Ravenna, capoluogo
dell'omonima provincia in Emilia Romagna. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo,
via Roma 56. fatta costruire
da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa
palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al
culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di
Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare
furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la
sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla
da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città. La Basilica presenta
una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora
sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un
quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di
marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico,
caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo. Al suo
interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione,
la quale dal punto vista stilistico, iconografico e ideologico consente di
seguire l'evoluzione del mosaico parietale bizantino dall'età teodoriciana a
quella giustinianea. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di
Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento
e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.
martedì 30 giugno 2020
lunedì 29 giugno 2020
Perugia capoluogo dell’omonima
provincia della regione Umbria. La BASILICA DI SAN
PIETRO venne edificata intorno al 996 sopra la precedente cattedrale, la
prima sede vescovile di Perugia, esistente sin dal VII secolo. L'entrata della
chiesa è sul lato sinistro del chiostro seicentesco. Domina la basilica il
campanile poligonale, costruito nel 1463-68 a linee gotiche fiorentine. La
basilica venne edificata intorno al 996 sopra la precedente cattedrale, la
prima sede vescovile di Perugia, esistente sin dal VII secolo, anche se i primi
documenti che citano la chiesa sono del 1002. Il primo abate fu Pietro
Vincioli, un nobile perugino, successivamente canonizzato. Nei secoli seguenti
l'abbazia accrebbe enormemente il proprio potere, sino a quando nel 1398 fu
presa e messa a fuoco dai perugini, che rimproveravano all'abate Francesco
Guidalotti di aver preso parte alla congiura contro Biordo Michelotti, capo
della fazione popolare dei Raspanti. Il monastero ebbe un nuovo periodo
d'espansione sotto papa Eugenio IV, che l'unì alla Congregazione di Santa
Giustina di Padova (detta poi Cassinese), facendogli mantenere così una
posizione di prestigio e potere in città.
domenica 28 giugno 2020
NORCIA, provincia di Perugia, regione Umbria. Il PALAZZO COMUNALE ( Piazza San Benedetto) , edificio risalente al XIV secolo, ampiamente ristrutturato nel XIX secolo a causa dei danneggiamenti riportati negli eventi sismici precedenti.
NORCIA,
provincia di Perugia, regione Umbria. Il PALAZZO
COMUNALE ( Piazza San Benedetto) , edificio risalente al XIV secolo,
ampiamente ristrutturato nel XIX secolo a causa dei danneggiamenti riportati negli
eventi sismici precedenti.
sabato 27 giugno 2020
Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE.
Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione
Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE. Il
più antico tra i templi agrigentini è il Tempio di Ercole. Risalente
presumibilmente al VI secolo a. C. di esso parla Cicerone descrivendolo come
molto vicino all’agorà (oggi il piazzale del posto di ristoro). Ercole era
molto venerato dagli akragantini tanto che questi erano soliti dedicargli anche
delle feste dette “Eraclee”. Al suo interno vi era una statua di bronzo
raffigurante Ercole, venerato come eroe nazionale, il cui mento era divenuto lucido
perché veniva baciato dai fedeli. Il tempio venne distrutto, come molti altri,
a causa di un terremoto e solo intorno al 1920 si è provveduto ad innalzare le
otto colonne che oggi si possono ammirare. Costruito verso il 510 a.C., il
Tempio di Eracle/Ercole, il cosiddetto Herakleion, sorge nelle vicinanze di
Villa Aurea. E’ uno dei più antichi templi dorici della Sicilia e sicuramente
il più antico dei templi agrigentini, anteriore perfino a quello di Giove
Polieo, che ornava l’Acropoli. Il Tempio di Eracle/Ercole è famosissimo nella
storia agrigentina, per I'imponenza delle sue proporzioni e per le ricchezze
che lo adornavano. Fra queste si ricordano la celebre Alcmena dipinta da Zeusi,
e la statua in bronzo di Eracle/Ercole, che invano Verre – al dire di Cicerone
– tentò di rapire, per fonderla e farne moneta, com'era suo costume. Della
struttura originaria si conservano otto colonne del lato sud-ovest, rialzate
nel 1924. Come quasi tutti i primitivi templi dorici, anche questo era
periptero-esastilo-hipetras, cioè a colonnati e scoperto, ma aveva quindici
colonne, anziché quattordici, sui lati lunghi. Le rovine della cella mostrano
chiaramente che la sua distruzione fu causata da un terremoto. Il Tempio
misurava in lunghezza metri 73,42 e in larghezza metri 27,56, con colonne alte
più di dieci metri. Si nota la presenza, tra il pronao e la cella, di torri
scalarie per l’accesso al tetto, caratteristica poi di tutti i templi edificati
ad Akràgas, e in Sicilia. In epoca romana, la parte occidentale della cella fu
tripartita, forse perché l’edificio fu destinato al culto di una Triade Divina.
venerdì 26 giugno 2020
Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale.
Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La
torre del Brandale. Si trova nell'area antistante la
parte più antica del porto di Savona, come le torri Corsi e Guarnieri, i resti
di una loggia privata e il Palazzo degli Anziani. Quest'ultimo risale al XIV
secolo, mentre le torri sono tutte riferibili al XII secolo. Sembra che fosse
la principale delle cinquanta torri della città sulla cima delle quali venivano
accesi fuochi, con la funzione di fari; il nome "Brandale" può
infatti derivare da "Brand", corrispondente a "luce, falò",
oppure dalla famiglia Aldobrandeschi. Nella torre, acquistata dal Comune nel
1305, è stata installata la prima campana per richiamare il popolo a
Parlamento, nel 1349. La torre è stata abbassata, nel XVI secolo, e rialzata
nel 1931. In quest'occasione, con una sottoscrizione popolare è stata
acquistata la nuova campana. La torre ha un basamento ad arcate aperte ed è
oggi alta quasi cinquanta metri. Sul primo cornicione si trovano i dodici stemmi
in ceramica delle signorie che si sono avvicendate al comando della citta dal
XII secolo. Dalla torre si accede al Palazzo degli Anziani, che costituisce,
proprio assieme alla torre, una sorta di museo lapidario con resti di affreschi
medievali, iscrizioni, rilievi marmorei, fregi che provengono da distrutti
edifici del centro storico e che risalgono a un periodo compreso tra il XIV e
il XIX secolo. Il nucleo iniziale delle collezioni è stato ordinato da Poggio
Poggi negli anni Trenta del Novecento. Completano la raccolta statuine
presepiali di pastori, mentre nell'atrio è custodita anche la parte superiore
della campana civica del 1669.
Pisa regione Toscana.
Campo dei miracoli, Torre pendente. Inserita in un ambiente
meraviglioso, piazza dei miracoli (patrimonio dell'umanità), si erge la torre
di Pisa, che con la sua inclinazione di 4 gradi, dando la sensazione che possa
cedere da un momento all'altro... suscita l'interesse di migliaia di turisti
curiosi che rimangono ogni anno estasiati ed affascinati dalla singolarità e
stranezza di uno dei monumenti più belli del mondo. Quando si nomina Pisa si
pensa subito alla famosa Torre Pendente, monumento che ha assunto importanza
nei secoli per via della sua accentuata pendenza che ha fatto preoccupare e
allo stesso tempo, ha attratto la curiosità di numerosi esperti e di semplici
turisti; per tale motivo la Torre (campanile della Cattedrale di Santa Maria
Assunta in Piazza del Duomo), è stata rinominata Torre Pendente. Nel 1173
iniziano i lavori di costruzione della torre di Pisa che si conclude però nel
1350, 56metri, 8 piani, 7 campane. La Torre di Pisa, posta su un terreno
argilloso e sabbioso, sembra cominciò ad inclinarsi fin dall'edificazione del
terzo piano tanto che si dovettero sospendere i lavori per poi riprenderli anni
dopo, costruendo i piani successivi con una curvatura in senso opposto alla
pendenza. Il progetto originale si pensa sia stato di Diotisalvi, che nello
stesso periodo stava costruendo anche il Battistero. La costruzione continuò
fino al completamento nel 1350, raggiungendo un'altezza di circa 56 metri e un
peso di 14.523 tonnellate, riuscendo a mantenerla in equilibrio perché la
verticale che passa per il baricentro cade all'interno della base di appoggio. I
piani complessivi sono 8, circondati da una loggetta con archi a tutto sesto,
che riprendono il motivo della facciata della cattedrale e poiché la torre ne
costituisce appunto il campanile, vennero collocate 7 campane: Assunta (la più
grande che pesa 3620 kg), Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia,
Terza, Vespruccio, le quali suonano ancora oggi prima delle messe in Duomo ed a
mezzogiorno tramite un sistema elettronico e che un tempo era adibite ognuna ad
un momento della giornata liturgica. La campana Pasquareccia, la più antica, si
chiamava originariamente Giustizia e si trovava nell'omonimo palazzo e veniva
impiegata per avvisare della morte dei traditori. La struttura del campanile è
costituita da due stanze: una alla base della torre, conosciuta come Sala del
pesce, avendo al suo interno un bassorilievo raffigurante appunto un pesce e
l'altra è la cella campanaria, posta al settimo anello, delimitata dalle mura
del camminamento superiore, a cielo aperto, mentre al centro, tramite
un'apertura, è possibile vedere il pianterreno della torre. Per salire in cima
alla torre, occorre percorrere tre rampe di scale a chiocciola.
giovedì 25 giugno 2020
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e Protasio
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova
della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e
Protasio è situata nel cuore centro storico rapallese. Fu
edificata, in stile gotico-romanico, probabilmente in epoca medievale e una
targa al suo interno indica il 1118 come data della sua intitolazione, anche se
gli storici non sono concordi con questa datazione. Nel tempo fu
interessata da diversi rimaneggiamenti e modifiche, fino ai lavori di
ricostruzione tra il XVII e XVIII secolo che portarono alla cancellazione
del precedente aspetto architettonico gotico-romanico, facendole assumere
quello Settecentesco. Il campanile, alto e pendente, è del 1753 e nella seconda
metà dell'Ottocento vennero approntate ulteriori e sostanziali modifiche agli
interni e alla nuova facciata in stile neoclassico, dell'architetto Gio Batta
Olivieri. Nei primi anni del Novecento, grazie al nuovo arciprete monsignor
Cesare Boccoleri, ci fu la definitiva riedificazione della Basilica e la
costruzione della monumentale cupola, che terminò nel 1920. Anticamente
la parrocchia di Rapallo rivestiva grande importanza e la sua giurisdizione si
estendeva su un vasto territorio, dagli attuali comuni di Portofino fino a San
Pietro di Rovereto, sopra a Zoagli, e fino a Cicagna in val Fontana buona. Al
suo interno si tennero importanti riunioni popolari dove furono intraprese
decisioni della vita sociale, politica e religiosa della zona. Ancora oggi la
comunità parrocchiale rapallese è la più numerosa della diocesi di Chiavari con
circa 18.000 abitanti.
mercoledì 24 giugno 2020
Roma, regione Lazio e capitale d’Italia. Altare della Patria, piazza Venezia.
Roma,
regione Lazio e capitale d’Italia. Altare della Patria, piazza Venezia.
Il
Vittoriano o Altare della Patria è un monumento di grandissima valenza
simbolica che riunisce in sé tutti i valori dell’Italia risorgimentale e della
nostra Costituzione. Questo è uno dei monumenti più emblematici della storia
del nostro Paese ed è il simbolo dell’Italia del Risorgimento e della monarchia
sabauda. La prima pietra fu posta da Umberto I di Savoia nel
1885, figlio di Vittorio Emanuele II, il primo re d’Italia. La necessità era
quella di avere un monumento commemorativo estremamente simbolico per testimoniare
i cambiamenti del Paese. La scelta di costruire il Vittoriano sul Campidoglio
non è stata certo casuale: si tratta infatti del primo colle su cui, secondo la
leggenda, fu fondata Roma nonché dove fu eretto il tempio a Giove Capitolino.
Simbolicamente
fu deciso di porre il Vittoriano non lontano dal Colosseo, massimo simbolo
della Roma imperiale e in contrapposizione a San Pietro, che rappresentava il
potere temporale dei Papi. Sempre per fare da contrappeso al potere dei papi,
fu costruito pochi anni dopo il palazzo di Giustizia vicino a Castel
Sant’Angelo, da sempre prigione sotto il controllo del Vaticano e perciò
simbolo di un potere religioso che ormai doveva lasciare il posto all’Italia
unita e laica. Per il progetto del Vittoriano fu indetto un concorso pubblico,
vinto da Giovanni Sacconi, giovane architetto de Le Marche che aveva un
progetto ambizioso e di forte valenza simbolica. Per erigere il monumento molti
furono gli espropri e le distruzioni ai danni soprattutto di edifici medievali
circostanti per fare largo alla nuova costruzione. Il lavori durarono quasi 25
anni per terminarla. All’inaugurazione dell’altare della patria, risalente al
1911, erano presenti tutte le più grandi personalità dello Stato. Questo
edificio rappresenta la Patria: ai due lati, dove sorge e tramonta il sole, vi
sono due fontane con i mari Adriatico e Tirreno, come ai lati della Penisola. In
alto, sui due propilei, troneggiano le scritte in caratteri cubitali “PATRIAE
UNITATI” e “CIVIUM LIBERTATI” ovvero “All’unità della patria” e “Alla libertà
dei cittadini” che rappresentano quindi i due principi fondamentali di unità e
libertà di cui si faceva promotore il nuovo Stato. L’enorme edificio, che con
le quadrighe raggiunge gli 81 metri di altezza, è tutto decorato da gruppi
scultorei eseguiti da vari artisti che rappresentano i valori del popolo
italiano: troviamo la Forza, il Diritto, l’Azione, la Concordia, il Sacrificio
ed il Pensiero. Al centro, accanto alla tomba del Milite Ignoto, posta nel 1921
a monito e memoria dopo la Prima Guerra Mondiale, troneggia la statua di Roma.
Sullo sfondo di un mosaico dorato a simboleggiare l’importanza della nuova
capitale e la sua centralità geografica e politica; sui due lati troviamo la
rappresentazione dell’agricoltura e dell’industria, cioè il lavoro su cui
poggia l’economia del Paese e l’amor patrio su cui si fonda la società. Sul
piedistallo che sorregge l’enorme statua equestre di Vittorio Emanuele II (Riguardo
l’enorme statua equestre in bronzo, fatta nel 1910 da Enrico Chiaradia, c’è una
curiosità che sembra incredibile: quando fu terminata ospitò all’interno della
pancia del cavallo una cena per venti persone, come testimoniano foto d’epoca) troviamo
quattordici città italiane. Sopra, in corrispondenza delle colonne che fanno da
quinta al re a cavallo, vi sono invece allegorie delle sedici regioni
dell’epoca, frutto del lavoro di artisti provenienti dalla regione che
rappresentava. Due alte colonne, sormontate da vittorie alate, coronano
quest’esaltazione dell’Italia e dei suoi valori, del suo popolo e della sua
storia. L’interno del colonnato che costituisce la terrazza è decorato con
marmi e mosaici di Giulio Bargellini. Rappresentano la Fede, il Lavoro, la
Forza e la Sapienza da un lato, la Legge, il Valore, la Pace e l’Unione
dell’altro. Persino i motivi vegetali che decorano l’altare della patria hanno
un significato preciso: l’alloro rappresenta il valore, la palma la vittoria,
la quercia la forza, il mirto il sacrificio e l’ulivo la pace. La terrazza
delle quadrighe è accessibile e visitabile tramite un suggestivo ascensore a
vetri: Ti lascerà a bocca aperta la vista sulla città eterna (prezzo 7 euro,
ridotto 3,50). Da qui si gode una delle viste panoramiche più belle di Roma.
martedì 23 giugno 2020
Lucca, capoluogo di provincia della regione Toscana. Chiesa di San Michele in Foro ( Piazza San Michele).
Lucca, capoluogo di
provincia della regione Toscana. Chiesa di San Michele in Foro ( Piazza San
Michele). A completare
il nome della chiesa di San Michele è proprio il luogo in cui fu edificata: il
foro, prima centro della vita pubblica, nell'antichità, e poi cuore pulsante
della città Comunale. Su questa piazza sorse il Palatium Civitatis, il Palazzo
Pubblico, ora scomparso, costruito proprio accanto alla chiesa e poi trasferito
nella Fortezza dell'Augusta. La piazza fu lastricata per la prima volta quando
nel '400 vi fu costruito il Palazzo Pretorio, ma fra '600 e '700 fu innalzato
il piano stradale, venne pavimentata e chiusa da colonnine con catenelle. Le
case che delimitano il perimetro della piazza sono tipicamente medievali e da
più di ottocento anni stanno lì ad osservare placidamente la vita che scorre
nel cuore della città. La chiesa di San Michele, di cui le fonti parlano per la
prima volta nel 795, fu edificata proprio qui. Eretta in un luogo centrale, ma
obliqua rispetto alla piazza, come molte altre chiese di Lucca, spicca in uno
spazio enorme in cui il cielo si apre finalmente dopo il rincorrersi di anguste
e tortuose vie medievali, come una meta finalmente raggiunta: tale era per i pellegrini
che passavano per la città percorrendo la Francigena. Si fermavano a San Michele per rifocillarsi, cogliendo l'occasione per
venerare loro illustri compagni di viaggio, come San Davino, un pellegrino
Armeno in viaggio verso Santiago de Compostela, che morì proprio mentre faceva
tappa a Lucca e il cui corpo si diceva avesse acquistato poteri taumaturgici
dopo la morte. Furono varie le vicende della
chiesa di San Michele: cambiò amministrazione più volte prima di divenire
privilegio della famiglia Gigli, che contribuì a rinnovarne sia le strutture
che le suppellettili. La chiesa, così come appare oggi,
frutto della ricostruzione di XI secolo voluta da papa Alessandro, è un
palinsesto delle vicende della città: nella sua architettura pisano-lucchese si
fondono romanico e gotico, ricordi di età classica e misteriose figure tratte
dai bestiari medievali che si affollano sulla facciata dal XII secolo. Nel cantiere di San Michele, fra XIII e XIV secolo lavorarono a Lucca
illustri architetti e probabilmente, nonostante lo si deduca solo dallo stile
delle decorazioni in facciata, anche Diotisalvi, l'autore del Battistero di
Pisa. L'intento originario del progetto era quello di innalzare la chiesa, ma
si riuscì solo a creare la facciata, altissima, visibile oggi come una
scenografia che si staglia contro il cielo. Fu in questo
periodo che vennero create, dalla scuola di Guidetto da Como, che lavorò anche
per il Duomo di San Martino, le caratteristiche "loggette", decorate
con l'uso di marmi policromi, che iniziano a parlare del gotico e che sono
ovviamente influenzate dallo stile lombardo. Infine, nel
punto più alto, fu aggiunta la grande statua di San Michele Arcangelo che
abbatte il drago, con ali metalliche e due angeli con la funzione di guglie
tipicamente gotiche per rendere la chiesa, che già svettava isolata, ancora più
protesa verso l'alto.
lunedì 22 giugno 2020
Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. Convitto, liceo e collegio Cutelli, via Vittorio Emanuele n° 56 .
Catania capoluogo di
provincia della regione Sicilia. Convitto, liceo e collegio Cutelli, via
Vittorio Emanuele n° 56 . Il convitto Cutelli, progettato da Francesco Battaglia e
Gian Battista Vaccarini su commissione di Mario Cutelli, è un nuovo esempio di
grande architettura settecentesca (1761). Si ha ragione di credere che nel 1756
Vaccarini si recasse a Napoli per scegliere i marmi destinati alla cappella del
Palazzo Reale di Caserta, e forse in questa visita prese conoscenza del nuovo e
più classico stile che il Vanvitelli e il Fuga andavano introducendo a Napoli.
Comunque le sue ultime opere, come il Collegio Cutelli e la Badia piccola di
San Benedetto, tradiscono la loro influenza. Nel Collegio Cutelli su via
Vittorio Emanuele, imboccato l’ingresso e superato il breve atrio coperto, si
raggiunge la corte, elemento di maggior spicco dell’intero edificio. Il piano
terra è definito da un portico circolare costituto da sedici archi a tutto
sesto, sostenuti da altrettanti pilastri cruciformi, composti da una sezione
trapezoidale con delle semicolonne appoggiate. Il dorico romano che
caratterizza la trabeazione circolare dell’atrio interno del Collegio Cutelli è
severo e monumentale come quello dell’atrio di Caserta, ma la pianta rotonda
del cortile impedisce all’insieme di essere troppo solenne. Sull’asse del
Collegio, di fronte all’ingresso, sorge uno scalone imponente, racchiuso in un
rettangolo dai vertici absidati. Esso porta iscritta la data 1779, undici anni
dopo la morte del Vaccarini, e deve quindi essere stato costruito da un suo
allievo. Ma molto probabilmente si basa su un disegno dello stesso architetto e
si accorda perfettamente con la sua ultima maniera,
più severa e classicheggiante. I pilastri della corte sostengono una lunga
balconata continua, anch’essa circolare, profonda quanto il portico
sottostante, con otto aperture di accesso. La parete del primo piano è
costituita da sedici moduli che richiamano le scansione del piano terreno con
grandi balconi alternati a finestroni, tutti decorati con elaborate
architetture in pietra bianca di Siracusa. Sopra la balconata del primo piano,
è presente un attico sagomato come una corona, decorato con vasi e conchiglie,
nella tradizione dei chiostri e dei cortili interni catanesi. Solo in piccola
parte l’edificio è dotato di un secondo piano, destinato alle abitazioni del
Rettore e del Vicerettore e ai vani ad esse annessi. Un solo dettaglio in tutto
il complesso mostra le tendenze barocche del Vaccarini: il pavimento a disegni
a raggiera in pietra bianca e lava, anche più gaio e leggero di quello del
Collegio dei Gesuiti.
domenica 21 giugno 2020
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. PIAZZA VITTORIO VENETO.
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata.
PIAZZA VITTORIO VENETO. Luogo
di incontro e di passeggio, la vivace Piazza Vittorio Veneto ospita spesso mercatini,
bancarelle e ritrattisti. Ottimo punto di partenza per andare alla scoperta
della suggestiva città dei Sassi di Matera, patrimonio mondiale dell’umanità
UNESCO. Dalla piazza si gode il panorama
del Sasso Barisano al quale cui si accede passando attraverso la loggia. La
Piazza è, inoltre, punto di partenza di un
percorso sotterraneo scavato nella roccia, composto di abitazioni,
botteghe, cantine, cisterne, pozzi e “palombari” (grandi strutture scavate per la
raccolta di acque piovane). Del quartiere interrato fanno parte, inoltre, la
Chiesa rupestre del S. Spirito e la Torre aragonese. La piazza Vittorio Veneto,
precedentemente chiamata Piazza Del Plebiscito, era conosciuta anche come
“piazza della Fontana” per la presenza in passato della grande “Fontana
Ferdinandea” monumentale, realizzata nel
1832 per raccogliere le acque provenienti dalla soprastante collina del
castello “De Montigny” , attualmente spostata poche centinaia di metri più in
basso lungo la strada, presso la villa comunale. L’attuale aspetto della piazza
è dovuto ai lavori di restauro del 1993,
quando si spostò il monumento ai caduti ( Benedetto d’Amore 1926 ) e si eliminò
la strada che attraversava la piazza,
per riportare alla luce il “fondaco di mezzo” , vecchio piano della città,
in parte visitabile, a cui si accende scendendo dalla scalinata di ferro vicino la grande fontana in pietra chiara da
cui sgorgano alti zampilli d’acqua. I locali ipogei che lo compongono si
estendono sotto tutta la piazza per più di 5000 mq. fino ad arrivare sotto il Convento
dell’Annunziata, che addirittura ha come
basamento nelle fondamenta un torrione appartenente probabilmente alla cinta
difensiva del Castello Tramontano , e comprendono neviere, cisterne, negozi,
magazzini e abitazioni.
sabato 20 giugno 2020
Misterbianco,
provincia di Catania, regione Sicilia. La Chiesa della Madonna delle Grazie. E’ un edificio di tipo
religioso situato nel cuore del centro storico di Misterbianco, edificato a
poche settimane dall'eruzione dell'Etna del 1669; inizialmente non era stata
progettata per essere la Chiesa madre o matrice come viene chiamata nel gergo
dai residenti, poiché la Chiesa di San Nicolò (costruita quasi simultaneamente
a questa), secondo i progetti iniziali, sarebbe dovuta divenire la chiesa
principale del paese. L'ampia cripta ospita un Museo di Arte sacra. L'esterno
della chiesa si affaccia sulla piazza Papa Giovanni XXIII e sulla stessa è
presente oltre le tre entrate che riconducono alle navate, anche una per l'ex
oratorio (attualmente non più in uso e sostituito da altri locali). Della
vecchia chiesa resta solo parte dell'antico campanile. la facciata della chiesa
è stata costruita ispirandola il più possibile all'omonima chiesa principale
distrutta e in cima alle tre entrate sono state collocate le statue che
raffigurano il Cristo Re, San Pietro e San Paolo. L'interno della chiesa si
compone di tre navate dove tra gli oggetti sacri, è custodita una statua della
Madonna delle Grazie risalente al XVI secolo miracolosamente salvata
dall'eruzione nella precedente chiesa di Campanarazzu la cui opera è stata
attribuita allo scultore Antonello Gagini; alle pareti sono presenti inoltre
alcune tele riconducibili allo stesso periodo di cui in una viene ritratta
un'immagine di san Francesco d'Assisi ed infine è presente una pregiata statua
raffigurante sant'Antonio di Padova.
venerdì 19 giugno 2020
Bergamo,
Capoluogo della omonima provincia, della regione Lombardia. Palazzo della
Regione. Sotto
l’antica sede del Comune sii gode di una visione su quanto di meglio ha creato
l’architettura medievale: edifici carichi di storia e di bellezza che uniscono
la funzionalità a un raffinato senso estetico. Nel corso della sua lunga vita,
il Palazzo è stato più volte danneggiato e ricostruito, venendo destinato a
diversi usi (divenne perfino un teatro e una biblioteca!). Ora, dopo 800 anni
dalla sua costruzione, esibisce la cultura e la storia della città: sia in se
stesso, con la sua architettura, sia come sede di importanti mostre d’arte. Il
Palazzo della Ragione è una tappa che non può mancare nel tuo itinerario alla
scoperta di Bergamo! Ti chiedi da dove derivi il suo nome? Ebbene, il Palazzo
della Ragione nasce come uno dei primi palazzi comunali italiani, fu infatti
costruito quasi mille anni fa per ospitare le assemblee pubbliche della città.
L’attuale denominazione discende però dall’uso che ne fecero i veneziani
durante il loro dominio su Bergamo, ossia quello di sede del tribunale. Qui i
giudici ascoltavano i contenziosi nati fra i cittadini e decidevano usando la
“ragione” chi, a norma di legge, avesse “ragione”. Un tribunale assai elegante,
come dimostrano gli affreschi conservati al suo interno! Ma le sorprese ti
attendono anche fuori dal salone e più precisamente nella loggia sottostante.
Qui infatti troverai lo gnomone. Questo orologio solare fu costruito più di 200
anni fa (nel 1798) e attraverso un raggio di sole che colpisce una meridiana
incisa nel marmo della pavimentazione, segna ancora con precisione il
mezzogiorno locale e la data!
giovedì 18 giugno 2020
Orvieto, provincia di
Terni, regione Umbria. PALAZZO SOLIANO. È adiacente al precedente. Viene
detto anche Palazzo di Bonifacio VIII. Contrastanti sono le notizie
sull'edificazione. Secondo alcuni è stato costruito per iniziativa di Bonifacio
stesso, secondo altri è stato costruito dagli abitanti di Orvieto in onore al
pontefice. È costituito da due grandi saloni sovrapposti, la sala inferiore è
sede del Museo Emilio Greco, la sala superiore è sede del Museo dell'Opera del
Duomo. Le due sale sono collegate da una vasta scala addossata a uno dei muri
perimetrali del palazzo.
mercoledì 17 giugno 2020
Castello di Meleto,
comune di Gaiole in Chianti, provincia di Siena regione Toscana. Situato su
una collina che domina la valle del Massellone, a 2 km da Gaiole in Chianti, lo
storico ed elegante Castello Di Meleto offre camere e appartamenti con arredi
in stile toscano. Nel cuore del Chianti, tra Siena e Firenze, sorge il Castello
di Meleto, una dimora storica imponente, un'azienda agricola che produce vino
prelibato ma, soprattutto, un luogo incantato dove regalarsi momenti
indimenticabili tra passato e presente. Oggi agriturismo di grande charme, il
Castello di Meleto domina la valle del torrente Massellone. La costruzione
risale, nelle sue parti più antiche, all'anno Mille. Il Castello apparteneva ai
Monaci Benedettini e successivamente è diventato di proprietà della Famiglia
Ricasoli che dopo esserne entrata in possesso nel 1200, ha ampliato la
costruzione nel 1700 e l'ha trasformata in una splendida residenza di campagna.
Dal 1968 la proprietà è della Viticola Toscana Spa, un'azienda agricola con
splendidi vigneti specializzati nella produzione del vino Chianti Classico
DOCG. Il castello è circondato da sei belle case coloniche, ristrutturate
accuratamente nel 2000, mantenendo inalterato lo stile rustico toscano ed
utilizzate per agriturismo. Ogni casa dispone di giardino privato o terrazza e
si affaccia direttamente sulla campagna, immersa nel verde dei vigneti e
oliveti. Tra un assaggio di buon vino e uno della cucina tipica, è bello
rilassarsi in una delle due splendide piscine e lasciarsi inebriare dai profumi
delle viti e degli ulivi, dei ginepri e delle ginestre. Nei sotterranei del
Castello, vero monumento storico, un'affascinante enoteca permette di degustare
i vini, l'olio extravergine di oliva biologico e i salumi di Cinta Senese
provenienti dall'allevamento allo stato brado. E' possibile organizzare al
Castello banchetti in stile rinascimentale e medievale nella suggestiva cornice
delle sale affrescate. Inoltre, tutti i giorni sono possibili visite guidate
del piano nobile del Castello, del teatrino settecentesco, dei sotterranei con
le antiche cantine, prigioni e vie di fuga, per vivere a 360° un'esperienza
unica e indimenticabile in un vero Castello del Chianti. Il Castello con la sua
atmosfera magica e i suoi mille passaggi segreti è inoltre, una location particolarmente
suggestiva per matrimoni da favola. Gli sposi potranno scambiarsi le loro
promesse eterne circondati da uno charme unico e con un banchetto fiabesco, un
vero salto indietro nel tempo. A loro disposizione per la prima notte di nozze,
come gentile omaggio del Castello di Meleto, la camera Virginia nel Piano
Nobile li accoglierà per una indimenticabile prima notte per nozze da favola
nel cuore del Chianti.
martedì 16 giugno 2020
Camogli, provincia di Genova, della regione Liguria.
Basilica di Santa Maria Assunta. La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta è stata insignita del
titolo di Basilica minore il 18 novembre 1988, anno mariano, dal pontefice
Giovanni Paolo II. Il tempio sorge sullo sperone roccioso dell'Isola ed è il
risultato di innumerevoli trasformazioni ed ampliamenti dell'originaria
cappella del castello intitolata a S. Maria, la cui presenza agli inizi del XII
secolo è testimoniata da alcuni documenti. L'attuale configurazione è il
risultato di un radicale ingrandimento che risale al 1845 quando furono
edificate le due facciate, quella con l'ingresso principale rivolto verso
l'abitato dell'Isola e l'altra domina la monumentale scalinata che collega il
sagrato con la sottostante Piazza Colombo. L'interno a tre navate in stile
barocco classicheggiante è ricco di ori, stucchi, marmi policromi, messi in
risalto dai lampadari. Lo schema decorativo unitario fu progettato
dall'architetto Dufour mentre gli affreschi furono realizzati da Nicolò Barbino
e Francesco Semino. Importanti opere scultoree e pittoriche eseguite da autori
di scuola genovese (Francesco Maria Schiaffino, Francesco Ravaschio, Luca
Cambiaso, Domenico Fiasella, Bernardo Castello) ornano gli altari laterali.
Sull'altare maggiore è collocata la statua lignea dell'Assunta opera di
Bernardo Schiaffino. La sacrestia è in barocco chiavarese e risale al 1790 vi è
posta la tela di Luca Cambiaso raffigurante la Deposizione. Di grande pregio è
anche l'organo costruito nel 1873 dal pavese Luigi Lingiardi, restaurato nel
1988. Il sagrato è realizzato con la tecnica del "risseu", un tempo
molto usata nei borghi di mare. Si tratta di sassi bianchi e grigi raccolti
sulla spiaggia e sapientemente collocati a formare disegni e figure
geometriche. Sulla parete di un'abitazione prospiciente il sagrato è stato
collocato nel 2006 un murale in ceramica opera dell'artista Alessia Ratti
raffigurante l'"Isola" nel 1518.
lunedì 15 giugno 2020
Assisi, provincia di Perugia della
regione Umbria. La BASILICA DI SAN FRANCESCO AD ASSISI. La Basilica di San Francesco sorge oggi là dove il Santo
aveva scelto di essere sepolto, nella zona di Assisi che nel medioevo era nota
come "colle dell'inferno", ovvero il luogo che in quell'epoca era
destinato alle esecuzioni pubbliche. Il cantiere della Basilica di San
Francesco fu aperto nel 1228 per volontà di Papa Gregorio IX e grazie
all'attività di frate Elia, vicario dell' ordine scelto dallo stesso San
Francesco. Furono sufficienti solo due anni per
terminare la struttura architettonica della Basilica inferiore di Assisi e solo
altri sei per inaugurare la Basilica superiore di San Francesco. L'aspetto
attuale della basilica di San Francesco è tuttavia il frutto di vari interventi
fra cui è bene ricordare la realizzazione del campanile con cuspidi (1239), la
costruzione di un portico antistante la Basilica inferiore ('400) e di un atrio
in pietra ancora per il portale della Basilica inferiore (1445), l'eliminazione
delle cuspidi dal campanile (1518). L'edificio è oggi composto da due chiese
sovrapposte, quella superiore ha aspetto gotico, luminoso e slanciato , quella
inferiore invece, a cui si accede attraverso un portale gotico del 200, è bassa
ed austera. Qui l'interno ad una navata con transetto ospita gli straordinari
"affreschi allegorici" di Giotto, la "Madonna Angeli e San
Francesco" e i "Cinque Santi" di Simone Martini, gli
"Episodi della vita e della passione di Cristo", la "Madonna e Santi"
e le "Stigmate" di Lorenzetti. Ancora opere di Simone
Martini e Giotto sono rispettivamente nella prima cappella destra con la
"Vita di San Martino" e nella terza con "Santi e storie della
Madonna". Nel 1818 in seguito agli scavi sotto l'altare furono riportate
alla luce e, dopo attento esame ufficialmente riconosciute, le spoglia del
Santo; solo due anni più tardi, per volontà del Papa Pio IX, fu avviata la
costruzione della cripta in stile neoclassico nella Basilica inferiore. L'aspetto
attuale è tuttavia il frutto di un'opera di semplificazione avvenuta intorno al
1920. La chiesa superiore ad una sola navata con abside e raffinate vetrate del
1200 è affrescata con il ciclo "La vita del Santo" di Giotto
realizzato fra il 1296 e il 1300, con le "Storie del Vecchio e Nuovo
Testamento" della scuola del Cimabue e nel transetto, nella crociera e
nell' abside con affreschi dello stesso Cimabue risalenti al 1277 oltre ad
opere di altri maestri quali Cavallini e Torriti.
domenica 14 giugno 2020
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. PIAZZA VITTORIO VENETO.
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata.
PIAZZA VITTORIO VENETO. Luogo
di incontro e di passeggio, la vivace Piazza Vittorio Veneto ospita spesso mercatini,
bancarelle e ritrattisti. Ottimo punto di partenza per andare alla scoperta
della suggestiva città dei Sassi di Matera, patrimonio mondiale dell’umanità
UNESCO. Dalla piazza si gode il panorama
del Sasso Barisano al quale cui si accede passando attraverso la loggia. La
Piazza è, inoltre, punto di partenza di un
percorso sotterraneo scavato nella roccia, composto di abitazioni,
botteghe, cantine, cisterne, pozzi e “palombari” (grandi strutture scavate per la
raccolta di acque piovane). Del quartiere interrato fanno parte, inoltre, la
Chiesa rupestre del S. Spirito e la Torre aragonese. La piazza Vittorio Veneto,
precedentemente chiamata Piazza Del Plebiscito, era conosciuta anche come
“piazza della Fontana” per la presenza in passato della grande “Fontana
Ferdinandea” monumentale, realizzata nel
1832 per raccogliere le acque provenienti dalla soprastante collina del
castello “De Montigny” , attualmente spostata poche centinaia di metri più in
basso lungo la strada, presso la villa comunale. L’attuale aspetto della piazza
è dovuto ai lavori di restauro del 1993,
quando si spostò il monumento ai caduti ( Benedetto d’Amore 1926 ) e si eliminò
la strada che attraversava la piazza,
per riportare alla luce il “fondaco di mezzo” , vecchio piano della città,
in parte visitabile, a cui si accende scendendo dalla scalinata di ferro vicino la grande fontana in pietra chiara da
cui sgorgano alti zampilli d’acqua. I locali ipogei che lo compongono si
estendono sotto tutta la piazza per più di 5000 mq. fino ad arrivare sotto il Convento
dell’Annunziata, che addirittura ha come
basamento nelle fondamenta un torrione appartenente probabilmente alla cinta
difensiva del Castello Tramontano , e comprendono neviere, cisterne, negozi,
magazzini e abitazioni.
sabato 13 giugno 2020
Bologna, capoluogo della regione
Emilia e Romagna. FONTANA MONUMENTALE DEL NETTUNO. Sita
in Piazza Nettuno, limitrofa con la Piazza maggiore, dove si trovano: Palazzo
dei Notai (sede dell'antica corporazione dei Notai); Palazzo D'Accursio (detto anche Palazzo
Comunale) con la torre dell'orologio, inizialmente abitazione di Francesco
Accursio, maestro di diritto nello Studio Bolognese, quindi residenza degli
Anziani (massima magistratura di governo del comune) ed oggi sede del
municipio. La piazza del Nettuno è una combinazione armonica di edifici
di varie epoche (palazzo comunale e palazzo re Enzo), che sembrano accogliere
tra le loro pareti il Gigante di Bologna. Un tempo luogo di mercato, la piazza
è sempre stata l’accesso privilegiato e più suggestivo per entrare nella
contigua piazza Maggiore. Un
cenno a parte va riservato alla Sala Borsa, che si affaccia su piazza Nettuno
dal lato del Palazzo Comunale. Dal 1999 ricopre il ruolo di biblioteca e centro
multimediale, ma è anche meta di turisti incuriositi dagli scavi archeologici
alla base dell’edificio: sotto la pavimentazione di cristallo dell’atrio
centrale sono visibili infatti le fondamenta di antichi insediamenti, risalenti
ad epoche diverse. Per via delle dimensioni della statua, i bolognesi la
chiamano familiarmente "il Gigante". La statua fu promossa dal
cardinale legato di Bologna Carlo Borromeo, il quale volle risistemare l'area
di piazza Maggiore, con l'aiuto del vescovo Pier Donato Cesi. Essa avrebbe
dovuto simboleggiare il felice governo del neo eletto papa, e zio materno di Borromeo,
Pio IV. L'opera fu progettata dall'architetto e pittore palermitano Tommaso
Laureti nel 1563 e venne sormontata dalla imponente statua in bronzo del dio
Nettuno dello scultore fiammingo manierista Jean de Boulogne di Douai in
Fiandra, detto il Giambologna, desideroso di rifarsi dopo la sconfitta al
concorso per la fontana del Nettuno di piazza della Signoria a Firenze, venne a
Bologna (scelto come scultore) e lì con l'aiuto di un noto fonditore
"Zanobio Portigiani" della fabbriceria di San Petronio, (dopo avervi
litigato) fuse da solo il bronzo per la statua in una stanza al piano terra
nell'attuale piazza Galvani, dove una lapide ancor oggi ricorda l'impresa. Il
monumento sorge nella piazza aperta nel 1564, per la costruzione della fontana
(terminata nel 1565) fu abbattuto un intero isolato e la spesa fu ripartita tra
le case e le botteghe adiacenti. La statua del dio Nettuno venne collocata
esattamente nel punto di intersezione tra il cardo e il decumano, le antiche
vie di età romana, che determinavano il centro dell'area urbana. L'alimentazione
idrica della fontana, che vanta ben 90 zampilli, avvenne con la costruzione
dell'opera di captazione della cisterna di Valverde, impropriamente nota come
Bagni di Mario (cisterna sotterranea con decori rinascimentali, oggi assai
deteriorati) e potenziata ristrutturando l'antica fonte Remonda (che è ancora
funzionante e si trova a valle dell'antico monastero di San Michele in Bosco,
ora Istituti Ortopedici Rizzoli), e convogliando le sue acque verso la piazza. Il
tridente simbolo della Maserati, casa automobilistica fondata a Bologna, è
stato ripreso da quello della fontana. A Bruxelles nel quartiere
dell'esposizione universale esiste una copia esatta della fontana, voluta dal
re Leopoldo II del Belgio.
venerdì 12 giugno 2020
Centro storico di Matera
capoluogo di provincia della regione Basilicata. Matera conta circa 55.000 abitanti, si trova a 401 m. dal
livello del mare e dista solo 45 chilometri dalle spiagge. Apprezzata e
visitata per i suoi Sassi, offre anche tante altre perle di bellezza e di
cultura che le nostre guide sapranno illustrarvi con maestria. Si consiglia una
visita al Duomo del XIII secolo, in stile romanico pugliese, che si erge
imponente sul colle della Civita, primo insediamento umano della città,
risalente al periodo medioevale caratterizzato da mura e fortificazioni. La
Cattedrale, internamente ristrutturata nel periodo barocco, ospita interessanti
opere lignee e pittoriche di artisti locali, tra cui spiccano il cinquecentesco
presepe in pietra di Altobello Persio e il coro ligneo del ‘400 di Giovanni
Tantino di Ariano Irpino. Molto interessanti anche le altre chiese romaniche
nel centro storico, San Giovanni Battista e San Domenico. Lungo la dorsale
seicentesca del “Piano” si possono ammirare le costruzioni civili e religiose
del periodo barocco tra cui le chiese di San Francesco d’Assisi, del Purgatorio
e di Santa Chiara, sino a giungere a Palazzo Lanfranchi, adiacente alla
chiesetta della Madonna del Carmine attualmente sede di importanti mostre
d’arte. Sorto come seminario alla fine del 1600, e già Liceo ginnasio, dove
insegnò per alcuni anni Giovanni Pascoli, Palazzo Lanfranchi e stato
recentemente ristrutturato ed ospita il Museo d’arte medioevale e moderna di
Basilicata. Presenti, nella sua splendida cornice, un’ ampia collezione di
dipinti di Carlo Levi, numerose opere di scuola napoletana del ‘600 e ‘700 e
varie opere lignee e pittoriche provenienti da diversi centri della provincia,
restaurate ad opera della Sovrintendenza, nonché mostre periodiche di grande
pregio. Etimologia (origine del nome): Deriva
dal latino materies e materia, "legname da lavoro", o da una base
mat, altura. Nome abitanti: materani. Santo
Patrono: Madonna della Bruna che si celebra IL 2 luglio.
giovedì 11 giugno 2020
Venosa, in provincia
di Potenza, regione Basilicata. CATTEDRALE DI SANT’ANDREA APOSTOLO. (XVI
secolo). Edificata a
partire dal 1470, e per oltre un trentennio, essa fu innalzata nel punto i cui
sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di San Basilio, al centro di un’ampia
piazza che ospitava officine di fabbri e molte botteghe di artigiani, le une e
le altre demolite per far posto al sacro edificio cui è annesso il campanile
alto 42 metri a tre piani cubici e due a prisma ottagonali, una cuspide
piramidale con grande sfera metallica in cima, sormontata da una croce con
banderuola. Il materiale per la costruzione, fu preso dall’Anfiteatro Romano e
questo spiega il perché siano inseriti nell’edificio iscrizioni latine, e
pietre funerarie (col vescovo Perbenedetti a capo della diocesi dal 1611 al 1634,
di cui sin notano i due stemmi, si arrivò alla messa in opera delle campane,
molto probabilmente nel 1614 in coincidenza con lo svolgimento del primo sinodo
diocesano). L’impianto della chiesa è costituito da tre navate modulari da
archi a sesto acuto. L’edificio di notevole mole non offre all’esterno
particolari caratteristiche, se non nel tratto posteriore, in corrispondenza
della zona presbiterale. Nella chiesa alcune insegne dei del Balzo occupano in
un cartiglio la sommità delle arcate. Nella cripta si trova il monumento
funebre di Maria Donata Orsini moglie di Pirro del Balzo. A sinistra
dell’ingresso principale in alto sono murati i bassorilievi rappresentanti tre
simboli degli evangelisti: il leone, il bue, il librone in scrittura molto
primitiva. Vi sono anche alcune cappelle, tra le quali si segnala quella del
SS. Sacramento, il cui arco d’ingresso risale al 1520. Essa ha due affreschi di
soggetti biblici: Giuditta e Oloferne, e Davide e Golia.
mercoledì 10 giugno 2020
Milano
Capoluogo della Lombardia. La Chiesa di
San Gottardo in Corte, in Via Pecorari, 2. E’ stata riaperta alla città lo scorso 5 Maggio 2015
dopo un importante intervento di restauro, realizzato in soli nove mesi dal
cantiere della Veneranda Fabbrica del Duomo. Di origine trecentesca, Cappella
Palatina del Palazzo prima ducale, poi Reale, la Chiesa è contraddistinta dallo
splendido campanile “delle ore” su cui fu installato il primo orologio pubblico
della città e da cui prese il nome la zona circostante, da allora detta
“Contrada delle Ore”. Al suo interno è conservato il monumento sepolcrale di
Azzone Visconti, signore di Milano per volere del quale la Cappella fu eretta
intorno al 1336 e un grande affresco di
scuola giottesca raffigurante la Crocefissione. La cappella fu eretta per
ordine del signore di Milano Azzone Visconti e dedicata a san Gottardo,
tradizionalmente invocato come protettore contro i disturbi che affliggevano
Azzone, i calcoli e la gotta. Qui fu installato il primo orologio pubblico
della città che originariamente scandiva 24 ore a partire dalla prima ora
successiva al tramonto.
martedì 9 giugno 2020
Santa Margherita
Ligure è un comune della città metropolitana di Genova in Liguria. Basilica
di S. Margherita di Antiochia,
patrona della città, la cui bella facciata è contornata da due alti campanili,
ospita importanti dipinti di Scuola genovese. San Giacomo di Corte, già
possedimento dell’Abbazia di San Fruttuoso, e passata poi in commenda alla
Famiglia Doria, si trova in straordinaria posizione panoramica e presenta un
importante ciclo di affreschi di Nicolò Barabino. Sulle alture della città, da
una parte il Santuario di N.S. del Carmine di Nozarego, edificato nel ‘700, e
dall’altra San Lorenzo della Costa nella quale sono conservati il pregevole
Trittico di Sant’Andrea, di scuola fiamminga del XV secolo, ed un dipinto di
Luca Cambiaso.
lunedì 8 giugno 2020
Trani della
provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è
intitolata al santo patrono, San Nicola
Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città
pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale
venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino,
durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente
chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni
reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è
possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un
dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è
stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si
tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da
un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi
all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie
alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La
piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui
George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a
rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di
Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di
Opera.
Cefalù, in provincia
di Palermo, della Regione Sicilia. DUOMO
DI CEFALÙ (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione). Secondo la leggenda,
Sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II (d'Altavilla
di Fara Misuraca Ruggero, figlio secondogenito di Ruggero d'Altavilla e di
Adelasia di Monferrato, nacque il 22 dicembre 1095), scampato ad una tempesta e
approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto
di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende
costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto
iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della
prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di
Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era
suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici
nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato
alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando
dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a
Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto
riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in
rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di
eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo
cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante
chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più
notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.
domenica 7 giugno 2020
Cefalù, in provincia
di Palermo, della Regione Sicilia. LAVATOIO MEDIOEVALE. In via Vittorio
Emanuele si trova il lavatoio pubblico conosciuto come Lavatoio medioevale,
presso il tardo-rinascimentale palazzo Martino. Nel 1514 fu demolito e
ricostruito in posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine e il fiume
che scorreva a cielo aperto venne coperto nel XVII secolo. Nell'estate del 1991
sono stati ultimati i lavori di restauro. Il lavatoio si presenta con una
scalinata in pietra lavica e lumachella che conduce ad una pavimentazione
levigata dal tempo e ad una serie di vasche che si colmano con le acque che
scorrono da ventidue bocche di ghisa (di cui quindici teste leonine) disposte
lungo le pareti sovrastate da basse volte. Attraverso un piccolo antro, l'acqua
raggiunge il mare. Nelle vasche sono evidenti gli appoggi che servivano per
strofinare i panni.
sabato 6 giugno 2020
Napoli capoluogo dell'omonima città metropolitana e della
regione Campania. Basilica di San Lorenzo Maggiore. La basilica di San Lorenzo Maggiore si trova in Via dei
Tribunali. San Lorenzo Maggiore è una delle più antiche basiliche della città,
risalente al XII secolo. La sua storia comincia nel 1235 quando papa Gregorio
IX concesse a Napoli la costruzione di una struttura dedicata a San Lorenzo.
Dal 1270 Carlo I d’Angiò cominciò a partecipare con cospicue sovvenzioni alla
realizzazione del tempio, che alla fine risultò un misto tra stile gotico
francese e francescano. Architetti francesi, infatti, si dedicarono alla
realizzazione dell’abside, unico esempio in Italia, mentre spostandosi verso le
navate si ci avvicina maggiormente allo stile italiano, segno che nel corso
degli sviluppi successivi, la costruzione della chiesa fu affidata a
progettisti locali. Nel corso dei secoli la struttura ha subito numerosi
rimaneggiamenti, anche a causa dei terremoti che hanno colpito la zona.
Inoltre, dal XVI secolo vennero aggiunte opere in stile barocco a coprire
l’aspetto originario: il pavimento venne ricoperto da mattoni, le colonne
decorate con stucchi, gli archi e le finestre gotiche furono ridimensionati e
gli affreschi imbiancati. Fortunatamente, dal 1882 fino al XX secolo, i
numerosi restauri hanno provveduto ad eliminare queste aggiunte, ad eccezione
della facciata e della controfacciata, opera di Ferdinando Sanfelice, della
cappella Cacace e del cappellone di Sant’Antonio, opera di Cosimo Fanzago.
venerdì 5 giugno 2020
Perugia capoluogo dell’omonima
provincia della regione Umbria. PIAZZA IV NOVEMBRE. E’ situata nel centro storico di
Perugia, e come scrisse Serafino Siepi, "è la piazza più bella e più
vetusta della città, centrale alla medesima". L'asimmetrica piazza si apre
alla convergenza dei cinque assi viari che strutturano la città medievale e per
la sua scenografia ha rappresentato in ogni epoca il luogo privilegiato delle
funzioni urbane: qui era collocato l'antico foro e vi sono conservati monumenti
connessi all'impianto urbanistico della città etrusco-romana. Già luogo
dell'antico Foro romano, divenne nell'Alto medioevo il fulcro convergente e
punto di partenza delle cinque vie principali cittadine, le Vie Regali. Nel X
secolo la sede episcopale fu trasferita nel nuovo tempio di San Lorenzo, e la
piazza si è qualificata quale spazio rappresentativo del potere
politico-religioso, ruolo confermato successivamente dall'insediamento degli
edifici del governo comunale. L'assetto attuale è quello definito con la
ristrutturazione della Platea Comunis o Magna (spazio compreso tra la
Cattedrale e l'odierna Piazza della Repubblica), voluta dal Comune e attuata
tra il XIII e il XV secolo, secondo un preciso progetto urbano teso a
riqualificare l'acropoli cittadina, fulcro della vita collettiva della società
comunale. L'intervento si concentrò sull'ampliamento della Cattedrale di San
Lorenzo e sull'edificazione del Palazzo dei Priori. La piazza mutò il suo
aspetto nel 1591 quando il legato pontificio Domenico Pinelli vi aprì una nuova
e più ampia strada di accesso (l'attuale Via Calderini). La scena urbana è
caratterizzata dalle naturali pendenze del terreno e sulla piazza si affacciano
i maggiori monumenti cittadini.
giovedì 4 giugno 2020
Ravenna, capoluogo
dell'omonima provincia in Emilia Romagna. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo,
via Roma 56. fatta costruire
da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa
palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al
culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di
Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare
furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la
sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla
da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città. La Basilica presenta
una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora
sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un
quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di
marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico,
caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo. Al suo
interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione,
la quale dal punto vista stilistico, iconografico e ideologico consente di
seguire l'evoluzione del mosaico parietale bizantino dall'età teodoriciana a
quella giustinianea. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di
Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento
e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.
mercoledì 3 giugno 2020
Cagliari capoluogo
della Regione Sardegna. Bastione di Saint Remy. Il Bastione di
Saint Remy, nel cuore della città vecchia, rappresenta uno dei monumenti più importanti
di Cagliari e uno degli spazi espositivi più prestigiosi del centro storico.
Il Bastione di Saint-Remy
costituisce uno dei complessi monumentali di maggior pregio della città di
Cagliari. Costruito sulle antiche cortine difensive del circuito fortificato
della città medievale, il suo nome ha origine dal primo Vicerè Piemontese, il
Barone di Saint-Remy. La passeggiata coperta e la maestosa terrazza Umberto I,
furono progettate nel 1896 da Giuseppe Costa e Fulgenzio Setti. L'imponente
struttura, realizzata in stile classicheggiante e composta da colonne in
calcare di colore bianco e giallo con capitelli in stile corinzio, venne
inaugurata nel 1901. Nel 1943, la scalinata a doppia rampa e l'arco di trionfo
furono gravemente danneggiati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale;
tuttavia, qualche tempo dopo, le parti distrutte vennero fedelmente
ricostruite. Durante il corso degli anni, gli ampi spazi della passeggiata
coperta furono adibiti a molteplici utilizzi. Inizialmente utilizzata come sala
banchetti, in epoca bellica divenne un'infermeria e successivamente rifugio per
gli sfollati durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1948 ospitò la prima
edizione della Fiera Internazionale della Sardegna.
martedì 2 giugno 2020
Trani della
provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è
intitolata al santo patrono, San Nicola
Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città
pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale
venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino,
durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente
chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni
reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è
possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un
dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è
stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si
tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da
un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi
all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie
alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La
piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui
George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a
rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di
Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di
Opera.
lunedì 1 giugno 2020
Santa Margherita
Ligure è un comune della città metropolitana di Genova in Liguria. Basilica
di S. Margherita di Antiochia,
patrona della città, la cui bella facciata è contornata da due alti campanili,
ospita importanti dipinti di Scuola genovese. San Giacomo di Corte, già
possedimento dell’Abbazia di San Fruttuoso, e passata poi in commenda alla
Famiglia Doria, si trova in straordinaria posizione panoramica e presenta un
importante ciclo di affreschi di Nicolò Barabino. Sulle alture della città, da
una parte il Santuario di N.S. del Carmine di Nozarego, edificato nel ‘700, e
dall’altra San Lorenzo della Costa nella quale sono conservati il pregevole
Trittico di Sant’Andrea, di scuola fiamminga del XV secolo, ed un dipinto di
Luca Cambiaso.
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