martedì 31 gennaio 2017

Palermo, via Domenico Cimarosa.


lunedì 30 gennaio 2017

Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia.

Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. STATUA DI MESSINA riconoscente per la concessione del Portofranco. Raffigura la Città riconoscente verso Giuseppe Natoli che il 31 marzo 1848, restituì a Messina i diritti di porto franco soppresso sessant'anni prima dai Borboni (dalla storia di Messina sul portale Gran Mirci). È opera del 1859 dello scultore messinese Giuseppe Prinzi e si trovava, prima del 1908, all'interno del Municipio. Oggi si trova al centro della piazzetta "Giacomo Minutoli", di fronte al porto con l'imponente mole del Municipio per sfondo.

domenica 29 gennaio 2017

Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. CHIESA DI SANTA LUCIA (Via Vittorio Emanuele, 205 ).

Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. CHIESA DI SANTA LUCIA (Via Vittorio Emanuele, 205 ). La chiesa di Santa Lucia, di edificazione cinquecentesca ma riedificata in epoca successiva, ha una semplice facciata di colore chiaro su cui si ammirano il portale e il finestrone in pietra lavica, il dislivello con la strada è colmato da una armonica scalinata in pietra lavica. All'interno della chiesa si trova uno splendido tetto ligneo a cassettoni decorato con motivi floreali. Gli affreschi intorno al Crocifisso della cappella della chiesa, il dipinto rappresentate l'Ultima Cena, le tele con l'Immacolata tra i Santi Anna e Gioacchino e la Trinità con San Michele Arcangelo sono opera di Pietro Paolo. Il figlio maggiore del Vasta, Alessandro (Roma, 1726-  Acireale, 1793), ha dipinto alcune storie bibliche ed evangeliche come nella scena con Mosè che mostra agli Israeliti le Tavole della Legge. Tutti gli altari laterali sono abbelliti da stupende colonne tortili decorate con motivi floreali e putti. Alessandro Vasta (Roma, 1726 – Acireale, 1793) è stato un pittore italiano. Fu figlio ed allievo di Paolo, con cui collaborò a diverse opere. Lavorò anche con Vito e Alessandro D'Anna.Le sue opere si possono ammirare ad Acireale presso la Pinacoteca Zelantea ed alcune chiese. Fra queste, l'Oratorio di San Filippo Neri dove si trova una sua tela che fu molto venerata in passato, raffigurante la Madonna della Purità. Altre opere, sempre nella cittadina acese, si possono ammirare presso le chiese di San Sebastiano, Sant'Antonio di Padova, San Camillo, Maria Odigitria e San Domenico. Ad Aci Sant'Antonio realizzò un ciclo di affreschi nel coro del Duomo.

sabato 28 gennaio 2017

Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. FESTA DI SANT’AGATA, si svolge il 4-5 febbraio.

Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. FESTA DI SANT’AGATA. Piazza Stesicoro, davanti alla chiesa di San Biagio o Sant’Agata alla fornace,  è il luogo da cui ogni anno, al mezzogiorno del 3 febbraio, giorno inaugurale della festa di Sant’Agata, si muove il corteo solenne dei vescovi e dei rappresentanti il governo cittadino che si recano al Duomo per offrire la cera a Sant’Agata. La cerimonia ha inizio quando, il Sindaco e le altre autorità raggiungono la chiesa di S. Biagio con la “carrozza del Senato” (in legno decorato e risalente al XVIII secolo) e si snoda lungo la via Etnea a suon di trombe e tamburini suonati da valletti vestiti in costume settecentesco che portano cera e fiori. La festa di Sant’Agata, si svolge dal 3 al 5 febbraio e il 17 agosto. Il fercolo della santa, cosiddetto “ vara”, portato instancabilmente in processione anche durante la notte, si muove su ruote di gomma piena e viene trainato tramite due cordoni, lunghi più di 200 metri, da migliaia di devoti che hanno in testa un copricapo bianco e vestono un saio di cotone bianco. Undici pesanti candelore ( cosiddetti ceri), in rappresentanza delle corporazioni di arti e mestieri, precedono la vara. Dolce tipico della festa è la “cassatella” di sant’Agata, che nella loro forma a “ mammella” ricordano il martirio della santa.

Catania, capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. CHIESA DI S. VITO.

Catania, capoluogo dell’omonima provincia della  regione Sicilia. CHIESA DI S. VITO. Piccola chiesa che sorge Largo S. Vito nelle vicinanze di  piazza S. Domenico, nei pressi di quella più imponente dei domenicani. La confraternita omonima fu fondata nel 1629. La chiesa è stata ricostruita dopo il terremoto del 1693.

giovedì 26 gennaio 2017

Catania, capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia.

Catania, capoluogo dell’omonima provincia della  regione Sicilia.  CHIESA SANTA MARIA DELLA PURITÀ E DELLA VISITAZIONE. Questa bella chiesa barocca fu fondata nel 1775 con un "reclusorio" destinato ad accogliere fanciulle di ogni ceto perché fossero istruite nelle arti domestiche e educate secondo le regole di S. Francesco di Sales. Da molti anni non viene più officiata. Attualmente è interessata da lavori di restauro.

mercoledì 25 gennaio 2017

Tremestieri Etneo provincia di Catania, regione Sicilia. LA CHIESA MADRE, DEDICATA ALLA MADONNA DELLA PACE.

Tremestieri Etneo provincia di Catania, regione Sicilia. LA CHIESA MADRE, DEDICATA ALLA MADONNA DELLA PACE, patrona di Tremestieri Etneo, costruita su una collinetta da cui si può ammirare un bel panorama dell’Etna e del Golfo e della Piana di Catania. Collegata al sottostante asse viario da piani inclinati e scale abbellite ai lati da aiuole, la Chiesa venne riedificata dopo il sisma del 1693 nello stesso luogo in cui sorgeva un tempio già nel periodo normanno. Dal 1978 e fino al 1998 nel periodo natalizio sul sagrato della chiesa è stato allestito, un suggestivo presepio vivente. L' iniziativa è stata ripresa nel Natale 2010. La parrocchia, inoltre, con il patrocinio del Comune, organizza annualmente dal 1989 il Premio Nazionale di Poesia dedicato al Natale.  Dal prospetto assai semplice, tripartito da lesene, l’edificio è completato su un lato dal campanile (che del preesistente conserva una campana del 1196) e sull’altro dall’odierno salone parrocchiale, una volta cappella dedicata, nell’omonima chiesa, alla Madonna della Pace. Inglobata nella nuova costruzione dopo il terremoto, la cappella all’esterno è impreziosita dal portale del 1570 in pietra lavica, sormontato da una finestra tonda sempre in pietra lavica e da una colomba, simbolo della pace. L’interno della chiesa, a pianta longitudinale, si presenta con tre navate concluse con altrettante absidi: la navata centrale è coperta con volta a botte lunettata.  Il tempio custodisce tra l’altro le statue lignee del primo Seicento della Madonna della Pace e di Santa Barbara, di recente restaurate, nonché tele del XVII e del XVIII secolo. Pregevole è poi la "vara" settecentesca della Madonna e di Santa Barbara, mentre del Seicento sono l’acquasantiera in marmo cipollino ed il fonte battesimale, in marmo bianco.

martedì 24 gennaio 2017

Trecastagni, provincia di Catania, regione Sicilia. La CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA, O DEI BIANCHI.

Trecastagni, provincia di Catania, regione Sicilia. La CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA, O DEI BIANCHI, risale anch'essa al 1400, ed anch'essa fu oggetto di restauro dopo il terremoto: tale restauro causò la quasi integrale perdita degli affreschi interni. Anche in questo caso il campanile è successivo alla restante struttura, e lo stile è notevolmente diverso. Pregevoli i portali esterni ed il finestrone frontale che si affaccia sul Largo dei Bianchi. Chiesa della Misericordia, comunemente denominata "chiesa dei Bianchi o del Bianco", nell'omonima piazza è la più antica almeno per il documento che conserva: la sua campana maggiore porta la data del 1302, ad essa nel 1500 facevano riferimento per l'assistenza religiosa e sacramentale gli abitanti di Pedara, privi della loro chiesa distrutta dai terremoti del 1536 e 1537. L'attuale costruzione è del 1734, come recita la data incisa sulla trabeazione lavica della porta laterale,  e presenta affrescate la volta con l'esaltazione dell'eucaristia e le arcale laterali con motivi floreali; sull'altare maggiore, sormontato da colonne tortili decorate  con nastri di fiori, si conserva il gruppo in legno dorato raffigurante la Misericordia di fattura settecentesca.  La facciata alterna l'intonaco a malta alle aperture contornate da pietra lavica intagliata e scolpita.

domenica 22 gennaio 2017

Adrano, provincia di Catania, regione Sicilia.

Chiesa sant’Antonio Abate. (Piazza sant’Agostino)  Sulla piazza si affaccia pure la Chiesa di Sant’Antonio Abate; chiesa, ormai sconsacrata, la cui costruzione risale alla prima metà del ‘500. Recentemente riaperto è il Teatro Bellini, opera costruita verso la metà del ‘700, la cui imponente facciata, in stile liberty, è stata realizzata nei primi anni del ‘900. La Chiesa fu probabilmente fabbricata nella prima metà del cinquecento, negli anni posteriori alla dominazione angioina, per interessamento degli Sclafani - Peralta - Moncada, che furono conti di Adernò durante i secoli del vicereame aragonese. Essa sorse forse in sostituzione della Chiesa dello Spirito Santo vecchio nei pressi della Chiesa Santa Maria degli Agonizzanti. La Chiesa veniva detta anche Cappelletta Sclafani, perché la sua costruzione fu voluta da Matteo Sclafani I conte di Adernò, oppure Cappella Sclafani - Moncada, perché anche Chiesetta privata della famiglia dei Moncada. Ciò è attestato dal monumentale polittico Moncada della fine del '500 che sovrasta l'altare maggiore (trasferito in Chiesa Madre dopo la seconda guerra mondiale, insieme ad un crocifisso). Fu sede dal 1875 al 1884 della Confraternita della Misericordia poi trasferita nella Chiesa di Santa Chiara. Dalla fine dell'ultimo conflitto mondiale ospita la Confraternita degli Agonizzanti. La Chiesa, per la ricchezza e la bellezza di tutto l'interno, veniva frequentata devotamente dai pellegrini nella giornata festiva dedicata al Santo, che ricadeva il 17 gennaio, dove si svolgeva una "fiera agricola" che culminava con la benedizione degli animali, una manifestazione che attraverso i secoli è caduta in disuso. Oggi con l'intervento di tutte le confraternite e di molti fedeli, la sera del Venerdì Santo si celebre una solenne processione di "Gesù agonizzante". La chiesa è posta in Piazza Sant'Agostino alla fine della via Roma. La facciata è caratterizzata da un portale d'ingresso, sormontato da un'edicola e realizzata con cornici di pietra lavica ben squadrata. I fianchi ed il piccolo campanile così come l'abside sono rimasti in pietra lavica a vista. La Chiesa, a navata unica, presenta una volta a botte con lunette riccamente decorate da preziosi stucchi, seguita da una cupola e dell'abside voltata con una semicupola. Nella Chiesa si possono osservare: gli stucchi (i più antichi ed interessanti di tutte le Chiese adranite) con quattro Angeli con i simboli corrispondenti ai "titoli" del Santo e "Cristo in trono" nel Catino, due tele di Gesù Crocifisso e Sant'Antonio Abate (con un miracolo raffigurato in basso, a sinistra) e il "imulacro" del Santo in legno dorato con mitra in mano, seduto in trono e in basso a sinistra c'è un porcellino, mentre a destra c'è un indemoniato sotto il piede del Santo. Lavori di restauro però urgono per consolidare l'interno e l'esterno della Chiesa e per riportare gli stucchi all'originale splendore.

Genova, Liguria, Cattedrale San Lorenzo. Foto di D. Caniati Reale.


Montecchio Maggiore, provincia di Vicenza, regione Veneto. Foto di Loredana Borgato.


Napoli regione Campania . Ul duomo. Foto di Lina Sangregorio.


Firenze ( Toscana) - Basilicata di S. Maria Novella. Foto di Rossella Ferrati.


sabato 21 gennaio 2017

Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia.

Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. MONUMENTO AI CADUTI, Si trova in piazza "Unione europea" (Municipio), eretto nel 1936, dallo stile sobrio ed essenziale ma severo. Sul podio, davanti ad una stele, l'imponente gruppo bronzeo raffigurante un aviere, un marinaio ed un fante. Sul suo lato destro della piazza, inquadrato in una cornice di querce e palme si erge il Monumento ai Caduti della prima  Guerra Mondiale, realizzato nel 1936 da G. Nicolini.  Nel 1950 è stata aggiunta una lapide per ricordare anche i caduti del Secondo Conflitto Mondiale. Sulla base marmorea, davanti ad una stele di marmo rossastro, il gruppo bronzeo rappresenta un fante a capo scoperto e, un poco più indietro, ai suoi fianchi, un marinaio ed un aviere. Sulla stele risaltano due aquile, mentre ai lati della base due vittorie alate guidano i fanti e cavalieri alla battaglia.

mercoledì 18 gennaio 2017

Brescia, regione Lombardia. Museo di S. Giulia.

Unico in Italia e in Europa per concezione espositiva e per sede, il Museo della città, allestito in un complesso monastico di origine longobarda, consente un viaggio attraverso la storia, l’arte e la spiritualità di Brescia dall’età preistorica ad oggi in un’area espositiva di circa 14.000 metri quadrati. Monastero femminile di regola benedettina, fatto erigere dall’ ultimo re longobardo Desiderio e dalla moglie Ansa nel 753 d.C., San Salvatore - Santa Giulia ricoprì un ruolo di primo piano - religioso, politico ed economico - anche dopo la sconfitta inferta ai Longobardi da Carlo Magno.
La tradizione, ripresa dal Manzoni nell’Adelchi, vuole che in Santa Giulia si consumasse la drammatica vicenda di Ermengarda, figlia del re Desiderio e sposa ripudiata dell’imperatore franco.

martedì 17 gennaio 2017

Gela, provincia di Caltanissetta, regione Sicilia.

Teatro di Eschilo. Eschilo, figlio di Euforione del demo di Eleusi ( Eleusi, 525 a.C. – Gela, 456 a.C.), è stato un drammaturgo greco antico. Viene unanimemente considerato l'iniziatore della tragedia greca nella sua forma matura ed è il primo dei poeti tragici dell'antica Grecia di cui ci siano pervenute opere per intero. A lui seguirono Sofocle ed Euripide.

domenica 15 gennaio 2017

Sutera, provincia di Caltanissetta, regione Sicilia. Bandiera Arancione del Touring.

Sutera è un comune italiano di 1.423 abitanti della provincia di Caltanissetta in Sicilia.
La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia.
Sorge a circa 600 m di quota e dista circa 40 km da Caltanissetta e circa 100 km da Palermo, capoluogo di regione. Il centro urbano, di impianto medievale, è costituito da i tre quartieri Rabato, Rabatello e Giardinello e si snoda in maniera armonica e naturale attorno alla montagna di S. Paolino (820 m).

venerdì 13 gennaio 2017

VeronaVR Veneto - Basilica di Santa Anastasia. Foto di Raffaele Zazzini.


Agira, provincia di Enna, regione Sicilia.

Chiesa Reale Abbazia di San Filippo d'Agira (Santa Maria Latina) , all'interno custodisce un "Crocifisso ligneo" opera di Giovan Francesco Pitorno meglio noto come Frate Umile da Petralia. Sorto sul tempio di Gerione, il monastero fu fondato, secondo la tradizione, dal patrono San Filippo. Fino al X secolo rivestì un ruolo importante in Sicilia, perché era un luogo di formazione religiosa, in seno al monachesimo basiliano, dei monaci cosiddetti santi e, per questo, meta Chiesa abbazia di San Filippodi numerosi ecclesiastici. Ruggero I, nel XII secolo, lo fece ricostruire e lo affidò ai monaci benedettini. Già nel 1126, come testimonia un documento di quella data, era stato collegato all'abbazia di S. Maria Latina, la più antica fondazione di rito orientale a Gerusalemme. Durante il XV secolo, in seguito all'inaridimento delle campagne del Saladino, gli abati commendatari dell'abbazia di Gerusalemme si trasferirono in gran parte ad Agira, che diventò loro sede permanente sino al 1635, anno in cui si ritirarono nel monastero di San Nicolò a Catania. Tra la fine del secolo VIII e gli inizi del XIX secolo, mons. G. Gravina curò il rifacimento della chiesa nelle sue forme attuali. Dell'architettura pre-settecentesca rimangono pochi elementi.
Il prospetto della chiesa Abbazia disegnato dall'architetto Cadorna crollò nel 1911 in seguito ad una bufera. L'attuale facciata è opera dell'architetto G. Greco, che la realizzò tra il 1916 e il 1928. La grande nicchia centrale con il gruppo di S. Filippo che sconfigge il demonio sovrasta sei nicchie con le statue dei protettori delle altre sei parrocchie di Agira. Nel medaglione sopra la porta principale è raffigurata S. Maria Latina; sopra le altre due porte sono raffigurati S. Filippo diacono e S. Eusebio. All'interno, le tre navate sono divise da colonne rivestite in marmo rosso. La navata centrale è sovrastata da una volta a botte. Nella navata sinistra si possono osservare i tre pannelli di un polittico del XV secolo che raffigurano la Madonna con bambino, S. Benedetto e S. Calogero. Modi di derivazione tardo bizantina si associano ad elementi gotici legati alla cultura catalana e a motivi orientali derivati in Sicilia dall'influenza degli artigiani arabi. Dalla stessa navata una scala conduce alla "cateva", dove è il sepolcro di San Filippo d'Agira.
 S. Polittico del XV secolo che raffigura la Madonna con bambino, S. Benedetto e S. CalogeroFilippo. Questa grotta fu in origine il luogo dove Filippo si recava con i suoi discepoli per celebrare la messa tra i ruderi del tempio di Gerione. Qui Filippo morì e fu sepolto. In periodo arabo, per timore di perdere le reliquie del santo, la cateva fu murata e ritrovata nel XVI secolo. Sopra la scultura in marmo del XVI secolo, che rappresenta S. Filippo giacente, è una nicchia con rilievo raffigurante il santo.  Attraversata la navata, presso il presbiterio, sugli stalli del coro, che è in legno di noce, intagliato nel XIX secolo, sono raffigurati episodi della vita di San Filippo. L'altare fu realizzato negli anni '60 dall'architetto G. Leone. Nella chiesa sono conservate l'arca d'argento che contiene le reliquie di San Filippo e la statua, pure in argento, del santo. Entrambe sono opere del XVII secolo, realizzate quindi subito dopo la scoperta della tomba del santo.

giovedì 12 gennaio 2017

Palermo, teatro Massimo.

Il teatro massimo Vittorio Emanuele di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia, e uno dei più grandi d'Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni. Alla sua apertura, per monumentalità e dimensione (oltre 7.700 metri quadrati), suscitò le invidie di molti, come si può facilmente verificare leggendo i giornali italiani dell'epoca. Di gusto neoclassico eclettico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano che vennero demoliti alla fine dell'Ottocento per fare spazio alla grandiosa costruzione. I lavori furono iniziati nel 1875 dopo vicende travagliate che seguirono il concorso del 1864 vinto dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile, alla morte del quale subentrò il figlio Ernesto Basile, anch'egli architetto, il quale accettò di ultimare l'opera in corso del padre su richiesta del Comune di Palermo, completando anche i disegni necessari per la prosecuzione dei lavori del Teatro. L'esterno del teatro, seguendo la moda dell'attualizzazione delle architetture antiche, presenta un pronao corinzio esastilo elevato su una monumentale scalinata ai lati della quale sono posti due leoni bronzei con le allegorie della Tragedia dello scultore Benedetto Civiletti e della Lirica dello scultore Maestro Cav. Mario Rutelli, figlio dello stesso Architetto Giovanni (Mario Rutelli è, fra le centinaia di sue opere scultoree, l'autore della quadriga che orna il pronao del Politeama Garibaldi, l'altro grande teatro di Palermo); in alto l'edificio è sovrastato da un'enorme cupola emisferica. L'ossatura della cupola è una struttura metallica reticolare che s'appoggia ad un sistema di rulli a consentirne gli spostamenti dovuti alle variazioni di temperatura.

mercoledì 11 gennaio 2017

Adrano, provincia di Catania, regione Sicilia.

MONASTERO BENEDETTINO DI SANTA LUCIA. via Roma all’interno della quale si può ammirare il monumento recante la maggiore valenza artistica del comune di Adrano, ovvero il Monastero benedettino di Santa Lucia. Tale complesso architettonico, la cui realizzazione si deve alla contessa Adelasia, Il monastero di Santa Lucia è un importante complesso architettonico della città di Adrano, in provincia di Catania. La chiesa e l'annesso monastero dedicati a santa Lucia furono eretti nel 1596. La chiesa fu ricostruita alla fine del XVIII secolo, la facciata si presenta su tre ordini ed ai lati si ergono due campanili alle cui estremità sono poste rispettivamente due cupole quadrangolari. All'interno, non appena varcata la soglia si può ammirare il coro in stile rococò, e proseguendo vero il primo altare, il dipinto che raffigura santa Lucia condotta al martirio attribuito a Giuseppe Rapisardi. Notevoli anche i dipinti dell'abside, le decorazioni della volta e le tele presenti sul primo altare a sinistra e sul secondo altare a destra attribuite alla scuola di Olivo Scozzi. Il monastero è oggi sede di una scuola elementare e di un'altra media. Annesso a quest'ultima troviamo il liceo scientifico Giovanni Verga.

martedì 10 gennaio 2017

Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia.

Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. La statua a don Giovanni d'Austria situata a Messina, è stata costruita nel 1572 a ricordo della vittoria da lui riportata sull'armata turca 7 ottobre 1571. In Piazza Catalani o piazza Lepanto, alla fine della via Cesare Battisti, si erge il monumento a don Giovanni D'Austria, opera di Andrea Calamech, scultore ed architetto carrarese, del 1573. Commissionata dal Senato messinese nel 1572, in occasione della vittoria nella battaglia di Lepanto contro la flotta turchesca il 7 ottobre 1571, la statua in bronzo presenta finissime decorazioni e raffigura don Giovanni D'Austria, eroe della battaglia navale e figlio naturale di Carlo V, che calpesta la testa del turco Alì Bassà in segno di vittoria. Originariamente collocata in piazza del Palazzo Reale, fu danneggiata da una cannonata degli spagnoli durante la rivolta del 1674-78. Restaurata, è stata ancora danneggiata dal terremoto del 1783 e spostata nella piazza antistante la Chiesa dei Teatini nel Corso Cavour. Dopo la ristrutturazione urbanistica della città successiva al 1908, tale piazza fu abolita e la statua sistemata nell'attuale sede.

lunedì 9 gennaio 2017

Torino, capoluogo di provincia del Piemonte.

Torino, capoluogo di provincia del Piemonte. Il PALAZZO CARIGNANO (Palass Carignan in piemontese), nome completo Palazzo dei Principi di Carignano, è un edificio storico che rappresenta uno dei più pregevoli esempi di architettura barocca. È costituito da due diversi corpi di fabbrica ed è situato nel centro di Torino. Insieme a Palazzo Reale e a Palazzo Madama fa parte dei più importanti edifici storici della città e, come questi, è parte del sito seriale UNESCO Residenze Sabaude. Ospita attualmente il Museo nazionale del Risorgimento italiano. A partire da aprile 2006 il Museo del Risorgimento è rimasto chiuso per un periodo di circa tre anni per un impegnativo intervento di restauro e riallestimento ed è stato riaperto il 18 marzo 2011, in occasione dei festeggiamenti per il 150º Anniversario dell'Unità d'Italia. Dal 2011, a seguito di importanti interventi di restauro, è inoltre visitabile l'appartamento sei-settecentesco detto "dei Principi".

domenica 8 gennaio 2017

Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia .

Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia . Il CASTELLO SVEVO DI TRANI fu edificato nella città di Trani nel 1233, sotto il regno di Federico II di Svevia. La costruzione fu iniziata nel 1233 e le opere di fortificazione furono completate nel 1249, secondo il progetto di Filippo Cinardo, conte di Acquaviva e Conversano, gran conestabile e ingegnere militare dell'imperatore, e a cura di Stefano di Romoaldo Carabarese, con fortificazioni "davanti e intorno al castello". Il castello era stato edificato su un banco roccioso situato al centro della rada di Trani, in una zona di basso fondale, che lo proteggeva da eventuali assalti dal mare. Nello stesso sito era sorta in precedenza una modesta torre (X-XI secolo, i cui resti sono stati rinvenuti sotto l'ingresso dell'attuale castello. In questa prima fase era di forma quadrangolare, con torri quadrate agli angoli e cortile centrale. Sui tre lati verso terra venne aggiunto il muro di cinta esterno, in origine percorso da un camminamento, che creava tre ristretti cortili esterni. Un fossato, forse di origine naturale, separava il castello dalla terraferma. Sotto il dominio angioino, vi furono fatte aggiunte e modifiche ad opera dell'architetto militare francese Pierre d'Angicourt. Nel 1268 si tennero nel castello le nozze tra Carlo I d'Angiò e Margherita di Borgogna e nel 1271 quelle del secondogenito di Carlo, Filippo (1254-1277), con Isabelle de Villehardouin (1263-1312), principessa d'Acaia. Tra il 1385 e il 1419 fu in possesso del capitano di ventura Alberico da Barbiano, al quale era stato assegnato dal re di Napoli Carlo III. Passato sotto il dominio spagnolo, sotto Carlo V, nel 1533, subì notevoli trasformazioni, per adeguarlo alle nuove esigenze difensive sorte in seguito all'invenzione della polvere da sparo. L'intervento previde il rafforzamento del lato meridionale, verso la terraferma, e la realizzazione di due bastioni a partire da due delle torri angolari: quadrangolare a nord-est e "a punta di lancia" a sud-ovest. Nel periodo tra il 1586 e il 1677 fu sede del tribunale regio per la provincia della Terra di Bari ("Sacra regia udienza"). A partire dal 1832 subì una serie di lavori per la trasformazione in carcere centrale provinciale, aperto nel 1844; mantenne questa funzione fino al 1974 e nel 1976 venne consegnato alla Soprintendenza ai beni ambientali e artistici della Puglia. Venne successivamente sottoposto a lavori di restauri a partire dal 1979 ed è stato aperto al pubblico il 5 giugno1998.

sabato 7 gennaio 2017

Viagrande, provincia di Catania, regione Sicilia.

Viagrande, provincia di Catania, regione Sicilia. La festa di SAN MAURO ABATE si celebra il 15 gennaio, con una ricca partecipazione popolare non solo da parte dei viagrandesi, ma anche degli abitanti dei paesi vicini e di tanti "turisti" provenienti da fuori provincia e perfino da altre regioni. In un misto di tradizione popolare, fede religiosa e passione per gli spettacolari fuochi d'artificio che vengono accesi in occasione dell'uscita e dell'entrata del "Santo" e, soprattutto, la sera della vigilia, quando si confrontano i due cosiddetti partiti, che corrispondono alle due suddivisioni storiche del paese, al nord della piazza San Mauro, intorno all'omonimo quartiere, il partito "Scalateddi", a sud, intorno alla Chiesa di S. Caterina, il partito dei "Chiazzoti". Non manca, ovviamente, l'offerta di prodotti della gastronomia locale come le crespelle alla ricotta o alle acciughe dissalate (Anjove). Per i più giovani un certo numero di giostre viene allestito all'ingresso del paese, presso via Aldo Moro. Altamente spettacolare e vero fulcro della festa, alle ore 13 in punto avviene l'uscita del Santo dalla chiesa, seguita sempre da una grande folla ed accompagnata da una assordante "moschetteria" e dai fuochi artificiali che proseguono per una buona mezz'ora. Dall'alto della Chiesa vengono lanciati palloncini colorati, garofani e foglietti di carta con scritto "Viva San Mauro" .

Bologna, BO, Emilia Romagna. Cattedrale di San Pietro. Foto di Raffaele Zazzini.


Assisi, provincia di Perugia, regione Umbria. Piazza principale.

Assisi è un comune italiano di 28 290 abitanti della provincia di Perugia in Umbria.
È conosciuta per essere la città in cui nacquero, vissero e morirono san Francesco, patrono d'Italia, e santa Chiara.

venerdì 6 gennaio 2017

Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia.

Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è intitolata al santo patrono, San Nicola Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di Opera.

giovedì 5 gennaio 2017

Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. CHIESA DI SANTA LUCIA (Via Vittorio Emanuele, 205 ).

Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. CHIESA DI SANTA LUCIA (Via Vittorio Emanuele, 205 ). La chiesa di Santa Lucia, di edificazione cinquecentesca ma riedificata in epoca successiva, ha una semplice facciata di colore chiaro su cui si ammirano il portale e il finestrone in pietra lavica, il dislivello con la strada è colmato da una armonica scalinata in pietra lavica. All'interno della chiesa si trova uno splendido tetto ligneo a cassettoni decorato con motivi floreali. Gli affreschi intorno al Crocifisso della cappella della chiesa, il dipinto rappresentate l'Ultima Cena, le tele con l'Immacolata tra i Santi Anna e Gioacchino e la Trinità con San Michele Arcangelo sono opera di Pietro Paolo. Il figlio maggiore del Vasta, Alessandro (Roma, 1726-  Acireale, 1793), ha dipinto alcune storie bibliche ed evangeliche come nella scena con Mosè che mostra agli Israeliti le Tavole della Legge. Tutti gli altari laterali sono abbelliti da stupende colonne tortili decorate con motivi floreali e putti. Alessandro Vasta (Roma, 1726 – Acireale, 1793) è stato un pittore italiano. Fu figlio ed allievo di Paolo, con cui collaborò a diverse opere. Lavorò anche con Vito e Alessandro D'Anna.Le sue opere si possono ammirare ad Acireale presso la Pinacoteca Zelantea ed alcune chiese. Fra queste, l'Oratorio di San Filippo Neri dove si trova una sua tela che fu molto venerata in passato, raffigurante la Madonna della Purità. Altre opere, sempre nella cittadina acese, si possono ammirare presso le chiese di San Sebastiano, Sant'Antonio di Padova, San Camillo, Maria Odigitria e San Domenico. Ad Aci Sant'Antonio realizzò un ciclo di affreschi nel coro del Duomo.

mercoledì 4 gennaio 2017

Palermo, villino Florio.

Il Villino Florio all'Olivuzza è un edificio storico monumentale, sito nei pressi della Zisa a Palermo, in viale Regina Margherita. Il villino, immerso in un giardino ora circondato da alti edifici di nuova costruzione, venne costruito per volere dalla ricca famiglia Florio(allora la più importanti famiglie palermitane). dall'architetto Ernesto Basile e realizzato tra il 1899 e il 1902. È una delle prime opere architettoniche in stile Liberty d'Italia e viene considerato uno dei capolavori dell'Art Nouveau anche a livello europeo. Essendo Vincenzo Florio un uomo d'attitudine cosmopolita e molto dedito ai viaggi, il Basile in questa opera sembra voler ricreare tutte le tappe toccate dal ricco borghese inserendo nella struttura vari elementi, come facente parte di un itinerario: ricurve superfici barocche, capriate tipicamente nordiche, torrette cilindriche che rimandano ai castelli francesi, colonnine romaniche e bugnati rinascimentali sono tutti elementi sapientemente miscelati a creare un capolavoro di eclettismo ed originalità. Terminata l'età d'oro della famiglia, il villino cadde in disuso fino all'incendio del 1962 che ne danneggiò parte dell'interno. Dopo il restauro, ha ospitato gli uffici del Dipartimento Regionale per l'Architettura e l'Arte Contemporanea ed è una delle sedi di rappresentanza della Regione Siciliana.

martedì 3 gennaio 2017

Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia.

Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. STATUA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE. Scultura in marmo bianco del messinese Ignazio Buceti (1758), posta su un alto basamento nella piazzetta "Immacolata di Marmo", a lato del Duomo. La colonna dell'Immacolata o statua dell'Immacolata o guglia dell'Immacolata o obelisco dell'Immacolata è un monumento di Messina posto in piazza dell'Immacolata familiarmente conosciuta e denominata in città come piazza Immacolata di Marmo, ubicata sul lato nord della cattedrale alle spalle del campanile.

lunedì 2 gennaio 2017

Scordia, provincia di Catania, regione Sicilia. Chiesa di Santa Maria Maggiore.

Scordía (Scurdía in siciliano) è un comune italiano di 17.205 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia. È confinante con i comuni di Lentini e Militello in val di Catania, ma sono vicini anche i comuni di Palagonia e Ramacca.
Dista 41 km da Caltagirone, cittadina principale del comprensorio; 38 km da Catania, capoluogo di provincia; e 220 km da Palermo, capoluogo della regione siciliana.
È collegata alle principali città siciliane attraverso linee di autobus (Interbus per Catania e MilitelloMolinaro per alcuni comuni del calatino) e di treno (dalla stazione ferroviaria transita la linea che collega Catania a Caltagirone e Gela). Inoltre, ci si può muovere anche in via aerea, servendosi dell'aeroporto Fontanarossa di Catania, distante appena 35 km. 
Il suo nome, di origine greco-bizantina, richiama la mitica colonia lentinese di Skordion, che significa "aglio", forse ad indicare un terreno adatto alla sua coltivazione. Tale tesi, sebbene mai confermata con certezza, è la più accreditata.
Recentemente, tuttavia, una nuova tesi è stata condotta sulla base dell'osservazione di antiche carte geografiche della Sicilia e la lettura delle Etnee del tragediografo greco Eschilo, e pare far derivare il toponimo Scordia dalla corruzione di Xuthia, la mitica città di origini antichissime.  
Chiesa di Santa Maria Maggiore.
 Sorge sulle fondamenta di quella che era la chiesa di Santa Maria, esistente già dal 1308. Unica chiesa sacramentale di Scordia fino al 1628, fu vittima anch'essa del terribile terremoto del 1693. Restaurata, nel 1770, la chiesa, in cui era ora attestato il titolo di Maggiore, cadde del tutto in rovina e fu ricostruita nel 1780 in stile barocco. In essa si conservano opere di non disprezzabile fattura.

domenica 1 gennaio 2017

Tremestieri Etneo provincia di Catania, regione Sicilia. LA CHIESA MADRE, DEDICATA ALLA MADONNA DELLA PACE.

Tremestieri Etneo provincia di Catania, regione Sicilia. LA CHIESA MADRE, DEDICATA ALLA MADONNA DELLA PACE, patrona di Tremestieri Etneo, costruita su una collinetta da cui si può ammirare un bel panorama dell’Etna e del Golfo e della Piana di Catania. Collegata al sottostante asse viario da piani inclinati e scale abbellite ai lati da aiuole, la Chiesa venne riedificata dopo il sisma del 1693 nello stesso luogo in cui sorgeva un tempio già nel periodo normanno. Dal 1978 e fino al 1998 nel periodo natalizio sul sagrato della chiesa è stato allestito, un suggestivo presepio vivente. L' iniziativa è stata ripresa nel Natale 2010. La parrocchia, inoltre, con il patrocinio del Comune, organizza annualmente dal 1989 il Premio Nazionale di Poesia dedicato al Natale.  Dal prospetto assai semplice, tripartito da lesene, l’edificio è completato su un lato dal campanile (che del preesistente conserva una campana del 1196) e sull’altro dall’odierno salone parrocchiale, una volta cappella dedicata, nell’omonima chiesa, alla Madonna della Pace. Inglobata nella nuova costruzione dopo il terremoto, la cappella all’esterno è impreziosita dal portale del 1570 in pietra lavica, sormontato da una finestra tonda sempre in pietra lavica e da una colomba, simbolo della pace. L’interno della chiesa, a pianta longitudinale, si presenta con tre navate concluse con altrettante absidi: la navata centrale è coperta con volta a botte lunettata.  Il tempio custodisce tra l’altro le statue lignee del primo Seicento della Madonna della Pace e di Santa Barbara, di recente restaurate, nonché tele del XVII e del XVIII secolo. Pregevole è poi la "vara" settecentesca della Madonna e di Santa Barbara, mentre del Seicento sono l’acquasantiera in marmo cipollino ed il fonte battesimale, in marmo bianco.