giovedì 21 settembre 2023


 

Portofino, della città metropolitana di Genova in Liguria. La Marina. Il più famoso Porticciolo del mondo sorge in mezzo ad un promontorio naturale formato dall’insenatura della Baia di Portofino ed arriva a lambire la Piazzetta del Borgo Martiri dell’Olivetta. La Marina di Portofino offre 14 posti di ormeggio per imbarcazioni da diporto e Super-yachts in banchina, tutti dotati di allaccio per acqua e elettricità, oltre a 2 posti per Mega  yachts a Baia Cannone. Un posto davvero unico quello cantato negli anni Cinquanta da Fred Buscaglione, che ha consacrato definitivamente Portofino regina della dolce vita. Il fascino dello storico borgo di Portus Delphini.


Ravenna, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia Romagna. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, via Roma 56. fatta costruire da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città. La Basilica presenta una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico, caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo. Al suo interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione, la quale dal punto vista stilistico, iconografico e ideologico consente di seguire l'evoluzione del mosaico parietale bizantino dall'età teodoriciana a quella giustinianea. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.

mercoledì 20 settembre 2023


Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è intitolata al santo patrono, San Nicola Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di Opera.

martedì 19 settembre 2023


Napoli capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione Campania. Basilica di San Lorenzo Maggiore. La basilica di San Lorenzo Maggiore si trova in Via dei Tribunali. San Lorenzo Maggiore è una delle più antiche basiliche della città, risalente al XII secolo. La sua storia comincia nel 1235 quando papa Gregorio IX concesse a Napoli la costruzione di una struttura dedicata a San Lorenzo. Dal 1270 Carlo I d’Angiò cominciò a partecipare con cospicue sovvenzioni alla realizzazione del tempio, che alla fine risultò un misto tra stile gotico francese e francescano. Architetti francesi, infatti, si dedicarono alla realizzazione dell’abside, unico esempio in Italia, mentre spostandosi verso le navate si ci avvicina maggiormente allo stile italiano, segno che nel corso degli sviluppi successivi, la costruzione della chiesa fu affidata a progettisti locali. Nel corso dei secoli la struttura ha subito numerosi rimaneggiamenti, anche a causa dei terremoti che hanno colpito la zona. Inoltre, dal XVI secolo vennero aggiunte opere in stile barocco a coprire l’aspetto originario: il pavimento venne ricoperto da mattoni, le colonne decorate con stucchi, gli archi e le finestre gotiche furono ridimensionati e gli affreschi imbiancati. Fortunatamente, dal 1882 fino al XX secolo, i numerosi restauri hanno provveduto ad eliminare queste aggiunte, ad eccezione della facciata e della controfacciata, opera di Ferdinando Sanfelice, della cappella Cacace e del cappellone di Sant’Antonio, opera di Cosimo Fanzago.

lunedì 18 settembre 2023


Camogli, provincia di Genova, della regione Liguria. Golfo del Paradiso. Il Golfo Paradiso è un piccolo golfo situato sulla riviera di levante della città metropolitana di Genova, nella parte orientale del golfo di Genova, nel mar Ligure. Il comprensorio, appartenente all'area metropolitana di Genova, stretto tra il grande comune del capoluogo ligure e il promontorio di Portofino, confina a nord con la valle Fontanabuona, ed è costituito da sette comuni, di cui cinque sul mare (Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco, Camogli) e due senza sbocco sul golfo (Avegno e Uscio). Sul golfo Paradiso s’affaccia Camogli, celebre per la sua imponente e variopinta palazzata. Centro dalla grande tradizione marinara, fu definita “la città dei mille bianchi velieri” e raggiunse l’apice del suo prestigio marittimo alla metà dell’Ottocento quando diede all’Italia capitani di mare, macchinisti navali e bastimenti. Tra i protagonisti delle vicende che portarono all’Unità d’Italia c’erano i brigantini, le imbarcazioni che portarono la tradizione camogliese nel mondo.

domenica 17 settembre 2023


Roma, regione Lazio e capitale d’Italia. Fontana della barcaccia. E’ una delle fontane più famose del mondo, e, dopo circa un anno di restauro, è tornata al suo splendore originario. La fontana della Barcaccia, collocata al centro di piazza di Spagna, fu realizzata tra il 1626 e il 1629 per volontà di papa Urbano VIII Barberini (1623-1644). Il pontefice attuò, in realtà, un progetto risalente al 1570 che prevedeva di ornare con fontane pubbliche le piazze più importanti della città attraversate dal ristrutturato Acquedotto Vergine. La fontana fu commissionata a Pietro Bernini (1562-1629), architetto dell’Acqua Vergine dal 1623 e padre del più celebre Gian Lorenzo (1598-1680) con il quale non è da escludere vi sia stata una collaborazione. In quel punto la pressione dell’acqua, proveniente dall’Acquedotto Vergine (o Acqua Vergine), era molto debole, e la cosa creò numerose difficoltà tecniche, risolte grazie all’ingegno di Bernini che realizzò la fontana con una forma tale da permettere lo zampillo dell’acqua. Pietro Bernini progettò una fontana assolutamente nuova rispetto alle opere realizzate a Roma alla fine del XVI secolo; s’ispirò, infatti, ad una barca, ideando un’opera più scultorea in marmo travertino che architettonica. La singolare vasca a forma d’imbarcazione raccoglie l’acqua che fuoriesce da due grandi soli - collocati internamente allo scafo a prua e a poppa - e quella che zampilla da un piccolo catino centrale. L’acqua straripante dai fianchi della barca, aperti in modo da offrire l’impressione che stia affondando, è raccolta da un bacino sottostante nel quale confluiscono anche i getti provenienti da bocche di finte cannoniere poste all’esterno della prua e della poppa, ai lati di grandi stemmi papali caratterizzati dalle api, simbolo della famiglia Barberini. La fontana è stata sottoposta nel tempo a vari interventi conservativi resisi necessari anche dalla sua collocazione al centro di una delle piazze più frequentate della città. L'ultimo restauro è stato realizzato nel 2013 - 2014.

sabato 16 settembre 2023


Pisa regione Toscana. Campo dei miracoli, Torre pendente.  Inserita in un ambiente meraviglioso, piazza dei miracoli (patrimonio dell'umanità), si erge la torre di Pisa, che con la sua inclinazione di 4 gradi, dando la sensazione che possa cedere da un momento all'altro... suscita l'interesse di migliaia di turisti curiosi che rimangono ogni anno estasiati ed affascinati dalla singolarità e stranezza di uno dei monumenti più belli del mondo. Quando si nomina Pisa si pensa subito alla famosa Torre Pendente, monumento che ha assunto importanza nei secoli per via della sua accentuata pendenza che ha fatto preoccupare e allo stesso tempo, ha attratto la curiosità di numerosi esperti e di semplici turisti; per tale motivo la Torre (campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Piazza del Duomo), è stata rinominata Torre Pendente. Nel 1173 iniziano i lavori di costruzione della torre di Pisa che si conclude però nel 1350, 56metri, 8 piani, 7 campane. La Torre di Pisa, posta su un terreno argilloso e sabbioso, sembra cominciò ad inclinarsi fin dall'edificazione del terzo piano tanto che si dovettero sospendere i lavori per poi riprenderli anni dopo, costruendo i piani successivi con una curvatura in senso opposto alla pendenza. Il progetto originale si pensa sia stato di Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo anche il Battistero. La costruzione continuò fino al completamento nel 1350, raggiungendo un'altezza di circa 56 metri e un peso di 14.523 tonnellate, riuscendo a mantenerla in equilibrio perché la verticale che passa per il baricentro cade all'interno della base di appoggio. I piani complessivi sono 8, circondati da una loggetta con archi a tutto sesto, che riprendono il motivo della facciata della cattedrale e poiché la torre ne costituisce appunto il campanile, vennero collocate 7 campane: Assunta (la più grande che pesa 3620 kg), Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia, Terza, Vespruccio, le quali suonano ancora oggi prima delle messe in Duomo ed a mezzogiorno tramite un sistema elettronico e che un tempo era adibite ognuna ad un momento della giornata liturgica. La campana Pasquareccia, la più antica, si chiamava originariamente Giustizia e si trovava nell'omonimo palazzo e veniva impiegata per avvisare della morte dei traditori. La struttura del campanile è costituita da due stanze: una alla base della torre, conosciuta come Sala del pesce, avendo al suo interno un bassorilievo raffigurante appunto un pesce e l'altra è la cella campanaria, posta al settimo anello, delimitata dalle mura del camminamento superiore, a cielo aperto, mentre al centro, tramite un'apertura, è possibile vedere il pianterreno della torre. Per salire in cima alla torre, occorre percorrere tre rampe di scale a chiocciola.

venerdì 15 settembre 2023


Cefalù, in provincia di Palermo, della Regione Sicilia. DUOMO DI CEFALÙ (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione). Secondo la leggenda, Sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II (d'Altavilla di Fara Misuraca Ruggero, figlio secondogenito di Ruggero d'Altavilla e di Adelasia di Monferrato, nacque il 22 dicembre 1095), scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.

giovedì 14 settembre 2023



Santa Margherita Ligure è un comune della città metropolitana di Genova in Liguria. Il Molo nel  Lungomare Raffaele Rossetti. E’ una delle perle del Tigullio (Il suo nome deriva dalla tribù ligure dei Tigulli, abitanti di epoca preromana della famiglia dei Liguri.  Si trova a levante di Genova : un susseguirsi di insenature meravigliose, comprende principalmente i comuni costieri di Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Zoagli, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante), meta obbligata di un turismo raffinato, in grado di cogliere la bellezza naturale del luogo e le occasioni mondane che si presentano durante l’anno. Lo splendido porticciolo, la passeggiata a mare con il susseguirsi di case colorate che l’accompagnano, i pescherecci tipici della tradizione ligure, i locali alla moda e gli alberghi confortevoli rendono Santa Margherita uno dei luoghi indimenticabili della Liguria. C’è spazio anche per l’arte, a testimonianza di un passato fastoso, con le ville e le chiese custodi di opere dei maestri genovesi del seicento e soprattutto le splendide escursioni con le imbarcazioni. Il porto di S. Margherita Ligure è fatto a forma di ferro di cavallo ed è protetto da un molo foraneo. internamente è formato da sei banchine di varia lunghezza dalle quali si dipartono 8 pontili galleggianti gestiti da privati. Sul molo è stata collocata una statua  della Madonna.

mercoledì 13 settembre 2023


Genova, capoluogo di regione della Liguria. La Cattedrale di San Lorenzo è, da sempre, il centro religioso, storico e artistico della città di Genova. Ne rappresenta la storia cittadina poiché, durante la lunga vita della Repubblica di Genova, ne costituiva, insieme al vicino Palazzo Ducale, il suo centro politico e religioso. All’interno della Cattedrale è allestito il Museo del Tesoro, un capolavoro della museografia progettato da Franco Albini che conserva gli oggetti del Tesoro, alcuni dei quali hanno rappresentato e continuano a incarnare lo spirito della città, come il Sacro Catino, la Cassa Processionale di San Giovanni Battista e la Croce degli Zaccaria. Visitabile all’interno di San Lorenzo è il Battistero di San Giovanni con l’antica chiesa di Santa Maria della Vittoria, mentre ancora collegato alla Cattedrale è il suo Chiostro dei Canonici, eretto nel XII secolo e tuttora sede del Museo Diocesano. Le prime notizie certe che attestano l’esistenza della Cattedrale di San Lorenzo risalgono all’878, anno in cui il vescovo Sabatino predispose la traslazione delle reliquie di San Romolo. Grazie alle indagini archeologiche si è potuta escludere la presenza in loco di edifici religiosi anteriori alla prima metà del VI secolo. La Cattedrale di San Lorenzo non sembra quindi essere stata la prima sede vescovile della città: le fonti ufficiali e la tradizione religiosa cittadina ricordano infatti diversi nomi di vescovi risalenti al IV – V secolo. L’arcivescovo Jacopo da Varagine indica inoltre nella sua Cronaca Civitatis Ianuae (XIII secolo) l’attuale chiesa di San Siro (allora intitolata ai Dodici Apostoli) come la prima Cattedrale cittadina. Durante il X secolo, la Cattedrale di San Lorenzo acquisì una crescente importanza all’interno del contesto cittadino, sia dal punto di vista religioso che da quello civile, grazie anche alla sua ottima collocazione nel tessuto urbano: a partire dal 1007, quando l’antica basilica di San Siro fu affidata ai monaci benedettini, San Lorenzo divenne il polo vescovile (e politico) esclusivo della città, almeno sino al XIV secolo. Fra il XI e il XII secolo le autorità cittadine disposero la costruzione di un edificio religioso in grado di rappresentare la crescente potenza di Genova: il progetto fu affidato ai Magistri Antelami, maestri architetti, scultori e carpentieri di tradizione romanica provenienti dalla Valle d’Intelvi (nel comasco). Nel XIII secolo (circa 1230) si decise di rinnovare totalmente la Cattedrale avviando un nuovo progetto architettonico che comportò una grandiosa ristrutturazione: l’edificio prese l’aspetto che ancora oggi conserva di Cattedrale gotica, con l’imponente facciata a due torri. Benché opera di due artisti di origini franco-normanne, il progetto gotico prevedeva l’introduzione di diversi elementi decorativi propri della tradizione architettonica mediterranea in grado di mitigare l’impianto francese della Cattedrale. Dell’antica costruzione romanica furono salvati i due portali laterali di San Giovanni e San Gottardo. I lavori subirono però una battuta d’arresto a metà del XIII secolo, forse a causa di una crisi economica; il rovinoso incendio nel 1296 comportò poi la sostituzione dei colonnati interni e di gran parte dei capitelli. A questa fase (primi decenni del Trecento) risalgono gli affreschi sopravvissuti della controfacciata e delle navate laterali, opera di un ignoto pittore di tradizione bizantina. Nel corso del XIV e XV secolo cominciò la costruzione delle cappelle e degli altari sulle navate. I lavori per la Cappella del Battista, che conserva le ceneri del Precursore, cominciarono nel 1450. Nel XVI secolo, a causa di un’esplosione del deposito delle polveri sito nel Palazzo Vescovile, furono restaurate le coperture, gravemente danneggiate, ad opera dell’architetto manierista Galeazzo Alessi (1512-1572). All’interno vi operarono i più grandi artisti genovesi e non del XVI e XVII: Luca Cambiaso (1527-1585) che realizzò alcuni dipinti e affrescò la Cappella Lercari insieme a Giovanni Battista Castello, detto il Bergamasco (inizi XVI secolo-1569); Lazzaro Tavarone (1556-1641) al quale i Padri del Comune affidarono negli anni Venti del XVII secolo la decorazione della zona absidale con le Storie di San Lorenzo; Federico Barocci (1535-1612) che realizzò nel 1596 per Matteo Senarega la pala d’altare con la Crocifissione con Vergine, San Giovanni e San Sebastiano. Infine tra XIX e XX secolo cominciarono i lavori per il graduale recupero della facies medievale della Cattedrale. In occasione dell’Anno Giubilare del 2000 si avviarono notevoli restauri che interessarono gran parte dell’edificio.

martedì 12 settembre 2023


Amalfi, provincia di Salerno, regione Campania. Duomo dedicato all'apostolo Sant'Andrea. Nato dalla fusione di due basiliche preesistenti. La sua costruzione impiegò quasi mille anni e fu ultimato soltanto nel 1900, per cui lo stile varia dal romanico al barocco, ma rimane forte l’influsso arabo-siciliano. Il duomo di Amalfi, principale luogo di culto cattolico dell’omonima città, è una struttura risalente al IX secolo con caratteristiche architettoniche che vanno dal Romanico al Barocco fino al Rococò. Prevalentemente di stile architettonico romanico arabo-normanno, è stata più volte rimaneggiata, aggiungendo stile romanico, bizantino, gotico e elementi barocchi. La cattedrale comprende l'annessa Basilica del Crocefisso anch'essa risalente al secolo IX. Inoltre vi si possono trovare la Cripta di Sant'Andrea e il famoso Chiostro del Paradiso. Il duomo che fu costruito accanto alla Basilica più vecchia che a sua volta fu edificata sulle rovine di un tempio, quando la Repubblica Marinara cominciò ad affermarsi come potenza commerciale. Il Duomo fu completamente ristrutturato nel 1203, nelle forme arabo-normanne introdotte dai conquistatori. Rimaneggiato attorno al 1570, fu ricostruito inoltre dopo che 24 dicembre 1861 sotto l'azione di un forte vento, un tratto del coronamento della facciata, in cattivo stato di conservazione, cadde sfondando una o due volte del sottostante atrio. Il parere favorevole al restauro stilistico della Giunta delle Belle Arti fece sì che, per un danno leggero, le stratificazioni sulla facciata (dell'epoca rinascimentale, barocco, etc.) fossero cancellate, facendo ricostruire il duomo secondo lo stile dell'architetto Lorenzo Casalbore, che demolì l'insigne portico, i capitelli, le cornici, lo stesso intonaco e le basi e le paraste del Settecento. L'interno del Duomo, con il soffitto a cassettoni, è contraddistinto da una navata centrale, caratterizzata dal grande Crocefisso Ligneo del XIII sec.; in alto invece, sull’altare, vi è la tela del Martirio di S. Andrea; due maestose colonne di granito egiziano sostengono l’arco trionfale, più avanti due Colonnine Tortili e i due Pulpiti. Nella navata sinistra vi è la Croce di Madreperla, portata dalla Terra Santa da Mons. Marini, di fianco il Battistero in porfido rosso egiziano e, scendendo lungo la navata, nelle cappelline laterali alcune Tele di Silvestro Mirra e dei suoi Allievi. Nella navata destra troviamo il Busto Reliquario di S. Andrea del sec. XVI e, sulla porta c’è una grande tela raffigurante S. Andrea e S. Matteo. All'interno della Cripta è custodito il corpo di S. Andrea, il primo discepolo di Gesù e Santo protettore di Amalfi. Dopo il martirio di Sant'Andrea, secondo la tradizione, le sue reliquie furono spostate da Patrasso a Costantinopoli. Leggende locali dicono che le reliquie furono vendute dai romani. Qui rimasero sino al 1208 quando, nel corso della quarta crociata, le reliquie furono portate ad Amalfi, dal cardinale Pietro Capuano, nativo di Amalfi. La Cripta si presenta oggi nella forma barocca datata nel 1600 con scene della Passione di Gesù, incastonate fra ricche ed eleganti decorazioni di stucco. L’altare centrale, in marmo pregiato, è opera di Domenico Fontana. La grande statua bronzea è opera di Michelangelo Naccherino. Accanto ci sono le statue marmoree che rappresentano San Lorenzo e Santo Stefano. Le sacre reliquie sono racchiuse in un urna d’argento, posta sotto l’altare centrale, opera di Domenico Fontana.

lunedì 11 settembre 2023


Brescia, Capoluogo dell’ omonima provincia, regione Lombardia.  Chiesa Di S. Giulia. Il monastero di San Salvatore, detto in seguito di Santa Giulia (915) fu fondato per volontà del re longobar­do Desiderio e di sua moglie Ansa nel 753 d.C., su un'area archeologicamente molto ricca (resti di domus romane sono state rinvenute sotto la basilica di San Salvatore e nell'ortaglia di Santa Giulia). I molti ampliamenti e ricostruzioni succedutesi nei secoli, hanno dato forma al complesso articolato attorno a tre chiostri, così come possiamo ammirarlo oggi; particolarmente rilevanti quelli operati in età comunale (XII sec.: ricostruzione dei chiostri, ampliamento della cripta di San Salvatore, edificazione di Santa Maria in Solario) e nel tardo sec. XV (radicale ricostruzione dei chiostri cui fu aggiunto quello settentrionale dei dormitori, elevazione del Coro delle monache e spostamento della facciata della chiesa di San Salvatore, che venne a sua volta distrutta e ridisegnata completamente dall’edificazione nuova chiesa di Santa Giulia, terminata nel 1499). Il monastero benedettino femminile, dove si rifugiò fino alla sua morte la figlia di Desiderio ripudiata da Carlo Magno, l’Ermengarda manzoniana, ebbe vita fiorente: divenne uno dei centri conventuali più ricchi ed importanti del nord Italia, con possedimenti  in ogni parte della penisola, anche grazie ai lasciti delle monache, frequentemente di aristocratiche famiglie. Il monastero venne sop­presso nel 1798 in seguito alle leggi rivoluzionarie giacobine, poi ridotto a caserme e spogliato dei suoi beni. Il progressivo degrado fu in parte sospeso quando all’interno dei tre edifici religiosi trovò sede il Museo dell’Età Cristiana, nel 1882. Le operazioni di recupero architettonico iniziarono con l’acquisizione dell’intera area da parte del Comune, nel 1966, che hanno portato alla rinascita del complesso e all’allestimento del Museo della città.

domenica 10 settembre 2023


Camogli, provincia di Genova, della regione Liguria. Golfo del Paradiso. Il Golfo Paradiso è un piccolo golfo situato sulla riviera di levante della città metropolitana di Genova, nella parte orientale del golfo di Genova, nel mar Ligure. Il comprensorio, appartenente all'area metropolitana di Genova, stretto tra il grande comune del capoluogo ligure e il promontorio di Portofino, confina a nord con la valle Fontanabuona, ed è costituito da sette comuni, di cui cinque sul mare (Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco, Camogli) e due senza sbocco sul golfo (Avegno e Uscio). Sul golfo Paradiso s’affaccia Camogli, celebre per la sua imponente e variopinta palazzata. Centro dalla grande tradizione marinara, fu definita “la città dei mille bianchi velieri” e raggiunse l’apice del suo prestigio marittimo alla metà dell’Ottocento quando diede all’Italia capitani di mare, macchinisti navali e bastimenti. Tra i protagonisti delle vicende che portarono all’Unità d’Italia c’erano i brigantini, le imbarcazioni che portarono la tradizione camogliese nel mondo.

sabato 9 settembre 2023


Centro storico di San Gimignano, provincia di Siena regione Toscana. Uno dei più caratteristici e affascinanti borghi medievali toscani: San Gimignano, patrimonio dell’Unesco, è un  paese rimasto quasi intatto dalla fine del trecento ad oggi, come si può ben constatare dai dipinti dell’epoca (come ad esempio la tavola di Taddeo Bartolo, al Museo civico di San Gimignano). Per la bellezza dell’architettura, per il fascino dell’atmosfera del borgo, per gli straordinari paesaggi della campagne circostanti e  per il vino qui prodotto (con relative degustazioni), San Gimignano è uno dei luoghi in Toscana più visitati, e non solo dai turisti stranieri o di altre regioni, ma anche dai toscani stessi, che vi trascorrono volentieri giornate di festa e gite fuori porta. La fondazione di San Gimignano si perde nella notte dei tempi. La leggenda racconta che nel 63 avanti Cristo i due fratelli Muzio e Silvio, giovani patrizi fuggiti da Roma perché complici di Catilina, si rifugiarono in Valdelsa e vi costruirono due castelli: quello di Mucchio e quello di Silvia, futura San Gimignano. Il primo documento storico che attesta il nome della Città è datato 30 agosto 929 quando Ugo di Provenza dona al vescovo di Volterra il monte chiamato della Torre "prope Sancto Geminiano adiacente". È' probabile che il nome San Gimignano derivi proprio dal nome del vescovo di Modena. Anche in questo caso la leggenda narra che il santo durante le invasioni barbariche salvò la città dalla minaccia di Totila, apparendo miracolosamente sulle mura. Da qualunque luogo si arrivi, San Gimignano svetta sulla collina, alta 334 metri, con le sue numerose torri. Ancor oggi se ne contano tredici. Si dice che nel Trecento ve ne fossero settantadue, almeno una per ogni famiglia benestante, che potevano così mostrare, attraverso la costruzione di una torre, il proprio potere economico (molte sono ancora visibili nel corpo dei palazzi benché "scamozzate"). Le prime torri nascono isolate, in un tessuto sgranato, ben diverso da quello compatto che vediamo oggi. Diverso era soprattutto il modo in cui si viveva nella torre. Gli ambienti all'interno erano piccoli, in genere un metro per due; poche erano le aperture, mentre lo spessore murario, di circa due metri, garantiva fresco in estate e caldo in inverno. Quasi a tutte le torri erano addossate strutture in materiali deperibili come legno e terra. La torre era, nell'epoca medievale, il massimo simbolo di potenza, soprattutto perché il processo costruttivo non era certo semplice o economico. Occorreva cavare i materiali per la costruzione, trasportarli fino in città, porre in opera la struttura, cose che potevano permettersi soltanto le famiglie più abbienti, dedite all'attività mercantile e usuraria. L'abitazione non si estendeva per tutta l'altezza della torre. Al piano terreno erano le botteghe, al primo piano le camere e, più in alto, la cucina. La disposizione degli ambienti seguiva le più elementari regole della sicurezza. La cucina, dove si accende solitamente il fuoco, era al piano abitato più alto, in modo da poter fuggire dalla torre in caso di incendi fortuiti. Denominazione Abitanti: sangimignanesi. Etimologia (origine del nome): Il toponimo del borgo riflette la venerazione per il san patrono del paese. Il Santo patrono: San Gemignano. La leggenda vuole che nel secolo delle invasioni barbariche, precisamente nel 451, S. Geminiano salvò Modena dagli Unni guidati da Attila, nascondendola agli invasori coprendola con una fitta coltre di nebbia. Nella storia di Modena San Geminiano fu il secondo vescovo, ma, di fatto, per la sua grandezza morale e pastorale, è considerato il proto vescovo (è l'iniziatore di una comunità cristiana e della linea dei suoi pastori). Sarebbe nato intorno al 313 a Cognento, località a 6 chilometri a sud-ovest di Modena, quando Costantino, emanando l'Editto di Milano concedeva libertà di culto al Cristianesimo.

lunedì 4 settembre 2023


Amalfi, provincia di Salerno, regione Campania. Duomo dedicato all'apostolo Sant'Andrea. Nato dalla fusione di due basiliche preesistenti. La sua costruzione impiegò quasi mille anni e fu ultimato soltanto nel 1900, per cui lo stile varia dal romanico al barocco, ma rimane forte l’influsso arabo-siciliano. Il duomo di Amalfi, principale luogo di culto cattolico dell’omonima città, è una struttura risalente al IX secolo con caratteristiche architettoniche che vanno dal Romanico al Barocco fino al Rococò. Prevalentemente di stile architettonico romanico arabo-normanno, è stata più volte rimaneggiata, aggiungendo stile romanico, bizantino, gotico e elementi barocchi. La cattedrale comprende l'annessa Basilica del Crocefisso anch'essa risalente al secolo IX. Inoltre vi si possono trovare la Cripta di Sant'Andrea e il famoso Chiostro del Paradiso. Il duomo che fu costruito accanto alla Basilica più vecchia che a sua volta fu edificata sulle rovine di un tempio, quando la Repubblica Marinara cominciò ad affermarsi come potenza commerciale. Il Duomo fu completamente ristrutturato nel 1203, nelle forme arabo-normanne introdotte dai conquistatori. Rimaneggiato attorno al 1570, fu ricostruito inoltre dopo che 24 dicembre 1861 sotto l'azione di un forte vento, un tratto del coronamento della facciata, in cattivo stato di conservazione, cadde sfondando una o due volte del sottostante atrio. Il parere favorevole al restauro stilistico della Giunta delle Belle Arti fece sì che, per un danno leggero, le stratificazioni sulla facciata (dell'epoca rinascimentale, barocco, etc.) fossero cancellate, facendo ricostruire il duomo secondo lo stile dell'architetto Lorenzo Casalbore, che demolì l'insigne portico, i capitelli, le cornici, lo stesso intonaco e le basi e le paraste del Settecento. L'interno del Duomo, con il soffitto a cassettoni, è contraddistinto da una navata centrale, caratterizzata dal grande Crocefisso Ligneo del XIII sec.; in alto invece, sull’altare, vi è la tela del Martirio di S. Andrea; due maestose colonne di granito egiziano sostengono l’arco trionfale, più avanti due Colonnine Tortili e i due Pulpiti. Nella navata sinistra vi è la Croce di Madreperla, portata dalla Terra Santa da Mons. Marini, di fianco il Battistero in porfido rosso egiziano e, scendendo lungo la navata, nelle cappelline laterali alcune Tele di Silvestro Mirra e dei suoi Allievi. Nella navata destra troviamo il Busto Reliquario di S. Andrea del sec. XVI e, sulla porta c’è una grande tela raffigurante S. Andrea e S. Matteo. All'interno della Cripta è custodito il corpo di S. Andrea, il primo discepolo di Gesù e Santo protettore di Amalfi. Dopo il martirio di Sant'Andrea, secondo la tradizione, le sue reliquie furono spostate da Patrasso a Costantinopoli. Leggende locali dicono che le reliquie furono vendute dai romani. Qui rimasero sino al 1208 quando, nel corso della quarta crociata, le reliquie furono portate ad Amalfi, dal cardinale Pietro Capuano, nativo di Amalfi. La Cripta si presenta oggi nella forma barocca datata nel 1600 con scene della Passione di Gesù, incastonate fra ricche ed eleganti decorazioni di stucco. L’altare centrale, in marmo pregiato, è opera di Domenico Fontana. La grande statua bronzea è opera di Michelangelo Naccherino. Accanto ci sono le statue marmoree che rappresentano San Lorenzo e Santo Stefano. Le sacre reliquie sono racchiuse in un urna d’argento, posta sotto l’altare centrale, opera di Domenico Fontana.

domenica 3 settembre 2023


Centro storico di  Ravenna, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia Romagna.  Dopo gli Etruschi sono gli Umbri (IV e V sec. a.C.) a stanziarsi in territorio ravennate. Verso il 350 a.C. gli Umbri soccombono ai Celti. Questi ultimi lasciano un’impronta importante ma devono capitolare di fronte all’emergente potenza romana. Con la supremazia romana, tra l’età di Cesare e quella di Augusto, Ravenna si cinge di mura e si arricchisce di costruzioni pubbliche e private. Avanti il 14 d.C. Ottaviano Augusto inaugura  il porto militare (Classis), base per la flotta che controllerà l’Adriatico e l’Oriente. In questo periodo Claudio erige Port’Aurea (43 d.C) e Traiano (98-117) il primo acquedotto di Ravenna. Con l’avvento del Cristianesimo, Ravenna accoglie e diffonde il Messaggio proveniente da Roma e dall’Oriente grazie all’opera evangelizzatrice di Sant’Apollinare (santo patrono della città). Nel 402 Onorio trasferisce la capitale dell’Impero Romano d’Occidente a Ravenna. È Galla Placidia, sorella di Onorio, a comandare in una città che s’illumina della personalità religiosa e culturale del vescovo di Ravenna, San Pier Crisologo. Lo splendore edilizio continua: sorgono San Giovanni Evangelista, la chiesa di Santa Croce e il Mausoleo di Galla Placidia. La storia di Ravenna segue quella di un Impero che scricchiola sotto il peso delle invasioni barbariche. Dai barbari a Giustiniano 476 d.C.: Romolo Augustolo, ultimo imperatore d’Occidente, è deposto da Odoacre. Pochi anni dopo, lo stesso Odoacre capitola al re goto Teoderico, che diffonde il culto ariano. Il dominio goto continua fino al 540, quando l’esercito romano-bizantino inviato da Giustiniano entra a Ravenna. Con Giustiniano, che sognava l’unione di Occidente latino e Oriente greco in un sistema politico e religioso di pace, Ravenna vive un’epoca di massimo splendore. Un’età legata all’episcopato di Massimiano, il Vescovo di Ravenna che nel 547 consacra San Vitale e nel 549 S. Apollinare in Classe. Il fascino di quest’epoca trova massima espressione nella “cattedra d’avorio”, che oggi troneggia nel palazzo arcivescovile. È monumento ortodosso cattolico costruito durante il regno di Teoderico. I mosaici sono di grande suggestione storico-teologica: la glorificazione di Cristo dominante è un chiaro elemento antiariano, mentre i martiri rappresentati sono una chiara affermazione dell’ortodossia cattolica. Alla morte di Giustiniano, con la calata dei Longobardi in Italia, Ravenna diventa Esarcato, stato bizantino governato dall’esarca. L’”insula esarcale” resisterà a lungo all’invasione longobarda, rimanendo l’unico punto della penisola retto da leggi e costumi di derivazione romana. È in questo periodo che la chiesa Ravennate diffonde il cristianesimo nelle campagne con l’istituzione delle pievi. La storia dell’Esarcato termina nel 751 con la conquista longobarda, cui segue quella franca: sarà proprio Pipino re dei Franchi a cedere la Romagna (donazione contestata da vari storici) al Pontefice Stefano II. Con la nascita dell’istituzione comunale, la signoria di Ravenna è contesa tra le famiglie Ubertini, Dusdei, Anastagi e Traversari. Saranno questi ultimi ad affermarsi, prima della calata di Federico II. Dal XIII secolo alla guida di Ravenna arriva la celebre famiglia Da Polenta, che ospiterà Dante fino alla sua morte (1318-1321). Nel 1440 la flotta veneta occupa Ravenna: il dominio veneziano durerà fino al 1509 e lascerà come grande testimonianza edile la Rocca Brancaleone. Successivamente, la sovranità dei papi su Ravenna si conserva fino alla rivoluzione francese. Dal 1797 Ravenna passa ai Francesi fino al 1815, in cui viene restaurato il governo pontificio. Nel 1849 Ravenna accoglie Garibaldi e Anita in fuga da Roma. Insorta nel 1859 Ravenna proclama l’annessione al Regno del Piemonte nel marzo 1860.

venerdì 1 settembre 2023


Cefalù, in provincia di Palermo, della Regione Sicilia. DUOMO DI CEFALÙ (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione). Secondo la leggenda, Sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II (d'Altavilla di Fara Misuraca Ruggero, figlio secondogenito di Ruggero d'Altavilla e di Adelasia di Monferrato, nacque il 22 dicembre 1095), scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.