giovedì 31 marzo 2022
mercoledì 30 marzo 2022
lunedì 28 marzo 2022
San Gimignano, provincia di Siena
regione Toscana. Duomo. La
Collegiata di Santa Maria Assunta o Duomo di San Gimignano si trova in Piazza
Duomo. E’ situata in cima a una scalinata da cui domina il lato occidentale
dell’omonima piazza. E’ un classico esempio di architettura romanica in
Toscana. Lo sviluppo della chiesa riflette la crescita e l’evoluzione della
città. In origine era una semplice Pieve costruita intorno al 1000. Venne poi
elevata a Propositura nel 1056 per volere del Papa Vittore II. La sua solenne
consacrazione avvenne nel 1148 ad opera del Papa Eugenio III mentre tornava a
Roma lungo la Via Francigena. Tale avvenimento è ricordato in una lapide murata
in facciata. Tra i tesori che nasconde al suo interno, vi è l'affresco che
ricopre interamente le pareti del Duomo e che non è MAI stato sottoposto a
restauro durante i secoli. I colori sono quelli originali, dipinti nel 14°
secolo, e la loro vivacità e brillantezza è semplicemente sbalorditiva. Sebbene
alcune sezioni mostrino dei segni di usura dovuti all'inesorabile trascorrere
del tempo, con qualche tassello mancante (ricordate che San Gimignano fu
bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale), per altre, invece, sembra che
il tempo non sia mai passato o che siano state appena dipinte. Probabilmente
questo dipende anche dal fatto che le finestre laterali furono chiuse durante
la realizzazione dell'affresco, e la minor quantità di luce che penetrava
all'interno ha permesso di limitare i danni. Gli affreschi sono stati solo
rispolverati nel 1999, come parte del compenso che il regista Franco Zeffirelli
ha pagato per poter usare il Duomo in alcune scene del celebre film Tè con
Mussolini (che personalmente vi consiglio di vedere, se ancora non lo avete
fatto). Appena
entrati sulla destra, troverete un ciclo di affreschi dedicati alle storie del
Vecchio Testamento, mentre sulla parete opposta (la destra, se si guarda
l'altare), troverete quelle del Nuovo Testamento. Le scene del Vecchio
Testamento furono dipinte dall'artista senese Bartolo di Fredi, mentre quelle
del Nuovo Testamento sembrano appartenere a qualche artista proveniente dalla
scuola di Simone Martini. Molti ritengono che possa essere identificato con
Lippo Memmi (il cognato di Martini) o suo fratello Federico Memmi, o
addirittura Donato Martini, lo stesso fratello di Simone. In ogni caso, quel
che è certo è che non fu realizzato dallo stesso Simone Martini, dato che si
trovava in Francia in quel periodo. L'altro tesoro che si nasconde all'interno della
Collegiata si trova sulla sinistra del ciclo di affreschi, nella piccola
cappella dedicata a Santa Fina. Qui è celato un vero gioiello dell'arte
rinascimentale, che ha visto la collaborazione di tre grandi maestri
fiorentini: l'architetto Giuliano da Maiano, suo fratello, lo scultore
Benedetto da Maiano e il pittore Domenico Ghirlandaio. Le reliquie di Santa
Fina, santa protettrice della città di San Gimignano, giacciono sotto l'altare
principale.
domenica 27 marzo 2022
Gaiole in
Chianti, provincia di Siena della regione Toscana. Chiesa di San Sigismondo,
Via F. Ferrucci. La Chiesa di San
Sigismondo è il più grande edificio di culto cattolico del borgo toscano, riguardante
al territorio ecclesiastico della Diocesi di Fiesole. Si tratta di una chiesa
moderna: fu infatti, completata nel 1959, nonostante il gusto neogotico dell'intero
complesso, dalla facciata all'interno e fino al campanile, tradisca una (pur
non veritiera) origine antica. Il complesso presenta un corpo di fabbrica a
capanna, con un'ampia facciata in pietra viva (la tipica pietra serena molto
usata in Toscana), e un interno tripartito da archi a tutto sesto, e una
copertura a volte dipinte di colore chiaro. Affiancato alla navata di sinistra,
in posizione indietreggiata, si trova l'ampio campanile, anch'esso di gusto
neogotico, con tre ordini rispettivamente a monofore, bifore e trifore in
ordine crescente verso l'alto. Nel giorno di san Giuseppe lavoratore la tradizione ha
posto anche la festa di Sigismondo (fu il primo sovrano di origine gallica ad
abbracciare il cristianesimo.), re dei Burgundi. Figlio del re Gundobaldo,
governava il territorio intorno a Ginevra. Si convertì all’inizio del VI secolo
per influsso di sant’Avito (Avito fu arcivescovo di Vienne dal 494 circa al 5
febbraio 523. Apparteneva a un'importante famiglia gallo-romana imparentata con
l'imperatore romano Avito e altri illustri personaggi).
sabato 26 marzo 2022
Venosa, in provincia
di Potenza, regione Basilicata. CATTEDRALE DI SANT’ANDREA APOSTOLO. (XVI
secolo). Edificata a
partire dal 1470, e per oltre un trentennio, essa fu innalzata nel punto i cui
sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di San Basilio, al centro di un’ampia
piazza che ospitava officine di fabbri e molte botteghe di artigiani, le une e
le altre demolite per far posto al sacro edificio cui è annesso il campanile
alto 42 metri a tre piani cubici e due a prisma ottagonali, una cuspide
piramidale con grande sfera metallica in cima, sormontata da una croce con
banderuola. Il materiale per la costruzione, fu preso dall’Anfiteatro Romano e
questo spiega il perché siano inseriti nell’edificio iscrizioni latine, e
pietre funerarie (col vescovo Perbenedetti a capo della diocesi dal 1611 al
1634, di cui sin notano i due stemmi, si arrivò alla messa in opera delle
campane, molto probabilmente nel 1614 in coincidenza con lo svolgimento del
primo sinodo diocesano). L’impianto della chiesa è costituito da tre navate
modulari da archi a sesto acuto. L’edificio di notevole mole non offre
all’esterno particolari caratteristiche, se non nel tratto posteriore, in
corrispondenza della zona presbiterale. Nella chiesa alcune insegne dei del
Balzo occupano in un cartiglio la sommità delle arcate. Nella cripta si trova
il monumento funebre di Maria Donata Orsini moglie di Pirro del Balzo. A
sinistra dell’ingresso principale in alto sono murati i bassorilievi
rappresentanti tre simboli degli evangelisti: il leone, il bue, il librone in
scrittura molto primitiva. Vi sono anche alcune cappelle, tra le quali si
segnala quella del SS. Sacramento, il cui arco d’ingresso risale al 1520. Essa
ha due affreschi di soggetti biblici: Giuditta e Oloferne, e Davide e Golia.
venerdì 25 marzo 2022
giovedì 24 marzo 2022
mercoledì 23 marzo 2022
martedì 22 marzo 2022
Mazzarino, provincia
di Caltanissetta, regione Sicilia. U
Cannuni è il castello di Mazzarino (nome reale non conosciuto); un altro
castello, sempre in territorio di Mazzarino ma la cui vista si può godere
percorrendo la vecchia strada per Catania, è il “Castello di Salamone” (nome
reale Castello di Garsiliato). Il primo (U cannuni viene chiamato anche
Castelvecchio ) è il monumento maggiormente rappresentativo ed è stato teatro
di una puntata della serie TV La Piovra girato all’interno di esso. Per quanto
riguarda la sua storia, la data di nascita è incerta. Quel che si sa è che
Mazzarino e il suo Castello furono acquistati da Stefano Branciforti tra il
1282 e il 1292. È dunque molto probabile che esistesse già prima di queste date
e che fosse utilizzato da signori e conti. In seguito un Branciforti prese la
decisione di costruire il proprio Palazzo e vi si trasferì ed abbandonò il
Castello al suo rapido ed inesorabile destino. Con una “Patente”, cioè con un
decreto, il Principe di Butera e Conte di Mazzarino, Salvatore Branciforti, il
18 maggio 1790, nominò Don Pietro Accardi, benché‚ in età minorile, “Castellano
di codesto Castello di Mazzarino, che trovasi vacante”. Il Castello di
Mazzarino sorge su una lieve altura, in prossimità dell'attuale centro storico.
I resti che sono fuori terra che sono visibili consentono una lettura
ricostruttiva dell'impianto a pianta quadrangolare con torri cilindriche
angolari. Il castello garantiva il controllo delle sottostanti vallate dei
torrenti Braemi e Disueri. Anche dopo l'edificazione dell'attuale abitato di
Mazzarino, sviluppatosi alle pendici del castello verso sud, mantenne nei
confronti del paese tale posizione strategica. Volgarmente è definito 'U
cannuni', probabilmente per la similitudine che, nella fantasia popolare,
assume la cilindrica torre di sud-ovest, unica interamente superstite, con un
grande cannone. In origine il castello era costituito da quattro torri
cilindrichi legate da cortine murarie merlate, all'interno delle quali si
sviluppavano gli ambienti abitativi e di servizio, oltre vari cortili interni.
Oggi rimangono ben definite, anche se frammentate in alzato, soltanto la parete
sud ed in parte le cortine a nord ed ovest. Il secondo meno famoso ai non
mazzarinesi fu la dimora di antichi signori.
Venosa, in provincia
di Potenza, regione Basilicata. CATTEDRALE DI SANT’ANDREA APOSTOLO. (XVI
secolo). Edificata a
partire dal 1470, e per oltre un trentennio, essa fu innalzata nel punto i cui
sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di San Basilio, al centro di un’ampia
piazza che ospitava officine di fabbri e molte botteghe di artigiani, le une e
le altre demolite per far posto al sacro edificio cui è annesso il campanile
alto 42 metri a tre piani cubici e due a prisma ottagonali, una cuspide
piramidale con grande sfera metallica in cima, sormontata da una croce con
banderuola. Il materiale per la costruzione, fu preso dall’Anfiteatro Romano e
questo spiega il perché siano inseriti nell’edificio iscrizioni latine, e
pietre funerarie (col vescovo Perbenedetti a capo della diocesi dal 1611 al
1634, di cui sin notano i due stemmi, si arrivò alla messa in opera delle
campane, molto probabilmente nel 1614 in coincidenza con lo svolgimento del
primo sinodo diocesano). L’impianto della chiesa è costituito da tre navate
modulari da archi a sesto acuto. L’edificio di notevole mole non offre
all’esterno particolari caratteristiche, se non nel tratto posteriore, in
corrispondenza della zona presbiterale. Nella chiesa alcune insegne dei del
Balzo occupano in un cartiglio la sommità delle arcate. Nella cripta si trova
il monumento funebre di Maria Donata Orsini moglie di Pirro del Balzo. A
sinistra dell’ingresso principale in alto sono murati i bassorilievi
rappresentanti tre simboli degli evangelisti: il leone, il bue, il librone in
scrittura molto primitiva. Vi sono anche alcune cappelle, tra le quali si
segnala quella del SS. Sacramento, il cui arco d’ingresso risale al 1520. Essa
ha due affreschi di soggetti biblici: Giuditta e Oloferne, e Davide e Golia.
lunedì 21 marzo 2022
Venosa, in provincia
di Potenza, regione Basilicata. CATTEDRALE DI SANT’ANDREA APOSTOLO. (XVI
secolo). Edificata a
partire dal 1470, e per oltre un trentennio, essa fu innalzata nel punto i cui
sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di San Basilio, al centro di un’ampia
piazza che ospitava officine di fabbri e molte botteghe di artigiani, le une e
le altre demolite per far posto al sacro edificio cui è annesso il campanile
alto 42 metri a tre piani cubici e due a prisma ottagonali, una cuspide
piramidale con grande sfera metallica in cima, sormontata da una croce con
banderuola. Il materiale per la costruzione, fu preso dall’Anfiteatro Romano e
questo spiega il perché siano inseriti nell’edificio iscrizioni latine, e
pietre funerarie (col vescovo Perbenedetti a capo della diocesi dal 1611 al
1634, di cui sin notano i due stemmi, si arrivò alla messa in opera delle
campane, molto probabilmente nel 1614 in coincidenza con lo svolgimento del
primo sinodo diocesano). L’impianto della chiesa è costituito da tre navate
modulari da archi a sesto acuto. L’edificio di notevole mole non offre
all’esterno particolari caratteristiche, se non nel tratto posteriore, in
corrispondenza della zona presbiterale. Nella chiesa alcune insegne dei del
Balzo occupano in un cartiglio la sommità delle arcate. Nella cripta si trova
il monumento funebre di Maria Donata Orsini moglie di Pirro del Balzo. A
sinistra dell’ingresso principale in alto sono murati i bassorilievi
rappresentanti tre simboli degli evangelisti: il leone, il bue, il librone in
scrittura molto primitiva. Vi sono anche alcune cappelle, tra le quali si
segnala quella del SS. Sacramento, il cui arco d’ingresso risale al 1520. Essa
ha due affreschi di soggetti biblici: Giuditta e Oloferne, e Davide e Golia.
domenica 20 marzo 2022
sabato 19 marzo 2022
Venosa, in provincia
di Potenza, regione Basilicata. CATTEDRALE DI SANT’ANDREA APOSTOLO. (XVI
secolo). Edificata a
partire dal 1470, e per oltre un trentennio, essa fu innalzata nel punto i cui
sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di San Basilio, al centro di un’ampia
piazza che ospitava officine di fabbri e molte botteghe di artigiani, le une e
le altre demolite per far posto al sacro edificio cui è annesso il campanile
alto 42 metri a tre piani cubici e due a prisma ottagonali, una cuspide
piramidale con grande sfera metallica in cima, sormontata da una croce con
banderuola. Il materiale per la costruzione, fu preso dall’Anfiteatro Romano e
questo spiega il perché siano inseriti nell’edificio iscrizioni latine, e
pietre funerarie (col vescovo Perbenedetti a capo della diocesi dal 1611 al
1634, di cui sin notano i due stemmi, si arrivò alla messa in opera delle
campane, molto probabilmente nel 1614 in coincidenza con lo svolgimento del
primo sinodo diocesano). L’impianto della chiesa è costituito da tre navate
modulari da archi a sesto acuto. L’edificio di notevole mole non offre
all’esterno particolari caratteristiche, se non nel tratto posteriore, in
corrispondenza della zona presbiterale. Nella chiesa alcune insegne dei del
Balzo occupano in un cartiglio la sommità delle arcate. Nella cripta si trova
il monumento funebre di Maria Donata Orsini moglie di Pirro del Balzo. A
sinistra dell’ingresso principale in alto sono murati i bassorilievi
rappresentanti tre simboli degli evangelisti: il leone, il bue, il librone in
scrittura molto primitiva. Vi sono anche alcune cappelle, tra le quali si
segnala quella del SS. Sacramento, il cui arco d’ingresso risale al 1520. Essa
ha due affreschi di soggetti biblici: Giuditta e Oloferne, e Davide e Golia.