giovedì 22 giugno 2023


 

Portofino, della città metropolitana di Genova in Liguria. Oratorio della Confraternita dell’Assunta, in stile gotico, che custodisce diverse opere d’arte, tra cui una statua lignea del XIX sec. raffigurante l’Assunta. L'oratorio della Confraternita dell’Assunta a Portofino è un edificio ad aula unica, a pianta rettangolare e coro quadrato, della stessa ampiezza della navata e diviso da essa da un arco trionfale a profilo ribassato e ghiera semplice. La navata è coperta da capriate lignee, mentre sul coro si erge un’elegante volta a ombrello in muratura a nove vele su altrettante lunette semicircolari. Le finestrature sono a forma di monofora, alte e strette, finì ad arco, e a doppia strombatura. L’edificio ha un solo ingresso che si apre sul prospetto principale (Est) di via Roma. Si tratta di un elegante portale in ardesia, in stile classico, architravato e sormontato da un timpano a lunetta. In fine bassorilievo, entro la lunetta, è raffigurata la Madonna col Bambino attorniata da figure incappucciate in preghiera e sulla ghiera dell’arco, è inciso il monogramma di Cristo IHS con cartiglio e data del 1555. Le strutture verticali: muratura continua in pietre a spacco irregolari e malta di calce, rivestita da sottile strato d’intonaco. Le strutture orizzontali sono: volta a ombrello in mattoni sul presbiterio e capriate lignee sulla navata. La copertura è realizzata con lastre di piombo su tavolato ligneo, sia sul coro e sulla navata.

mercoledì 21 giugno 2023


Roma, regione Lazio e capitale d’Italia. Fontana della barcaccia. E’ una delle fontane più famose del mondo, e, dopo circa un anno di restauro, è tornata al suo splendore originario. La fontana della Barcaccia, collocata al centro di piazza di Spagna, fu realizzata tra il 1626 e il 1629 per volontà di papa Urbano VIII Barberini (1623-1644). Il pontefice attuò, in realtà, un progetto risalente al 1570 che prevedeva di ornare con fontane pubbliche le piazze più importanti della città attraversate dal ristrutturato Acquedotto Vergine. La fontana fu commissionata a Pietro Bernini (1562-1629), architetto dell’Acqua Vergine dal 1623 e padre del più celebre Gian Lorenzo (1598-1680) con il quale non è da escludere vi sia stata una collaborazione. In quel punto la pressione dell’acqua, proveniente dall’Acquedotto Vergine (o Acqua Vergine), era molto debole, e la cosa creò numerose difficoltà tecniche, risolte grazie all’ingegno di Bernini che realizzò la fontana con una forma tale da permettere lo zampillo dell’acqua. Pietro Bernini progettò una fontana assolutamente nuova rispetto alle opere realizzate a Roma alla fine del XVI secolo; s’ispirò, infatti, ad una barca, ideando un’opera più scultorea in marmo travertino che architettonica. La singolare vasca a forma d’imbarcazione raccoglie l’acqua che fuoriesce da due grandi soli - collocati internamente allo scafo a prua e a poppa - e quella che zampilla da un piccolo catino centrale. L’acqua straripante dai fianchi della barca, aperti in modo da offrire l’impressione che stia affondando, è raccolta da un bacino sottostante nel quale confluiscono anche i getti provenienti da bocche di finte cannoniere poste all’esterno della prua e della poppa, ai lati di grandi stemmi papali caratterizzati dalle api, simbolo della famiglia Barberini. La fontana è stata sottoposta nel tempo a vari interventi conservativi resisi necessari anche dalla sua collocazione al centro di una delle piazze più frequentate della città. L'ultimo restauro è stato realizzato nel 2013 - 2014.

martedì 20 giugno 2023


Centro storico di San Gimignano, provincia di Siena regione Toscana. Uno dei più caratteristici e affascinanti borghi medievali toscani: San Gimignano, patrimonio dell’Unesco, è un  paese rimasto quasi intatto dalla fine del trecento ad oggi, come si può ben constatare dai dipinti dell’epoca (come ad esempio la tavola di Taddeo Bartolo, al Museo civico di San Gimignano). Per la bellezza dell’architettura, per il fascino dell’atmosfera del borgo, per gli straordinari paesaggi della campagne circostanti e  per il vino qui prodotto (con relative degustazioni), San Gimignano è uno dei luoghi in Toscana più visitati, e non solo dai turisti stranieri o di altre regioni, ma anche dai toscani stessi, che vi trascorrono volentieri giornate di festa e gite fuori porta. La fondazione di San Gimignano si perde nella notte dei tempi. La leggenda racconta che nel 63 avanti Cristo i due fratelli Muzio e Silvio, giovani patrizi fuggiti da Roma perché complici di Catilina, si rifugiarono in Valdelsa e vi costruirono due castelli: quello di Mucchio e quello di Silvia, futura San Gimignano. Il primo documento storico che attesta il nome della Città è datato 30 agosto 929 quando Ugo di Provenza dona al vescovo di Volterra il monte chiamato della Torre "prope Sancto Geminiano adiacente". È' probabile che il nome San Gimignano derivi proprio dal nome del vescovo di Modena. Anche in questo caso la leggenda narra che il santo durante le invasioni barbariche salvò la città dalla minaccia di Totila, apparendo miracolosamente sulle mura. Da qualunque luogo si arrivi, San Gimignano svetta sulla collina, alta 334 metri, con le sue numerose torri. Ancor oggi se ne contano tredici. Si dice che nel Trecento ve ne fossero settantadue, almeno una per ogni famiglia benestante, che potevano così mostrare, attraverso la costruzione di una torre, il proprio potere economico (molte sono ancora visibili nel corpo dei palazzi benché "scamozzate"). Le prime torri nascono isolate, in un tessuto sgranato, ben diverso da quello compatto che vediamo oggi. Diverso era soprattutto il modo in cui si viveva nella torre. Gli ambienti all'interno erano piccoli, in genere un metro per due; poche erano le aperture, mentre lo spessore murario, di circa due metri, garantiva fresco in estate e caldo in inverno. Quasi a tutte le torri erano addossate strutture in materiali deperibili come legno e terra. La torre era, nell'epoca medievale, il massimo simbolo di potenza, soprattutto perché il processo costruttivo non era certo semplice o economico. Occorreva cavare i materiali per la costruzione, trasportarli fino in città, porre in opera la struttura, cose che potevano permettersi soltanto le famiglie più abbienti, dedite all'attività mercantile e usuraria. L'abitazione non si estendeva per tutta l'altezza della torre. Al piano terreno erano le botteghe, al primo piano le camere e, più in alto, la cucina. La disposizione degli ambienti seguiva le più elementari regole della sicurezza. La cucina, dove si accende solitamente il fuoco, era al piano abitato più alto, in modo da poter fuggire dalla torre in caso di incendi fortuiti. Denominazione Abitanti: sangimignanesi. Etimologia (origine del nome): Il toponimo del borgo riflette la venerazione per il san patrono del paese. Il Santo patrono: San Gemignano. La leggenda vuole che nel secolo delle invasioni barbariche, precisamente nel 451, S. Geminiano salvò Modena dagli Unni guidati da Attila, nascondendola agli invasori coprendola con una fitta coltre di nebbia. Nella storia di Modena San Geminiano fu il secondo vescovo, ma, di fatto, per la sua grandezza morale e pastorale, è considerato il proto vescovo (è l'iniziatore di una comunità cristiana e della linea dei suoi pastori). Sarebbe nato intorno al 313 a Cognento, località a 6 chilometri a sud-ovest di Modena, quando Costantino, emanando l'Editto di Milano concedeva libertà di culto al Cristianesimo.

lunedì 19 giugno 2023


Amalfi, provincia di Salerno, regione Campania. Duomo dedicato all'apostolo Sant'Andrea. Nato dalla fusione di due basiliche preesistenti. La sua costruzione impiegò quasi mille anni e fu ultimato soltanto nel 1900, per cui lo stile varia dal romanico al barocco, ma rimane forte l’influsso arabo-siciliano. Il duomo di Amalfi, principale luogo di culto cattolico dell’omonima città, è una struttura risalente al IX secolo con caratteristiche architettoniche che vanno dal Romanico al Barocco fino al Rococò. Prevalentemente di stile architettonico romanico arabo-normanno, è stata più volte rimaneggiata, aggiungendo stile romanico, bizantino, gotico e elementi barocchi. La cattedrale comprende l'annessa Basilica del Crocefisso anch'essa risalente al secolo IX. Inoltre vi si possono trovare la Cripta di Sant'Andrea e il famoso Chiostro del Paradiso. Il duomo che fu costruito accanto alla Basilica più vecchia che a sua volta fu edificata sulle rovine di un tempio, quando la Repubblica Marinara cominciò ad affermarsi come potenza commerciale. Il Duomo fu completamente ristrutturato nel 1203, nelle forme arabo-normanne introdotte dai conquistatori. Rimaneggiato attorno al 1570, fu ricostruito inoltre dopo che 24 dicembre 1861 sotto l'azione di un forte vento, un tratto del coronamento della facciata, in cattivo stato di conservazione, cadde sfondando una o due volte del sottostante atrio. Il parere favorevole al restauro stilistico della Giunta delle Belle Arti fece sì che, per un danno leggero, le stratificazioni sulla facciata (dell'epoca rinascimentale, barocco, etc.) fossero cancellate, facendo ricostruire il duomo secondo lo stile dell'architetto Lorenzo Casalbore, che demolì l'insigne portico, i capitelli, le cornici, lo stesso intonaco e le basi e le paraste del Settecento. L'interno del Duomo, con il soffitto a cassettoni, è contraddistinto da una navata centrale, caratterizzata dal grande Crocefisso Ligneo del XIII sec.; in alto invece, sull’altare, vi è la tela del Martirio di S. Andrea; due maestose colonne di granito egiziano sostengono l’arco trionfale, più avanti due Colonnine Tortili e i due Pulpiti. Nella navata sinistra vi è la Croce di Madreperla, portata dalla Terra Santa da Mons. Marini, di fianco il Battistero in porfido rosso egiziano e, scendendo lungo la navata, nelle cappelline laterali alcune Tele di Silvestro Mirra e dei suoi Allievi. Nella navata destra troviamo il Busto Reliquario di S. Andrea del sec. XVI e, sulla porta c’è una grande tela raffigurante S. Andrea e S. Matteo. All'interno della Cripta è custodito il corpo di S. Andrea, il primo discepolo di Gesù e Santo protettore di Amalfi. Dopo il martirio di Sant'Andrea, secondo la tradizione, le sue reliquie furono spostate da Patrasso a Costantinopoli. Leggende locali dicono che le reliquie furono vendute dai romani. Qui rimasero sino al 1208 quando, nel corso della quarta crociata, le reliquie furono portate ad Amalfi, dal cardinale Pietro Capuano, nativo di Amalfi. La Cripta si presenta oggi nella forma barocca datata nel 1600 con scene della Passione di Gesù, incastonate fra ricche ed eleganti decorazioni di stucco. L’altare centrale, in marmo pregiato, è opera di Domenico Fontana. La grande statua bronzea è opera di Michelangelo Naccherino. Accanto ci sono le statue marmoree che rappresentano San Lorenzo e Santo Stefano. Le sacre reliquie sono racchiuse in un urna d’argento, posta sotto l’altare centrale, opera di Domenico Fontana.

venerdì 16 giugno 2023


Cefalù, in provincia di Palermo, della Regione Sicilia. DUOMO DI CEFALÙ (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione). Secondo la leggenda, Sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II (d'Altavilla di Fara Misuraca Ruggero, figlio secondogenito di Ruggero d'Altavilla e di Adelasia di Monferrato, nacque il 22 dicembre 1095), scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.

giovedì 15 giugno 2023


Pisa regione Toscana. Campo dei miracoli, Torre pendente.  Inserita in un ambiente meraviglioso, piazza dei miracoli (patrimonio dell'umanità), si erge la torre di Pisa, che con la sua inclinazione di 4 gradi, dando la sensazione che possa cedere da un momento all'altro... suscita l'interesse di migliaia di turisti curiosi che rimangono ogni anno estasiati ed affascinati dalla singolarità e stranezza di uno dei monumenti più belli del mondo. Quando si nomina Pisa si pensa subito alla famosa Torre Pendente, monumento che ha assunto importanza nei secoli per via della sua accentuata pendenza che ha fatto preoccupare e allo stesso tempo, ha attratto la curiosità di numerosi esperti e di semplici turisti; per tale motivo la Torre (campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Piazza del Duomo), è stata rinominata Torre Pendente. Nel 1173 iniziano i lavori di costruzione della torre di Pisa che si conclude però nel 1350, 56metri, 8 piani, 7 campane. La Torre di Pisa, posta su un terreno argilloso e sabbioso, sembra cominciò ad inclinarsi fin dall'edificazione del terzo piano tanto che si dovettero sospendere i lavori per poi riprenderli anni dopo, costruendo i piani successivi con una curvatura in senso opposto alla pendenza. Il progetto originale si pensa sia stato di Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo anche il Battistero. La costruzione continuò fino al completamento nel 1350, raggiungendo un'altezza di circa 56 metri e un peso di 14.523 tonnellate, riuscendo a mantenerla in equilibrio perché la verticale che passa per il baricentro cade all'interno della base di appoggio. I piani complessivi sono 8, circondati da una loggetta con archi a tutto sesto, che riprendono il motivo della facciata della cattedrale e poiché la torre ne costituisce appunto il campanile, vennero collocate 7 campane: Assunta (la più grande che pesa 3620 kg), Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia, Terza, Vespruccio, le quali suonano ancora oggi prima delle messe in Duomo ed a mezzogiorno tramite un sistema elettronico e che un tempo era adibite ognuna ad un momento della giornata liturgica. La campana Pasquareccia, la più antica, si chiamava originariamente Giustizia e si trovava nell'omonimo palazzo e veniva impiegata per avvisare della morte dei traditori. La struttura del campanile è costituita da due stanze: una alla base della torre, conosciuta come Sala del pesce, avendo al suo interno un bassorilievo raffigurante appunto un pesce e l'altra è la cella campanaria, posta al settimo anello, delimitata dalle mura del camminamento superiore, a cielo aperto, mentre al centro, tramite un'apertura, è possibile vedere il pianterreno della torre. Per salire in cima alla torre, occorre percorrere tre rampe di scale a chiocciola.

domenica 11 giugno 2023


Pisa regione Toscana. Campo dei miracoli, Torre pendente.  Inserita in un ambiente meraviglioso, piazza dei miracoli (patrimonio dell'umanità), si erge la torre di Pisa, che con la sua inclinazione di 4 gradi, dando la sensazione che possa cedere da un momento all'altro... suscita l'interesse di migliaia di turisti curiosi che rimangono ogni anno estasiati ed affascinati dalla singolarità e stranezza di uno dei monumenti più belli del mondo. Quando si nomina Pisa si pensa subito alla famosa Torre Pendente, monumento che ha assunto importanza nei secoli per via della sua accentuata pendenza che ha fatto preoccupare e allo stesso tempo, ha attratto la curiosità di numerosi esperti e di semplici turisti; per tale motivo la Torre (campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Piazza del Duomo), è stata rinominata Torre Pendente. Nel 1173 iniziano i lavori di costruzione della torre di Pisa che si conclude però nel 1350, 56metri, 8 piani, 7 campane. La Torre di Pisa, posta su un terreno argilloso e sabbioso, sembra cominciò ad inclinarsi fin dall'edificazione del terzo piano tanto che si dovettero sospendere i lavori per poi riprenderli anni dopo, costruendo i piani successivi con una curvatura in senso opposto alla pendenza. Il progetto originale si pensa sia stato di Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo anche il Battistero. La costruzione continuò fino al completamento nel 1350, raggiungendo un'altezza di circa 56 metri e un peso di 14.523 tonnellate, riuscendo a mantenerla in equilibrio perché la verticale che passa per il baricentro cade all'interno della base di appoggio. I piani complessivi sono 8, circondati da una loggetta con archi a tutto sesto, che riprendono il motivo della facciata della cattedrale e poiché la torre ne costituisce appunto il campanile, vennero collocate 7 campane: Assunta (la più grande che pesa 3620 kg), Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia, Terza, Vespruccio, le quali suonano ancora oggi prima delle messe in Duomo ed a mezzogiorno tramite un sistema elettronico e che un tempo era adibite ognuna ad un momento della giornata liturgica. La campana Pasquareccia, la più antica, si chiamava originariamente Giustizia e si trovava nell'omonimo palazzo e veniva impiegata per avvisare della morte dei traditori. La struttura del campanile è costituita da due stanze: una alla base della torre, conosciuta come Sala del pesce, avendo al suo interno un bassorilievo raffigurante appunto un pesce e l'altra è la cella campanaria, posta al settimo anello, delimitata dalle mura del camminamento superiore, a cielo aperto, mentre al centro, tramite un'apertura, è possibile vedere il pianterreno della torre. Per salire in cima alla torre, occorre percorrere tre rampe di scale a chiocciola.

venerdì 9 giugno 2023


Cefalù, in provincia di Palermo, della Regione Sicilia. DUOMO DI CEFALÙ (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione). Secondo la leggenda, Sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II (d'Altavilla di Fara Misuraca Ruggero, figlio secondogenito di Ruggero d'Altavilla e di Adelasia di Monferrato, nacque il 22 dicembre 1095), scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.

venerdì 2 giugno 2023


 

Portofino, della città metropolitana di Genova in Liguria. La Marina. Il più famoso Porticciolo del mondo sorge in mezzo ad un promontorio naturale formato dall’insenatura della Baia di Portofino ed arriva a lambire la Piazzetta del Borgo Martiri dell’Olivetta. La Marina di Portofino offre 14 posti di ormeggio per imbarcazioni da diporto e Super-yachts in banchina, tutti dotati di allaccio per acqua e elettricità, oltre a 2 posti per Mega  yachts a Baia Cannone. Un posto davvero unico quello cantato negli anni Cinquanta da Fred Buscaglione, che ha consacrato definitivamente Portofino regina della dolce vita. Il fascino dello storico borgo di Portus Delphini.

giovedì 1 giugno 2023


 

Mazzarino, provincia di Caltanissetta, regione Sicilia. U Cannuni è il castello di Mazzarino (nome reale non conosciuto); un altro castello, sempre in territorio di Mazzarino ma la cui vista si può godere percorrendo la vecchia strada per Catania, è il “Castello di Salamone” (nome reale Castello di Garsiliato). Il primo (U cannuni viene chiamato anche Castelvecchio ) è il monumento maggiormente rappresentativo ed è stato teatro di una puntata della serie TV La Piovra girato all’interno di esso. Per quanto riguarda la sua storia, la data di nascita è incerta. Quel che si sa è che Mazzarino e il suo Castello furono acquistati da Stefano Branciforti tra il 1282 e il 1292. È dunque molto probabile che esistesse già prima di queste date e che fosse utilizzato da signori e conti. In seguito un Branciforti prese la decisione di costruire il proprio Palazzo e vi si trasferì ed abbandonò il Castello al suo rapido ed inesorabile destino. Con una “Patente”, cioè con un decreto, il Principe di Butera e Conte di Mazzarino, Salvatore Branciforti, il 18 maggio 1790, nominò Don Pietro Accardi, benché‚ in età minorile, “Castellano di codesto Castello di Mazzarino, che trovasi vacante”. Il Castello di Mazzarino sorge su una lieve altura, in prossimità dell'attuale centro storico. I resti che sono fuori terra che sono visibili consentono una lettura ricostruttiva dell'impianto a pianta quadrangolare con torri cilindriche angolari. Il castello garantiva il controllo delle sottostanti vallate dei torrenti Braemi e Disueri. Anche dopo l'edificazione dell'attuale abitato di Mazzarino, sviluppatosi alle pendici del castello verso sud, mantenne nei confronti del paese tale posizione strategica. Volgarmente è definito 'U cannuni', probabilmente per la similitudine che, nella fantasia popolare, assume la cilindrica torre di sud-ovest, unica interamente superstite, con un grande cannone. In origine il castello era costituito da quattro torri cilindrichi legate da cortine murarie merlate, all'interno delle quali si sviluppavano gli ambienti abitativi e di servizio, oltre vari cortili interni. Oggi rimangono ben definite, anche se frammentate in alzato, soltanto la parete sud ed in parte le cortine a nord ed ovest. Il secondo meno famoso ai non mazzarinesi fu la dimora di antichi signori.