Cagliari capoluogo della Regione
Sardegna. Cattedrale di Santa Maria. Costruita nel XIII sec. in stile romanico-pisano, subì
nel corso dei secoli varie trasformazioni in stile gotico, barocco e
neoromanico. L'interno della chiesa, con pianta a croce latina, si presenta a
tre navate con transetto e cappelle laterali. Nel braccio destro, all'interno
della cappella aragonese, è custodita una preziosa reliquia: una spina che si
vuole appartenesse alla corona di Gesù, che giunse a Cagliari nel 1527 insieme
ad altre reliquie ed opere d'arte trafugate da varie chiese di Roma e dallo
stesso appartamento pontificio. Poco prima di giungere in porto, la nave si
imbatté in una tempesta, e chi era a conoscenza della presenza del prezioso
carico, spinto forse dalla convinzione che la tempesta fosse espressione della
collera divina per i furti sacrileghi, confessò il fatto ad alcuni religiosi
presenti sulla nave, che giunti a Cagliari informarono l'arcivescovo
dell'accaduto. Il papa Clemente VII, venuto a conoscenza dei fatti, decise
comunque di lasciare in dono alla Cattedrale di Cagliari alcune reliquie, tra
cui la Sacra Spina e un trittico fiammingo del XV secolo attribuito al pittore
Rogier Van der Weyden; entrambi vengono esposti durante la festa
dell'Assunzione.
domenica 31 dicembre 2017
sabato 30 dicembre 2017
Viareggio, provincia di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55.
Viareggio, provincia
di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55. La chiesa
di Sant'Andrea si trova nella parte vecchia di Viareggio, in via Sant'Andrea
55. Nel 1836 il Duca di Lucca Carlo Ludovico di Borbone decretò la costruzione
di una nuova parrocchia a Viareggio, che venne dedicata a Sant'Andrea. Nel 1839
la parrocchia venne assegnata ai Servi di Maria; l'anno successivo Papa Gregorio
XVI emanava un breve pontificio con il quale assegnava in perpetuo la chiesa e
la parrocchia ai Serviti. L'edificio venne costruito insieme all'annessa
canonica nel 1842 su disegno dell'ingegnere Michele Cervelli di Lucca. In
quell'anno l'arcivescovo di Lucca Gian Domenico Stefanelli emanò il decreto per
istituire la nuova parrocchia scorporando da quella della chiesa di
Sant'Antonio. L'ingegnere Cervelli, nella spoglia composizione dell'edificio,
improntata al severo classicismo della Restaurazione, realizzò perfettamente un
linguaggio architettonico decoroso e funzionale a un tempo: quel linguaggio che
nelle intenzioni della committenza pubblica doveva contraddistinguere
l'edilizia di neonato centro marittimo di Viareggio. All'interno della chiesa
si trovano interessanti opere d'arte e numerose reliquie. Qui operò ed è sepolto
sant'Antonio Maria Pucci. Nel giugno del 1963 è stata elevata alla dignità di
basilica minore.
venerdì 29 dicembre 2017
Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE.
Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione
Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE. Il
più antico tra i templi agrigentini è il Tempio di Ercole. Risalente
presumibilmente al VI secolo a. C. di esso parla Cicerone descrivendolo come
molto vicino all’agorà (oggi il piazzale del posto di ristoro). Ercole era
molto venerato dagli akragantini tanto che questi erano soliti dedicargli anche
delle feste dette “Eraclee”. Al suo interno vi era una statua di bronzo
raffigurante Ercole, venerato come eroe nazionale, il cui mento era divenuto lucido
perché veniva baciato dai fedeli. Il tempio venne distrutto, come molti altri,
a causa di un terremoto e solo intorno al 1920 si è provveduto ad innalzare le
otto colonne che oggi si possono ammirare. Costruito verso il 510 a.C., il
Tempio di Eracle/Ercole, il cosiddetto Herakleion, sorge nelle vicinanze di
Villa Aurea. E’ uno dei più antichi templi dorici della Sicilia e sicuramente
il più antico dei templi agrigentini, anteriore perfino a quello di Giove
Polieo, che ornava l’Acropoli. Il Tempio di Eracle/Ercole è famosissimo nella
storia agrigentina, per I'imponenza delle sue proporzioni e per le ricchezze
che lo adornavano. Fra queste si ricordano la celebre Alcmena dipinta da Zeusi,
e la statua in bronzo di Eracle/Ercole, che invano Verre – al dire di Cicerone
– tentò di rapire, per fonderla e farne moneta, com'era suo costume. Della
struttura originaria si conservano otto colonne del lato sud-ovest, rialzate
nel 1924. Come quasi tutti i primitivi templi dorici, anche questo era
periptero-esastilo-hipetras, cioè a colonnati e scoperto, ma aveva quindici
colonne, anziché quattordici, sui lati lunghi. Le rovine della cella mostrano
chiaramente che la sua distruzione fu causata da un terremoto. Il Tempio
misurava in lunghezza metri 73,42 e in larghezza metri 27,56, con colonne alte
più di dieci metri. Si nota la presenza, tra il pronao e la cella, di torri
scalarie per l’accesso al tetto, caratteristica poi di tutti i templi edificati
ad Akràgas, e in Sicilia. In epoca romana, la parte occidentale della cella fu
tripartita, forse perché l’edificio fu destinato al culto di una Triade Divina.
giovedì 28 dicembre 2017
Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale.
Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La
torre del Brandale. Si trova nell'area antistante la
parte più antica del porto di Savona, come le torri Corsi e Guarnieri, i resti
di una loggia privata e il Palazzo degli Anziani. Quest'ultimo risale al XIV
secolo, mentre le torri sono tutte riferibili al XII secolo. Sembra che fosse
la principale delle cinquanta torri della città sulla cima delle quali venivano
accesi fuochi, con la funzione di fari; il nome "Brandale" può
infatti derivare da "Brand", corrispondente a "luce, falò",
oppure dalla famiglia Aldobrandeschi. Nella torre, acquistata dal Comune nel
1305, è stata installata la prima campana per richiamare il popolo a
Parlamento, nel 1349. La torre è stata abbassata, nel XVI secolo, e rialzata
nel 1931. In quest'occasione, con una sottoscrizione popolare è stata
acquistata la nuova campana. La torre ha un basamento ad arcate aperte ed è
oggi alta quasi cinquanta metri. Sul primo cornicione si trovano i dodici stemmi
in ceramica delle signorie che si sono avvicendate al comando della citta dal
XII secolo. Dalla torre si accede al Palazzo degli Anziani, che costituisce,
proprio assieme alla torre, una sorta di museo lapidario con resti di affreschi
medievali, iscrizioni, rilievi marmorei, fregi che provengono da distrutti
edifici del centro storico e che risalgono a un periodo compreso tra il XIV e
il XIX secolo. Il nucleo iniziale delle collezioni è stato ordinato da Poggio
Poggi negli anni Trenta del Novecento. Completano la raccolta statuine
presepiali di pastori, mentre nell'atrio è custodita anche la parte superiore
della campana civica del 1669.
mercoledì 27 dicembre 2017
Assisi, provincia di Perugia della regione Umbria. La BASILICA DI SAN FRANCESCO AD ASSISI.
Assisi, provincia di Perugia della
regione Umbria. La BASILICA DI SAN FRANCESCO AD ASSISI. La Basilica di San Francesco sorge oggi là dove il Santo
aveva scelto di essere sepolto, nella zona di Assisi che nel medioevo era nota
come "colle dell'inferno", ovvero il luogo che in quell'epoca era
destinato alle esecuzioni pubbliche. Il cantiere della Basilica di San
Francesco fu aperto nel 1228 per volontà di Papa Gregorio IX e grazie
all'attività di frate Elia, vicario dell' ordine scelto dallo stesso San
Francesco. Furono sufficienti solo due anni per
terminare la struttura architettonica della Basilica inferiore di Assisi e solo
altri sei per inaugurare la Basilica superiore di San Francesco. L'aspetto
attuale della basilica di San Francesco è tuttavia il frutto di vari interventi
fra cui è bene ricordare la realizzazione del campanile con cuspidi (1239), la
costruzione di un portico antistante la Basilica inferiore ('400) e di un atrio
in pietra ancora per il portale della Basilica inferiore (1445), l'eliminazione
delle cuspidi dal campanile (1518). L'edificio è oggi composto da due chiese
sovrapposte, quella superiore ha aspetto gotico, luminoso e slanciato , quella
inferiore invece, a cui si accede attraverso un portale gotico del 200, è bassa
ed austera. Qui l'interno ad una navata con transetto ospita gli straordinari
"affreschi allegorici" di Giotto, la "Madonna Angeli e San
Francesco" e i "Cinque Santi" di Simone Martini, gli
"Episodi della vita e della passione di Cristo", la "Madonna e
Santi" e le "Stigmate" di Lorenzetti. Ancora
opere di Simone Martini e Giotto sono rispettivamente nella prima cappella
destra con la "Vita di San Martino" e nella terza con "Santi e
storie della Madonna". Nel 1818 in seguito agli scavi sotto l'altare
furono riportate alla luce e, dopo attento esame ufficialmente riconosciute, le
spoglia del Santo; solo due anni più tardi, per volontà del Papa Pio IX, fu
avviata la costruzione della cripta in stile neoclassico nella Basilica
inferiore. L'aspetto attuale è tuttavia il frutto di un'opera di
semplificazione avvenuta intorno al 1920. La chiesa superiore ad una sola
navata con abside e raffinate vetrate del 1200 è affrescata con il ciclo
"La vita del Santo" di Giotto realizzato fra il 1296 e il 1300, con
le "Storie del Vecchio e Nuovo Testamento" della scuola del Cimabue e
nel transetto, nella crociera e nell' abside con affreschi dello stesso Cimabue
risalenti al 1277 oltre ad opere di altri maestri quali Cavallini e Torriti.
martedì 26 dicembre 2017
Bologna, capoluogo della regione Emilia e Romagna. La CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E GAETANO.
Bologna, capoluogo della regione
Emilia e Romagna. La
CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E GAETANO.
Si trova a Bologna, nelle immediate adiacenze delle Due torri. Nell'ottobre del
1924 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore. La tradizione
parla di una chiesa dedicata a san Bartolomeo già nel V secolo, eretta da san
Petronio sulle fondazioni di una chiesa paleocristiana. Nel luogo in cui sorge
la basilica odierna, esisteva nel XIII invece una chiesa di modeste dimensioni,
con la facciata rivolta a Piazza di Porta Ravegnana. Nel 1599 i padri Teatini
subentrarono nella reggenza della chiesa, e diedero l'avvio, dal 1627, ad una
completa ristrutturazione del complesso. Il disegno fu affidato a Giovanni
Battista Natali, detto il Falzetta, rivisto da Agostino Barelli, architetto del
Senato bolognese: inglobando il portico del palazzo Gozzadini, il nuovo
edificio risultava di maggiori dimensioni e con un diverso orientamento, con la
facciata rivolta su Strada Maggiore. Nel 1671 venne canonizzato San Gaetano,
fondatore dell'ordine dei Teatini, ed i Padri ne unirono il titolo a quello
dell'apostolo Bartolomeo. Le lunette del portico vennero quindi decorate con
scene della vita di San Gaetano. Venne conservato, della precedente chiesa, il
portale quattrocentesco posto sul lato rivolto alle Due Torri, e nel 1694
vennero completati il campanile e la cupola. La cuspide del campanile venne
aggiunta mezzo secolo dopo. Nella scalinata si trova un'opera a olio
dell'importante incisore bolognese Ludovico Mattioli. Sopra la porta d'ingresso
è conservato l'organo costruito da Giuseppe Colonna e restaurato negli anni '70
da Formentelli. Possiede una tastiera di 45 tasti (Do1-Do5) con ottava corta e
pedaliera di 18 tasti (Do1-La2) costantemente unita al manuale. I registri sono
azionati da manette ad incastro poste su due file parallele a destra della
tastiera a scorrimento verticale con incastro.
lunedì 25 dicembre 2017
Messina, capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. CHIESA DI S. ANTONIO ABATE, Corso Cavour n° 137.
Messina, capoluogo dell’omonima
provincia della regione Sicilia. CHIESA DI S. ANTONIO ABATE, Corso Cavour n°
137. Sul Corso Cavour sorge la chiesa di S. Antonio Abate,
progettata dall'ing. Francesco Barbaro e costruita dai f.lli Cardillo tra il
1928 e il 1930. Prima del terremoto del 1908, sullo stesso posto, sorgeva la
chiesa dell’Annunziata dei Teatini, eretta nel ‘600 su progetto dell’architetto
modenese Guarino Guarini. Esternamente si presenta simile alla Basilica di
Superga; il suo ingresso è affiancato da quattro colonne , due per lato, che le
danno un' austerità tipica delle chiese Romane. Subito dopo
l’ingresso, sulla sinistra, in una cappelletta è custodito un Crocefisso in
cartapesta con croce in legno dell’800. L’interno, che ha
forma circolare articolata su otto colonne centrali sulle quali poggia una
grande cupola con lanternino, custodisce una statua della "Madonna con
Gesù giovanetto", attribuita alla scuola del Montorsoli; una statua
in marmo di "Maria Addolorata" ed un pregevolissimo fonte
battesimale. Le volte absidali furono affrescate dal De Pasquale, con le
raffigurazioni dello "Sposalizio della Vergine",
l’"Annunziata" e la "Natività.
domenica 24 dicembre 2017
Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria. LA FORTEZZA DELL'ALBORNOZ.
Orvieto, provincia di
Terni, regione Umbria. LA FORTEZZA DELL'ALBORNOZ. Nella parte sinistra di
Piazza Cahen sorge la Fortezza dell'Albornoz, fondata per ordine del Cardinale
Albornoz, sotto l'ordine di Papa Innocenzo VI e su istruzione del condottiero
ed ingegnere militare Ugolino di Montemarte. In epoca etrusca, nell'area in cui
sarebbe sorta la Rocca si ergeva un tempio detto, dagli archeologi, Augurale.
Nell'anno 1359 (1353) il Cardinale Egidio Albornoz, legato di Papa Innocenzo VI
e legato del Patrimonio, fece edificare la Rocca di S. Martino, presso S.
Lorenzo delle Donne o delle Vigne, ossia presso il Camposanto. Dopo la vittoria
militare e diplomatica del Cardinale, i suoi Capitani e i suoi Vicari non si
sentivano tranquilli senza strutture fortificate e fu decisa la costruzione di
una rocca addossata alla Porta Postierla o Soliana, detta poi Porta Rocca, sul
limite orientale della rupe. Di forma quadrilatera, con un palazzotto contiguo
alla porta e alle strutture di servizio lungo le mura, la rocca era protetta da
un fossato con due ponti levatoi.
sabato 23 dicembre 2017
Paternò, provincia di Catania, della regione Sicilia. La Chiesa di Cristo al Monte.
Paternò,
provincia di Catania, della regione Sicilia. La Chiesa di Cristo al Monte. Si trova sulla “collina storica”
della città e fu costruita nel XVI secolo, per poi terminare nel
XVIII, dalla compagnia dei Bianchi, di cui ancora si vede l’emblema
all’ingresso. La chiesa ha stile Rococò, presenta una pianta rettangolare che
si collega alla sacrestia attraverso una volta a crociera, la facciata, invece
è molto semplice e l’elemento che spicca di più è il portone d’ingresso. Al suo
interno viene conservata la statua del Cristo alla Colonna e per il Venerdì
Santo la chiesa viene aperta quando si svolge la processione del Cristo Morto. L’edificio sacro
presenta forma rettangolare con volta a botte contenente dalle notevoli
decorazioni e affreschi.
venerdì 22 dicembre 2017
Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE.
Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione
Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE. Il
più antico tra i templi agrigentini è il Tempio di Ercole. Risalente
presumibilmente al VI secolo a. C. di esso parla Cicerone descrivendolo come
molto vicino all’agorà (oggi il piazzale del posto di ristoro). Ercole era
molto venerato dagli akragantini tanto che questi erano soliti dedicargli anche
delle feste dette “Eraclee”. Al suo interno vi era una statua di bronzo
raffigurante Ercole, venerato come eroe nazionale, il cui mento era divenuto lucido
perché veniva baciato dai fedeli. Il tempio venne distrutto, come molti altri,
a causa di un terremoto e solo intorno al 1920 si è provveduto ad innalzare le
otto colonne che oggi si possono ammirare. Costruito verso il 510 a.C., il
Tempio di Eracle/Ercole, il cosiddetto Herakleion, sorge nelle vicinanze di
Villa Aurea. E’ uno dei più antichi templi dorici della Sicilia e sicuramente
il più antico dei templi agrigentini, anteriore perfino a quello di Giove
Polieo, che ornava l’Acropoli. Il Tempio di Eracle/Ercole è famosissimo nella
storia agrigentina, per I'imponenza delle sue proporzioni e per le ricchezze
che lo adornavano. Fra queste si ricordano la celebre Alcmena dipinta da Zeusi,
e la statua in bronzo di Eracle/Ercole, che invano Verre – al dire di Cicerone
– tentò di rapire, per fonderla e farne moneta, com'era suo costume. Della
struttura originaria si conservano otto colonne del lato sud-ovest, rialzate
nel 1924. Come quasi tutti i primitivi templi dorici, anche questo era
periptero-esastilo-hipetras, cioè a colonnati e scoperto, ma aveva quindici
colonne, anziché quattordici, sui lati lunghi. Le rovine della cella mostrano
chiaramente che la sua distruzione fu causata da un terremoto. Il Tempio
misurava in lunghezza metri 73,42 e in larghezza metri 27,56, con colonne alte
più di dieci metri. Si nota la presenza, tra il pronao e la cella, di torri
scalarie per l’accesso al tetto, caratteristica poi di tutti i templi edificati
ad Akràgas, e in Sicilia. In epoca romana, la parte occidentale della cella fu
tripartita, forse perché l’edificio fu destinato al culto di una Triade Divina.
giovedì 21 dicembre 2017
Viareggio, provincia di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55.
Viareggio, provincia
di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55. La chiesa
di Sant'Andrea si trova nella parte vecchia di Viareggio, in via Sant'Andrea
55. Nel 1836 il Duca di Lucca Carlo Ludovico di Borbone decretò la costruzione
di una nuova parrocchia a Viareggio, che venne dedicata a Sant'Andrea. Nel 1839
la parrocchia venne assegnata ai Servi di Maria; l'anno successivo Papa Gregorio
XVI emanava un breve pontificio con il quale assegnava in perpetuo la chiesa e
la parrocchia ai Serviti. L'edificio venne costruito insieme all'annessa
canonica nel 1842 su disegno dell'ingegnere Michele Cervelli di Lucca. In
quell'anno l'arcivescovo di Lucca Gian Domenico Stefanelli emanò il decreto per
istituire la nuova parrocchia scorporando da quella della chiesa di
Sant'Antonio. L'ingegnere Cervelli, nella spoglia composizione dell'edificio,
improntata al severo classicismo della Restaurazione, realizzò perfettamente un
linguaggio architettonico decoroso e funzionale a un tempo: quel linguaggio che
nelle intenzioni della committenza pubblica doveva contraddistinguere
l'edilizia di neonato centro marittimo di Viareggio. All'interno della chiesa
si trovano interessanti opere d'arte e numerose reliquie. Qui operò ed è sepolto
sant'Antonio Maria Pucci. Nel giugno del 1963 è stata elevata alla dignità di
basilica minore.
martedì 19 dicembre 2017
Pisa. Capoluogo di provincia della regione Toscana. Il Battistero.
Pisa. Capoluogo di
provincia della regione Toscana. Il Battistero. I lavori per la realizzazione del Battistero, il più
grande in Italia, iniziarono nel 1152 sotto le direttive dell’architetto
Diotislavi, la struttura posizionata davanti la Cattedrale, fu interamente
rivisitata da Nicola Pisano con il figlio Giovanni intorno a metà del Duecento;
i due la modificarono in stile gotico e aggiunsero una loggia e una cupola
emisferica. Al centro del Battistero di trova il Fonte Battesimale di Guido
Bigarelli da Arogno, inizialmente illuminato da una luce proveniente da
un’apertura sul soffitto, oggi coperta dalla Cupola. Il Pulpito di Nicola
Pisano (1255-1260) racconta scene della Vita di Cristo sui 5 pannelli, mentre
le colonne rappresentano le Virtù. Possiamo chiaramente percepire uno stile
classicheggiante nell’opera, non a caso Nicola Pisano viene definito un
precursore del Rinascimento.
lunedì 18 dicembre 2017
Gravina, provincia di Catania regione Sicilia. CHIESA DI SAN PAOLO.
Gravina, provincia di Catania regione Sicilia. CHIESA DI SAN
PAOLO. Facciata piana
contenuta in larghezza ma caratterizzata da un accentuato verticalismo, cui
fanno da organico pendent i due contigui lati della fabbrica, che si
percepiscono come sua simmetrica dilatazione ed entro i quali si aprono
specularmente gli ingressi. Spazio costruito a sensibile sviluppo
longitudinale. Volumetria prismatica esagonale. Discosto dalla fabbrica e alla
sua destra si erge nell’antistante piazza il campanile. La pianta è a schema planimetrico ad aula unica in forma di
esagono irregolare e presbiterio rialzato. Le Coperture sono realizzate con un
parabolide iperbolico in cemento solo coibentato si gonfia in guisa di rombo
sullo spazio chiesastico, impennandosi verso l'alto nei due vertici attestati
sulla diagonale maggiore (più alto quello presbiteriale) ed inarcandosi verso
il basso nei due vertici restanti. Attraverso, due gradini di accesso al sagrato e quattro
di accesso ai portali d'ingresso laterali in lastre di pietra lavica, si accede
alla chiesa. I pavimenti e pavimentazioni sono realizzati con lastre di marmo:
grigio chiaro venato nell'aula, con due interposte fasce di marmo grigio scuro
a segnalazione della corsia centrale; grigio scuro venato nell'area
presbiteriale. Lastre di pietra lavica sul sagrato. L’impianto strutturale è
realizzato in cemento armato. Il campanile è realizzato con una struttura in
ferro a base triangolare, articolata in guisa di alto traliccio con copertura a
scudo esagonale immediatamente al di sopra della campana più alta.
domenica 17 dicembre 2017
Castroreale, provincia di Messina, regione Sicilia. LA CHIESA DI S. MARIA DEGLI ANGELI, via Guglielmo Siracusa,
Castroreale,
provincia di Messina, regione Sicilia. LA CHIESA DI S. MARIA DEGLI ANGELI, via
Guglielmo Siracusa, è
stata edificata nel 1566 dal castrense Mons. Ottaviano Preconio, arcivescovo di
Palermo. Accanto alla chiesa fu costruito un monastero di suore di clausura che
osservavano la regola di Santa Chiara. Il monastero sorse nel cuore del
quartiere ebraico, probabilmente utilizzando edifici appartenuti alla comunità
ebraica, quali la sinagoga. Nel 1860 la chiesa fu restaurata ed abbellita con
stucchi. Sull’altare maggiore si trovava ancora oggi la tela con: la “Madonna
degli Angeli fra i SS. Francesco e Chiara” del sec. XVII. In seguito alle leggi
del 1866 la Chiesa e il Monastero furono incamerati dal Demanio e
successivamente, agli inizi del 1900, ceduti alle suore del Buon Pastore che
rimasero per pochi anni. Nel XX sec. l’edificio del Monastero fu adibito ad usi
scolastici, dopo aver subito trasformazioni quali la distruzione del chiostro e
del portale quattrocentesco. Negli anni ‘70 si pensò di istituire una
Pinacoteca castrense e si scelse come sede questa Chiesa, per la sua ubicazione
centrale e per il suo migliore stato di conservazione. Ma il terremoto del 1978
trasformò l’edificio in deposito per le molte opere provenienti dalle chiese
danneggiate o distrutte. Solo dopo l’apertura del Museo Civico nei locali
dell’ex Oratorio dei PP. Filippini, la chiesa S. Maria degli Angeli potè essere
adibita a Pinacoteca consentendo l’esposizione di numerose opere. In seguito
alla ristrutturazione di alcune chiese, molte di queste opere sono state
restituite al culto. Dal 20 agosto 2005 la chiesa è stata adibita a “Museo
Parrocchiale degli Arredi Sacri”.
sabato 16 dicembre 2017
Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. CHIESA SAN FILIPPO NERI, DETTA DEL PURGATORIO.
Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. CHIESA
SAN FILIPPO NERI, DETTA DEL PURGATORIO. (XVII secolo). La Chiesa fu edificata per
volontà del vescovo Francesco Maria Neri (1678 – 1684). Si evidenzia la
caratteristica del campanile che fa corpo con la bella e sobria facciata, tutta
fregi, volute, nicchie e pinnacoli, opera si suppone, di un architetto romano,
fatto venire a Venosa verso il 1680 dal Cardinale Giovanni Battista De Luca,
all’epoca uditore di Papa Innocenzo XI. Nell’interno si trovano belle colonne
tortili ed un San Filippo dipinto attribuito a Carlo Maratta (1625 – 1713).
venerdì 15 dicembre 2017
Aci Bonaccorsi, provincia di Catania, regione Sicilia.
Aci Bonaccorsi, provincia di Catania,
regione Sicilia. La
costruzione della CHIESA MADRE,
Parrocchia S. Maria Dell'Indirizzo. La
Chiesa Madre, che risale al 1500, è dedicata alla Madonna dell'Indirizzo
(o Santa Maria dell'Itria). L'esterno della chiesa è preceduto da una
scalinata, pregevole il portale in pietra lavica nella facciata laterale con
rilievi ornamentali. Nel campanile è alloggiata la campana grande (il
campanone) costruita nel 1817. L’interno della Matrice è a tre navate,
impreziosite da eleganti decorazioni. Al suo interno possiamo ammirare opere di
elevato pregio artistico, quali la seicentesca tela della “Lapidazione di Santo
Stefano”, il Patrono della Comunità, attribuito alla scuola di Giacinto
Platania (sec. XVII), la cinquecentesca Statua di Santo Stefano
Protomartire, un bellissimo organo a canne. Merita una speciale menzione
ancora un quadro, forse fra i cimeli più interessanti del Paese, esposto nella
Sagrestia, raffigurante una pregevole "Annunciazione", dipinta nel 1793
dal pittore Vincenzo Sciuto, del vicino Aci S. Antonio, il cui recente
restauro, infatti, ha portato alla luce una scritta (contenuta nel cartiglio ma
cancellata ad arte, a suo tempo) che testimonia l'appartenenza ad Aci
Bonaccorsi, e quindi un'estensione più ampia del suo territorio, di un'altra
chiesa, dedicata proprio all'Annunziata, sempre ubicata sul ciglio del
torrente, al vecchio confine con il Comune di Viagrande, oggetto di grandi
dispute tra i due Comuni sul finire del XVIII secolo. Tra le varie statue conservate
nella Matrice la più antica e venerata è quella del Protomartire. Negli ultimi
anni del sec. XVI, in
zona "strategicamente" centrale ai sub-quartieri, dava al Paese
l'assetto definitivo e l'aspetto conservato pressappoco fino a oggi. Il nome di
"quartiere" riscontrato nei "riveli" si deve alla struttura
particolare della città di Jaci di cui "Bonaccorsi" era una delle
tante componenti. Il nome "Bonaccursu" dato al Paese, malgrado la
maggiore diffusione del cognome "Vattiatu" (da cui
"Battiati", denominazione di uno dei più antichi sub-quartieri, come
abbiamo scritto, che risponderebbe al significato di "battezzati"),
si deve all'importanza e conseguente notorietà "fuori paese" assunta
da alcune persone socialmente di spicco, di cognome "Bonaccorso".
Come l'autonomia parrocchiale si fa risalire all'epoca della costruzione (1589)
della Matrice (in precedenza la Parrocchia dipendeva dal Santuario di
Valverde), così si ha pure una data per l'autonomia comunale. È bene, però,
ricordare che entrambe le date vanno intese come "verità"
approssimative. È del 1652, infatti, un documento che rende nota l'esecutorietà
di un altro documento emanato dalla corte spagnola, l'anno precedente, a favore
di un Giorgio Esquerra De Roxas, inteso a nominarlo "Marchese di Bonaccorsi".
Alla morte di costui, che era stato secondo marito di Donna Francesca Grimaldi,
vedova di Don Nicolò Diana, barone di Cefalà (Cefalà Diana, Palermo) e di Jaci,
subentrava il figlio del primo marito di Donna Francesca, Guglielmo Diana. Nel
1672, succedendo come nuovi signori di Jaci i Campofiorito ai Diana, il
"Marchesato di Bonaccorsi" rimase quale titolo onorifico alla
famiglia Diana, anche se la "Terra dei Bonaccorsi" continuò ad essere
una delle componenti dello "Stato" feudale di Jaci.
giovedì 14 dicembre 2017
Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA CATENA.
Acicatena, provincia
di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA
CATENA. È il maggior tempio di Aci
Catena, e si impone alla ammirazione perché possiede "tre cose"
veramente belle: una Madonna, una cupola, una campana. Il suo frontone esterno
reca la scritta "BEATAE MARIAE VIRGINI A CATENA ", che sintetizza la
storia del culto della Madonna nella nostra Città che di Essa porta il nome. L'interno della chiesa è a tre navate, a
croce latina; elegante è l'architettura dell'abside, del transetto, della
cupola e delle due cappelle laterali, del SS.mo Sacramento e della Madonna. L'abside
si orna di un artistico coro ligneo nelle cui pareti laterali si ammirano due
affreschi di discreta fattura raffiguranti Il Miracolo della liberazione dei
tre condannati palermitani e il terremoto del 1693. Sul tetto dell'abside si
ammira un bellissimo affresco raffigurante la gloria di Maria SS. Assunta in
cielo: questo particolare è assai significativo in quanto ci dice come il
popolo, unitamente al clero locale, abbia voluto definitivamente trasferire la
solennità della festa, che in un tempo remoto ricorreva nel mese di Maggio, al
15 Agosto di ogni anno, abbinandola così alla festa dell'Assunta. Il 15 agosto,
Festa estiva in onore della Madonna della Catena, Patrona della città. Il
simulacro della Madonna, arricchito da numerosi monili d'oro, donati nel corso
degli anni per grazie ricevute, sul fercolo viene condotto in processione dai
devoti, per le vie della città. I momenti più importanti della festa sono
l'arrivo dei pellegrini, provenienti da molti paesi etnei (principalmente
Misterbianco e Acitrezza) durante tutta la notte tra il 14 e il 15 agosto; in
mattinata l'emozionante svelata del Taumaturgo Simulacro della Santa Patrona
tra le lacrime e le acclamazioni dei devoti; tradizionale è la suggestiva
"Trasuta o chianu" (Ingresso in piazza di corsa) del fercolo con la
Madonna; tra lo sventolio dei fazzoletti, un colorato e nutrito spettacolo
pirotecnico, conclude la giornata di festa. Forte devozione e fede si
intrecciano al folklore siciliano.
mercoledì 13 dicembre 2017
Vizzini, provincia di Catania, regione Sicilia. Municipio, Piazza Umberto I.
Vizzini, provincia di Catania,
regione Sicilia. Municipio, Piazza Umberto I. L’imponente
Palazzo di Città fu progettato dall’architetto Corrado Mazza nel 1800 in stile
neo classico a tre ordini: Stile, Corinzio il primo, Composto il secondo e
Attico il terzo. La parte centrale, affiancata da due colonne per lato,
presenta un fregio con quattro trofei e un orologio in alto. A suo tempo fu
sede della posta, della cancelleria, della Sala del Decurionato, del Giudicato
Circondariale e di un teatro, una vera bomboniera, che nel suo piccolo voleva
imitare il Bellini di Catania. Andò interamente distrutto, per allargare i
locali Comunali.
martedì 12 dicembre 2017
Viagrande, provincia di Catania, regione Sicilia.
Viagrande, provincia
di Catania, regione Sicilia. La CHIESA
più importante è dedicata alla Madonna
dell'Idria ( chiesa madre, Piazza san Mauro), anche se popolarmente viene
chiamata "A Chiesa 'i Santu Mauru", in quanto le reliquie del santo
sono custodite al suo interno. La seconda chiesa in ordine di importanza è
quella del Borgo Viscalori (in Siciliano "u quatteri 'e viscalori"),
dedicata a San Biagio. Nel corso degli anni questo quartiere o borgo ha perso
la sua connotazione tradizionale diventando zona residenziale di cittadini
prevalentemente catanesi che hanno scelto di portare la loro dimora fuori dal
caos dell'area metropolitana catanese. La Chiesa Madre, dedicata alla Madonna dell'Idria, costruita nei primi
anni del '700, domina il centro cittadino e chiude a nord la scena di Piazza
San Mauro. L'imponente struttura si affaccia sul sagrato in acciottolato lavico
intarsiato in travertino. La facciata principale, orientata a Sud, è ripartita
in tre grandi settori, definiti da quattro lesene in pietra lavica, in ognuno
dei quali è racchiuso un portale che traccia la struttura interna a tre navate,
di tipo basicale. La facciata si chiude in alto con un cornicione sempre in
pietra lavica dal quale spiccano il campanile realizzato nei primi decenni del
'900 su disegno dell'Architetto Fichera, e l'ampia cupola edificata nel 1860 su
base ottagonale. L'interno offre al visitatore altari di pregio ed un gradevole
coro ligneo del '700. Nella chiesa Madre si conservano le reliquie di San Mauro
Abate, patrono di Viagrande, la cui festa è celebrata ogni 15 gennaio.
lunedì 11 dicembre 2017
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e Protasio
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova
della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e
Protasio è situata nel cuore centro storico rapallese. Fu
edificata, in stile gotico-romanico, probabilmente in epoca medievale e una
targa al suo interno indica il 1118 come data della sua intitolazione, anche se
gli storici non sono concordi con questa datazione. Nel tempo fu
interessata da diversi rimaneggiamenti e modifiche, fino ai lavori di
ricostruzione tra il XVII e XVIII secolo che portarono alla cancellazione
del precedente aspetto architettonico gotico-romanico, facendole assumere
quello Settecentesco. Il campanile, alto e pendente, è del 1753 e nella seconda
metà dell'Ottocento vennero approntate ulteriori e sostanziali modifiche agli
interni e alla nuova facciata in stile neoclassico, dell'architetto Gio Batta
Olivieri. Nei primi anni del Novecento, grazie al nuovo arciprete monsignor
Cesare Boccoleri, ci fu la definitiva riedificazione della Basilica e la
costruzione della monumentale cupola, che terminò nel 1920. Anticamente
la parrocchia di Rapallo rivestiva grande importanza e la sua giurisdizione si
estendeva su un vasto territorio, dagli attuali comuni di Portofino fino a San
Pietro di Rovereto, sopra a Zoagli, e fino a Cicagna in val Fontana buona. Al
suo interno si tennero importanti riunioni popolari dove furono intraprese
decisioni della vita sociale, politica e religiosa della zona. Ancora oggi la
comunità parrocchiale rapallese è la più numerosa della diocesi di Chiavari con
circa 18.000 abitanti.
domenica 10 dicembre 2017
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI.
Matera capoluogo di
provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI. La costruzione è stata edificata
su un antica chiesa ipogea dei SS. Pietro e Paolo. Questa chiesetta rupestre è
ancora oggi visitabile, vi si accede tramite una botola dalla terza cappella
sulla sinistra e vi è presente un affresco raffigurante la visita del
Papa Urbano II a Matera del 1093. Alcuni cronisti narrano che nel 1218
detta chiesa ospitò San Francesco d'Assisi in persona. La prima struttura della
chiesa risale però alla prima metà del Duecento, ma aveva disposizione
esattamente opposta a quella moderna, ed oggi possiamo ancora vederne la cella
campanaria con pareti affrescate. Un primo ampliamento lo si ebbe già nel
Quattrocento, ma bisogna attendere il Settecento perché la Chiesa ed il
convento raggiungano il loro massimo splendore, ed è a questo periodo che
risale la bella facciata in tardo barocco, luminosa ed armonica, opera degli
architetti Vito Valentino e Tommaso Pennetta. Durante la visita guidata si
potrà ammirare, al centro della facciata superiore, la statua dell'Immacolata,
ed ai due lati, San Francesco e Sant'Antonio. L'interno ha una sola navata con
piccole cappelle dedicate ad alcuni nobili materani benefattori. Custodisce un
pregevole polittico di nove dipinti a tempera su tavola di Lazzaro Bastiani, un
artista della scuola veneta del 1500.
Acireale, provincia di Catania, regione Sicilia.
Acireale, provincia
di Catania, regione Sicilia. La BASILICA
DEI SANTI PIETRO E PAOLO fu costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha
un prospetto barocco, progettato da Vasta nel 1741. Il campanile è del XIX
secolo; un secondo campanile, pur se progettato non venne mai realizzato.
L'interno, a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto del 1818. Vi si
trovano alcune tele del Vasta, di Giacinto Platania ed una statua del Cristo
alla Colonna, di autore ignoto, molto venerata in città e tradizionalmente
portata in processione ogni 70 anni. Nel giugno del 1933 papa Pio XI l'ha elevata
alla dignità di basilica minore.
sabato 9 dicembre 2017
Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. ISTITUTO DI S. GIUSEPPE DEGLI OBLATI.
Asti, capoluogo
dell’omonima provincia della regione Piemonte. ISTITUTO DI S. GIUSEPPE DEGLI
OBLATI. Il Santuario di San Giuseppe è stato eretto presso la Casa Madre
della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe in Asti, sul posto dell'antica
e ormai fatiscente chiesa-teatro di Sant'Agnese, risalente ancora al monastero
delle Clarisse, presenti in città fin dal 1600 circa. L'architetto è stato il sacerdote Mons.
Alessandro Thea, canonico della cattedrale di Acqui, che cominciò la
progettazione nel 1927. L'edificio in stile romanico, ha 40 colonne di cui 16
centrali e 24 esterne. La Torre Campanaria, unica, centrale sulla facciata, ha
12 campane. Il 19 marzo 1931 sulla
facciata del nuovo Santuario, ancora in fase di costruzione, fu collocata una
monumentale statua di San Giuseppe, alta 3,6 metri, opera dello scultore
gardenese Emilio Demetz. La Consacrazione e l'inaugurazione del Santuario
avvenne la domenica del 12 luglio 1931 da Mons. Luigi Spandre, Vescovo di Asti.
L'Imponente organo "Gandini" fu costruito nel 1905 ancora per la
vecchia chiesa e poi sistemato nel nuovo Santuario. Nel 1944, per il primo
centenario della nascita di San Giuseppe Marello, avvenne la consacrazione
dell'altare maggiore e del mosaico cosmatesco del pavimento, dedicato a San
Giuseppe. La splendida pala dell'altare
è opera del pittore Piero Dalle Ceste (1912 - 1974) e i quadri dei due corretti
laterali - 1989 - sono opera di Franco Verri. Le decorazioni della chiesa sono
invece di A. Laiolo. Nella cappella centrale di sinistra sono venerate le
spoglie del fondatore degli Oblati di San Giuseppe, il Santo Marello. Il grande
affresco di fondo è di Angelo Bogani. Il
Santuario è molto frequentato e accogli gruppi di pellegrini. Gli Oblati di San
Giuseppe (in latino Congregatio Oblatorum S. Ioseph, Astae Pompejae) sono un
istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa
congregazione clericale, detti popolarmente Giuseppini d'Asti, pospongono al
loro nome la sigla O.S.I. La congregazione fu fondata da San Giuseppe Marello
(1846-1895) sacerdote italiano della diocesi di Asti, successivamente vescovo
di Acqui. I primi quattro aspiranti vennero riuniti ad Asti il 14 marzo 1878 e
il 19 marzo 1879 presero l'abito religioso. Le prime regole, scritte nel 1892
vivente il fondatore, affermano che "i membri della congregazione fanno
vita comune e si devono soccorrere nei bisogni spirituali e temporali. Hanno
per scopo l'educazione cristiana della gioventù". Giacinto Arcangeli,
vescovo di Asti il 18 marzo 1901 autorizzò i membri del sodalizio a emettere i
voti religiosi.
venerdì 8 dicembre 2017
NORCIA, provincia di Perugia, regione Umbria. La BASILICA DI SAN BENEDETTO la cui costruzione originale, con la splendida facciata gotica, il rosone e i fregi dei 4 evangelisti risale al XII secolo.
NORCIA,
provincia di Perugia, regione Umbria. La BASILICA
DI SAN BENEDETTO la cui costruzione originale, con la splendida facciata
gotica, il rosone e i fregi dei 4 evangelisti risale al XII secolo. La
tradizione vuole che sia stata costruita sui resti della casa natale del santo
ma più probabilmente nello stesso luogo sorgeva una basilica di epoca romana
andata successivamente distrutta. La chiesa,
secondo la tradizione cristiana, sorge sopra la casa natale del Santo, il cuore
della chiesa, nell'area della cripta sono visibili i ruderi di una struttura
romana datata intorno al I sec. d.C. L'accesso alla cripta è consentito
attraverso una scala che si apre a sinistra dell'ingresso della basilica. L'interno,
a croce latina, ha subito varie modifiche nel corso dei secoli, e non segue uno
stile ben preciso: elementi romanici, gotici e barocchi si mescolano tra loro.
Alle pareti si possono ammirare interessanti tele di pittori locali,
riguardanti la vita del santo. Da ricordare il dipinto di Filippo Napoletano
rappresentante l'incontro tra San Benedetto e Totila del 1621 e La resurrezione
di Lazzaro, di Michelangelo Carducci,del 1562. L'esterno della chiesa si
presenta con una maestosa facciata (ampiamente restaurata nella parte alta)
arricchita da un bel rosone, accompagnato dai simboli dei quattro evangelisti,
e da un ricco portale abbellito da rilievi e statue.
giovedì 7 dicembre 2017
Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale.
Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La
torre del Brandale. Si trova nell'area antistante la
parte più antica del porto di Savona, come le torri Corsi e Guarnieri, i resti
di una loggia privata e il Palazzo degli Anziani. Quest'ultimo risale al XIV
secolo, mentre le torri sono tutte riferibili al XII secolo. Sembra che fosse
la principale delle cinquanta torri della città sulla cima delle quali venivano
accesi fuochi, con la funzione di fari; il nome "Brandale" può
infatti derivare da "Brand", corrispondente a "luce, falò",
oppure dalla famiglia Aldobrandeschi. Nella torre, acquistata dal Comune nel
1305, è stata installata la prima campana per richiamare il popolo a
Parlamento, nel 1349. La torre è stata abbassata, nel XVI secolo, e rialzata
nel 1931. In quest'occasione, con una sottoscrizione popolare è stata
acquistata la nuova campana. La torre ha un basamento ad arcate aperte ed è
oggi alta quasi cinquanta metri. Sul primo cornicione si trovano i dodici stemmi
in ceramica delle signorie che si sono avvicendate al comando della citta dal
XII secolo. Dalla torre si accede al Palazzo degli Anziani, che costituisce,
proprio assieme alla torre, una sorta di museo lapidario con resti di affreschi
medievali, iscrizioni, rilievi marmorei, fregi che provengono da distrutti
edifici del centro storico e che risalgono a un periodo compreso tra il XIV e
il XIX secolo. Il nucleo iniziale delle collezioni è stato ordinato da Poggio
Poggi negli anni Trenta del Novecento. Completano la raccolta statuine
presepiali di pastori, mentre nell'atrio è custodita anche la parte superiore
della campana civica del 1669.
mercoledì 6 dicembre 2017
Cagliari capoluogo della Regione Sardegna. Cattedrale di Santa Maria.
Cagliari capoluogo della Regione
Sardegna. Cattedrale di Santa Maria. Costruita nel XIII sec. in stile romanico-pisano, subì
nel corso dei secoli varie trasformazioni in stile gotico, barocco e
neoromanico. L'interno della chiesa, con pianta a croce latina, si presenta a
tre navate con transetto e cappelle laterali. Nel braccio destro, all'interno
della cappella aragonese, è custodita una preziosa reliquia: una spina che si
vuole appartenesse alla corona di Gesù, che giunse a Cagliari nel 1527 insieme
ad altre reliquie ed opere d'arte trafugate da varie chiese di Roma e dallo
stesso appartamento pontificio. Poco prima di giungere in porto, la nave si
imbatté in una tempesta, e chi era a conoscenza della presenza del prezioso
carico, spinto forse dalla convinzione che la tempesta fosse espressione della
collera divina per i furti sacrileghi, confessò il fatto ad alcuni religiosi
presenti sulla nave, che giunti a Cagliari informarono l'arcivescovo
dell'accaduto. Il papa Clemente VII, venuto a conoscenza dei fatti, decise
comunque di lasciare in dono alla Cattedrale di Cagliari alcune reliquie, tra
cui la Sacra Spina e un trittico fiammingo del XV secolo attribuito al pittore
Rogier Van der Weyden; entrambi vengono esposti durante la festa
dell'Assunzione.
martedì 5 dicembre 2017
Assisi, provincia di Perugia della regione Umbria. La BASILICA DI SAN FRANCESCO AD ASSISI.
Assisi, provincia di Perugia della
regione Umbria. La BASILICA DI SAN FRANCESCO AD ASSISI. La Basilica di San Francesco sorge oggi là dove il Santo
aveva scelto di essere sepolto, nella zona di Assisi che nel medioevo era nota
come "colle dell'inferno", ovvero il luogo che in quell'epoca era
destinato alle esecuzioni pubbliche. Il cantiere della Basilica di San
Francesco fu aperto nel 1228 per volontà di Papa Gregorio IX e grazie
all'attività di frate Elia, vicario dell' ordine scelto dallo stesso San
Francesco. Furono sufficienti solo due anni per
terminare la struttura architettonica della Basilica inferiore di Assisi e solo
altri sei per inaugurare la Basilica superiore di San Francesco. L'aspetto
attuale della basilica di San Francesco è tuttavia il frutto di vari interventi
fra cui è bene ricordare la realizzazione del campanile con cuspidi (1239), la
costruzione di un portico antistante la Basilica inferiore ('400) e di un atrio
in pietra ancora per il portale della Basilica inferiore (1445), l'eliminazione
delle cuspidi dal campanile (1518). L'edificio è oggi composto da due chiese
sovrapposte, quella superiore ha aspetto gotico, luminoso e slanciato , quella
inferiore invece, a cui si accede attraverso un portale gotico del 200, è bassa
ed austera. Qui l'interno ad una navata con transetto ospita gli straordinari
"affreschi allegorici" di Giotto, la "Madonna Angeli e San
Francesco" e i "Cinque Santi" di Simone Martini, gli
"Episodi della vita e della passione di Cristo", la "Madonna e
Santi" e le "Stigmate" di Lorenzetti. Ancora
opere di Simone Martini e Giotto sono rispettivamente nella prima cappella
destra con la "Vita di San Martino" e nella terza con "Santi e
storie della Madonna". Nel 1818 in seguito agli scavi sotto l'altare
furono riportate alla luce e, dopo attento esame ufficialmente riconosciute, le
spoglia del Santo; solo due anni più tardi, per volontà del Papa Pio IX, fu
avviata la costruzione della cripta in stile neoclassico nella Basilica
inferiore. L'aspetto attuale è tuttavia il frutto di un'opera di
semplificazione avvenuta intorno al 1920. La chiesa superiore ad una sola
navata con abside e raffinate vetrate del 1200 è affrescata con il ciclo
"La vita del Santo" di Giotto realizzato fra il 1296 e il 1300, con
le "Storie del Vecchio e Nuovo Testamento" della scuola del Cimabue e
nel transetto, nella crociera e nell' abside con affreschi dello stesso Cimabue
risalenti al 1277 oltre ad opere di altri maestri quali Cavallini e Torriti.
lunedì 4 dicembre 2017
Bologna, capoluogo della regione Emilia e Romagna. La CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E GAETANO.
Bologna, capoluogo della regione
Emilia e Romagna. La
CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E GAETANO.
Si trova a Bologna, nelle immediate adiacenze delle Due torri. Nell'ottobre del
1924 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore. La tradizione
parla di una chiesa dedicata a san Bartolomeo già nel V secolo, eretta da san
Petronio sulle fondazioni di una chiesa paleocristiana. Nel luogo in cui sorge
la basilica odierna, esisteva nel XIII invece una chiesa di modeste dimensioni,
con la facciata rivolta a Piazza di Porta Ravegnana. Nel 1599 i padri Teatini
subentrarono nella reggenza della chiesa, e diedero l'avvio, dal 1627, ad una
completa ristrutturazione del complesso. Il disegno fu affidato a Giovanni
Battista Natali, detto il Falzetta, rivisto da Agostino Barelli, architetto del
Senato bolognese: inglobando il portico del palazzo Gozzadini, il nuovo
edificio risultava di maggiori dimensioni e con un diverso orientamento, con la
facciata rivolta su Strada Maggiore. Nel 1671 venne canonizzato San Gaetano,
fondatore dell'ordine dei Teatini, ed i Padri ne unirono il titolo a quello
dell'apostolo Bartolomeo. Le lunette del portico vennero quindi decorate con
scene della vita di San Gaetano. Venne conservato, della precedente chiesa, il
portale quattrocentesco posto sul lato rivolto alle Due Torri, e nel 1694
vennero completati il campanile e la cupola. La cuspide del campanile venne
aggiunta mezzo secolo dopo. Nella scalinata si trova un'opera a olio
dell'importante incisore bolognese Ludovico Mattioli. Sopra la porta d'ingresso
è conservato l'organo costruito da Giuseppe Colonna e restaurato negli anni '70
da Formentelli. Possiede una tastiera di 45 tasti (Do1-Do5) con ottava corta e
pedaliera di 18 tasti (Do1-La2) costantemente unita al manuale. I registri sono
azionati da manette ad incastro poste su due file parallele a destra della
tastiera a scorrimento verticale con incastro.
domenica 3 dicembre 2017
Messina, capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. CHIESA DI S. ANTONIO ABATE, Corso Cavour n° 137.
Messina, capoluogo dell’omonima
provincia della regione Sicilia. CHIESA DI S. ANTONIO ABATE, Corso Cavour n°
137. Sul Corso Cavour sorge la chiesa di S. Antonio Abate,
progettata dall'ing. Francesco Barbaro e costruita dai f.lli Cardillo tra il
1928 e il 1930. Prima del terremoto del 1908, sullo stesso posto, sorgeva la
chiesa dell’Annunziata dei Teatini, eretta nel ‘600 su progetto dell’architetto
modenese Guarino Guarini. Esternamente si presenta simile alla Basilica di
Superga; il suo ingresso è affiancato da quattro colonne , due per lato, che le
danno un' austerità tipica delle chiese Romane. Subito dopo
l’ingresso, sulla sinistra, in una cappelletta è custodito un Crocefisso in
cartapesta con croce in legno dell’800. L’interno, che ha
forma circolare articolata su otto colonne centrali sulle quali poggia una
grande cupola con lanternino, custodisce una statua della "Madonna con
Gesù giovanetto", attribuita alla scuola del Montorsoli; una statua
in marmo di "Maria Addolorata" ed un pregevolissimo fonte
battesimale. Le volte absidali furono affrescate dal De Pasquale, con le
raffigurazioni dello "Sposalizio della Vergine",
l’"Annunziata" e la "Natività.
sabato 2 dicembre 2017
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e Protasio.
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova
della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e
Protasio è situata nel cuore centro storico rapallese. Fu
edificata, in stile gotico-romanico, probabilmente in epoca medievale e una
targa al suo interno indica il 1118 come data della sua intitolazione, anche se
gli storici non sono concordi con questa datazione. Nel tempo fu
interessata da diversi rimaneggiamenti e modifiche, fino ai lavori di
ricostruzione tra il XVII e XVIII secolo che portarono alla cancellazione
del precedente aspetto architettonico gotico-romanico, facendole assumere
quello Settecentesco. Il campanile, alto e pendente, è del 1753 e nella seconda
metà dell'Ottocento vennero approntate ulteriori e sostanziali modifiche agli
interni e alla nuova facciata in stile neoclassico, dell'architetto Gio Batta
Olivieri. Nei primi anni del Novecento, grazie al nuovo arciprete monsignor
Cesare Boccoleri, ci fu la definitiva riedificazione della Basilica e la
costruzione della monumentale cupola, che terminò nel 1920. Anticamente
la parrocchia di Rapallo rivestiva grande importanza e la sua giurisdizione si
estendeva su un vasto territorio, dagli attuali comuni di Portofino fino a San
Pietro di Rovereto, sopra a Zoagli, e fino a Cicagna in val Fontana buona. Al
suo interno si tennero importanti riunioni popolari dove furono intraprese
decisioni della vita sociale, politica e religiosa della zona. Ancora oggi la
comunità parrocchiale rapallese è la più numerosa della diocesi di Chiavari con
circa 18.000 abitanti.
venerdì 1 dicembre 2017
Cagliari capoluogo della Regione Sardegna. Cattedrale di Santa Maria.
Cagliari capoluogo della Regione
Sardegna. Cattedrale di Santa Maria. Costruita nel XIII sec. in stile romanico-pisano, subì
nel corso dei secoli varie trasformazioni in stile gotico, barocco e
neoromanico. L'interno della chiesa, con pianta a croce latina, si presenta a
tre navate con transetto e cappelle laterali. Nel braccio destro, all'interno
della cappella aragonese, è custodita una preziosa reliquia: una spina che si
vuole appartenesse alla corona di Gesù, che giunse a Cagliari nel 1527 insieme
ad altre reliquie ed opere d'arte trafugate da varie chiese di Roma e dallo
stesso appartamento pontificio. Poco prima di giungere in porto, la nave si
imbatté in una tempesta, e chi era a conoscenza della presenza del prezioso
carico, spinto forse dalla convinzione che la tempesta fosse espressione della
collera divina per i furti sacrileghi, confessò il fatto ad alcuni religiosi
presenti sulla nave, che giunti a Cagliari informarono l'arcivescovo
dell'accaduto. Il papa Clemente VII, venuto a conoscenza dei fatti, decise
comunque di lasciare in dono alla Cattedrale di Cagliari alcune reliquie, tra
cui la Sacra Spina e un trittico fiammingo del XV secolo attribuito al pittore
Rogier Van der Weyden; entrambi vengono esposti durante la festa
dell'Assunzione.
giovedì 30 novembre 2017
Paternò, provincia di Catania, della regione Sicilia. La chiesa di SAN GIACOMO.
Paternò, provincia di Catania, della regione Sicilia. La
chiesa di SAN GIACOMO è una piccola chiesa di Paternò, situata sul versante
orientale del colle di Paternò, lungo la strada che conduce al santuario della
Madonna della Consolazione. La sua confraternita ebbe origine verso la metà del
Trecento, ma i suoi capitoli furono approvati soltanto l'8 settembre del 1555 e
confermati dal viceré Caracciolo il 10 novembre del 1783. La chiesa alla fine
del XVI secolo era già esistente. La sacrestia venne aggiunta dopo il 1601,
adattando allo scopo un piccolo granaio adiacente all'edificio sacro. Nel 1934
l'edificio subì parziali interventi di restauro. Rimase successivamente in
stato di abbandono fino a nuovi restauri negli anni novanta, conclusi con una
nuova inaugurazione (25 luglio del 2006).
mercoledì 29 novembre 2017
Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. MONUMENTO AD UMBERTO 1°.
Asti, capoluogo
dell’omonima provincia della regione Piemonte. MONUMENTO AD UMBERTO 1°. Il
re era stato assassinato a Monza da poco più di un anno. Grande fu la
commozione generale, e Asti fu la prima città a erigere una statua equestre in
bronzo ad Umberto I. La piazza (intitolala al re nel 1903 e poi ai fratelli
Cairoli nel 1944, ma sempre nota a tutti come “piazza del cavallo”) venne
realizzata nel 1903 per volere di un comitato presieduto dal conte Leonetto
Ottolenghi, che di tasca sua offrì piazza e monumento. Al posto della stretta
via d'Azeglio (ora via Caracciolo) che da corso Alfieri andava al Duomo, sorse
la piazza semicircolare delineata dal muro con lesene e colonnine, al centro
della quale, su un basamento di marmo ornato dalle statue del Valore e della
Pietà e da fregi in bronzo, fu collocata la statua di Umberto I a cavallo,
modellata dallo scultore Odoardo Tabacchi e fusa in bronzo dall'astigiano
Corrado Betta. Quel 4 ottobre 1903 la stazione, via Cavour e corso Alfieri
erano piene di tricolori al passaggio del “landò” con il Duca d'Aosta in
rappresentanza di Vittorio Emanuele III, con il sindaco Bocca e il conte
Ottolenghi e delle altre carrozze con numerose autorità, da deputati e
senatori, al vescovo Arcangeli, all'ammiraglio Cagni, ai sindaci del
circondario. Grandioso ricevimento in municipio e poi alle 11 solenne
inaugurazione della piazza e del monumento presenti un centinaio di
associazioni coi vessilli, la musica del 72° Fanteria di Alessandria, le
fanfare dei Cavalleggeri e dei Militari in Congedo e la banda di Montemarzo.
martedì 28 novembre 2017
Pisa. Capoluogo di provincia della regione Toscana. Il Battistero.
Pisa. Capoluogo di
provincia della regione Toscana. Il Battistero. I lavori per la realizzazione del Battistero, il più
grande in Italia, iniziarono nel 1152 sotto le direttive dell’architetto
Diotislavi, la struttura posizionata davanti la Cattedrale, fu interamente
rivisitata da Nicola Pisano con il figlio Giovanni intorno a metà del Duecento;
i due la modificarono in stile gotico e aggiunsero una loggia e una cupola
emisferica. Al centro del Battistero di trova il Fonte Battesimale di Guido
Bigarelli da Arogno, inizialmente illuminato da una luce proveniente da
un’apertura sul soffitto, oggi coperta dalla Cupola. Il Pulpito di Nicola
Pisano (1255-1260) racconta scene della Vita di Cristo sui 5 pannelli, mentre
le colonne rappresentano le Virtù. Possiamo chiaramente percepire uno stile
classicheggiante nell’opera, non a caso Nicola Pisano viene definito un
precursore del Rinascimento.
lunedì 27 novembre 2017
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI.
Matera capoluogo di
provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI. La costruzione è stata edificata
su un antica chiesa ipogea dei SS. Pietro e Paolo. Questa chiesetta rupestre è
ancora oggi visitabile, vi si accede tramite una botola dalla terza cappella
sulla sinistra e vi è presente un affresco raffigurante la visita del
Papa Urbano II a Matera del 1093. Alcuni cronisti narrano che nel 1218
detta chiesa ospitò San Francesco d'Assisi in persona. La prima struttura della
chiesa risale però alla prima metà del Duecento, ma aveva disposizione
esattamente opposta a quella moderna, ed oggi possiamo ancora vederne la cella
campanaria con pareti affrescate. Un primo ampliamento lo si ebbe già nel
Quattrocento, ma bisogna attendere il Settecento perché la Chiesa ed il
convento raggiungano il loro massimo splendore, ed è a questo periodo che
risale la bella facciata in tardo barocco, luminosa ed armonica, opera degli
architetti Vito Valentino e Tommaso Pennetta. Durante la visita guidata si
potrà ammirare, al centro della facciata superiore, la statua dell'Immacolata,
ed ai due lati, San Francesco e Sant'Antonio. L'interno ha una sola navata con
piccole cappelle dedicate ad alcuni nobili materani benefattori. Custodisce un
pregevole polittico di nove dipinti a tempera su tavola di Lazzaro Bastiani, un
artista della scuola veneta del 1500.
domenica 26 novembre 2017
Acireale, provincia di Catania, regione Sicilia.
Acireale, provincia
di Catania, regione Sicilia. La BASILICA
DEI SANTI PIETRO E PAOLO fu costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha
un prospetto barocco, progettato da Vasta nel 1741. Il campanile è del XIX
secolo; un secondo campanile, pur se progettato non venne mai realizzato.
L'interno, a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto del 1818. Vi si
trovano alcune tele del Vasta, di Giacinto Platania ed una statua del Cristo
alla Colonna, di autore ignoto, molto venerata in città e tradizionalmente
portata in processione ogni 70 anni. Nel giugno del 1933 papa Pio XI l'ha elevata
alla dignità di basilica minore.
sabato 25 novembre 2017
Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. CHIESA SAN FILIPPO NERI, DETTA DEL PURGATORIO.
Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. CHIESA
SAN FILIPPO NERI, DETTA DEL PURGATORIO. (XVII secolo). La Chiesa fu edificata per
volontà del vescovo Francesco Maria Neri (1678 – 1684). Si evidenzia la
caratteristica del campanile che fa corpo con la bella e sobria facciata, tutta
fregi, volute, nicchie e pinnacoli, opera si suppone, di un architetto romano,
fatto venire a Venosa verso il 1680 dal Cardinale Giovanni Battista De Luca,
all’epoca uditore di Papa Innocenzo XI. Nell’interno si trovano belle colonne
tortili ed un San Filippo dipinto attribuito a Carlo Maratta (1625 – 1713).
venerdì 24 novembre 2017
Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA CATENA.
Acicatena, provincia
di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA
CATENA. È il maggior tempio di Aci
Catena, e si impone alla ammirazione perché possiede "tre cose"
veramente belle: una Madonna, una cupola, una campana. Il suo frontone esterno
reca la scritta "BEATAE MARIAE VIRGINI A CATENA ", che sintetizza la
storia del culto della Madonna nella nostra Città che di Essa porta il nome. L'interno della chiesa è a tre navate, a
croce latina; elegante è l'architettura dell'abside, del transetto, della
cupola e delle due cappelle laterali, del SS.mo Sacramento e della Madonna. L'abside
si orna di un artistico coro ligneo nelle cui pareti laterali si ammirano due
affreschi di discreta fattura raffiguranti Il Miracolo della liberazione dei
tre condannati palermitani e il terremoto del 1693. Sul tetto dell'abside si
ammira un bellissimo affresco raffigurante la gloria di Maria SS. Assunta in
cielo: questo particolare è assai significativo in quanto ci dice come il
popolo, unitamente al clero locale, abbia voluto definitivamente trasferire la
solennità della festa, che in un tempo remoto ricorreva nel mese di Maggio, al
15 Agosto di ogni anno, abbinandola così alla festa dell'Assunta. Il 15 agosto,
Festa estiva in onore della Madonna della Catena, Patrona della città. Il
simulacro della Madonna, arricchito da numerosi monili d'oro, donati nel corso
degli anni per grazie ricevute, sul fercolo viene condotto in processione dai
devoti, per le vie della città. I momenti più importanti della festa sono
l'arrivo dei pellegrini, provenienti da molti paesi etnei (principalmente
Misterbianco e Acitrezza) durante tutta la notte tra il 14 e il 15 agosto; in
mattinata l'emozionante svelata del Taumaturgo Simulacro della Santa Patrona
tra le lacrime e le acclamazioni dei devoti; tradizionale è la suggestiva
"Trasuta o chianu" (Ingresso in piazza di corsa) del fercolo con la
Madonna; tra lo sventolio dei fazzoletti, un colorato e nutrito spettacolo
pirotecnico, conclude la giornata di festa. Forte devozione e fede si
intrecciano al folklore siciliano.
giovedì 23 novembre 2017
Aci Bonaccorsi, provincia di Catania, regione Sicilia.
Aci Bonaccorsi, provincia di Catania,
regione Sicilia. La
costruzione della CHIESA MADRE,
Parrocchia S. Maria Dell'Indirizzo. La
Chiesa Madre, che risale al 1500, è dedicata alla Madonna dell'Indirizzo
(o Santa Maria dell'Itria). L'esterno della chiesa è preceduto da una
scalinata, pregevole il portale in pietra lavica nella facciata laterale con
rilievi ornamentali. Nel campanile è alloggiata la campana grande (il
campanone) costruita nel 1817. L’interno della Matrice è a tre navate,
impreziosite da eleganti decorazioni. Al suo interno possiamo ammirare opere di
elevato pregio artistico, quali la seicentesca tela della “Lapidazione di Santo
Stefano”, il Patrono della Comunità, attribuito alla scuola di Giacinto
Platania (sec. XVII), la cinquecentesca Statua di Santo Stefano
Protomartire, un bellissimo organo a canne. Merita una speciale menzione
ancora un quadro, forse fra i cimeli più interessanti del Paese, esposto nella
Sagrestia, raffigurante una pregevole "Annunciazione", dipinta nel 1793
dal pittore Vincenzo Sciuto, del vicino Aci S. Antonio, il cui recente
restauro, infatti, ha portato alla luce una scritta (contenuta nel cartiglio ma
cancellata ad arte, a suo tempo) che testimonia l'appartenenza ad Aci
Bonaccorsi, e quindi un'estensione più ampia del suo territorio, di un'altra
chiesa, dedicata proprio all'Annunziata, sempre ubicata sul ciglio del
torrente, al vecchio confine con il Comune di Viagrande, oggetto di grandi
dispute tra i due Comuni sul finire del XVIII secolo. Tra le varie statue conservate
nella Matrice la più antica e venerata è quella del Protomartire. Negli ultimi
anni del sec. XVI, in
zona "strategicamente" centrale ai sub-quartieri, dava al Paese
l'assetto definitivo e l'aspetto conservato pressappoco fino a oggi. Il nome di
"quartiere" riscontrato nei "riveli" si deve alla struttura
particolare della città di Jaci di cui "Bonaccorsi" era una delle
tante componenti. Il nome "Bonaccursu" dato al Paese, malgrado la
maggiore diffusione del cognome "Vattiatu" (da cui
"Battiati", denominazione di uno dei più antichi sub-quartieri, come
abbiamo scritto, che risponderebbe al significato di "battezzati"),
si deve all'importanza e conseguente notorietà "fuori paese" assunta
da alcune persone socialmente di spicco, di cognome "Bonaccorso".
Come l'autonomia parrocchiale si fa risalire all'epoca della costruzione (1589)
della Matrice (in precedenza la Parrocchia dipendeva dal Santuario di
Valverde), così si ha pure una data per l'autonomia comunale. È bene, però,
ricordare che entrambe le date vanno intese come "verità"
approssimative. È del 1652, infatti, un documento che rende nota l'esecutorietà
di un altro documento emanato dalla corte spagnola, l'anno precedente, a favore
di un Giorgio Esquerra De Roxas, inteso a nominarlo "Marchese di Bonaccorsi".
Alla morte di costui, che era stato secondo marito di Donna Francesca Grimaldi,
vedova di Don Nicolò Diana, barone di Cefalà (Cefalà Diana, Palermo) e di Jaci,
subentrava il figlio del primo marito di Donna Francesca, Guglielmo Diana. Nel
1672, succedendo come nuovi signori di Jaci i Campofiorito ai Diana, il
"Marchesato di Bonaccorsi" rimase quale titolo onorifico alla
famiglia Diana, anche se la "Terra dei Bonaccorsi" continuò ad essere
una delle componenti dello "Stato" feudale di Jaci.
mercoledì 22 novembre 2017
Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. IL MONUMENTO A VINCENZO BELLINI
Catania capoluogo di
provincia della regione Sicilia. IL MONUMENTO A VINCENZO BELLINI è situato al
centro della zona est di piazza Stesicoro a Catania. Il
monumento venne realizzato dallo scultore Giulio Monteverde, su
commissione del comune di Catania, ed inaugurato il 21 settembre del 1882. La sua ubicazione rimase in
sospeso fino alla fine in quanto non si riusciva a decidere dove sistemarlo. Un
gruppo di catanesi voleva porlo di fronte al teatro Massimo Bellini allora
in costruzione, altri al posto della fontana dell'Elefante in piazza Duomo. Soltanto alla fine prevalse la proposta di
innalzarlo in piazza Stesicoro. Il
monumento, completamente in marmo bianco, ha base quadrata ed è
alto quindici metri. Il basamento ha forma di parallelepipedo alta
circa tre metri. Su questa base poggiano sette gradini, ad indicare le note musicali, che
salgono a tronco di piramide. Alla
sommità della scala si innalza una colonna a forma quadrata sulla cima della
quale è posta una statua di Vincenzo Bellini seduto
su di una sedia. Ai quattro lati della colonna sono poste quattro statue
come allegoria delle
sue quattro opere più celebri: Norma, I puritani, La sonnambula e Il pirata. Una
cancellata bassa in ferro battuto fa da contorno al monumento.
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