Santa Margherita
Ligure è un comune della città metropolitana di Genova in Liguria. Basilica
di S. Margherita di Antiochia,
patrona della città, la cui bella facciata è contornata da due alti campanili,
ospita importanti dipinti di Scuola genovese. San Giacomo di Corte, già
possedimento dell’Abbazia di San Fruttuoso, e passata poi in commenda alla
Famiglia Doria, si trova in straordinaria posizione panoramica e presenta un
importante ciclo di affreschi di Nicolò Barabino. Sulle alture della città, da
una parte il Santuario di N.S. del Carmine di Nozarego, edificato nel ‘700, e
dall’altra San Lorenzo della Costa nella quale sono conservati il pregevole
Trittico di Sant’Andrea, di scuola fiamminga del XV secolo, ed un dipinto di
Luca Cambiaso.
domenica 31 gennaio 2021
sabato 30 gennaio 2021
Trani della
provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è
intitolata al santo patrono, San Nicola
Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città
pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale
venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino,
durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente
chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni
reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è
possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un
dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è
stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si
tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da
un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi
all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie
alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La
piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui
George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a
rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di
Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di
Opera.
venerdì 29 gennaio 2021
Lucca, capoluogo di
provincia della regione Toscana. Baluardo
Santa Croce. Verdissimo e
luminoso il baluardo Santa Croce si trova sul lato nord occidentale delle mura;
è dedicato alla Santa Croce ossia al Volto Santo, principale protettore di
Lucca. Il baluardo possiede una giovane alberatura uniforme di aceri rinnovata
completamente negli anni ’80 del Novecento. La struttura militare è ben
conservata in tutte le sue parti, articolata su più livelli: le cannoniere a
doppio ordine, la casermetta dei soldati, su un alto loggiato ad arcate
appoggiata al terrapieno verso la città ma soprattutto le gallerie interne di
cui si intravedono le parti più ampie attraverso il camminamento fra i due
ordini della cannoniera est. Dal baluardo si godono numerosi
scorci panoramici: dal torrione rotondo centrale le torri e i tetti della
città, dall’orecchione ovest la porta San Donato e il baluardo omonimo; dalla
parte opposta si ammira la parte più bella e integra degli spalti verso la
Piattaforma San Frediano con i fossati e le lunette originali delle mura. In
particolare da questa parte si può vedere il lungo tratto di mura medievali
riadattate alla fortificazione moderna, costituite a differenza delle mura
rinascimentali, da grossi blocchi di pietra calcarea grigia e bianca. Sono visibili
i resti delle torri semicircolari che rafforzavano le mura duecentesche ma che
furono rasi al suolo per evitare che le loro sagome fossero d’intralcio alla linea
di tiro delle cannoniere. La storia: Il Baluardo mostra bene tutte le sue fasi
costruttive ed esplorandolo è molto facile capire la sua storia. Il torrione
centrale che conserva ancora le cannoniere originali fu costruito entro il 1518
per rafforzare l’angolo nord ovest delle mura medievali. Fra 1597 e 1600 fu
realizzata tutta la parte est del baluardo con le relative cannoniere e
l’orecchione su progetto di Ginese Bresciani. La parte ovest fu invece aggiunta
dall’architetto Muzio Oddi fra il 1625 ed il 1642. Camminando sugli spalti a
sinistra della punta del fortilizio è possibile osservare il punto di giuntura
fra le due fasi. Affacciandosi dal camminamento della cannoniera est è
possibile scorgere nei sotterranei le fondamenta delle mura medievali.
giovedì 28 gennaio 2021
Ravenna, capoluogo
dell'omonima provincia in Emilia Romagna. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo,
via Roma 56. fatta costruire
da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa
palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al
culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di
Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare
furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la
sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla
da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città. La Basilica presenta
una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora
sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un
quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di
marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico,
caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo. Al suo
interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione,
la quale dal punto vista stilistico, iconografico e ideologico consente di
seguire l'evoluzione del mosaico parietale bizantino dall'età teodoriciana a
quella giustinianea. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di
Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento
e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.
mercoledì 27 gennaio 2021
Venosa, in provincia
di Potenza, regione Basilicata. CHIESA DI SAN ROCCO (XVI secolo) Strada Provinciale 18 Ofantina. Fu edificata nel 1503,
quando la città fu colpita dalla pestilenza, in onore del santo che da quella
terribile sciagura l’avrebbe poi liberata. Successivamente fu ricostruita dopo
il terremoto del 14 agosto del 1851. Il patrono di Venosa è San Felice di
Thibiuca (o Felice di Thibiuca, 247-303) anche se la devozione dei
venosini ha suggerito come coprotettore San Rocco la cui festa si celebra il 16
agosto. Nel 1503 Venosa è colpita da una devastante epidemia di peste. La
popolazione, disperata, invoca aiuto al Taumaturgo San Rocco da Montpellier per
ottenere la liberazione dal contagio. Nello stesso anno il Vescovo Bernardino
di Buon Giovanni da Recanati fa erigere, in prossimità del complesso della SS.
Trinità, la chiesa dedicata al santo francese che aveva salvato la città dalla
peste. San Rocco,
nato a metà del XIV secolo e morto a Voghera a 30 anni la notte tra
il 15 e il 16 agosto, viene rappresentato nei dipinti e nelle statue
in compagnia di un cane. Il santo di Montpellier in un pellegrinaggio
a Piacenza nel curare i malati di peste viene contagiato; il suo altruismo
lo porta a vivere in una grotta, isolato, per non essere causa di infezioni. Si
narra che fu salvato da un cane che, durante la malattia, quotidianamente
portava al santo un pezzo di pane sottratto al suo padrone.
martedì 26 gennaio 2021
Napoli capoluogo dell'omonima città metropolitana e della
regione Campania. Basilica di San Lorenzo Maggiore. La basilica di San Lorenzo Maggiore si trova in Via dei
Tribunali. San Lorenzo Maggiore è una delle più antiche basiliche della città,
risalente al XII secolo. La sua storia comincia nel 1235 quando papa Gregorio
IX concesse a Napoli la costruzione di una struttura dedicata a San Lorenzo.
Dal 1270 Carlo I d’Angiò cominciò a partecipare con cospicue sovvenzioni alla
realizzazione del tempio, che alla fine risultò un misto tra stile gotico
francese e francescano. Architetti francesi, infatti, si dedicarono alla
realizzazione dell’abside, unico esempio in Italia, mentre spostandosi verso le
navate si ci avvicina maggiormente allo stile italiano, segno che nel corso
degli sviluppi successivi, la costruzione della chiesa fu affidata a
progettisti locali. Nel corso dei secoli la struttura ha subito numerosi
rimaneggiamenti, anche a causa dei terremoti che hanno colpito la zona.
Inoltre, dal XVI secolo vennero aggiunte opere in stile barocco a coprire
l’aspetto originario: il pavimento venne ricoperto da mattoni, le colonne
decorate con stucchi, gli archi e le finestre gotiche furono ridimensionati e
gli affreschi imbiancati. Fortunatamente, dal 1882 fino al XX secolo, i
numerosi restauri hanno provveduto ad eliminare queste aggiunte, ad eccezione
della facciata e della controfacciata, opera di Ferdinando Sanfelice, della
cappella Cacace e del cappellone di Sant’Antonio, opera di Cosimo Fanzago.
lunedì 25 gennaio 2021
Perugia capoluogo dell’omonima
provincia della regione Umbria. PIAZZA IV NOVEMBRE. E’ situata nel centro storico di
Perugia, e come scrisse Serafino Siepi, "è la piazza più bella e più
vetusta della città, centrale alla medesima". L'asimmetrica piazza si apre
alla convergenza dei cinque assi viari che strutturano la città medievale e per
la sua scenografia ha rappresentato in ogni epoca il luogo privilegiato delle
funzioni urbane: qui era collocato l'antico foro e vi sono conservati monumenti
connessi all'impianto urbanistico della città etrusco-romana. Già luogo
dell'antico Foro romano, divenne nell'Alto medioevo il fulcro convergente e
punto di partenza delle cinque vie principali cittadine, le Vie Regali. Nel X
secolo la sede episcopale fu trasferita nel nuovo tempio di San Lorenzo, e la
piazza si è qualificata quale spazio rappresentativo del potere
politico-religioso, ruolo confermato successivamente dall'insediamento degli
edifici del governo comunale. L'assetto attuale è quello definito con la
ristrutturazione della Platea Comunis o Magna (spazio compreso tra la
Cattedrale e l'odierna Piazza della Repubblica), voluta dal Comune e attuata
tra il XIII e il XV secolo, secondo un preciso progetto urbano teso a
riqualificare l'acropoli cittadina, fulcro della vita collettiva della società
comunale. L'intervento si concentrò sull'ampliamento della Cattedrale di San
Lorenzo e sull'edificazione del Palazzo dei Priori. La piazza mutò il suo
aspetto nel 1591 quando il legato pontificio Domenico Pinelli vi aprì una nuova
e più ampia strada di accesso (l'attuale Via Calderini). La scena urbana è
caratterizzata dalle naturali pendenze del terreno e sulla piazza si affacciano
i maggiori monumenti cittadini.
domenica 24 gennaio 2021
Cagliari capoluogo
della Regione Sardegna. Bastione di Saint Remy. Il Bastione di
Saint Remy, nel cuore della città vecchia, rappresenta uno dei monumenti più importanti
di Cagliari e uno degli spazi espositivi più prestigiosi del centro storico.
Il Bastione di Saint-Remy
costituisce uno dei complessi monumentali di maggior pregio della città di
Cagliari. Costruito sulle antiche cortine difensive del circuito fortificato
della città medievale, il suo nome ha origine dal primo Vicerè Piemontese, il
Barone di Saint-Remy. La passeggiata coperta e la maestosa terrazza Umberto I,
furono progettate nel 1896 da Giuseppe Costa e Fulgenzio Setti. L'imponente
struttura, realizzata in stile classicheggiante e composta da colonne in
calcare di colore bianco e giallo con capitelli in stile corinzio, venne
inaugurata nel 1901. Nel 1943, la scalinata a doppia rampa e l'arco di trionfo
furono gravemente danneggiati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale;
tuttavia, qualche tempo dopo, le parti distrutte vennero fedelmente
ricostruite. Durante il corso degli anni, gli ampi spazi della passeggiata
coperta furono adibiti a molteplici utilizzi. Inizialmente utilizzata come sala
banchetti, in epoca bellica divenne un'infermeria e successivamente rifugio per
gli sfollati durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1948 ospitò la prima
edizione della Fiera Internazionale della Sardegna.
sabato 23 gennaio 2021
Lucca, capoluogo di
provincia della regione Toscana. Baluardo
Santa Croce. Verdissimo e
luminoso il baluardo Santa Croce si trova sul lato nord occidentale delle mura;
è dedicato alla Santa Croce ossia al Volto Santo, principale protettore di
Lucca. Il baluardo possiede una giovane alberatura uniforme di aceri rinnovata
completamente negli anni ’80 del Novecento. La struttura militare è ben
conservata in tutte le sue parti, articolata su più livelli: le cannoniere a
doppio ordine, la casermetta dei soldati, su un alto loggiato ad arcate
appoggiata al terrapieno verso la città ma soprattutto le gallerie interne di
cui si intravedono le parti più ampie attraverso il camminamento fra i due
ordini della cannoniera est. Dal baluardo si godono numerosi
scorci panoramici: dal torrione rotondo centrale le torri e i tetti della
città, dall’orecchione ovest la porta San Donato e il baluardo omonimo; dalla
parte opposta si ammira la parte più bella e integra degli spalti verso la
Piattaforma San Frediano con i fossati e le lunette originali delle mura. In
particolare da questa parte si può vedere il lungo tratto di mura medievali
riadattate alla fortificazione moderna, costituite a differenza delle mura
rinascimentali, da grossi blocchi di pietra calcarea grigia e bianca. Sono visibili
i resti delle torri semicircolari che rafforzavano le mura duecentesche ma che
furono rasi al suolo per evitare che le loro sagome fossero d’intralcio alla linea
di tiro delle cannoniere. La storia: Il Baluardo mostra bene tutte le sue fasi
costruttive ed esplorandolo è molto facile capire la sua storia. Il torrione
centrale che conserva ancora le cannoniere originali fu costruito entro il 1518
per rafforzare l’angolo nord ovest delle mura medievali. Fra 1597 e 1600 fu
realizzata tutta la parte est del baluardo con le relative cannoniere e
l’orecchione su progetto di Ginese Bresciani. La parte ovest fu invece aggiunta
dall’architetto Muzio Oddi fra il 1625 ed il 1642. Camminando sugli spalti a
sinistra della punta del fortilizio è possibile osservare il punto di giuntura
fra le due fasi. Affacciandosi dal camminamento della cannoniera est è
possibile scorgere nei sotterranei le fondamenta delle mura medievali.
venerdì 22 gennaio 2021
Santa Margherita
Ligure è un comune della città metropolitana di Genova in Liguria. Basilica
di S. Margherita di Antiochia,
patrona della città, la cui bella facciata è contornata da due alti campanili,
ospita importanti dipinti di Scuola genovese. San Giacomo di Corte, già
possedimento dell’Abbazia di San Fruttuoso, e passata poi in commenda alla
Famiglia Doria, si trova in straordinaria posizione panoramica e presenta un
importante ciclo di affreschi di Nicolò Barabino. Sulle alture della città, da
una parte il Santuario di N.S. del Carmine di Nozarego, edificato nel ‘700, e
dall’altra San Lorenzo della Costa nella quale sono conservati il pregevole
Trittico di Sant’Andrea, di scuola fiamminga del XV secolo, ed un dipinto di
Luca Cambiaso.
giovedì 21 gennaio 2021
Vernazza provincia
della Spezia in Liguria. Le ipotesi
sulle origini del nome Vernazza è divisa tra chi crede possa derivare
dall'aggettivo latino verna, cioè " il cui significato sta per “indigeno,
del luogo”.", ad indicare la provenienza del vino locale prodotto dai
contadini del borgo: la Vernaccia, e chi protende a Vulnetia ad indicare la
fondazione di Vernazza da parte di schiavi liberati della romana Gens Vulnezia.
Il "Castrum Vernatio" venne nominato per la prima volta nel 1080 in
un documento citante l'abitato di Vernazza, a testimonianza del carattere
difensivo del paese e quale base marittima dei marchesi Obertenghi, probabile
punto di partenza delle navi in difesa dai Saraceni. Nel XII secolo Vernazza fu
utilizzata come base per la conquista della Liguria di levante da parte di
Genova, e a partire dal 1209 il borgo fu sottomesso alla potenza marinara con
la consegna del castello e con un atto di fedeltà compiuto dalle più importanti
e ricche famiglie del luogo che si impegnavano di ubbidire a Genova. I secoli
XVI e XVII segnano per Vernazza, oltre che per gli altri villaggi delle Cinque
Terre, un periodo di declino, con forti ripercussioni negative sulla produzione
di vino, da sempre tipica della zona, e sulla pesca. Nel periodo ancora
successivo e, in modo particolarmente evidente, nei primi 50 anni del 1800, gli
abitanti di Vernazza iniziarono ad ampliare le terrazze su cui veniva coltivata
la vigna, la produzione di vino aumentò sensibilmente, e così la vita
commerciale del paese. Negli stessi anni iniziò la costruzione della linea
ferroviaria Genova-La Spezia, situazione che portò alla fine del secolare
isolamento degli abitanti delle Cinque Terre. Questa situazione migliorò sempre
più mano a mano che si intensificavano i rapporti commerciali e lavorativi con
la città di La Spezia, in rapido sviluppo grazie al porto e all’attività
militare ad esso collegata, oltre che alla crescente fama del luogo dal punto
di vista turistico. Nel 1997, insieme a Portovenere e alle isole del Golfo dei
Poeti (Palmaria, Tino e Tinetto), le Cinque Terre sono state dichiarate
Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Dal 1999, inoltre, è stato
istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre, un riconoscimento più che dovuto
alla straordinaria bellezza di queste località, tramite il quale le varie
amministrazioni riescono sempre più a migliorare, oltre che i servizi di base,
anche le varie attività legate al turismo. A Vernazza oggi le principali
attività sono appunto legate al turismo, data la straordinaria affluenza di
visitatori, ma la pesca e la coltivazione dell’ulivo e della vigna continuano,
testimoniando così la forza di una tradizione vecchia di secoli. La chiesa di
Santa margherita d'Antiochia risale al 1318 anche se prima vi era un predecente
edificio religioso risalente all'XI secolo. A causa di una violenta mareggiata
la prima chiesa viene distrutta e ricostruita grazie ai Magistri Antelami. La
prima chiesa probabilmente aveva tre navata ed era in stile medioevale e tre
absidi. Tra il sedicesimo e diciassettesimo secolo la chiesa subì un profondo
mutamento di ristrutturazione compresa la facciata. Da stile romanico passò a
barocco e fu innalzata la torre campanaria ottagonale di 40 metri.
mercoledì 20 gennaio 2021
Bologna, capoluogo della regione
Emilia e Romagna. LE DUE TORRI (simbolo della città), entrambe pendenti, sono situate
all'incrocio tra le vie che portavano alle cinque porte dell'antica cerchia di
mura "dei torresotti". La più pendente delle due torri, la Garisenda,
fu citata più volte da Dante, nella Divina Commedia e nelle Rime, a riprova del
suo soggiorno a Bologna. Le due torri furono oggetto della omonima poesia di
Giosuè Carducci contenuta nelle Odi barbare. I nomi di Asinelli (la maggiore) e Garisenda (la minore) derivano dalle
famiglie a cui tradizionalmente se ne attribuisce la costruzione, fra il 1109
ed il 1119. In realtà la scarsezza di documenti risalenti ad epoche così remote
rende meno certa l'origine delle torri: per quello che riguarda la famiglia
degli Asinelli, ad esempio, vengono citati in associazione alla famosa torre
per la prima volta solo nel 1185, quasi settant'anni dopo la data presunta di
costruzione. Si ritiene
che l'Asinelli inizialmente fosse molto più alta (i muri in cima sono di uno
spessore che permetterebbe l'innalzamento di altri 20-25 metri) la sommità che
vediamo oggi è dovuta a un rifacimento di epoca Bentivogliesca (1488) che la
ridusse agli attuali 97,2 m (con uno strapiombo di 2,2 m). Il Comune ne divenne
il proprietario nel XIV secolo e la utilizzò come prigione e fortilizio. Negli
stessi anni intorno alla torre fu realizzata una costruzione in legno, posta a
trenta metri da terra e unita con una passerella aerea (distrutta da un
incendio nel 1398) alla Garisenda. Si dice che la costruzione fosse voluta da
Giovanni Visconti, Duca di Milano, per tenere meglio d'occhio il turbolento
Mercato di Mezzo (oggi via Rizzoli) e poter sedare per tempo eventuali rivolte.
All'epoca i Visconti avevano preso il potere in Bologna in seguito alla
decadenza della Signoria dei Pepoli, e quindi erano invisi alla popolazione.
martedì 19 gennaio 2021
Castello di Meleto,
comune di Gaiole in Chianti, provincia di Siena regione Toscana. Situato su
una collina che domina la valle del Massellone, a 2 km da Gaiole in Chianti, lo
storico ed elegante Castello Di Meleto offre camere e appartamenti con arredi
in stile toscano. Nel cuore del Chianti, tra Siena e Firenze, sorge il Castello
di Meleto, una dimora storica imponente, un'azienda agricola che produce vino
prelibato ma, soprattutto, un luogo incantato dove regalarsi momenti
indimenticabili tra passato e presente. Oggi agriturismo di grande charme, il
Castello di Meleto domina la valle del torrente Massellone. La costruzione
risale, nelle sue parti più antiche, all'anno Mille. Il Castello apparteneva ai
Monaci Benedettini e successivamente è diventato di proprietà della Famiglia
Ricasoli che dopo esserne entrata in possesso nel 1200, ha ampliato la
costruzione nel 1700 e l'ha trasformata in una splendida residenza di campagna.
Dal 1968 la proprietà è della Viticola Toscana Spa, un'azienda agricola con
splendidi vigneti specializzati nella produzione del vino Chianti Classico
DOCG. Il castello è circondato da sei belle case coloniche, ristrutturate
accuratamente nel 2000, mantenendo inalterato lo stile rustico toscano ed
utilizzate per agriturismo. Ogni casa dispone di giardino privato o terrazza e
si affaccia direttamente sulla campagna, immersa nel verde dei vigneti e
oliveti. Tra un assaggio di buon vino e uno della cucina tipica, è bello
rilassarsi in una delle due splendide piscine e lasciarsi inebriare dai profumi
delle viti e degli ulivi, dei ginepri e delle ginestre. Nei sotterranei del
Castello, vero monumento storico, un'affascinante enoteca permette di degustare
i vini, l'olio extravergine di oliva biologico e i salumi di Cinta Senese
provenienti dall'allevamento allo stato brado. E' possibile organizzare al
Castello banchetti in stile rinascimentale e medievale nella suggestiva cornice
delle sale affrescate. Inoltre, tutti i giorni sono possibili visite guidate
del piano nobile del Castello, del teatrino settecentesco, dei sotterranei con
le antiche cantine, prigioni e vie di fuga, per vivere a 360° un'esperienza
unica e indimenticabile in un vero Castello del Chianti. Il Castello con la sua
atmosfera magica e i suoi mille passaggi segreti è inoltre, una location particolarmente
suggestiva per matrimoni da favola. Gli sposi potranno scambiarsi le loro
promesse eterne circondati da uno charme unico e con un banchetto fiabesco, un
vero salto indietro nel tempo. A loro disposizione per la prima notte di nozze,
come gentile omaggio del Castello di Meleto, la camera Virginia nel Piano
Nobile li accoglierà per una indimenticabile prima notte per nozze da favola
nel cuore del Chianti.
lunedì 18 gennaio 2021
Camogli, provincia di Genova, della regione Liguria.
Basilica di Santa Maria Assunta. La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta è stata insignita del
titolo di Basilica minore il 18 novembre 1988, anno mariano, dal pontefice
Giovanni Paolo II. Il tempio sorge sullo sperone roccioso dell'Isola ed è il
risultato di innumerevoli trasformazioni ed ampliamenti dell'originaria
cappella del castello intitolata a S. Maria, la cui presenza agli inizi del XII
secolo è testimoniata da alcuni documenti. L'attuale configurazione è il
risultato di un radicale ingrandimento che risale al 1845 quando furono
edificate le due facciate, quella con l'ingresso principale rivolto verso
l'abitato dell'Isola e l'altra domina la monumentale scalinata che collega il
sagrato con la sottostante Piazza Colombo. L'interno a tre navate in stile
barocco classicheggiante è ricco di ori, stucchi, marmi policromi, messi in
risalto dai lampadari. Lo schema decorativo unitario fu progettato
dall'architetto Dufour mentre gli affreschi furono realizzati da Nicolò Barbino
e Francesco Semino. Importanti opere scultoree e pittoriche eseguite da autori
di scuola genovese (Francesco Maria Schiaffino, Francesco Ravaschio, Luca
Cambiaso, Domenico Fiasella, Bernardo Castello) ornano gli altari laterali.
Sull'altare maggiore è collocata la statua lignea dell'Assunta opera di
Bernardo Schiaffino. La sacrestia è in barocco chiavarese e risale al 1790 vi è
posta la tela di Luca Cambiaso raffigurante la Deposizione. Di grande pregio è
anche l'organo costruito nel 1873 dal pavese Luigi Lingiardi, restaurato nel
1988. Il sagrato è realizzato con la tecnica del "risseu", un tempo
molto usata nei borghi di mare. Si tratta di sassi bianchi e grigi raccolti
sulla spiaggia e sapientemente collocati a formare disegni e figure
geometriche. Sulla parete di un'abitazione prospiciente il sagrato è stato
collocato nel 2006 un murale in ceramica opera dell'artista Alessia Ratti
raffigurante l'"Isola" nel 1518.
domenica 17 gennaio 2021
Napoli regione Campania. La BASILICA REALE PONTIFICIA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA. La Basilica Reale Pontificia di San Francesco da Paola è tra le più
caratteristiche e celebri chiese di Napoli; è situata al centro del lato curvo
di piazza del Plebiscito, davanti al Palazzo Reale: si tratta della più
importante chiesa italiana del periodo neoclassico. Nel 1809 Gioacchino Murat
ordinò la demolizione degli antichi conventi del "Largo di Palazzo",
attuale piazza del Plebiscito, e bandì un pubblico concorso per la
realizzazione di una nuova piazza. All'architetto Leopoldo Laperuta fu affidata
la costruzione dell'ampio portico a emiciclo sorretto da 38 colonne giganti di
ordine dorico; esso doveva fronteggiare Palazzo Reale e rifarsi alla tradizione
antica delle piazze porticate, luogo delle attività politiche, economiche,
sociali e culturali della città.Nel 1815 il re Ferdinando I delle Due Sicilie
decise l'edificazione della basilica come ringraziamento a san Francesco di
Paola per la riconquista del regno: nel 1817 fu indetto un nuovo concorso, che
fu vinto dall'architetto svizzero Pietro Bianchi di Lugano, il quale mostrò
nella realizzazione della nuova chiesa grandi qualità ingegneristiche,
attestate dalla solidità dell'opera e dall'intelligenza delle soluzioni
tecniche. I lavori furono ultimati nel 1824, ma solo nel 1836 la chiesa venne
inaugurata da Papa Gregorio XVI, che le conferì il titolo di Basilica
Pontificia, la rese indipendente dalla Curia Arcivescovile di Napoli e concesse
il privilegio ai suoi ministri di officiare con l'altare rivolto verso i
fedeli. La chiesa, per la sua forma circolare, ricorda il Pantheon di Roma. La
facciata è preceduta da un pronao formato da sei colonne e due pilastri di
ordine ionico, che reggono un architrave sul quale è scolpita una dedica. Il pronao è sormontato da un timpano
classicheggiante ai cui vertici sono collocate le statue raffiguranti la
Religione, tra San Francesco di Paola a sinistra, titolare della chiesa, e San
Ferdinando, a destra, in onore del re Ferdinando. Il pronao è accessibile sia
dal porticato, che dalla scalinata che sale dalla piazza. Nel porticato si
trovano le statue delle quattro virtù cardinali e delle tre virtù teologali,
mentre ai lati della scalinata avrebbero dovuto essere collocate due statue
raffiguranti la Pietà e la Costanza, che simboleggiavano le virtù manifestate
dal re e da Ferrante d'Aragona: al loro posto si decise invece di collocare le
due statue equestri nella piazza, raffiguranti il re Ferdinando (opera di
Antonio Canova) e il padre, Carlo III di Spagna (opera di Antonio Calì).
La chiesa è sormontata da tre cupole: quella centrale, alta 53 metri,
è stata costruita su un alto ed ampio tamburo. Si entra in un atrio,
fiancheggiato da due cappelle; in quella a destra vi è un'opera giovanile di
Luca Giordano, con Sant'Onofrio Orante. Al centro la rotonda, dal diametro di
34 m, è coperta dalla cupola sorretta da 34 colonne di ordine corinzio alte 11
m e con fusti in marmo di Mondragone, alternate ad altrettanti pilastri. Sopra
il colonnato vi sono le tribune di corte e, lungo le pareti, da destra, otto
statue: San Giovanni Crisostomo opera di Gennaro Calì, Sant'Ambrogio di Tito
Angelini, San Luca di Antonio Calì, San Matteo, di Carlo Finelli, San Giovanni
Evangelista, di Pietro Tenerani, San Marco di Giuseppe de Fabris, Sant'Agostino
di Tommaso Arnaud e Sant'Attanasio di Angelo Solani. Agli altari delle cappelle
si trovano, da destra, i seguenti dipinti: San Nicola da Tolentino e San
Francesco di Paola che riceve da un angelo lo stemma della carità, di Nicola
Carta, l'Ultima comunione di San Ferdinando di Castiglia di Pietro Benvenuti,
il Transito di San Giuseppe di Camillo Gerra, l'Immacolata e morte di Sant'Andrea
Avellino di Tommaso de Vivo. Di fronte all'ingresso è l'altare maggiore, opera
di Anselmo Cangiano del 1641, qui trasferito nel 1835 dalla chiesa dei Santi
Apostoli, ricco di lapislazzuli e di pietre preziose. Ai lati due Angeli
Teofori in cartapesta dorata. Nell'abside San Francesco di Paola resuscita il
nipote morto, tela di Vincenzo Camuccini. Nella sagrestia, l'Immacolata di
Gaspare Landi e la Circoncisione di Antonio Campi.
sabato 16 gennaio 2021
Orvieto, provincia di
Terni, regione Umbria. DUOMO. La cattedrale di Santa Maria Assunta è il
principale luogo di culto cattolico di Orvieto, in provincia di Terni, chiesa
madre della diocesi di Orvieto-Todi e capolavoro dell'architettura gotica
dell'Italia Centrale. Nel gennaio del 1889 papa Leone XIII l'ha elevata alla dignità
di basilica minore. La costruzione della chiesa fu avviata nel 1290 per volontà
di papa Niccolò IV, allo scopo di dare degna collocazione al Corporale del
miracolo di Bolsena. Disegnato in stile romanico da un artista sconosciuto
(probabilmente Arnolfo di Cambio), in principio la direzione dei lavori fu
affidata a fra Bevignate da Perugia a cui succedette ben presto, prima della
fine del secolo, Giovanni di Uguccione, che introdusse le prime forme gotiche.
Ai primi anni del Trecento lo scultore e architetto senese Lorenzo Maitani
assunse il ruolo di capomastro dell'opera. Questi ampliò in forme gotiche
l'abside e il transetto e determinò, pur non terminandola, l'aspetto della
facciata che vediamo ancora oggi. Alla morte del Maitani, avvenuta nel 1330, i
lavori erano tutt'altro che conclusi. Il ruolo di capomastro venne assunto da
vari architetti-scultori che si succedettero nel corso degli anni, spesso per
brevi periodi. Nel 1350-1356 venne costruita la Cappella del Corporale. Nel
1408-1444 venne costruita la Cappella di San Brizio, affrescata però solo più
tardi (1447-1504). Anche i lavori della facciata si protrassero negli anni,
fino ad essere completati solo nella seconda metà del 1500 da Ippolito Scalza,
che costruì 3 delle 4 guglie della facciata. Il Duomo è da sempre intitolato
alla Madonna Assunta, ed è provvisto di cinque campane rinascimentali in
tonalità di Mi bemolle.
venerdì 15 gennaio 2021
Roma, regione Lazio e capitale d’Italia. Altare della Patria, piazza Venezia.
Roma,
regione Lazio e capitale d’Italia. Altare della Patria, piazza Venezia.
Il
Vittoriano o Altare della Patria è un monumento di grandissima valenza
simbolica che riunisce in sé tutti i valori dell’Italia risorgimentale e della
nostra Costituzione. Questo è uno dei monumenti più emblematici della storia
del nostro Paese ed è il simbolo dell’Italia del Risorgimento e della monarchia
sabauda. La prima pietra fu posta da Umberto I di Savoia nel
1885, figlio di Vittorio Emanuele II, il primo re d’Italia. La necessità era
quella di avere un monumento commemorativo estremamente simbolico per testimoniare
i cambiamenti del Paese. La scelta di costruire il Vittoriano sul Campidoglio
non è stata certo casuale: si tratta infatti del primo colle su cui, secondo la
leggenda, fu fondata Roma nonché dove fu eretto il tempio a Giove Capitolino.
Simbolicamente
fu deciso di porre il Vittoriano non lontano dal Colosseo, massimo simbolo
della Roma imperiale e in contrapposizione a San Pietro, che rappresentava il
potere temporale dei Papi. Sempre per fare da contrappeso al potere dei papi,
fu costruito pochi anni dopo il palazzo di Giustizia vicino a Castel
Sant’Angelo, da sempre prigione sotto il controllo del Vaticano e perciò
simbolo di un potere religioso che ormai doveva lasciare il posto all’Italia
unita e laica. Per il progetto del Vittoriano fu indetto un concorso pubblico,
vinto da Giovanni Sacconi, giovane architetto de Le Marche che aveva un
progetto ambizioso e di forte valenza simbolica. Per erigere il monumento molti
furono gli espropri e le distruzioni ai danni soprattutto di edifici medievali
circostanti per fare largo alla nuova costruzione. Il lavori durarono quasi 25
anni per terminarla. All’inaugurazione dell’altare della patria, risalente al
1911, erano presenti tutte le più grandi personalità dello Stato. Questo
edificio rappresenta la Patria: ai due lati, dove sorge e tramonta il sole, vi
sono due fontane con i mari Adriatico e Tirreno, come ai lati della Penisola. In
alto, sui due propilei, troneggiano le scritte in caratteri cubitali “PATRIAE
UNITATI” e “CIVIUM LIBERTATI” ovvero “All’unità della patria” e “Alla libertà
dei cittadini” che rappresentano quindi i due principi fondamentali di unità e
libertà di cui si faceva promotore il nuovo Stato. L’enorme edificio, che con
le quadrighe raggiunge gli 81 metri di altezza, è tutto decorato da gruppi
scultorei eseguiti da vari artisti che rappresentano i valori del popolo
italiano: troviamo la Forza, il Diritto, l’Azione, la Concordia, il Sacrificio
ed il Pensiero. Al centro, accanto alla tomba del Milite Ignoto, posta nel 1921
a monito e memoria dopo la Prima Guerra Mondiale, troneggia la statua di Roma.
Sullo sfondo di un mosaico dorato a simboleggiare l’importanza della nuova
capitale e la sua centralità geografica e politica; sui due lati troviamo la
rappresentazione dell’agricoltura e dell’industria, cioè il lavoro su cui
poggia l’economia del Paese e l’amor patrio su cui si fonda la società. Sul
piedistallo che sorregge l’enorme statua equestre di Vittorio Emanuele II (Riguardo
l’enorme statua equestre in bronzo, fatta nel 1910 da Enrico Chiaradia, c’è una
curiosità che sembra incredibile: quando fu terminata ospitò all’interno della
pancia del cavallo una cena per venti persone, come testimoniano foto d’epoca) troviamo
quattordici città italiane. Sopra, in corrispondenza delle colonne che fanno da
quinta al re a cavallo, vi sono invece allegorie delle sedici regioni
dell’epoca, frutto del lavoro di artisti provenienti dalla regione che
rappresentava. Due alte colonne, sormontate da vittorie alate, coronano
quest’esaltazione dell’Italia e dei suoi valori, del suo popolo e della sua
storia. L’interno del colonnato che costituisce la terrazza è decorato con
marmi e mosaici di Giulio Bargellini. Rappresentano la Fede, il Lavoro, la
Forza e la Sapienza da un lato, la Legge, il Valore, la Pace e l’Unione
dell’altro. Persino i motivi vegetali che decorano l’altare della patria hanno
un significato preciso: l’alloro rappresenta il valore, la palma la vittoria,
la quercia la forza, il mirto il sacrificio e l’ulivo la pace. La terrazza
delle quadrighe è accessibile e visitabile tramite un suggestivo ascensore a
vetri: Ti lascerà a bocca aperta la vista sulla città eterna (prezzo 7 euro,
ridotto 3,50). Da qui si gode una delle viste panoramiche più belle di Roma.
giovedì 14 gennaio 2021
Torino,
capoluogo di provincia del Piemonte. Il SANTUARIO DELLA CONSOLATA o
secondo la denominazione ufficiale, Chiesa di Santa Maria della Consolazione, è
una basilica cattolica ubicata a ridosso della via omonima ed è uno dei luoghi
di culto più antichi di Torino. Dedicato a Maria, invocata con il titolo di
"Consolatrice" è considerata il più importante santuario della città
e dell'Arcidiocesi di Torino, oltre che un vero capolavoro del barocco
piemontese. Alla sua costruzione si dedicarono i più illustri nomi
dell'architettura, quali Guarino Guarini, Filippo Juvarra e Carlo Ceppi. Il
santuario fu anche abituale luogo di preghiera di numerosi santi sociali
piemontesi e ha la dignità di Basilica minore.
mercoledì 13 gennaio 2021
Lucca, capoluogo di provincia della regione Toscana. Chiesa di San Michele in Foro ( Piazza San Michele).
Lucca, capoluogo di
provincia della regione Toscana. Chiesa di San Michele in Foro ( Piazza San
Michele). A completare
il nome della chiesa di San Michele è proprio il luogo in cui fu edificata: il
foro, prima centro della vita pubblica, nell'antichità, e poi cuore pulsante
della città Comunale. Su questa piazza sorse il Palatium Civitatis, il Palazzo
Pubblico, ora scomparso, costruito proprio accanto alla chiesa e poi trasferito
nella Fortezza dell'Augusta. La piazza fu lastricata per la prima volta quando
nel '400 vi fu costruito il Palazzo Pretorio, ma fra '600 e '700 fu innalzato
il piano stradale, venne pavimentata e chiusa da colonnine con catenelle. Le
case che delimitano il perimetro della piazza sono tipicamente medievali e da
più di ottocento anni stanno lì ad osservare placidamente la vita che scorre
nel cuore della città. La chiesa di San Michele, di cui le fonti parlano per la
prima volta nel 795, fu edificata proprio qui. Eretta in un luogo centrale, ma
obliqua rispetto alla piazza, come molte altre chiese di Lucca, spicca in uno
spazio enorme in cui il cielo si apre finalmente dopo il rincorrersi di anguste
e tortuose vie medievali, come una meta finalmente raggiunta: tale era per i pellegrini
che passavano per la città percorrendo la Francigena. Si fermavano a San Michele per rifocillarsi, cogliendo l'occasione per
venerare loro illustri compagni di viaggio, come San Davino, un pellegrino
Armeno in viaggio verso Santiago de Compostela, che morì proprio mentre faceva
tappa a Lucca e il cui corpo si diceva avesse acquistato poteri taumaturgici
dopo la morte. Furono varie le vicende della
chiesa di San Michele: cambiò amministrazione più volte prima di divenire
privilegio della famiglia Gigli, che contribuì a rinnovarne sia le strutture
che le suppellettili. La chiesa, così come appare oggi,
frutto della ricostruzione di XI secolo voluta da papa Alessandro, è un
palinsesto delle vicende della città: nella sua architettura pisano-lucchese si
fondono romanico e gotico, ricordi di età classica e misteriose figure tratte
dai bestiari medievali che si affollano sulla facciata dal XII secolo. Nel cantiere di San Michele, fra XIII e XIV secolo lavorarono a Lucca
illustri architetti e probabilmente, nonostante lo si deduca solo dallo stile
delle decorazioni in facciata, anche Diotisalvi, l'autore del Battistero di
Pisa. L'intento originario del progetto era quello di innalzare la chiesa, ma
si riuscì solo a creare la facciata, altissima, visibile oggi come una
scenografia che si staglia contro il cielo. Fu in questo
periodo che vennero create, dalla scuola di Guidetto da Como, che lavorò anche
per il Duomo di San Martino, le caratteristiche "loggette", decorate
con l'uso di marmi policromi, che iniziano a parlare del gotico e che sono
ovviamente influenzate dallo stile lombardo. Infine, nel
punto più alto, fu aggiunta la grande statua di San Michele Arcangelo che
abbatte il drago, con ali metalliche e due angeli con la funzione di guglie
tipicamente gotiche per rendere la chiesa, che già svettava isolata, ancora più
protesa verso l'alto.
martedì 12 gennaio 2021
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. PIAZZA VITTORIO VENETO.
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata.
PIAZZA VITTORIO VENETO. Luogo
di incontro e di passeggio, la vivace Piazza Vittorio Veneto ospita spesso mercatini,
bancarelle e ritrattisti. Ottimo punto di partenza per andare alla scoperta
della suggestiva città dei Sassi di Matera, patrimonio mondiale dell’umanità
UNESCO. Dalla piazza si gode il panorama
del Sasso Barisano al quale cui si accede passando attraverso la loggia. La
Piazza è, inoltre, punto di partenza di un
percorso sotterraneo scavato nella roccia, composto di abitazioni,
botteghe, cantine, cisterne, pozzi e “palombari” (grandi strutture scavate per la
raccolta di acque piovane). Del quartiere interrato fanno parte, inoltre, la
Chiesa rupestre del S. Spirito e la Torre aragonese. La piazza Vittorio Veneto,
precedentemente chiamata Piazza Del Plebiscito, era conosciuta anche come
“piazza della Fontana” per la presenza in passato della grande “Fontana
Ferdinandea” monumentale, realizzata nel
1832 per raccogliere le acque provenienti dalla soprastante collina del
castello “De Montigny” , attualmente spostata poche centinaia di metri più in
basso lungo la strada, presso la villa comunale. L’attuale aspetto della piazza
è dovuto ai lavori di restauro del 1993,
quando si spostò il monumento ai caduti ( Benedetto d’Amore 1926 ) e si eliminò
la strada che attraversava la piazza,
per riportare alla luce il “fondaco di mezzo” , vecchio piano della città,
in parte visitabile, a cui si accende scendendo dalla scalinata di ferro vicino la grande fontana in pietra chiara da
cui sgorgano alti zampilli d’acqua. I locali ipogei che lo compongono si
estendono sotto tutta la piazza per più di 5000 mq. fino ad arrivare sotto il Convento
dell’Annunziata, che addirittura ha come
basamento nelle fondamenta un torrione appartenente probabilmente alla cinta
difensiva del Castello Tramontano , e comprendono neviere, cisterne, negozi,
magazzini e abitazioni.
lunedì 11 gennaio 2021
Assisi, provincia di Perugia della
regione Umbria. PIAZZA CHIESA NUOVA Già in un documento del 1398,
viene citata una piccola chiesa costruita sul luogo che la tradizione
identifica come la Casa Paterna di San Francesco d'Assisi che era un'importante
tappa dei pellegrinaggi sulle orme di Francesco d'Assisi. Nel 1615, per volere
del Re di Spagna Filippo III, fu fatta costruire, su progetto di Rufino da
Cerchiara, una nuova chiesa in stile barocco al posto di quella medioevale.
All'interno la chiesa si presenta con la pianta a croce greca e con cupola nel
vano centrale: questa scelta stilistica non è casuale, poiché l'architetto si
ispirò alla struttura della chiesa romana di Sant'Eligio degli Orefici, opera
di Raffaello Sanzio. La decorazione interna della chiesa è quasi interamente
pittorica, decorato da dipinti che raffigurano gli Evangelisti e Storie della
vita di San Francesco. Di fianco alla chiesa, all'interno dell'edificio del
convento, sono ancora visibili alcuni vani dell'antica casa di San Francesco,
come la sua camera, il sottoscala, detto "carcere", in cui fu
rinchiuso dal padre per punirlo della sua decisione di lasciare tutto per
vivere da povero ed il magazzino del negozio del padre. Sulla piazza è stato
posto un monumento a Pietro Bernardone dei Moriconi, e alla nobile Signora Pica
Bourlemont, genitori di San Francesco d’Assisi. Davanti all'edificio religioso
si trova un piazzale dove è possibile ammirare la statua in bronzo dedicata ai
genitori del Santo fatta da Roberto Joppolo. I genitori, Pietro e Pica, si
tengono per mano e guardano davanti a loro. Pica indossa un velo ed una gonna
lunga, mentre Pietro è vestito con abiti tradizionali. La statua non è una meta
particolarmente turistica, ma si può unire ad una visita della vecchia casa di
San Francesco, ora chiesa nuova di Assisi.
domenica 10 gennaio 2021
Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. Convitto, liceo e collegio Cutelli, via Vittorio Emanuele n° 56 .
Catania capoluogo di
provincia della regione Sicilia. Convitto, liceo e collegio Cutelli, via
Vittorio Emanuele n° 56 . Il convitto Cutelli, progettato da Francesco Battaglia e
Gian Battista Vaccarini su commissione di Mario Cutelli, è un nuovo esempio di
grande architettura settecentesca (1761). Si ha ragione di credere che nel 1756
Vaccarini si recasse a Napoli per scegliere i marmi destinati alla cappella del
Palazzo Reale di Caserta, e forse in questa visita prese conoscenza del nuovo e
più classico stile che il Vanvitelli e il Fuga andavano introducendo a Napoli.
Comunque le sue ultime opere, come il Collegio Cutelli e la Badia piccola di
San Benedetto, tradiscono la loro influenza. Nel Collegio Cutelli su via
Vittorio Emanuele, imboccato l’ingresso e superato il breve atrio coperto, si
raggiunge la corte, elemento di maggior spicco dell’intero edificio. Il piano
terra è definito da un portico circolare costituto da sedici archi a tutto
sesto, sostenuti da altrettanti pilastri cruciformi, composti da una sezione
trapezoidale con delle semicolonne appoggiate. Il dorico romano che
caratterizza la trabeazione circolare dell’atrio interno del Collegio Cutelli è
severo e monumentale come quello dell’atrio di Caserta, ma la pianta rotonda
del cortile impedisce all’insieme di essere troppo solenne. Sull’asse del
Collegio, di fronte all’ingresso, sorge uno scalone imponente, racchiuso in un
rettangolo dai vertici absidati. Esso porta iscritta la data 1779, undici anni
dopo la morte del Vaccarini, e deve quindi essere stato costruito da un suo
allievo. Ma molto probabilmente si basa su un disegno dello stesso architetto e
si accorda perfettamente con la sua ultima maniera,
più severa e classicheggiante. I pilastri della corte sostengono una lunga
balconata continua, anch’essa circolare, profonda quanto il portico
sottostante, con otto aperture di accesso. La parete del primo piano è
costituita da sedici moduli che richiamano le scansione del piano terreno con
grandi balconi alternati a finestroni, tutti decorati con elaborate
architetture in pietra bianca di Siracusa. Sopra la balconata del primo piano,
è presente un attico sagomato come una corona, decorato con vasi e conchiglie,
nella tradizione dei chiostri e dei cortili interni catanesi. Solo in piccola
parte l’edificio è dotato di un secondo piano, destinato alle abitazioni del
Rettore e del Vicerettore e ai vani ad esse annessi. Un solo dettaglio in tutto
il complesso mostra le tendenze barocche del Vaccarini: il pavimento a disegni
a raggiera in pietra bianca e lava, anche più gaio e leggero di quello del
Collegio dei Gesuiti.
sabato 9 gennaio 2021
Gaiole in Chianti, località Coltibuono, provincia di Siena,
regione Toscana. Badia di San Lorenzo. Si hanno notizie di una chiesa fin
dal X secolo e precedentemente di un oratorio dedicato a San Lorenzo, ma i
documenti ci attestano che l’abbazia che oggi vediamo è stata edificata nel
1037 e consacrata solo nel 1049. Costituisce una delle più significative
testimonianze del romanico nel Chianti. Essa sorge in una zona strategicamente
e politicamente importante, ai confini dei contadi di Firenze, Siena e Arezzo,
in un’area dominata a lungo dalla potente consorteria feudale dei Firidolfi
Ricasoli, i quali furono fondatori e patroni del monastero. L’edificio
religioso, il cui nome in latino significa “buon raccolto”, viene donato a
Giovanni Gualberto, monaco che dà vita al movimento dei Benedettini riformati
di Vallombrosa, e sin dal 1095 viene inserito nei possedimenti dell’ordine
Vallombrosano. Durante il XII secolo, l’abbazia si arricchisce costantemente
grazie a lasciti e donazioni e giunge a controllare numerosi altri centri
religiosi della zona. Dal 1239 passa sotto la protezione della repubblica di
Firenze e nel 1488 viene data in commenda, insieme alla Badia a Passignano, al
cardinale Giovanni de’ Medici, il futuro papa Leone X. L’edificio attuale ha
una pianta a croce latina e si sviluppa su un’unica navata che termina
nell’abside semicircolare. La copertura del tetto non presenta più le originali
capriate a vista ma volte a botte, risalenti al XVIII secolo, epoca in cui
l’abbazia viene notevolmente modificata. Sopra il transetto è eretta una
singolare cupola ottagonale, che all’esterno appare racchiusa da una massiccia
struttura cubica, tipo pagoda, accanto al possente campanile merlato dal
carattere più militare che religioso. All’interno, sotto l’altare maggiore, sono conservati i
resti del Beato Benedetto Ricasoli che, divenuto monaco, visse in realtà in un
eremo detto “Castellaccio”, non lontano dalla badia. All’esterno l’edificio
risulta privo di qualsiasi elemento scultoreo, come la maggior parte delle
fabbriche vallombrosane. Sulla destra della chiesa si sviluppano gli ambienti anticamente
adibiti a monastero. Nel 1810, al tempo delle soppressioni napoleoniche, la
chiesa viene ridotta a parrocchia e l’intera struttura viene trasformata in
villa-fattoria. Da quel momento si registrano numerosi passaggi di proprietà
con vicende anche molto rocambolesche fino all’arrivo della famiglia Stucchi
Prinetti, attuale proprietaria dei terreni, dell’azienda vinicola e
dell’agriturismo Badia a Coltibuono. Da aprile a ottobre vengono organizzate
visite guidate pomeridiane all’interno dell’ex monastero e della cantina,
mentre la chiesa è aperta tutto l’anno per le funzioni domenicali e dei giorni
festivi.
venerdì 8 gennaio 2021
Ravenna, capoluogo
dell'omonima provincia in Emilia Romagna. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo,
via Roma 56. fatta costruire
da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa
palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al
culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di
Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare
furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la
sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla
da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città. La Basilica presenta
una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora
sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un
quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di
marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico,
caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo. Al suo
interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione,
la quale dal punto vista stilistico, iconografico e ideologico consente di
seguire l'evoluzione del mosaico parietale bizantino dall'età teodoriciana a
quella giustinianea. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di
Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento
e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.
giovedì 7 gennaio 2021
Trani della
provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è
intitolata al santo patrono, San Nicola
Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città
pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale
venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino,
durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente
chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni
reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è
possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un
dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è
stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si
tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da
un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi
all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie
alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La
piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui
George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a
rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di
Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di
Opera.
mercoledì 6 gennaio 2021
Bergamo,
Capoluogo della omonima provincia, della regione Lombardia. Rocca Viscontea.
Una cittadella fortificata,
nel punto più centrale di Bergamo realizzata con lo scopo di difendersi dagli
attacchi nemici e come presidio in caso di insurrezione popolare, certo, ma
soprattutto per ricordare in ogni momento ai sudditi locali il vasto potere di
chi li governava: la famiglia Visconti, che era a capo del Ducato di Milano e
dominatrice di Bergamo dal 1332 al 1428. Oggi questo spazio è diventato una
caratteristica piazza di Città Alta e ospita ancora diversi segni del suo
variegato passato. Arrivando dal centro storico, si passa sotto la Torre della
Campanella: ad ovest si vede una postierla medievale (porticina di ingresso
nelle preesistenti mura medievali). Attraversando la torre, si incontra una
strada romana (il breve tratto lastricato prima dell’acciottolato che conduce
alla postierla) e si passa sotto le volte ribassate e i pilastri cilindrici di
epoca romanica, appartenenti a un’antica residenza privata. Appena si esce dal
porticato, si trova il giardino La Crotta, un luogo magico con alberi e
cespugli intervallati da sentieri fatti di lastre rettangolari d'arenaria.
Nascoste tra il verde, appartate panchine in pietra ti aspettano per una sosta
romantica. Sul lato nord della piazza si può vedere svettare la Torre di
Adalberto ma non si può visitare: è priva di accessi a piano terra e l’unico
modo per entravi è usare una scala fino all’uscio posto a metà costruzione! Il
perché è presto detto, questa torre era anche nota come la “torre della Fame” e
qui venivano imprigionati coloro che si macchiavano di gravi reati. La
posizione della cittadella era altamente strategica: complementare alla Rocca
(altra struttura militare) che era costruita a est sul colle Sant'Eufemia,
racchiudeva il centro storico di Bergamo tra due colli fortificati che
formavano un unico e coordinato complesso difensivo. Anche dal punto di vista
simbolico, la città risultava in tal modo dominata dalle costruzioni dei
Visconti, da cui era tenuta in notevole soggezione. Il forte vero e proprio,
chiamato Firma Fides, sorgeva in posizione sopraelevata sul colle S. Giovanni,
dove oggi puoi vedere il Seminario vescovile. L’attuale piazza della Cittadella
risale invece al 1379: era il cortile dell’Hospitium Magnum, che ospitava gli
alloggiamenti per la guarnigione militare. Attualmente, nella piazza della
Cittadella potrai visitare anche il rinomato polo culturale costituito dal
Civico Museo Archeologico e dal museo di Scienze Naturali "E. Caffi".
martedì 5 gennaio 2021
San Gimignano, provincia di Siena
regione Toscana. Duomo. La
Collegiata di Santa Maria Assunta o Duomo di San Gimignano si trova in Piazza
Duomo. E’ situata in cima a una scalinata da cui domina il lato occidentale
dell’omonima piazza. E’ un classico esempio di architettura romanica in
Toscana. Lo sviluppo della chiesa riflette la crescita e l’evoluzione della
città. In origine era una semplice Pieve costruita intorno al 1000. Venne poi
elevata a Propositura nel 1056 per volere del Papa Vittore II. La sua solenne
consacrazione avvenne nel 1148 ad opera del Papa Eugenio III mentre tornava a
Roma lungo la Via Francigena. Tale avvenimento è ricordato in una lapide murata
in facciata. Tra i tesori che nasconde al suo interno, vi è l'affresco che
ricopre interamente le pareti del Duomo e che non è MAI stato sottoposto a
restauro durante i secoli. I colori sono quelli originali, dipinti nel 14°
secolo, e la loro vivacità e brillantezza è semplicemente sbalorditiva. Sebbene
alcune sezioni mostrino dei segni di usura dovuti all'inesorabile trascorrere
del tempo, con qualche tassello mancante (ricordate che San Gimignano fu
bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale), per altre, invece, sembra che
il tempo non sia mai passato o che siano state appena dipinte. Probabilmente
questo dipende anche dal fatto che le finestre laterali furono chiuse durante
la realizzazione dell'affresco, e la minor quantità di luce che penetrava
all'interno ha permesso di limitare i danni. Gli affreschi sono stati solo
rispolverati nel 1999, come parte del compenso che il regista Franco Zeffirelli
ha pagato per poter usare il Duomo in alcune scene del celebre film Tè con
Mussolini (che personalmente vi consiglio di vedere, se ancora non lo avete
fatto). Appena
entrati sulla destra, troverete un ciclo di affreschi dedicati alle storie del
Vecchio Testamento, mentre sulla parete opposta (la destra, se si guarda
l'altare), troverete quelle del Nuovo Testamento. Le scene del Vecchio
Testamento furono dipinte dall'artista senese Bartolo di Fredi, mentre quelle
del Nuovo Testamento sembrano appartenere a qualche artista proveniente dalla
scuola di Simone Martini. Molti ritengono che possa essere identificato con
Lippo Memmi (il cognato di Martini) o suo fratello Federico Memmi, o
addirittura Donato Martini, lo stesso fratello di Simone. In ogni caso, quel
che è certo è che non fu realizzato dallo stesso Simone Martini, dato che si
trovava in Francia in quel periodo. L'altro tesoro che si nasconde all'interno della
Collegiata si trova sulla sinistra del ciclo di affreschi, nella piccola
cappella dedicata a Santa Fina. Qui è celato un vero gioiello dell'arte
rinascimentale, che ha visto la collaborazione di tre grandi maestri
fiorentini: l'architetto Giuliano da Maiano, suo fratello, lo scultore
Benedetto da Maiano e il pittore Domenico Ghirlandaio. Le reliquie di Santa
Fina, santa protettrice della città di San Gimignano, giacciono sotto l'altare
principale.
lunedì 4 gennaio 2021
Pisa regione Toscana.
Campo dei miracoli, Torre pendente. Inserita in un contesto
meraviglioso, piazza dei miracoli (patrimonio dell'umanità), si erge la torre
di Pisa, che con la sua inclinazione di 4 gradi, dando la sensazione che possa
cedere da un momento all'altro... suscita l'interesse di migliaia di turisti
curiosi che rimangono ogni anno estasiati ed affascinati dalla singolarità e
stranezza di uno dei monumenti più belli del mondo. Quando si nomina Pisa si
pensa subito alla famosa Torre Pendente, monumento che ha assunto importanza
nei secoli per via della sua accentuata pendenza che ha fatto preoccupare e
allo stesso tempo, ha attratto la curiosità di numerosi esperti e di semplici
turisti; per tale motivo la Torre (campanile della Cattedrale di Santa Maria
Assunta in Piazza del Duomo), è stata rinominata Torre Pendente. Nel 1173
iniziano i lavori di costruzione della torre di Pisa che si conclude però nel
1350, 56metri, 8 piani, 7 campane. La Torre di Pisa, posta su un terreno
argilloso e sabbioso, sembra cominciò ad inclinarsi fin dall'edificazione del
terzo piano tanto che si dovettero sospendere i lavori per poi riprenderli anni
dopo, costruendo i piani successivi con una curvatura in senso opposto alla
pendenza. Il progetto originale si pensa sia stato di Diotisalvi, che nello
stesso periodo stava costruendo anche il Battistero. La costruzione continuò
fino al completamento nel 1350, raggiungendo un'altezza di circa 56 metri e un
peso di 14.523 tonnellate, riuscendo a mantenerla in equilibrio perché la
verticale che passa per il baricentro cade all'interno della base di appoggio. I
piani complessivi sono 8, circondati da una loggetta con archi a tutto sesto,
che riprendono il motivo della facciata della cattedrale e poiché la torre ne
costituisce appunto il campanile, vennero collocate 7 campane: Assunta (la più
grande che pesa 3620 kg), Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia,
Terza, Vespruccio, le quali suonano ancora oggi prima delle messe in Duomo ed a
mezzogiorno tramite un sistema elettronico e che un tempo era adibite ognuna ad
un momento della giornata liturgica. La campana Pasquareccia, la più antica, si
chiamava originariamente Giustizia e si trovava nell'omonimo palazzo e veniva
impiegata per avvisare della morte dei traditori. La struttura del campanile è
costituita da due stanze: una alla base della torre, conosciuta come Sala del
pesce, avendo al suo interno un bassorilievo raffigurante appunto un pesce e
l'altra è la cella campanaria, posta al settimo anello, delimitata dalle mura
del camminamento superiore, a cielo aperto, mentre al centro, tramite
un'apertura, è possibile vedere il pianterreno della torre. Per salire in cima
alla torre, occorre percorrere tre rampe di scale a chiocciola.
domenica 3 gennaio 2021
Trani della
provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è
intitolata al santo patrono, San Nicola
Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città
pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale
venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino,
durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente
chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni
reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è
possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un
dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è
stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si
tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da
un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi
all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie
alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La
piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui
George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a
rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di
Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di
Opera.
sabato 2 gennaio 2021
Santa Margherita
Ligure è un comune della città metropolitana di Genova in Liguria. Basilica
di S. Margherita di Antiochia,
patrona della città, la cui bella facciata è contornata da due alti campanili,
ospita importanti dipinti di Scuola genovese. San Giacomo di Corte, già
possedimento dell’Abbazia di San Fruttuoso, e passata poi in commenda alla
Famiglia Doria, si trova in straordinaria posizione panoramica e presenta un
importante ciclo di affreschi di Nicolò Barabino. Sulle alture della città, da
una parte il Santuario di N.S. del Carmine di Nozarego, edificato nel ‘700, e
dall’altra San Lorenzo della Costa nella quale sono conservati il pregevole
Trittico di Sant’Andrea, di scuola fiamminga del XV secolo, ed un dipinto di
Luca Cambiaso.
venerdì 1 gennaio 2021
Bergamo,
Capoluogo della omonima provincia, della regione Lombardia. Palazzo della
Regione. Sotto
l’antica sede del Comune sii gode di una visione su quanto di meglio ha creato
l’architettura medievale: edifici carichi di storia e di bellezza che uniscono
la funzionalità a un raffinato senso estetico. Nel corso della sua lunga vita,
il Palazzo è stato più volte danneggiato e ricostruito, venendo destinato a
diversi usi (divenne perfino un teatro e una biblioteca!). Ora, dopo 800 anni
dalla sua costruzione, esibisce la cultura e la storia della città: sia in se
stesso, con la sua architettura, sia come sede di importanti mostre d’arte. Il
Palazzo della Ragione è una tappa che non può mancare nel tuo itinerario alla
scoperta di Bergamo! Ti chiedi da dove derivi il suo nome? Ebbene, il Palazzo
della Ragione nasce come uno dei primi palazzi comunali italiani, fu infatti
costruito quasi mille anni fa per ospitare le assemblee pubbliche della città.
L’attuale denominazione discende però dall’uso che ne fecero i veneziani
durante il loro dominio su Bergamo, ossia quello di sede del tribunale. Qui i
giudici ascoltavano i contenziosi nati fra i cittadini e decidevano usando la
“ragione” chi, a norma di legge, avesse “ragione”. Un tribunale assai elegante,
come dimostrano gli affreschi conservati al suo interno! Ma le sorprese ti
attendono anche fuori dal salone e più precisamente nella loggia sottostante.
Qui infatti troverai lo gnomone. Questo orologio solare fu costruito più di 200
anni fa (nel 1798) e attraverso un raggio di sole che colpisce una meridiana
incisa nel marmo della pavimentazione, segna ancora con precisione il
mezzogiorno locale e la data!
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