La festa di Santa Barbara, patrona di Paternò, ha inizio il 3 novembre, culmina nei giorni 3-4-5 dicembre e si conclude con l'ottava l'11 dicembre. La
Santa viene invocata durante i temporali e gli incendi poiché nel 1780,
durante un’eruzione lavica, le reliquie furono portate dai fedeli nei
pressi di Ragalna , dove l’eruzione si arrestò miracolosamente.
Il culto della gloriosa Vergine e Martire Santa
Barbara fu introdotto a Paternò, ridente cittadina alle falde dell’Etna,
dai cavalieri Teutonici intorno al XIII sec. Il 22 luglio del 1576,
quando il paese era sotto la signoria di Luisa Moncada e Luna, vedova di
Cesare Moncada principe di Paternò, anche a Paternò, come nel resto
dell’Isola, scoppiò la peste che in pochi giorni recò morte e
distruzione. Il flagello ebbe origine nell’antico quartiere di S. Barbara (oggi dell’Idria), donna Luisa fece costruire due lazzaretti, uno nel convento di S. Antonio nella periferia sud e uno nel convento dell’Annunziata
nel lato nord, per permettere la cura dei malati. Ad una suora
benedettina, che si trovava in uno dei lazzaretti, comparve in sogno
Santa Barbara ed ella la supplicò di salvare il paese dalla peste; la
sua supplica fu accolta e la città liberata dall’epidemia. Salvata dalla
peste, la popolazione chiese ai Moncada di proclamare la Santa
compadrona della cittadina insieme a S. Vincenzo, i cittadini da quel
momento acclamarono S. Barbara Patrona principale di Paternò. Da qui il
desiderio e la volontà dei paternesi di costruire un nuovo grande tempio
alla S. Patrona e di celebrare con solennità i festeggiamenti in suo
onore, per manifestare il loro affetto e la loro gratitudine.
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