'annessa Basilica del Crocefisso anch'essa risalente al secolo IX. Inoltre vi si possono trovare la Cripta di Sant'Andrea e il famoso Chiostro del Paradiso. Il duomo che fu costruito accanto alla Basilica più vecchia che a sua volta fu edificata sulle rovine di un tempio, quando la Repubblica Marinara cominciò ad affermarsi come potenza commerciale. Il Duomo fu completamente ristrutturato nel 1203, nelle forme arabo-normanne introdotte dai conquistatori. Rimaneggiato attorno al 1570, fu ricostruito inoltre dopo che 24 dicembre 1861 sotto l'azione di un forte vento, un tratto del coronamento della facciata, in cattivo stato di conservazione, cadde sfondando una o due volte del sottostante atrio. Il parere favorevole al restauro stilistico della Giunta delle Belle Arti fece sì che, per un danno leggero, le stratificazioni sulla facciata (dell'epoca rinascimentale, barocco, etc.) fossero cancellate, facendo ricostruire il duomo secondo lo stile dell'architetto Lorenzo Casalbore, che demolì l'insigne portico, i capitelli, le cornici, lo stesso intonaco e le basi e le paraste del Settecento. L'interno del Duomo, con il soffitto a cassettoni, è contraddistinto da una navata centrale, caratterizzata dal grande Crocefisso Ligneo del XIII sec.; in alto invece, sull’altare, vi è la tela del Martirio di S. Andrea; due maestose colonne di granito egiziano sostengono l’arco trionfale, più avanti due Colonnine Tortili e i due Pulpiti. Nella navata sinistra vi è la Croce di Madreperla, portata dalla Terra Santa da Mons. Marini, di fianco il Battistero in porfido rosso egiziano e, scendendo lungo la navata, nelle cappelline laterali alcune Tele di Silvestro Mirra e dei suoi Allievi. Nella navata destra troviamo il Busto Reliquario di S. Andrea del sec. XVI e, sulla porta c’è una grande tela raffigurante S. Andrea e S. Matteo. All'interno della Cripta è custodito il corpo di S. Andrea, il primo discepolo di Gesù e Santo protettore di Amalfi. Dopo il martirio di Sant'Andrea, secondo la tradizione, le sue reliquie furono spostate da Patrasso a Costantinopoli. Leggende locali dicono che le reliquie furono vendute dai romani. Qui rimasero sino al 1208 quando, nel corso della quarta crociata, le reliquie furono portate ad Amalfi, dal cardinale Pietro Capuano, nativo di Amalfi. La Cripta si presenta oggi nella forma barocca datata nel 1600 con scene della Passione di Gesù, incastonate fra ricche ed eleganti decorazioni di stucco. L’altare centrale, in marmo pregiato, è opera di Domenico Fontana. La grande statua bronzea è opera di Michelangelo Naccherino. Accanto ci sono le statue marmoree che rappresentano San Lorenzo e Santo Stefano. Le sacre reliquie sono racchiuse in un urna d’argento, posta sotto l’altare centrale, opera di Domenico Fontana.

sabato 5 febbraio 2022


 

Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. CATTEDRALE DI SANT’ANDREA APOSTOLO. (XVI secolo). Edificata a partire dal 1470, e per oltre un trentennio, essa fu innalzata nel punto i cui sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di San Basilio, al centro di un’ampia piazza che ospitava officine di fabbri e molte botteghe di artigiani, le une e le altre demolite per far posto al sacro edificio cui è annesso il campanile alto 42 metri a tre piani cubici e due a prisma ottagonali, una cuspide piramidale con grande sfera metallica in cima, sormontata da una croce con banderuola. Il materiale per la costruzione, fu preso dall’Anfiteatro Romano e questo spiega il perché siano inseriti nell’edificio iscrizioni latine, e pietre funerarie (col vescovo Perbenedetti a capo della diocesi dal 1611 al 1634, di cui sin notano i due stemmi, si arrivò alla messa in opera delle campane, molto probabilmente nel 1614 in coincidenza con lo svolgimento del primo sinodo diocesano). L’impianto della chiesa è costituito da tre navate modulari da archi a sesto acuto. L’edificio di notevole mole non offre all’esterno particolari caratteristiche, se non nel tratto posteriore, in corrispondenza della zona presbiterale. Nella chiesa alcune insegne dei del Balzo occupano in un cartiglio la sommità delle arcate. Nella cripta si trova il monumento funebre di Maria Donata Orsini moglie di Pirro del Balzo. A sinistra dell’ingresso principale in alto sono murati i bassorilievi rappresentanti tre simboli degli evangelisti: il leone, il bue, il librone in scrittura molto primitiva. Vi sono anche alcune cappelle, tra le quali si segnala quella del SS. Sacramento, il cui arco d’ingresso risale al 1520. Essa ha due affreschi di soggetti biblici: Giuditta e Oloferne, e Davide e Golia.

venerdì 4 febbraio 2022

Lucca, capoluogo di provincia della regione Toscana. Piazza San Frediano.

giovedì 3 febbraio 2022


Manarola è una frazione del comune di Riomaggiore, in provincia della Spezia, regione Liguria. Chiesa di San Lorenzo.  Fu costruita nel 1338, ha pianta basilicale a tre navate. All’esterno la facciata in stile gotico ligure è semplice ma possiede un rosone a dodici colonnine con trafori e un portale con arco ogivale e la lunetta con un bassorilievo (martirio di San Lorenzo). All’interno della chiesa possiamo ammirare:
- sull’altare maggiore, un trittico del XIV secolo che raffigura la Madonna con il Bambino e due Santi ai lati (San Lorenzo e Santa Caterina).
- nella navata di sinistra, trittico in legno con santi (al centro San Lorenzo)
Il campanile del XIV secolo, distaccato dalla chiesa, è a pianta quadra e precedentemente venne utilizzato come torre di avvistamento.

mercoledì 2 febbraio 2022


Pisa regione Toscana. Campo dei miracoli, Torre pendente.  Inserita in un contesto meraviglioso, piazza dei miracoli (patrimonio dell'umanità), si erge la torre di Pisa, che con la sua inclinazione di 4 gradi, dando la sensazione che possa cedere da un momento all'altro... suscita l'interesse di migliaia di turisti curiosi che rimangono ogni anno estasiati ed affascinati dalla singolarità e stranezza di uno dei monumenti più belli del mondo. Quando si nomina Pisa si pensa subito alla famosa Torre Pendente, monumento che ha assunto importanza nei secoli per via della sua accentuata pendenza che ha fatto preoccupare e allo stesso tempo, ha attratto la curiosità di numerosi esperti e di semplici turisti; per tale motivo la Torre (campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Piazza del Duomo), è stata rinominata Torre Pendente. Nel 1173 iniziano i lavori di costruzione della torre di Pisa che si conclude però nel 1350, 56metri, 8 piani, 7 campane. La Torre di Pisa, posta su un terreno argilloso e sabbioso, sembra cominciò ad inclinarsi fin dall'edificazione del terzo piano tanto che si dovettero sospendere i lavori per poi riprenderli anni dopo, costruendo i piani successivi con una curvatura in senso opposto alla pendenza. Il progetto originale si pensa sia stato di Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo anche il Battistero. La costruzione continuò fino al completamento nel 1350, raggiungendo un'altezza di circa 56 metri e un peso di 14.523 tonnellate, riuscendo a mantenerla in equilibrio perché la verticale che passa per il baricentro cade all'interno della base di appoggio. I piani complessivi sono 8, circondati da una loggetta con archi a tutto sesto, che riprendono il motivo della facciata della cattedrale e poiché la torre ne costituisce appunto il campanile, vennero collocate 7 campane: Assunta (la più grande che pesa 3620 kg), Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia, Terza, Vespruccio, le quali suonano ancora oggi prima delle messe in Duomo ed a mezzogiorno tramite un sistema elettronico e che un tempo era adibite ognuna ad un momento della giornata liturgica. La campana Pasquareccia, la più antica, si chiamava originariamente Giustizia e si trovava nell'omonimo palazzo e veniva impiegata per avvisare della morte dei traditori. La struttura del campanile è costituita da due stanze: una alla base della torre, conosciuta come Sala del pesce, avendo al suo interno un bassorilievo raffigurante appunto un pesce e l'altra è la cella campanaria, posta al settimo anello, delimitata dalle mura del camminamento superiore, a cielo aperto, mentre al centro, tramite un'apertura, è possibile vedere il pianterreno della torre. Per salire in cima alla torre, occorre percorrere tre rampe di scale a chiocciola.

martedì 1 febbraio 2022


San Gimignano, provincia di Siena regione Toscana. Duomo. La Collegiata di Santa Maria Assunta o Duomo di San Gimignano si trova in Piazza Duomo. E’ situata in cima a una scalinata da cui domina il lato occidentale dell’omonima piazza. E’ un classico esempio di architettura romanica in Toscana. Lo sviluppo della chiesa riflette la crescita e l’evoluzione della città. In origine era una semplice Pieve costruita intorno al 1000. Venne poi elevata a Propositura nel 1056 per volere del Papa Vittore II. La sua solenne consacrazione avvenne nel 1148 ad opera del Papa Eugenio III mentre tornava a Roma lungo la Via Francigena. Tale avvenimento è ricordato in una lapide murata in facciata. Tra i tesori che nasconde al suo interno, vi è l'affresco che ricopre interamente le pareti del Duomo e che non è MAI stato sottoposto a restauro durante i secoli. I colori sono quelli originali, dipinti nel 14° secolo, e la loro vivacità e brillantezza è semplicemente sbalorditiva. Sebbene alcune sezioni mostrino dei segni di usura dovuti all'inesorabile trascorrere del tempo, con qualche tassello mancante (ricordate che San Gimignano fu bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale), per altre, invece, sembra che il tempo non sia mai passato o che siano state appena dipinte. Probabilmente questo dipende anche dal fatto che le finestre laterali furono chiuse durante la realizzazione dell'affresco, e la minor quantità di luce che penetrava all'interno ha permesso di limitare i danni. Gli affreschi sono stati solo rispolverati nel 1999, come parte del compenso che il regista Franco Zeffirelli ha pagato per poter usare il Duomo in alcune scene del celebre film Tè con Mussolini (che personalmente vi consiglio di vedere, se ancora non lo avete fatto). Appena entrati sulla destra, troverete un ciclo di affreschi dedicati alle storie del Vecchio Testamento, mentre sulla parete opposta (la destra, se si guarda l'altare), troverete quelle del Nuovo Testamento. Le scene del Vecchio Testamento furono dipinte dall'artista senese Bartolo di Fredi, mentre quelle del Nuovo Testamento sembrano appartenere a qualche artista proveniente dalla scuola di Simone Martini. Molti ritengono che possa essere identificato con Lippo Memmi (il cognato di Martini) o suo fratello Federico Memmi, o addirittura Donato Martini, lo stesso fratello di Simone. In ogni caso, quel che è certo è che non fu realizzato dallo stesso Simone Martini, dato che si trovava in Francia in quel periodo. L'altro tesoro che si nasconde all'interno della Collegiata si trova sulla sinistra del ciclo di affreschi, nella piccola cappella dedicata a Santa Fina. Qui è celato un vero gioiello dell'arte rinascimentale, che ha visto la collaborazione di tre grandi maestri fiorentini: l'architetto Giuliano da Maiano, suo fratello, lo scultore Benedetto da Maiano e il pittore Domenico Ghirlandaio. Le reliquie di Santa Fina, santa protettrice della città di San Gimignano, giacciono sotto l'altare principale.


Genova, capoluogo di regione della Liguria. Porta Soprana, primaria porta d’accesso della città, venne edificata nel lontano 1155. Deriva il suo nome da Superana, superiore, in quanto si trova assisa sulla sommità del colle di Sant’Andrea, dal quale prese il suo altro appellativo di Porta di Sant’Andrea. Alcune storie che vi racconterò, a proposito di questo luogo, non le troverete in una qualsiasi guida turistica. Sono tratte da un volume raro e di grande pregio culturale, un libro che venne scritto da Francesco Podestà, nel 1901, e si intitola “Il colle di Sant’Andrea in Genova e le regioni circostanti”. La Genova che visse il Podestà è di molto precedente agli orrori dell’età moderna, agli scempi che gli architetti misero in atto lì, nel quartiere di Ponticello e di Via Madre di Dio, spianando un intero quartiere, fitto di case alte, antiche e bellissime, per far posto ad un complesso architettonico, il palazzo della Regione, di incomparabile bruttezza. Francesco Podestà, nel suo libro, grazie ad una paziente ricerca effettuata negli archivi storici, ci racconta la Genova di secoli fa, con lui si viaggia nel mondo antico, fino a 1100 e anche più lontano nel tempo. Il libro è corredato di tavole, ma credetemi, è difficile orientarsi in un luogo che non esiste più, bisogna usare tanta immaginazione, e farsi aiutare dalla fantasia: e allora lasciamoci guidare, andiamo insieme, per queste strade ormai perdute, incontriamo le persone comuni, il l popolo che lì, sotto la porta, viveva, esercitando le proprie attività.