lunedì 31 maggio 2021


Vernazza provincia della Spezia in Liguria.  Le ipotesi sulle origini del nome Vernazza è divisa tra chi crede possa derivare dall'aggettivo latino verna, cioè " il cui significato sta per “indigeno, del luogo”.", ad indicare la provenienza del vino locale prodotto dai contadini del borgo: la Vernaccia, e chi protende a Vulnetia ad indicare la fondazione di Vernazza da parte di schiavi liberati della romana Gens Vulnezia. Il "Castrum Vernatio" venne nominato per la prima volta nel 1080 in un documento citante l'abitato di Vernazza, a testimonianza del carattere difensivo del paese e quale base marittima dei marchesi Obertenghi, probabile punto di partenza delle navi in difesa dai Saraceni. Nel XII secolo Vernazza fu utilizzata come base per la conquista della Liguria di levante da parte di Genova, e a partire dal 1209 il borgo fu sottomesso alla potenza marinara con la consegna del castello e con un atto di fedeltà compiuto dalle più importanti e ricche famiglie del luogo che si impegnavano di ubbidire a Genova. I secoli XVI e XVII segnano per Vernazza, oltre che per gli altri villaggi delle Cinque Terre, un periodo di declino, con forti ripercussioni negative sulla produzione di vino, da sempre tipica della zona, e sulla pesca. Nel periodo ancora successivo e, in modo particolarmente evidente, nei primi 50 anni del 1800, gli abitanti di Vernazza iniziarono ad ampliare le terrazze su cui veniva coltivata la vigna, la produzione di vino aumentò sensibilmente, e così la vita commerciale del paese. Negli stessi anni iniziò la costruzione della linea ferroviaria Genova-La Spezia, situazione che portò alla fine del secolare isolamento degli abitanti delle Cinque Terre. Questa situazione migliorò sempre più mano a mano che si intensificavano i rapporti commerciali e lavorativi con la città di La Spezia, in rapido sviluppo grazie al porto e all’attività militare ad esso collegata, oltre che alla crescente fama del luogo dal punto di vista turistico. Nel 1997, insieme a Portovenere e alle isole del Golfo dei Poeti (Palmaria, Tino e Tinetto), le Cinque Terre sono state dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Dal 1999, inoltre, è stato istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre, un riconoscimento più che dovuto alla straordinaria bellezza di queste località, tramite il quale le varie amministrazioni riescono sempre più a migliorare, oltre che i servizi di base, anche le varie attività legate al turismo. A Vernazza oggi le principali attività sono appunto legate al turismo, data la straordinaria affluenza di visitatori, ma la pesca e la coltivazione dell’ulivo e della vigna continuano, testimoniando così la forza di una tradizione vecchia di secoli. La chiesa di Santa margherita d'Antiochia risale al 1318 anche se prima vi era un predecente edificio religioso risalente all'XI secolo. A causa di una violenta mareggiata la prima chiesa viene distrutta e ricostruita grazie ai Magistri Antelami. La prima chiesa probabilmente aveva tre navata ed era in stile medioevale e tre absidi. Tra il sedicesimo e diciassettesimo secolo la chiesa subì un profondo mutamento di ristrutturazione compresa la facciata. Da stile romanico passò a barocco e fu innalzata la torre campanaria ottagonale di 40 metri.

domenica 30 maggio 2021


Castello di Meleto, comune di Gaiole in Chianti, provincia di Siena regione Toscana. Situato su una collina che domina la valle del Massellone, a 2 km da Gaiole in Chianti, lo storico ed elegante Castello Di Meleto offre camere e appartamenti con arredi in stile toscano. Nel cuore del Chianti, tra Siena e Firenze, sorge il Castello di Meleto, una dimora storica imponente, un'azienda agricola che produce vino prelibato ma, soprattutto, un luogo incantato dove regalarsi momenti indimenticabili tra passato e presente. Oggi agriturismo di grande charme, il Castello di Meleto domina la valle del torrente Massellone. La costruzione risale, nelle sue parti più antiche, all'anno Mille. Il Castello apparteneva ai Monaci Benedettini e successivamente è diventato di proprietà della Famiglia Ricasoli che dopo esserne entrata in possesso nel 1200, ha ampliato la costruzione nel 1700 e l'ha trasformata in una splendida residenza di campagna. Dal 1968 la proprietà è della Viticola Toscana Spa, un'azienda agricola con splendidi vigneti specializzati nella produzione del vino Chianti Classico DOCG. Il castello è circondato da sei belle case coloniche, ristrutturate accuratamente nel 2000, mantenendo inalterato lo stile rustico toscano ed utilizzate per agriturismo. Ogni casa dispone di giardino privato o terrazza e si affaccia direttamente sulla campagna, immersa nel verde dei vigneti e oliveti. Tra un assaggio di buon vino e uno della cucina tipica, è bello rilassarsi in una delle due splendide piscine e lasciarsi inebriare dai profumi delle viti e degli ulivi, dei ginepri e delle ginestre. Nei sotterranei del Castello, vero monumento storico, un'affascinante enoteca permette di degustare i vini, l'olio extravergine di oliva biologico e i salumi di Cinta Senese provenienti dall'allevamento allo stato brado. E' possibile organizzare al Castello banchetti in stile rinascimentale e medievale nella suggestiva cornice delle sale affrescate. Inoltre, tutti i giorni sono possibili visite guidate del piano nobile del Castello, del teatrino settecentesco, dei sotterranei con le antiche cantine, prigioni e vie di fuga, per vivere a 360° un'esperienza unica e indimenticabile in un vero Castello del Chianti. Il Castello con la sua atmosfera magica e i suoi mille passaggi segreti è inoltre, una location particolarmente suggestiva per matrimoni da favola. Gli sposi potranno scambiarsi le loro promesse eterne circondati da uno charme unico e con un banchetto fiabesco, un vero salto indietro nel tempo. A loro disposizione per la prima notte di nozze, come gentile omaggio del Castello di Meleto, la camera Virginia nel Piano Nobile li accoglierà per una indimenticabile prima notte per nozze da favola nel cuore del Chianti.

sabato 29 maggio 2021


Santa Margherita Ligure è un comune della città metropolitana di Genova in Liguria. Basilica di S. Margherita di Antiochia, patrona della città, la cui bella facciata è contornata da due alti campanili, ospita importanti dipinti di Scuola genovese. San Giacomo di Corte, già possedimento dell’Abbazia di San Fruttuoso, e passata poi in commenda alla Famiglia Doria, si trova in straordinaria posizione panoramica e presenta un importante ciclo di affreschi di Nicolò Barabino. Sulle alture della città, da una parte il Santuario di N.S. del Carmine di Nozarego, edificato nel ‘700, e dall’altra San Lorenzo della Costa nella quale sono conservati il pregevole Trittico di Sant’Andrea, di scuola fiamminga del XV secolo, ed un dipinto di Luca Cambiaso.

venerdì 28 maggio 2021


Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è intitolata al santo patrono, San Nicola Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di Opera.

giovedì 27 maggio 2021


Lucca, capoluogo di provincia della regione Toscana. Baluardo Santa Croce. Verdissimo e luminoso il baluardo Santa Croce si trova sul lato nord occidentale delle mura; è dedicato alla Santa Croce ossia al Volto Santo, principale protettore di Lucca. Il baluardo possiede una giovane alberatura uniforme di aceri rinnovata completamente negli anni ’80 del Novecento. La struttura militare è ben conservata in tutte le sue parti, articolata su più livelli: le cannoniere a doppio ordine, la casermetta dei soldati, su un alto loggiato ad arcate appoggiata al terrapieno verso la città ma soprattutto le gallerie interne di cui si intravedono le parti più ampie attraverso il camminamento fra i due ordini della cannoniera est. Dal baluardo si godono numerosi scorci panoramici: dal torrione rotondo centrale le torri e i tetti della città, dall’orecchione ovest la porta San Donato e il baluardo omonimo; dalla parte opposta si ammira la parte più bella e integra degli spalti verso la Piattaforma San Frediano con i fossati e le lunette originali delle mura. In particolare da questa parte si può vedere il lungo tratto di mura medievali riadattate alla fortificazione moderna, costituite a differenza delle mura rinascimentali, da grossi blocchi di pietra calcarea grigia e bianca. Sono visibili i resti delle torri semicircolari che rafforzavano le mura duecentesche ma che furono rasi al suolo per evitare che le loro sagome fossero d’intralcio alla linea di tiro delle cannoniere. La storia: Il Baluardo mostra bene tutte le sue fasi costruttive ed esplorandolo è molto facile capire la sua storia. Il torrione centrale che conserva ancora le cannoniere originali fu costruito entro il 1518 per rafforzare l’angolo nord ovest delle mura medievali. Fra 1597 e 1600 fu realizzata tutta la parte est del baluardo con le relative cannoniere e l’orecchione su progetto di Ginese Bresciani. La parte ovest fu invece aggiunta dall’architetto Muzio Oddi fra il 1625 ed il 1642. Camminando sugli spalti a sinistra della punta del fortilizio è possibile osservare il punto di giuntura fra le due fasi. Affacciandosi dal camminamento della cannoniera est è possibile scorgere nei sotterranei le fondamenta delle mura medievali.



mercoledì 26 maggio 2021


Ravenna, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia Romagna. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, via Roma 56. fatta costruire da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città. La Basilica presenta una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico, caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo. Al suo interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione, la quale dal punto vista stilistico, iconografico e ideologico consente di seguire l'evoluzione del mosaico parietale bizantino dall'età teodoriciana a quella giustinianea. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.

martedì 25 maggio 2021


San Gimignano, provincia di Siena regione Toscana. Duomo. La Collegiata di Santa Maria Assunta o Duomo di San Gimignano si trova in Piazza Duomo. E’ situata in cima a una scalinata da cui domina il lato occidentale dell’omonima piazza. E’ un classico esempio di architettura romanica in Toscana. Lo sviluppo della chiesa riflette la crescita e l’evoluzione della città. In origine era una semplice Pieve costruita intorno al 1000. Venne poi elevata a Propositura nel 1056 per volere del Papa Vittore II. La sua solenne consacrazione avvenne nel 1148 ad opera del Papa Eugenio III mentre tornava a Roma lungo la Via Francigena. Tale avvenimento è ricordato in una lapide murata in facciata. Tra i tesori che nasconde al suo interno, vi è l'affresco che ricopre interamente le pareti del Duomo e che non è MAI stato sottoposto a restauro durante i secoli. I colori sono quelli originali, dipinti nel 14° secolo, e la loro vivacità e brillantezza è semplicemente sbalorditiva. Sebbene alcune sezioni mostrino dei segni di usura dovuti all'inesorabile trascorrere del tempo, con qualche tassello mancante (ricordate che San Gimignano fu bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale), per altre, invece, sembra che il tempo non sia mai passato o che siano state appena dipinte. Probabilmente questo dipende anche dal fatto che le finestre laterali furono chiuse durante la realizzazione dell'affresco, e la minor quantità di luce che penetrava all'interno ha permesso di limitare i danni. Gli affreschi sono stati solo rispolverati nel 1999, come parte del compenso che il regista Franco Zeffirelli ha pagato per poter usare il Duomo in alcune scene del celebre film Tè con Mussolini (che personalmente vi consiglio di vedere, se ancora non lo avete fatto). Appena entrati sulla destra, troverete un ciclo di affreschi dedicati alle storie del Vecchio Testamento, mentre sulla parete opposta (la destra, se si guarda l'altare), troverete quelle del Nuovo Testamento. Le scene del Vecchio Testamento furono dipinte dall'artista senese Bartolo di Fredi, mentre quelle del Nuovo Testamento sembrano appartenere a qualche artista proveniente dalla scuola di Simone Martini. Molti ritengono che possa essere identificato con Lippo Memmi (il cognato di Martini) o suo fratello Federico Memmi, o addirittura Donato Martini, lo stesso fratello di Simone. In ogni caso, quel che è certo è che non fu realizzato dallo stesso Simone Martini, dato che si trovava in Francia in quel periodo. L'altro tesoro che si nasconde all'interno della Collegiata si trova sulla sinistra del ciclo di affreschi, nella piccola cappella dedicata a Santa Fina. Qui è celato un vero gioiello dell'arte rinascimentale, che ha visto la collaborazione di tre grandi maestri fiorentini: l'architetto Giuliano da Maiano, suo fratello, lo scultore Benedetto da Maiano e il pittore Domenico Ghirlandaio. Le reliquie di Santa Fina, santa protettrice della città di San Gimignano, giacciono sotto l'altare principale.

lunedì 24 maggio 2021


Cefalù, in provincia di Palermo, della Regione Sicilia. DUOMO DI CEFALÙ (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione). Secondo la leggenda, Sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II (d'Altavilla di Fara Misuraca Ruggero, figlio secondogenito di Ruggero d'Altavilla e di Adelasia di Monferrato, nacque il 22 dicembre 1095), scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.

domenica 23 maggio 2021


Camogli, provincia di Genova, della regione Liguria. Golfo del Paradiso. Il Golfo Paradiso è un piccolo golfo situato sulla riviera di levante della città metropolitana di Genova, nella parte orientale del golfo di Genova, nel mar Ligure. Il comprensorio, appartenente all'area metropolitana di Genova, stretto tra il grande comune del capoluogo ligure e il promontorio di Portofino, confina a nord con la valle Fontanabuona, ed è costituito da sette comuni, di cui cinque sul mare (Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco, Camogli) e due senza sbocco sul golfo (Avegno e Uscio). Sul golfo Paradiso s’affaccia Camogli, celebre per la sua imponente e variopinta palazzata. Centro dalla grande tradizione marinara, fu definita “la città dei mille bianchi velieri” e raggiunse l’apice del suo prestigio marittimo alla metà dell’Ottocento quando diede all’Italia capitani di mare, macchinisti navali e bastimenti. Tra i protagonisti delle vicende che portarono all’Unità d’Italia c’erano i brigantini, le imbarcazioni che portarono la tradizione camogliese nel mondo.

sabato 22 maggio 2021


Napoli capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione Campania. Basilica di San Lorenzo Maggiore. La basilica di San Lorenzo Maggiore si trova in Via dei Tribunali. San Lorenzo Maggiore è una delle più antiche basiliche della città, risalente al XII secolo. La sua storia comincia nel 1235 quando papa Gregorio IX concesse a Napoli la costruzione di una struttura dedicata a San Lorenzo. Dal 1270 Carlo I d’Angiò cominciò a partecipare con cospicue sovvenzioni alla realizzazione del tempio, che alla fine risultò un misto tra stile gotico francese e francescano. Architetti francesi, infatti, si dedicarono alla realizzazione dell’abside, unico esempio in Italia, mentre spostandosi verso le navate si ci avvicina maggiormente allo stile italiano, segno che nel corso degli sviluppi successivi, la costruzione della chiesa fu affidata a progettisti locali. Nel corso dei secoli la struttura ha subito numerosi rimaneggiamenti, anche a causa dei terremoti che hanno colpito la zona. Inoltre, dal XVI secolo vennero aggiunte opere in stile barocco a coprire l’aspetto originario: il pavimento venne ricoperto da mattoni, le colonne decorate con stucchi, gli archi e le finestre gotiche furono ridimensionati e gli affreschi imbiancati. Fortunatamente, dal 1882 fino al XX secolo, i numerosi restauri hanno provveduto ad eliminare queste aggiunte, ad eccezione della facciata e della controfacciata, opera di Ferdinando Sanfelice, della cappella Cacace e del cappellone di Sant’Antonio, opera di Cosimo Fanzago.

venerdì 21 maggio 2021


Perugia capoluogo dell’omonima provincia della regione Umbria. La BASILICA DI SAN PIETRO venne edificata intorno al 996 sopra la precedente cattedrale, la prima sede vescovile di Perugia, esistente sin dal VII secolo. L'entrata della chiesa è sul lato sinistro del chiostro seicentesco. Domina la basilica il campanile poligonale, costruito nel 1463-68 a linee gotiche fiorentine. La basilica venne edificata intorno al 996 sopra la precedente cattedrale, la prima sede vescovile di Perugia, esistente sin dal VII secolo, anche se i primi documenti che citano la chiesa sono del 1002. Il primo abate fu Pietro Vincioli, un nobile perugino, successivamente canonizzato. Nei secoli seguenti l'abbazia accrebbe enormemente il proprio potere, sino a quando nel 1398 fu presa e messa a fuoco dai perugini, che rimproveravano all'abate Francesco Guidalotti di aver preso parte alla congiura contro Biordo Michelotti, capo della fazione popolare dei Raspanti. Il monastero ebbe un nuovo periodo d'espansione sotto papa Eugenio IV, che l'unì alla Congregazione di Santa Giustina di Padova (detta poi Cassinese), facendogli mantenere così una posizione di prestigio e potere in città.

giovedì 20 maggio 2021


Roma, regione Lazio e capitale d’Italia. Basilica di Santa Maria in Aracoeli. Scala dell'Arce Capitolina, 12. La chiesa si erge sulla sommità settentrionale del colle capitolino, dove sorgeva l'antico tempio di Giunone Moneta (cioè "ammonitrice"). Il tempio risalirebbe al 343 a.C. e fu fondato da Camillo dopo una vittoria sugli Aurunci. Qui vicino sorse, in seguito, la zecca di Roma denominata proprio "Moneta" per il fatto di essere stata costruita accanto al tempio: da qui il nome "moneta" che tuttora diamo al denaro. La Zecca, forse in seguito all'incendio dell'80 d.C., fu ricostruita alle pendici del Celio: i suoi resti sono stati riconosciuti sotto l'odierna basilica di S. Clemente. Dalla piazza del Campidoglio due scalinate costruite su progetto del Vignola tra il 1547 ed il 1552 portano, rispettivamente, al "Capitolium" ed alla chiesa di S. Maria in Aracoeli  e quella che conduce al Convento di S. Maria in Aracoeli dei Frati Minori Francescani ed all'ingresso laterale della chiesa, anche se un tempo accesso principale. In cima alla scalinata fu posta una colonna con capitello corinzio e croce a ricordo del terremoto del 1703 che provocò tanto spavento ma pochi danni. Sull'origine di S. Maria in Aracoeli si sa poco ma già nell'880 si rammenta "S. Maria in Capitolio" ma addirittura la si dice fondata da Gregorio Magno nel 590. L'origine del toponimo "Aracoeli" (che significa ara o altare del cielo) è tutta nel termine latino "arx", prima volgarizzato in "arce" e poi divenuto, per corruzione romanesca intorno al XIV secolo, "arceli": la grafia alla latina "aracoeli" venne più tardi, probabilmente da parte di illustri letterati che ritennero che l'origine del toponimo stesse in quella leggenda che narrava come l'imperatore Augusto avesse costruito un'ara del cielo dopo avere avuto l'apparizione della Vergine con il Bambino tra le braccia ed avere udito una voce dire "Ecce ara primogeniti Dei". La chiesa fu costruita, in stile romanico, nella metà del XII secolo con l'ingresso rivolto verso l'Asylum, come testimonia il portale, con il bellissimo affresco della "Madonna ed il Bambino fra due Angeli", accesso oggi ritenuto laterale e raggiungibile dalla scalinata sopra menzionata. Il nuovo orientamento fu opera dei Francescani e la nuova chiesa, in stile gotico, fu inaugurata nel 1348 insieme alla scalinata. Nel Medioevo la Chiesa divenne quasi il nuovo foro di Roma: Cola di Rienzo vi parlò al popolo; Carlo d'Angiò vi tenne parlamento con i Romani; i guelfi di Roma vi si difesero contro l'imperatore Arrigo VII; vi si tenevano anche le elezioni dei Caporioni della città. Il carattere civile e religioso finì per essere profanato durante l'occupazione francese e la Repubblica del 1797, quando la chiesa venne sconsacrata ed adibita a stalla. Si riabilitò con la fine della Roma napoleonica, ma dopo il 1870 si trovò al centro dei lavori di demolizione per la costruzione del Vittoriano e riuscì a salvarsi a stento, mentre venivano abbattuti l'antica sagrestia, il convento e la Torre di Paolo III che sorgevano alle sue spalle. La facciata, con l'ampia superficie di nudo laterizio, era ricoperta di mosaici e di affreschi, purtroppo spariti; vi erano anche tre rosoni sopra i portali, ma quello centrale, a croce gerosolimitana, fu tolto durante il pontificato di Urbano VIII (1623-44) per l'inserimento di una finestra con vetrata a colori, con tanto di api dei Barberini, come possiamo ammirare ancora oggi.

mercoledì 19 maggio 2021


Cefalù, in provincia di Palermo, della Regione Sicilia. DUOMO DI CEFALÙ (Basilica Cattedrale della Trasfigurazione). Secondo la leggenda, Sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II (d'Altavilla di Fara Misuraca Ruggero, figlio secondogenito di Ruggero d'Altavilla e di Adelasia di Monferrato, nacque il 22 dicembre 1095), scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza. Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l'edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell'anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi in porfido che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II approfittando dell'assenza temporanea dell'allora vescovo di Cefalù Jocelmo e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano. Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell'angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia.

martedì 18 maggio 2021


Bergamo, Capoluogo della omonima provincia, della regione Lombardia. Cappella Colleoni, Piazza Duomo. È senza dubbio l’edificio più maestoso di Bergamo. La sua facciata decorata da marmi rossi e bianchi è un capolavoro del Rinascimento italiano; i suoi interni un concentrato incredibile di opere d’arte: la statua equestre del condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, i sarcofagi interamente intarsiati nel marmo, la delicata tomba della figlia Medea, i legni scolpiti dei banchi. Servirebbero pagine e pagine solo per descriverli tutti, quello che possiamo suggerirti è di entrare nella cappella e farti avvolgere da questo fantastico concentrato di arte! Una curiosità: si narra che toccare a mezzanotte il simbolo araldico posto sulla cancellata porti fortuna. Vero o no, può essere un’ottima scusa per una passeggiata nella spettacolare Città Alta notturna! Bartolomeo Colleoni è stato tra i più celebri capitani di ventura d’Italia. Soldato intrepido, passò la sua vita a guerreggiare in giro per l’Italia, principalmente al servizio della Repubblica di Venezia. La sua vita è legata a doppio filo con Bergamo: qui nacque, qui tornò all’apice del suo potere e qui volle essere seppellito. I bergamaschi sono quindi molto legati alla sua figura e alle tracce che ha lasciato sul territorio: dai numerosi castelli nella pianura, alla fitta rete di canalizzazione da lui voluta, fino alla bellissima cappella in cui riposa. Non si deve dimenticare però come fosse un uomo forte, quasi brutale! A proposito della cappella si narra come i canonici di Santa Maria Maggiore fossero contrari a concedergli lo spazio per la sua edificazione. Bartolomeo risolse la questione con la diplomazia usuale a un mercenario di 600 anni fa: mandò i suoi soldati e fece abbattere la vecchia sagrestia della basilica. Che quest’aneddoto sia vero o no, a noi rimane la bellezza di questa imponente opera architettonica.

lunedì 17 maggio 2021


Amalfi, provincia di Salerno, regione Campania. Duomo dedicato all'apostolo Sant'Andrea. Nato dalla fusione di due basiliche preesistenti. La sua costruzione impiegò quasi mille anni e fu ultimato soltanto nel 1900, per cui lo stile varia dal romanico al barocco, ma rimane forte l’influsso arabo-siciliano. Il duomo di Amalfi, principale luogo di culto cattolico dell’omonima città, è una struttura risalente al IX secolo con caratteristiche architettoniche che vanno dal Romanico al Barocco fino al Rococò. Prevalentemente di stile architettonico romanico arabo-normanno, è stata più volte rimaneggiata, aggiungendo stile romanico, bizantino, gotico e elementi barocchi. La cattedrale comprende l'annessa Basilica del Crocefisso anch'essa risalente al secolo IX. Inoltre vi si possono trovare la Cripta di Sant'Andrea e il famoso Chiostro del Paradiso. Il duomo che fu costruito accanto alla Basilica più vecchia che a sua volta fu edificata sulle rovine di un tempio, quando la Repubblica Marinara cominciò ad affermarsi come potenza commerciale. Il Duomo fu completamente ristrutturato nel 1203, nelle forme arabo-normanne introdotte dai conquistatori. Rimaneggiato attorno al 1570, fu ricostruito inoltre dopo che 24 dicembre 1861 sotto l'azione di un forte vento, un tratto del coronamento della facciata, in cattivo stato di conservazione, cadde sfondando una o due volte del sottostante atrio. Il parere favorevole al restauro stilistico della Giunta delle Belle Arti fece sì che, per un danno leggero, le stratificazioni sulla facciata (dell'epoca rinascimentale, barocco, etc.) fossero cancellate, facendo ricostruire il duomo secondo lo stile dell'architetto Lorenzo Casalbore, che demolì l'insigne portico, i capitelli, le cornici, lo stesso intonaco e le basi e le paraste del Settecento. L'interno del Duomo, con il soffitto a cassettoni, è contraddistinto da una navata centrale, caratterizzata dal grande Crocefisso Ligneo del XIII sec.; in alto invece, sull’altare, vi è la tela del Martirio di S. Andrea; due maestose colonne di granito egiziano sostengono l’arco trionfale, più avanti due Colonnine Tortili e i due Pulpiti. Nella navata sinistra vi è la Croce di Madreperla, portata dalla Terra Santa da Mons. Marini, di fianco il Battistero in porfido rosso egiziano e, scendendo lungo la navata, nelle cappelline laterali alcune Tele di Silvestro Mirra e dei suoi Allievi. Nella navata destra troviamo il Busto Reliquario di S. Andrea del sec. XVI e, sulla porta c’è una grande tela raffigurante S. Andrea e S. Matteo. All'interno della Cripta è custodito il corpo di S. Andrea, il primo discepolo di Gesù e Santo protettore di Amalfi. Dopo il martirio di Sant'Andrea, secondo la tradizione, le sue reliquie furono spostate da Patrasso a Costantinopoli. Leggende locali dicono che le reliquie furono vendute dai romani. Qui rimasero sino al 1208 quando, nel corso della quarta crociata, le reliquie furono portate ad Amalfi, dal cardinale Pietro Capuano, nativo di Amalfi. La Cripta si presenta oggi nella forma barocca datata nel 1600 con scene della Passione di Gesù, incastonate fra ricche ed eleganti decorazioni di stucco. L’altare centrale, in marmo pregiato, è opera di Domenico Fontana. La grande statua bronzea è opera di Michelangelo Naccherino. Accanto ci sono le statue marmoree che rappresentano San Lorenzo e Santo Stefano. Le sacre reliquie sono racchiuse in un urna d’argento, posta sotto l’altare centrale, opera di Domenico Fontana.

domenica 16 maggio 2021


Napoli capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione Campania. Basilica di San Lorenzo Maggiore. La basilica di San Lorenzo Maggiore si trova in Via dei Tribunali. San Lorenzo Maggiore è una delle più antiche basiliche della città, risalente al XII secolo. La sua storia comincia nel 1235 quando papa Gregorio IX concesse a Napoli la costruzione di una struttura dedicata a San Lorenzo. Dal 1270 Carlo I d’Angiò cominciò a partecipare con cospicue sovvenzioni alla realizzazione del tempio, che alla fine risultò un misto tra stile gotico francese e francescano. Architetti francesi, infatti, si dedicarono alla realizzazione dell’abside, unico esempio in Italia, mentre spostandosi verso le navate si ci avvicina maggiormente allo stile italiano, segno che nel corso degli sviluppi successivi, la costruzione della chiesa fu affidata a progettisti locali. Nel corso dei secoli la struttura ha subito numerosi rimaneggiamenti, anche a causa dei terremoti che hanno colpito la zona. Inoltre, dal XVI secolo vennero aggiunte opere in stile barocco a coprire l’aspetto originario: il pavimento venne ricoperto da mattoni, le colonne decorate con stucchi, gli archi e le finestre gotiche furono ridimensionati e gli affreschi imbiancati. Fortunatamente, dal 1882 fino al XX secolo, i numerosi restauri hanno provveduto ad eliminare queste aggiunte, ad eccezione della facciata e della controfacciata, opera di Ferdinando Sanfelice, della cappella Cacace e del cappellone di Sant’Antonio, opera di Cosimo Fanzago.

sabato 15 maggio 2021


Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è intitolata al santo patrono, San Nicola Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di Opera.

venerdì 14 maggio 2021


Genova, capoluogo di regione della Liguria. La Cattedrale di San Lorenzo è, da sempre, il centro religioso, storico e artistico della città di Genova. Ne rappresenta la storia cittadina poiché, durante la lunga vita della Repubblica di Genova, ne costituiva, insieme al vicino Palazzo Ducale, il suo centro politico e religioso. All’interno della Cattedrale è allestito il Museo del Tesoro, un capolavoro della museografia progettato da Franco Albini che conserva gli oggetti del Tesoro, alcuni dei quali hanno rappresentato e continuano a incarnare lo spirito della città, come il Sacro Catino, la Cassa Processionale di San Giovanni Battista e la Croce degli Zaccaria. Visitabile all’interno di San Lorenzo è il Battistero di San Giovanni con l’antica chiesa di Santa Maria della Vittoria, mentre ancora collegato alla Cattedrale è il suo Chiostro dei Canonici, eretto nel XII secolo e tuttora sede del Museo Diocesano. Le prime notizie certe che attestano l’esistenza della Cattedrale di San Lorenzo risalgono all’878, anno in cui il vescovo Sabatino predispose la traslazione delle reliquie di San Romolo. Grazie alle indagini archeologiche si è potuta escludere la presenza in loco di edifici religiosi anteriori alla prima metà del VI secolo. La Cattedrale di San Lorenzo non sembra quindi essere stata la prima sede vescovile della città: le fonti ufficiali e la tradizione religiosa cittadina ricordano infatti diversi nomi di vescovi risalenti al IV – V secolo. L’arcivescovo Jacopo da Varagine indica inoltre nella sua Cronaca Civitatis Ianuae (XIII secolo) l’attuale chiesa di San Siro (allora intitolata ai Dodici Apostoli) come la prima Cattedrale cittadina. Durante il X secolo, la Cattedrale di San Lorenzo acquisì una crescente importanza all’interno del contesto cittadino, sia dal punto di vista religioso che da quello civile, grazie anche alla sua ottima collocazione nel tessuto urbano: a partire dal 1007, quando l’antica basilica di San Siro fu affidata ai monaci benedettini, San Lorenzo divenne il polo vescovile (e politico) esclusivo della città, almeno sino al XIV secolo. Fra il XI e il XII secolo le autorità cittadine disposero la costruzione di un edificio religioso in grado di rappresentare la crescente potenza di Genova: il progetto fu affidato ai Magistri Antelami, maestri architetti, scultori e carpentieri di tradizione romanica provenienti dalla Valle d’Intelvi (nel comasco). Nel XIII secolo (circa 1230) si decise di rinnovare totalmente la Cattedrale avviando un nuovo progetto architettonico che comportò una grandiosa ristrutturazione: l’edificio prese l’aspetto che ancora oggi conserva di Cattedrale gotica, con l’imponente facciata a due torri. Benché opera di due artisti di origini franco-normanne, il progetto gotico prevedeva l’introduzione di diversi elementi decorativi propri della tradizione architettonica mediterranea in grado di mitigare l’impianto francese della Cattedrale. Dell’antica costruzione romanica furono salvati i due portali laterali di San Giovanni e San Gottardo. I lavori subirono però una battuta d’arresto a metà del XIII secolo, forse a causa di una crisi economica; il rovinoso incendio nel 1296 comportò poi la sostituzione dei colonnati interni e di gran parte dei capitelli. A questa fase (primi decenni del Trecento) risalgono gli affreschi sopravvissuti della controfacciata e delle navate laterali, opera di un ignoto pittore di tradizione bizantina. Nel corso del XIV e XV secolo cominciò la costruzione delle cappelle e degli altari sulle navate. I lavori per la Cappella del Battista, che conserva le ceneri del Precursore, cominciarono nel 1450. Nel XVI secolo, a causa di un’esplosione del deposito delle polveri sito nel Palazzo Vescovile, furono restaurate le coperture, gravemente danneggiate, ad opera dell’architetto manierista Galeazzo Alessi (1512-1572). All’interno vi operarono i più grandi artisti genovesi e non del XVI e XVII: Luca Cambiaso (1527-1585) che realizzò alcuni dipinti e affrescò la Cappella Lercari insieme a Giovanni Battista Castello, detto il Bergamasco (inizi XVI secolo-1569); Lazzaro Tavarone (1556-1641) al quale i Padri del Comune affidarono negli anni Venti del XVII secolo la decorazione della zona absidale con le Storie di San Lorenzo; Federico Barocci (1535-1612) che realizzò nel 1596 per Matteo Senarega la pala d’altare con la Crocifissione con Vergine, San Giovanni e San Sebastiano. Infine tra XIX e XX secolo cominciarono i lavori per il graduale recupero della facies medievale della Cattedrale. In occasione dell’Anno Giubilare del 2000 si avviarono notevoli restauri che interessarono gran parte dell’edificio.

giovedì 13 maggio 2021


Vernazza provincia della Spezia in Liguria.  Le ipotesi sulle origini del nome Vernazza è divisa tra chi crede possa derivare dall'aggettivo latino verna, cioè " il cui significato sta per “indigeno, del luogo”.", ad indicare la provenienza del vino locale prodotto dai contadini del borgo: la Vernaccia, e chi protende a Vulnetia ad indicare la fondazione di Vernazza da parte di schiavi liberati della romana Gens Vulnezia. Il "Castrum Vernatio" venne nominato per la prima volta nel 1080 in un documento citante l'abitato di Vernazza, a testimonianza del carattere difensivo del paese e quale base marittima dei marchesi Obertenghi, probabile punto di partenza delle navi in difesa dai Saraceni. Nel XII secolo Vernazza fu utilizzata come base per la conquista della Liguria di levante da parte di Genova, e a partire dal 1209 il borgo fu sottomesso alla potenza marinara con la consegna del castello e con un atto di fedeltà compiuto dalle più importanti e ricche famiglie del luogo che si impegnavano di ubbidire a Genova. I secoli XVI e XVII segnano per Vernazza, oltre che per gli altri villaggi delle Cinque Terre, un periodo di declino, con forti ripercussioni negative sulla produzione di vino, da sempre tipica della zona, e sulla pesca. Nel periodo ancora successivo e, in modo particolarmente evidente, nei primi 50 anni del 1800, gli abitanti di Vernazza iniziarono ad ampliare le terrazze su cui veniva coltivata la vigna, la produzione di vino aumentò sensibilmente, e così la vita commerciale del paese. Negli stessi anni iniziò la costruzione della linea ferroviaria Genova-La Spezia, situazione che portò alla fine del secolare isolamento degli abitanti delle Cinque Terre. Questa situazione migliorò sempre più mano a mano che si intensificavano i rapporti commerciali e lavorativi con la città di La Spezia, in rapido sviluppo grazie al porto e all’attività militare ad esso collegata, oltre che alla crescente fama del luogo dal punto di vista turistico. Nel 1997, insieme a Portovenere e alle isole del Golfo dei Poeti (Palmaria, Tino e Tinetto), le Cinque Terre sono state dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Dal 1999, inoltre, è stato istituito il Parco Nazionale delle Cinque Terre, un riconoscimento più che dovuto alla straordinaria bellezza di queste località, tramite il quale le varie amministrazioni riescono sempre più a migliorare, oltre che i servizi di base, anche le varie attività legate al turismo. A Vernazza oggi le principali attività sono appunto legate al turismo, data la straordinaria affluenza di visitatori, ma la pesca e la coltivazione dell’ulivo e della vigna continuano, testimoniando così la forza di una tradizione vecchia di secoli. La chiesa di Santa margherita d'Antiochia risale al 1318 anche se prima vi era un predecente edificio religioso risalente all'XI secolo. A causa di una violenta mareggiata la prima chiesa viene distrutta e ricostruita grazie ai Magistri Antelami. La prima chiesa probabilmente aveva tre navata ed era in stile medioevale e tre absidi. Tra il sedicesimo e diciassettesimo secolo la chiesa subì un profondo mutamento di ristrutturazione compresa la facciata. Da stile romanico passò a barocco e fu innalzata la torre campanaria ottagonale di 40 metri.

mercoledì 12 maggio 2021


Castello di Meleto, comune di Gaiole in Chianti, provincia di Siena regione Toscana. Situato su una collina che domina la valle del Massellone, a 2 km da Gaiole in Chianti, lo storico ed elegante Castello Di Meleto offre camere e appartamenti con arredi in stile toscano. Nel cuore del Chianti, tra Siena e Firenze, sorge il Castello di Meleto, una dimora storica imponente, un'azienda agricola che produce vino prelibato ma, soprattutto, un luogo incantato dove regalarsi momenti indimenticabili tra passato e presente. Oggi agriturismo di grande charme, il Castello di Meleto domina la valle del torrente Massellone. La costruzione risale, nelle sue parti più antiche, all'anno Mille. Il Castello apparteneva ai Monaci Benedettini e successivamente è diventato di proprietà della Famiglia Ricasoli che dopo esserne entrata in possesso nel 1200, ha ampliato la costruzione nel 1700 e l'ha trasformata in una splendida residenza di campagna. Dal 1968 la proprietà è della Viticola Toscana Spa, un'azienda agricola con splendidi vigneti specializzati nella produzione del vino Chianti Classico DOCG. Il castello è circondato da sei belle case coloniche, ristrutturate accuratamente nel 2000, mantenendo inalterato lo stile rustico toscano ed utilizzate per agriturismo. Ogni casa dispone di giardino privato o terrazza e si affaccia direttamente sulla campagna, immersa nel verde dei vigneti e oliveti. Tra un assaggio di buon vino e uno della cucina tipica, è bello rilassarsi in una delle due splendide piscine e lasciarsi inebriare dai profumi delle viti e degli ulivi, dei ginepri e delle ginestre. Nei sotterranei del Castello, vero monumento storico, un'affascinante enoteca permette di degustare i vini, l'olio extravergine di oliva biologico e i salumi di Cinta Senese provenienti dall'allevamento allo stato brado. E' possibile organizzare al Castello banchetti in stile rinascimentale e medievale nella suggestiva cornice delle sale affrescate. Inoltre, tutti i giorni sono possibili visite guidate del piano nobile del Castello, del teatrino settecentesco, dei sotterranei con le antiche cantine, prigioni e vie di fuga, per vivere a 360° un'esperienza unica e indimenticabile in un vero Castello del Chianti. Il Castello con la sua atmosfera magica e i suoi mille passaggi segreti è inoltre, una location particolarmente suggestiva per matrimoni da favola. Gli sposi potranno scambiarsi le loro promesse eterne circondati da uno charme unico e con un banchetto fiabesco, un vero salto indietro nel tempo. A loro disposizione per la prima notte di nozze, come gentile omaggio del Castello di Meleto, la camera Virginia nel Piano Nobile li accoglierà per una indimenticabile prima notte per nozze da favola nel cuore del Chianti.

martedì 11 maggio 2021


Bologna, capoluogo della regione Emilia e Romagna. FONTANA MONUMENTALE DEL NETTUNO. Sita in Piazza Nettuno, limitrofa con la Piazza maggiore, dove si trovano: Palazzo dei Notai (sede dell'antica corporazione dei Notai);  Palazzo D'Accursio (detto anche Palazzo Comunale) con la torre dell'orologio, inizialmente abitazione di Francesco Accursio, maestro di diritto nello Studio Bolognese, quindi residenza degli Anziani (massima magistratura di governo del comune) ed oggi sede del municipio. La piazza del Nettuno è una combinazione armonica di edifici di varie epoche (palazzo comunale e palazzo re Enzo), che sembrano accogliere tra le loro pareti il Gigante di Bologna. Un tempo luogo di mercato, la piazza è sempre stata l’accesso privilegiato e più suggestivo per entrare nella contigua piazza Maggiore. Un cenno a parte va riservato alla Sala Borsa, che si affaccia su piazza Nettuno dal lato del Palazzo Comunale. Dal 1999 ricopre il ruolo di biblioteca e centro multimediale, ma è anche meta di turisti incuriositi dagli scavi archeologici alla base dell’edificio: sotto la pavimentazione di cristallo dell’atrio centrale sono visibili infatti le fondamenta di antichi insediamenti, risalenti ad epoche diverse. Per via delle dimensioni della statua, i bolognesi la chiamano familiarmente "il Gigante". La statua fu promossa dal cardinale legato di Bologna Carlo Borromeo, il quale volle risistemare l'area di piazza Maggiore, con l'aiuto del vescovo Pier Donato Cesi. Essa avrebbe dovuto simboleggiare il felice governo del neo eletto papa, e zio materno di Borromeo, Pio IV. L'opera fu progettata dall'architetto e pittore palermitano Tommaso Laureti nel 1563 e venne sormontata dalla imponente statua in bronzo del dio Nettuno dello scultore fiammingo manierista Jean de Boulogne di Douai in Fiandra, detto il Giambologna, desideroso di rifarsi dopo la sconfitta al concorso per la fontana del Nettuno di piazza della Signoria a Firenze, venne a Bologna (scelto come scultore) e lì con l'aiuto di un noto fonditore "Zanobio Portigiani" della fabbriceria di San Petronio, (dopo avervi litigato) fuse da solo il bronzo per la statua in una stanza al piano terra nell'attuale piazza Galvani, dove una lapide ancor oggi ricorda l'impresa. Il monumento sorge nella piazza aperta nel 1564, per la costruzione della fontana (terminata nel 1565) fu abbattuto un intero isolato e la spesa fu ripartita tra le case e le botteghe adiacenti. La statua del dio Nettuno venne collocata esattamente nel punto di intersezione tra il cardo e il decumano, le antiche vie di età romana, che determinavano il centro dell'area urbana. L'alimentazione idrica della fontana, che vanta ben 90 zampilli, avvenne con la costruzione dell'opera di captazione della cisterna di Valverde, impropriamente nota come Bagni di Mario (cisterna sotterranea con decori rinascimentali, oggi assai deteriorati) e potenziata ristrutturando l'antica fonte Remonda (che è ancora funzionante e si trova a valle dell'antico monastero di San Michele in Bosco, ora Istituti Ortopedici Rizzoli), e convogliando le sue acque verso la piazza. Il tridente simbolo della Maserati, casa automobilistica fondata a Bologna, è stato ripreso da quello della fontana. A Bruxelles nel quartiere dell'esposizione universale esiste una copia esatta della fontana, voluta dal re Leopoldo II del Belgio.

lunedì 10 maggio 2021


Camogli, provincia di Genova, della regione Liguria. Basilica di Santa Maria Assunta. La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta è stata insignita del titolo di Basilica minore il 18 novembre 1988, anno mariano, dal pontefice Giovanni Paolo II. Il tempio sorge sullo sperone roccioso dell'Isola ed è il risultato di innumerevoli trasformazioni ed ampliamenti dell'originaria cappella del castello intitolata a S. Maria, la cui presenza agli inizi del XII secolo è testimoniata da alcuni documenti. L'attuale configurazione è il risultato di un radicale ingrandimento che risale al 1845 quando furono edificate le due facciate, quella con l'ingresso principale rivolto verso l'abitato dell'Isola e l'altra domina la monumentale scalinata che collega il sagrato con la sottostante Piazza Colombo. L'interno a tre navate in stile barocco classicheggiante è ricco di ori, stucchi, marmi policromi, messi in risalto dai lampadari. Lo schema decorativo unitario fu progettato dall'architetto Dufour mentre gli affreschi furono realizzati da Nicolò Barbino e Francesco Semino. Importanti opere scultoree e pittoriche eseguite da autori di scuola genovese (Francesco Maria Schiaffino, Francesco Ravaschio, Luca Cambiaso, Domenico Fiasella, Bernardo Castello) ornano gli altari laterali. Sull'altare maggiore è collocata la statua lignea dell'Assunta opera di Bernardo Schiaffino. La sacrestia è in barocco chiavarese e risale al 1790 vi è posta la tela di Luca Cambiaso raffigurante la Deposizione. Di grande pregio è anche l'organo costruito nel 1873 dal pavese Luigi Lingiardi, restaurato nel 1988. Il sagrato è realizzato con la tecnica del "risseu", un tempo molto usata nei borghi di mare. Si tratta di sassi bianchi e grigi raccolti sulla spiaggia e sapientemente collocati a formare disegni e figure geometriche. Sulla parete di un'abitazione prospiciente il sagrato è stato collocato nel 2006 un murale in ceramica opera dell'artista Alessia Ratti raffigurante l'"Isola" nel 1518.

domenica 9 maggio 2021


Ravenna, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia Romagna. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, via Roma 56. fatta costruire da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città. La Basilica presenta una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico, caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo. Al suo interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione, la quale dal punto vista stilistico, iconografico e ideologico consente di seguire l'evoluzione del mosaico parietale bizantino dall'età teodoriciana a quella giustinianea. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.

sabato 8 maggio 2021


Centro storico di Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. Matera conta circa 55.000 abitanti, si trova a 401 m. dal livello del mare e dista solo 45 chilometri dalle spiagge. Apprezzata e visitata per i suoi Sassi, offre anche tante altre perle di bellezza e di cultura che le nostre guide sapranno illustrarvi con maestria. Si consiglia una visita al Duomo del XIII secolo, in stile romanico pugliese, che si erge imponente sul colle della Civita, primo insediamento umano della città, risalente al periodo medioevale caratterizzato da mura e fortificazioni. La Cattedrale, internamente ristrutturata nel periodo barocco, ospita interessanti opere lignee e pittoriche di artisti locali, tra cui spiccano il cinquecentesco presepe in pietra di Altobello Persio e il coro ligneo del ‘400 di Giovanni Tantino di Ariano Irpino. Molto interessanti anche le altre chiese romaniche nel centro storico, San Giovanni Battista e San Domenico. Lungo la dorsale seicentesca del “Piano” si possono ammirare le costruzioni civili e religiose del periodo barocco tra cui le chiese di San Francesco d’Assisi, del Purgatorio e di Santa Chiara, sino a giungere a Palazzo Lanfranchi, adiacente alla chiesetta della Madonna del Carmine attualmente sede di importanti mostre d’arte. Sorto come seminario alla fine del 1600, e già Liceo ginnasio, dove insegnò per alcuni anni Giovanni Pascoli, Palazzo Lanfranchi e stato recentemente ristrutturato ed ospita il Museo d’arte medioevale e moderna di Basilicata. Presenti, nella sua splendida cornice, un’ ampia collezione di dipinti di Carlo Levi, numerose opere di scuola napoletana del ‘600 e ‘700 e varie opere lignee e pittoriche provenienti da diversi centri della provincia, restaurate ad opera della Sovrintendenza, nonché mostre periodiche di grande pregio. Etimologia (origine del nome): Deriva dal latino materies e materia, "legname da lavoro", o da una base mat, altura. Nome abitanti: materani. Santo Patrono: Madonna della Bruna che si celebra IL  2 luglio.

venerdì 7 maggio 2021


Manarola è una frazione del comune di Riomaggiore, in provincia della Spezia, regione Liguria. Chiesa di San Lorenzo.  Fu costruita nel 1338, ha pianta basilicale a tre navate. All’esterno la facciata in stile gotico ligure è semplice ma possiede un rosone a dodici colonnine con trafori e un portale con arco ogivale e la lunetta con un bassorilievo (martirio di San Lorenzo). All’interno della chiesa possiamo ammirare:
- sull’altare maggiore, un trittico del XIV secolo che raffigura la Madonna con il Bambino e due Santi ai lati (San Lorenzo e Santa Caterina).
- nella navata di sinistra, trittico in legno con santi (al centro San Lorenzo)
Il campanile del XIV secolo, distaccato dalla chiesa, è a pianta quadra e precedentemente venne utilizzato come torre di avvistamento.

giovedì 6 maggio 2021


Lucca, capoluogo di provincia della regione Toscana. Piazza Napoleone (Piazza Grande). Nonostante ai lucchesi sia nota come "Piazza Grande", il nome "Piazza Napoleone" rende l'idea di quel luogo in cui, giungendo dalle stradine della città medievale, ci si perde in uno spazio nato a immagine delle grandi distese parigine. La piazza è stata da sempre il centro del potere politico di Lucca, ma il suo aspetto originario era completamente diverso e la storia degli edifici che popolavano quel luogo è stata custodita per secoli dal sottosuolo. Fu scelta nel 1322 da Castruccio Castracani, condottiero Ghibellino della famiglia degli Antelminelli, per costruirvi la fortezza dell'Augusta e un palazzo, forse ideato da Giotto. Quando nel 1370 Castruccio fu cacciato via da Lucca, anche l'enorme fortezza, che si sviluppava su circa un quarto della città, fu completamente rasa al suolo dal popolo stesso. La sistemazione attuale della piazza, invece, risale all'età Napoleonica, quando il principato di Lucca, dal 1805 al 1815, fu in mano a Elisa Bonaparte Baciocchi, la sorella di Napoleone, che decise di celebrare l'illustre consanguineo dando alla piazza il suo nome. Per la sua costruzione, secondo il progetto di un architetto italiano e di un francese, non si poté evitare di spianare case, magazzini, una torre, l'archivio, le botteghe e persino una chiesa, quella di San Pietro Maggiore; tutto per dare maggiore evidenza e prestigio al Palazzo Ducale, detto anche Palazzo Pubblico, oggi sede delle Provincia di Lucca. Le facciate degli edifici che delimitavano la piazza non erano però così gradevoli alla vista, perciò si pensò di coprirli con una una fitta cortina di platani, così come appaiono oggi. Di fronte al palazzo doveva campeggiare una enorme statua di Napoleone, ma il progetto non ebbe seguito e la statua al centro dello spazio divenne quella di Maria Luisa di Borbone, dopo che nel 1815 le fu affidato il comando della città. Nonostante (o forse proprio per) la sistemazione napoleonica, la piazza divenne un enorme parcheggio fino al 1998 quando, nel corso di una profonda opera di ristrutturazione, vennero alla luce le fondazioni di tutti gli edifici che sorgevano in quel luogo prima dell'arrivo dei Baciocchi. Era infatti noto, soprattutto da antiche stampe e planimetrie, che originariamente lì c'erano una chiesa e la torre della zecca di Lucca, ma gli scavi hanno rivelato una affascinante realtà, completamente diversa da quella che appariva dai disegni antichi. È stato a questo punto che è andata facendosi strada l'ipotesi che quei resti e quelle fondazioni potessero tutti appartenere all'Augusta e analizzando gli ambienti che occupavano gran parte della piazza sono divenute sempre più evidenti le reali dimensioni della fortezza di Castruccio Castracani, che si riteneva occupasse un'estensione circa equivalente alla pianta del Palazzo Ducale. Nulla si sa della sua pianta reale, proprio perché il progetto di un luogo fatto di percorsi segreti che avrebbe dovuto proteggere Castruccio da ogni pericolo era rimasto circondato da un alone di assoluta segretezza. Si è scoperto che la fortezza era stata costruita con una serie di accessi connessi l'uno all'altro in modo che se il nemico fosse passato indenne attraverso il primo, sarebbe riuscito con difficoltà a superare gli altri due; nel frattempo Castruccio avrebbe avuto la possibilità di fuggire agevolmente attraverso la fitta rete di cunicoli approntati proprio in caso di pericolo, provvisti anche di nicchie per alloggiarvi le torce per l'illuminazione. Oggi, da centro del potere, la piazza ogni estate si trasforma nel cuore della vita culturale della città, dove in una ambientazione spaziosa e suggestiva hanno spesso luogo dei concerti.

mercoledì 5 maggio 2021


Camogli, provincia di Genova, della regione Liguria. Golfo del Paradiso. Il Golfo Paradiso è un piccolo golfo situato sulla riviera di levante della città metropolitana di Genova, nella parte orientale del golfo di Genova, nel mar Ligure. Il comprensorio, appartenente all'area metropolitana di Genova, stretto tra il grande comune del capoluogo ligure e il promontorio di Portofino, confina a nord con la valle Fontanabuona, ed è costituito da sette comuni, di cui cinque sul mare (Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco, Camogli) e due senza sbocco sul golfo (Avegno e Uscio). Sul golfo Paradiso s’affaccia Camogli, celebre per la sua imponente e variopinta palazzata. Centro dalla grande tradizione marinara, fu definita “la città dei mille bianchi velieri” e raggiunse l’apice del suo prestigio marittimo alla metà dell’Ottocento quando diede all’Italia capitani di mare, macchinisti navali e bastimenti. Tra i protagonisti delle vicende che portarono all’Unità d’Italia c’erano i brigantini, le imbarcazioni che portarono la tradizione camogliese nel mondo.


Camogli, provincia di Genova, della regione Liguria. Golfo del Paradiso. Il Golfo Paradiso è un piccolo golfo situato sulla riviera di levante della città metropolitana di Genova, nella parte orientale del golfo di Genova, nel mar Ligure. Il comprensorio, appartenente all'area metropolitana di Genova, stretto tra il grande comune del capoluogo ligure e il promontorio di Portofino, confina a nord con la valle Fontanabuona, ed è costituito da sette comuni, di cui cinque sul mare (Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco, Camogli) e due senza sbocco sul golfo (Avegno e Uscio). Sul golfo Paradiso s’affaccia Camogli, celebre per la sua imponente e variopinta palazzata. Centro dalla grande tradizione marinara, fu definita “la città dei mille bianchi velieri” e raggiunse l’apice del suo prestigio marittimo alla metà dell’Ottocento quando diede all’Italia capitani di mare, macchinisti navali e bastimenti. Tra i protagonisti delle vicende che portarono all’Unità d’Italia c’erano i brigantini, le imbarcazioni che portarono la tradizione camogliese nel mondo.

martedì 4 maggio 2021


Pisa regione Toscana. Campo dei miracoli, Torre pendente.  Inserita in un contesto meraviglioso, piazza dei miracoli (patrimonio dell'umanità), si erge la torre di Pisa, che con la sua inclinazione di 4 gradi, dando la sensazione che possa cedere da un momento all'altro... suscita l'interesse di migliaia di turisti curiosi che rimangono ogni anno estasiati ed affascinati dalla singolarità e stranezza di uno dei monumenti più belli del mondo. Quando si nomina Pisa si pensa subito alla famosa Torre Pendente, monumento che ha assunto importanza nei secoli per via della sua accentuata pendenza che ha fatto preoccupare e allo stesso tempo, ha attratto la curiosità di numerosi esperti e di semplici turisti; per tale motivo la Torre (campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Piazza del Duomo), è stata rinominata Torre Pendente. Nel 1173 iniziano i lavori di costruzione della torre di Pisa che si conclude però nel 1350, 56metri, 8 piani, 7 campane. La Torre di Pisa, posta su un terreno argilloso e sabbioso, sembra cominciò ad inclinarsi fin dall'edificazione del terzo piano tanto che si dovettero sospendere i lavori per poi riprenderli anni dopo, costruendo i piani successivi con una curvatura in senso opposto alla pendenza. Il progetto originale si pensa sia stato di Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo anche il Battistero. La costruzione continuò fino al completamento nel 1350, raggiungendo un'altezza di circa 56 metri e un peso di 14.523 tonnellate, riuscendo a mantenerla in equilibrio perché la verticale che passa per il baricentro cade all'interno della base di appoggio. I piani complessivi sono 8, circondati da una loggetta con archi a tutto sesto, che riprendono il motivo della facciata della cattedrale e poiché la torre ne costituisce appunto il campanile, vennero collocate 7 campane: Assunta (la più grande che pesa 3620 kg), Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia, Terza, Vespruccio, le quali suonano ancora oggi prima delle messe in Duomo ed a mezzogiorno tramite un sistema elettronico e che un tempo era adibite ognuna ad un momento della giornata liturgica. La campana Pasquareccia, la più antica, si chiamava originariamente Giustizia e si trovava nell'omonimo palazzo e veniva impiegata per avvisare della morte dei traditori. La struttura del campanile è costituita da due stanze: una alla base della torre, conosciuta come Sala del pesce, avendo al suo interno un bassorilievo raffigurante appunto un pesce e l'altra è la cella campanaria, posta al settimo anello, delimitata dalle mura del camminamento superiore, a cielo aperto, mentre al centro, tramite un'apertura, è possibile vedere il pianterreno della torre. Per salire in cima alla torre, occorre percorrere tre rampe di scale a chiocciola.

lunedì 3 maggio 2021


Roma, regione Lazio e capitale d’Italia. Fontana della barcaccia. E’ una delle fontane più famose del mondo, e, dopo circa un anno di restauro, è tornata al suo splendore originario. La fontana della Barcaccia, collocata al centro di piazza di Spagna, fu realizzata tra il 1626 e il 1629 per volontà di papa Urbano VIII Barberini (1623-1644). Il pontefice attuò, in realtà, un progetto risalente al 1570 che prevedeva di ornare con fontane pubbliche le piazze più importanti della città attraversate dal ristrutturato Acquedotto Vergine. La fontana fu commissionata a Pietro Bernini (1562-1629), architetto dell’Acqua Vergine dal 1623 e padre del più celebre Gian Lorenzo (1598-1680) con il quale non è da escludere vi sia stata una collaborazione. In quel punto la pressione dell’acqua, proveniente dall’Acquedotto Vergine (o Acqua Vergine), era molto debole, e la cosa creò numerose difficoltà tecniche, risolte grazie all’ingegno di Bernini che realizzò la fontana con una forma tale da permettere lo zampillo dell’acqua. Pietro Bernini progettò una fontana assolutamente nuova rispetto alle opere realizzate a Roma alla fine del XVI secolo; s’ispirò, infatti, ad una barca, ideando un’opera più scultorea in marmo travertino che architettonica. La singolare vasca a forma d’imbarcazione raccoglie l’acqua che fuoriesce da due grandi soli - collocati internamente allo scafo a prua e a poppa - e quella che zampilla da un piccolo catino centrale. L’acqua straripante dai fianchi della barca, aperti in modo da offrire l’impressione che stia affondando, è raccolta da un bacino sottostante nel quale confluiscono anche i getti provenienti da bocche di finte cannoniere poste all’esterno della prua e della poppa, ai lati di grandi stemmi papali caratterizzati dalle api, simbolo della famiglia Barberini. La fontana è stata sottoposta nel tempo a vari interventi conservativi resisi necessari anche dalla sua collocazione al centro di una delle piazze più frequentate della città. L'ultimo restauro è stato realizzato nel 2013 - 2014.

domenica 2 maggio 2021


Santa Margherita Ligure è un comune della città metropolitana di Genova in Liguria. Monumento a Cristoforo Colombo. Monumento marmoreo, a Cristoforo Colombo, presso il lungomare, è stato realizzato dallo scultore Odoardo Tabacchi nel 1892.

sabato 1 maggio 2021


Brescia, Capoluogo dell’ omonima provincia, regione Lombardia.  Chiesa Di S. Giulia. Il monastero di San Salvatore, detto in seguito di Santa Giulia (915) fu fondato per volontà del re longobar­do Desiderio e di sua moglie Ansa nel 753 d.C., su un'area archeologicamente molto ricca (resti di domus romane sono state rinvenute sotto la basilica di San Salvatore e nell'ortaglia di Santa Giulia). I molti ampliamenti e ricostruzioni succedutesi nei secoli, hanno dato forma al complesso articolato attorno a tre chiostri, così come possiamo ammirarlo oggi; particolarmente rilevanti quelli operati in età comunale (XII sec.: ricostruzione dei chiostri, ampliamento della cripta di San Salvatore, edificazione di Santa Maria in Solario) e nel tardo sec. XV (radicale ricostruzione dei chiostri cui fu aggiunto quello settentrionale dei dormitori, elevazione del Coro delle monache e spostamento della facciata della chiesa di San Salvatore, che venne a sua volta distrutta e ridisegnata completamente dall’edificazione nuova chiesa di Santa Giulia, terminata nel 1499). Il monastero benedettino femminile, dove si rifugiò fino alla sua morte la figlia di Desiderio ripudiata da Carlo Magno, l’Ermengarda manzoniana, ebbe vita fiorente: divenne uno dei centri conventuali più ricchi ed importanti del nord Italia, con possedimenti  in ogni parte della penisola, anche grazie ai lasciti delle monache, frequentemente di aristocratiche famiglie. Il monastero venne sop­presso nel 1798 in seguito alle leggi rivoluzionarie giacobine, poi ridotto a caserme e spogliato dei suoi beni. Il progressivo degrado fu in parte sospeso quando all’interno dei tre edifici religiosi trovò sede il Museo dell’Età Cristiana, nel 1882. Le operazioni di recupero architettonico iniziarono con l’acquisizione dell’intera area da parte del Comune, nel 1966, che hanno portato alla rinascita del complesso e all’allestimento del Museo della città.