giovedì 31 agosto 2017

Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE.

Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE. Il più antico tra i templi agrigentini è il Tempio di Ercole. Risalente presumibilmente al VI secolo a. C. di esso parla Cicerone descrivendolo come molto vicino all’agorà (oggi il piazzale del posto di ristoro). Ercole era molto venerato dagli akragantini tanto che questi erano soliti dedicargli anche delle feste dette “Eraclee”. Al suo interno vi era una statua di bronzo raffigurante Ercole, venerato come eroe nazionale, il cui mento era divenuto lucido perché veniva baciato dai fedeli. Il tempio venne distrutto, come molti altri, a causa di un terremoto e solo intorno al 1920 si è provveduto ad innalzare le otto colonne che oggi si possono ammirare. Costruito verso il 510 a.C., il Tempio di Eracle/Ercole, il cosiddetto Herakleion, sorge nelle vicinanze di Villa Aurea. E’ uno dei più antichi templi dorici della Sicilia e sicuramente il più antico dei templi agrigentini, anteriore perfino a quello di Giove Polieo, che ornava l’Acropoli. Il Tempio di Eracle/Ercole è famosissimo nella storia agrigentina, per I'imponenza delle sue proporzioni e per le ricchezze che lo adornavano. Fra queste si ricordano la celebre Alcmena dipinta da Zeusi, e la statua in bronzo di Eracle/Ercole, che invano Verre – al dire di Cicerone – tentò di rapire, per fonderla e farne moneta, com'era suo costume. Della struttura originaria si conservano otto colonne del lato sud-ovest, rialzate nel 1924. Come quasi tutti i primitivi templi dorici, anche questo era periptero-esastilo-hipetras, cioè a colonnati e scoperto, ma aveva quindici colonne, anziché quattordici, sui lati lunghi. Le rovine della cella mostrano chiaramente che la sua distruzione fu causata da un terremoto. Il Tempio misurava in lunghezza metri 73,42 e in larghezza metri 27,56, con colonne alte più di dieci metri. Si nota la presenza, tra il pronao e la cella, di torri scalarie per l’accesso al tetto, caratteristica poi di tutti i templi edificati ad Akràgas, e in Sicilia. In epoca romana, la parte occidentale della cella fu tripartita, forse perché l’edificio fu destinato al culto di una Triade Divina.

mercoledì 30 agosto 2017

Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale.

Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale. Si trova nell'area antistante la parte più antica del porto di Savona, come le torri Corsi e Guarnieri, i resti di una loggia privata e il Palazzo degli Anziani. Quest'ultimo risale al XIV secolo, mentre le torri sono tutte riferibili al XII secolo. Sembra che fosse la principale delle cinquanta torri della città sulla cima delle quali venivano accesi fuochi, con la funzione di fari; il nome "Brandale" può infatti derivare da "Brand", corrispondente a "luce, falò", oppure dalla famiglia Aldobrandeschi. Nella torre, acquistata dal Comune nel 1305, è stata installata la prima campana per richiamare il popolo a Parlamento, nel 1349. La torre è stata abbassata, nel XVI secolo, e rialzata nel 1931. In quest'occasione, con una sottoscrizione popolare è stata acquistata la nuova campana. La torre ha un basamento ad arcate aperte ed è oggi alta quasi cinquanta metri. Sul primo cornicione si trovano i dodici stemmi in ceramica delle signorie che si sono avvicendate al comando della citta dal XII secolo. Dalla torre si accede al Palazzo degli Anziani, che costituisce, proprio assieme alla torre, una sorta di museo lapidario con resti di affreschi medievali, iscrizioni, rilievi marmorei, fregi che provengono da distrutti edifici del centro storico e che risalgono a un periodo compreso tra il XIV e il XIX secolo. Il nucleo iniziale delle collezioni è stato ordinato da Poggio Poggi negli anni Trenta del Novecento. Completano la raccolta statuine presepiali di pastori, mentre nell'atrio è custodita anche la parte superiore della campana civica del 1669.

martedì 29 agosto 2017

Acireale provincia di Catania, regione Sicilia. CHIESA DI SAN MARTINO

Acireale provincia di Catania, regione Sicilia. CHIESA DI SAN MARTINO che si trova in Piazza san Martino. La chiesa è stata realizzata nel 1660. All’interno contiene delle tele di Giacinto Platania ((Acireale, 13 ottobre 1612 – Acireale, 10 luglio 1691) è stato un pittore, decoratore e ingegnere italiano, annoverato quale uno dei maggiori pittori e decoratori siciliani del XVII secolo),  e Giovanni Lo Coco (Pittore acese detto “U surdu di Jaci” , nato il 30 aprile 1664 e morto il 28 luglio 1721 , suoi affreschi si possono ammirare nella Chiesa di San Biagio e nel Chiostro del Convento dove ci ha lasciato pure il suo autoritratto), del XVII – XVIII, sec. La chiesa è dotata di un pregevole altare policromo del XVII sec.  Il 6-06- 1985, la chiesa restaurata per volontà e comportamento generoso degli abitanti del quartiere venne riaperta al culto da sua Eccellenza Giuseppe Malandrino vescovo della diocesi di Acireale. Il tre ottobre del 1986, il popolo devoto accolse nella chiesa la statua di S. Martino. Martino nacque a Sabaria Sicca (odierna Szombathely, in Ungheria) in un avamposto dell'impero romano alle frontiere con la Pannonia. Il padre, tribuno militare della legione, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra.

lunedì 28 agosto 2017

Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria.

Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria. Orvieto è un comune italiano di 20 594 abitanti  della provincia di Terni in Umbria. Orvieto sorge su una rupe di tufo (ignimbrite di Orvieto - Bagnoregio), tra i 280 (Piazza Cahen) - 325 (S. Francesco) m s.l.m., che domina la valle del fiume Paglia, affluente di destra del Tevere e che proprio sotto la città riceve da sinistra il Chiani, la Chiana Romana proveniente dalla Val di chiana. Questa enorme mesa tufacea, che si erge dai venti ai cinquanta metri dal piano della campagna, si deve al collasso di ground sourge (nubi e valanghe ardenti) dall'attività quaternaria dei vulcani del sistema Volsinio, relitto nella caldera che ospita il lago vulcanico maggiore d'Europa, quello di Bolsena. Con 281 km² di superficie, è uno dei cinquanta comuni più estesi d'Italia. Il punto più alto è il monte Peglia (837 m s.l.m.), al confine con il comune di San Venanzo. Il territorio di Orvieto è parte della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana e parte di esso insiste nel Parco fluviale del Tevere. Santo Patrono: San Giuseppe. Etimologia (origine del nome): Deriva dal latino Urbs vetus e significa "città vecchia". Alcuni ritengono che per lungo tempo la città fu denominata Volsinii veteres.

sabato 26 agosto 2017

Paternò, provincia di Catania, della regione Sicilia. La Chiesa di Cristo al Monte.

Paternò, provincia di Catania, della regione Sicilia. La Chiesa di Cristo al Monte. Si trova sulla “collina storica” della città e fu costruita nel XVI secolo,  per poi terminare nel XVIII, dalla compagnia dei Bianchi, di cui ancora si vede l’emblema all’ingresso. La chiesa ha stile Rococò, presenta una pianta rettangolare che si collega alla sacrestia attraverso una volta a crociera, la facciata, invece è molto semplice e l’elemento che spicca di più è il portone d’ingresso. Al suo interno viene conservata la statua del Cristo alla Colonna e per il Venerdì Santo la chiesa viene aperta quando si svolge la processione del Cristo Morto.  L’edificio sacro presenta forma rettangolare con volta a botte contenente dalle notevoli decorazioni e affreschi.

venerdì 25 agosto 2017

Viareggio, provincia di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55.

Viareggio, provincia di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55. La chiesa di Sant'Andrea si trova nella parte vecchia di Viareggio, in via Sant'Andrea 55. Nel 1836 il Duca di Lucca Carlo Ludovico di Borbone decretò la costruzione di una nuova parrocchia a Viareggio, che venne dedicata a Sant'Andrea. Nel 1839 la parrocchia venne assegnata ai Servi di Maria; l'anno successivo Papa Gregorio XVI emanava un breve pontificio con il quale assegnava in perpetuo la chiesa e la parrocchia ai Serviti. L'edificio venne costruito insieme all'annessa canonica nel 1842 su disegno dell'ingegnere Michele Cervelli di Lucca. In quell'anno l'arcivescovo di Lucca Gian Domenico Stefanelli emanò il decreto per istituire la nuova parrocchia scorporando da quella della chiesa di Sant'Antonio. L'ingegnere Cervelli, nella spoglia composizione dell'edificio, improntata al severo classicismo della Restaurazione, realizzò perfettamente un linguaggio architettonico decoroso e funzionale a un tempo: quel linguaggio che nelle intenzioni della committenza pubblica doveva contraddistinguere l'edilizia di neonato centro marittimo di Viareggio. All'interno della chiesa si trovano interessanti opere d'arte e numerose reliquie. Qui operò ed è sepolto sant'Antonio Maria Pucci. Nel giugno del 1963 è stata elevata alla dignità di basilica minore.

giovedì 24 agosto 2017

Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE.

Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE. Il più antico tra i templi agrigentini è il Tempio di Ercole. Risalente presumibilmente al VI secolo a. C. di esso parla Cicerone descrivendolo come molto vicino all’agorà (oggi il piazzale del posto di ristoro). Ercole era molto venerato dagli akragantini tanto che questi erano soliti dedicargli anche delle feste dette “Eraclee”. Al suo interno vi era una statua di bronzo raffigurante Ercole, venerato come eroe nazionale, il cui mento era divenuto lucido perché veniva baciato dai fedeli. Il tempio venne distrutto, come molti altri, a causa di un terremoto e solo intorno al 1920 si è provveduto ad innalzare le otto colonne che oggi si possono ammirare. Costruito verso il 510 a.C., il Tempio di Eracle/Ercole, il cosiddetto Herakleion, sorge nelle vicinanze di Villa Aurea. E’ uno dei più antichi templi dorici della Sicilia e sicuramente il più antico dei templi agrigentini, anteriore perfino a quello di Giove Polieo, che ornava l’Acropoli. Il Tempio di Eracle/Ercole è famosissimo nella storia agrigentina, per I'imponenza delle sue proporzioni e per le ricchezze che lo adornavano. Fra queste si ricordano la celebre Alcmena dipinta da Zeusi, e la statua in bronzo di Eracle/Ercole, che invano Verre – al dire di Cicerone – tentò di rapire, per fonderla e farne moneta, com'era suo costume. Della struttura originaria si conservano otto colonne del lato sud-ovest, rialzate nel 1924. Come quasi tutti i primitivi templi dorici, anche questo era periptero-esastilo-hipetras, cioè a colonnati e scoperto, ma aveva quindici colonne, anziché quattordici, sui lati lunghi. Le rovine della cella mostrano chiaramente che la sua distruzione fu causata da un terremoto. Il Tempio misurava in lunghezza metri 73,42 e in larghezza metri 27,56, con colonne alte più di dieci metri. Si nota la presenza, tra il pronao e la cella, di torri scalarie per l’accesso al tetto, caratteristica poi di tutti i templi edificati ad Akràgas, e in Sicilia. In epoca romana, la parte occidentale della cella fu tripartita, forse perché l’edificio fu destinato al culto di una Triade Divina.

mercoledì 23 agosto 2017

Castroreale, provincia di Messina, regione Sicilia. CHIESA DI SAN FILIPPO NERI, via Guglielmo Siracusa,

Castroreale, provincia di Messina, regione Sicilia. CHIESA DI SAN FILIPPO NERI, via Guglielmo Siracusa, eretta intorno al 1630, con l’annesso Oratorio dei Padri Filippini, oggi sede del Museo Civico. Contiene varie pitture dei secoli XVII-XIX. Notevole la cappella in legno intagliato e indorato che ospita la statua lignea della Madonna del Rosario sec. XVIII e un bellissimo Crocifisso in mistura del XV sec.

martedì 22 agosto 2017

Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria. DUOMO.

Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria. DUOMO. La cattedrale di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Orvieto, in provincia di Terni, chiesa madre della diocesi di Orvieto-Todi e capolavoro dell'architettura gotica dell'Italia Centrale. Nel gennaio del 1889 papa Leone XIII l'ha elevata alla dignità di basilica minore. La costruzione della chiesa fu avviata nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV, allo scopo di dare degna collocazione al Corporale del miracolo di Bolsena. Disegnato in stile romanico da un artista sconosciuto (probabilmente Arnolfo di Cambio), in principio la direzione dei lavori fu affidata a fra Bevignate da Perugia a cui succedette ben presto, prima della fine del secolo, Giovanni di Uguccione, che introdusse le prime forme gotiche. Ai primi anni del Trecento lo scultore e architetto senese Lorenzo Maitani assunse il ruolo di capomastro dell'opera. Questi ampliò in forme gotiche l'abside e il transetto e determinò, pur non terminandola, l'aspetto della facciata che vediamo ancora oggi. Alla morte del Maitani, avvenuta nel 1330, i lavori erano tutt'altro che conclusi. Il ruolo di capomastro venne assunto da vari architetti-scultori che si succedettero nel corso degli anni, spesso per brevi periodi. Nel 1350-1356 venne costruita la Cappella del Corporale. Nel 1408-1444 venne costruita la Cappella di San Brizio, affrescata però solo più tardi (1447-1504). Anche i lavori della facciata si protrassero negli anni, fino ad essere completati solo nella seconda metà del 1500 da Ippolito Scalza, che costruì 3 delle 4 guglie della facciata. Il Duomo è da sempre intitolato alla Madonna Assunta, ed è provvisto di cinque campane rinascimentali in tonalità di Mi bemolle.

lunedì 21 agosto 2017

Acireale, provincia di Catania, regione Sicilia.

Acireale, provincia di Catania, regione Sicilia. La BASILICA DEI SANTI PIETRO E PAOLO fu costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha un prospetto barocco, progettato da Vasta nel 1741. Il campanile è del XIX secolo; un secondo campanile, pur se progettato non venne mai realizzato. L'interno, a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto del 1818. Vi si trovano alcune tele del Vasta, di Giacinto Platania ed una statua del Cristo alla Colonna, di autore ignoto, molto venerata in città e tradizionalmente portata in processione ogni 70 anni. Nel giugno del 1933 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore.

domenica 20 agosto 2017

Pisa. Capoluogo di provincia della regione Toscana. Il Battistero.

Pisa. Capoluogo di provincia della regione Toscana. Il Battistero. I lavori per la realizzazione del Battistero, il più grande in Italia, iniziarono nel 1152 sotto le direttive dell’architetto Diotislavi, la struttura posizionata davanti la Cattedrale, fu interamente rivisitata da Nicola Pisano con il figlio Giovanni intorno a metà del Duecento; i due la modificarono in stile gotico e aggiunsero una loggia e una cupola emisferica. Al centro del Battistero di trova il Fonte Battesimale di Guido Bigarelli da Arogno, inizialmente illuminato da una luce proveniente da un’apertura sul soffitto, oggi coperta dalla Cupola. Il Pulpito di Nicola Pisano (1255-1260) racconta scene della Vita di Cristo sui 5 pannelli, mentre le colonne rappresentano le Virtù. Possiamo chiaramente percepire uno stile classicheggiante nell’opera, non a caso Nicola Pisano viene definito un precursore del Rinascimento.

sabato 19 agosto 2017

Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA CATENA.

Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA CATENA.  È il maggior tempio di Aci Catena, e si impone alla ammirazione perché possiede "tre cose" veramente belle: una Madonna, una cupola, una campana. Il suo frontone esterno reca la scritta "BEATAE MARIAE VIRGINI A CATENA ", che sintetizza la storia del culto della Madonna nella nostra Città che di Essa porta il nome.  L'interno della chiesa è a tre navate, a croce latina; elegante è l'architettura dell'abside, del transetto, della cupola e delle due cappelle laterali, del SS.mo Sacramento e della Madonna. L'abside si orna di un artistico coro ligneo nelle cui pareti laterali si ammirano due affreschi di discreta fattura raffiguranti Il Miracolo della liberazione dei tre condannati palermitani e il terremoto del 1693. Sul tetto dell'abside si ammira un bellissimo affresco raffigurante la gloria di Maria SS. Assunta in cielo: questo particolare è assai significativo in quanto ci dice come il popolo, unitamente al clero locale, abbia voluto definitivamente trasferire la solennità della festa, che in un tempo remoto ricorreva nel mese di Maggio, al 15 Agosto di ogni anno, abbinandola così alla festa dell'Assunta. Il 15 agosto, Festa estiva in onore della Madonna della Catena, Patrona della città. Il simulacro della Madonna, arricchito da numerosi monili d'oro, donati nel corso degli anni per grazie ricevute, sul fercolo viene condotto in processione dai devoti, per le vie della città. I momenti più importanti della festa sono l'arrivo dei pellegrini, provenienti da molti paesi etnei (principalmente Misterbianco e Acitrezza) durante tutta la notte tra il 14 e il 15 agosto; in mattinata l'emozionante svelata del Taumaturgo Simulacro della Santa Patrona tra le lacrime e le acclamazioni dei devoti; tradizionale è la suggestiva "Trasuta o chianu" (Ingresso in piazza di corsa) del fercolo con la Madonna; tra lo sventolio dei fazzoletti, un colorato e nutrito spettacolo pirotecnico, conclude la giornata di festa. Forte devozione e fede si intrecciano al folklore siciliano.

venerdì 18 agosto 2017

Aci Bonaccorsi, provincia di Catania, regione Sicilia.

Aci Bonaccorsi, provincia di Catania, regione Sicilia. La costruzione della CHIESA MADRE, Parrocchia S. Maria Dell'Indirizzo. La Chiesa Madre, che risale al 1500, è dedicata alla Madonna dell'Indirizzo (o Santa Maria dell'Itria). L'esterno della chiesa è preceduto da una scalinata, pregevole il portale in pietra lavica nella facciata laterale con rilievi ornamentali. Nel campanile è alloggiata la campana grande (il campanone) costruita nel 1817. L’interno della Matrice è a tre navate, impreziosite da eleganti decorazioni. Al suo interno possiamo ammirare opere di elevato pregio artistico, quali la seicentesca tela della “Lapidazione di Santo Stefano”, il Patrono della Comunità, attribuito alla scuola di Giacinto Platania (sec. XVII), la cinquecentesca Statua di Santo Stefano Protomartire, un bellissimo organo a canne. Merita una speciale menzione ancora un quadro, forse fra i cimeli più interessanti del Paese, esposto nella Sagrestia, raffigurante una pregevole "Annunciazione", dipinta nel 1793 dal pittore Vincenzo Sciuto, del vicino Aci S. Antonio, il cui recente restauro, infatti, ha portato alla luce una scritta (contenuta nel cartiglio ma cancellata ad arte, a suo tempo) che testimonia l'appartenenza ad Aci Bonaccorsi, e quindi un'estensione più ampia del suo territorio, di un'altra chiesa, dedicata proprio all'Annunziata, sempre ubicata sul ciglio del torrente, al vecchio confine con il Comune di Viagrande, oggetto di grandi dispute tra i due Comuni sul finire del XVIII secolo. Tra le varie statue conservate nella Matrice la più antica e venerata è quella del Protomartire. Negli ultimi anni del sec. XVI, in zona "strategicamente" centrale ai sub-quartieri, dava al Paese l'assetto definitivo e l'aspetto conservato pressappoco fino a oggi. Il nome di "quartiere" riscontrato nei "riveli" si deve alla struttura particolare della città di Jaci di cui "Bonaccorsi" era una delle tante componenti. Il nome "Bonaccursu" dato al Paese, malgrado la maggiore diffusione del cognome "Vattiatu" (da cui "Battiati", denominazione di uno dei più antichi sub-quartieri, come abbiamo scritto, che risponderebbe al significato di "battezzati"), si deve all'importanza e conseguente notorietà "fuori paese" assunta da alcune persone socialmente di spicco, di cognome "Bonaccorso". Come l'autonomia parrocchiale si fa risalire all'epoca della costruzione (1589) della Matrice (in precedenza la Parrocchia dipendeva dal Santuario di Valverde), così si ha pure una data per l'autonomia comunale. È bene, però, ricordare che entrambe le date vanno intese come "verità" approssimative. È del 1652, infatti, un documento che rende nota l'esecutorietà di un altro documento emanato dalla corte spagnola, l'anno precedente, a favore di un Giorgio Esquerra De Roxas, inteso a nominarlo "Marchese di Bonaccorsi". Alla morte di costui, che era stato secondo marito di Donna Francesca Grimaldi, vedova di Don Nicolò Diana, barone di Cefalà (Cefalà Diana, Palermo) e di Jaci, subentrava il figlio del primo marito di Donna Francesca, Guglielmo Diana. Nel 1672, succedendo come nuovi signori di Jaci i Campofiorito ai Diana, il "Marchesato di Bonaccorsi" rimase quale titolo onorifico alla famiglia Diana, anche se la "Terra dei Bonaccorsi" continuò ad essere una delle componenti dello "Stato" feudale di Jaci.

giovedì 17 agosto 2017

Viagrande, provincia di Catania, regione Sicilia.

Viagrande, provincia di Catania, regione Sicilia. La CHIESA più importante è dedicata alla Madonna dell'Idria ( chiesa madre, Piazza san Mauro), anche se popolarmente viene chiamata "A Chiesa 'i Santu Mauru", in quanto le reliquie del santo sono custodite al suo interno. La seconda chiesa in ordine di importanza è quella del Borgo Viscalori (in Siciliano "u quatteri 'e viscalori"), dedicata a San Biagio. Nel corso degli anni questo quartiere o borgo ha perso la sua connotazione tradizionale diventando zona residenziale di cittadini prevalentemente catanesi che hanno scelto di portare la loro dimora fuori dal caos dell'area metropolitana catanese. La Chiesa Madre, dedicata alla Madonna dell'Idria, costruita nei primi anni del '700, domina il centro cittadino e chiude a nord la scena di Piazza San Mauro. L'imponente struttura si affaccia sul sagrato in acciottolato lavico intarsiato in travertino. La facciata principale, orientata a Sud, è ripartita in tre grandi settori, definiti da quattro lesene in pietra lavica, in ognuno dei quali è racchiuso un portale che traccia la struttura interna a tre navate, di tipo basicale. La facciata si chiude in alto con un cornicione sempre in pietra lavica dal quale spiccano il campanile realizzato nei primi decenni del '900 su disegno dell'Architetto Fichera, e l'ampia cupola edificata nel 1860 su base ottagonale. L'interno offre al visitatore altari di pregio ed un gradevole coro ligneo del '700. Nella chiesa Madre si conservano le reliquie di San Mauro Abate, patrono di Viagrande, la cui festa è celebrata ogni 15 gennaio.

martedì 15 agosto 2017

Comiso, provincia di Ragusa, regione Sicilia. Basilica Maria SS. Annunziata.

Comiso, provincia di Ragusa, regione Sicilia.  Basilica Maria SS. Annunziata. La chiesa fu ricostruita e ampliata sulla preesistente chiesa di origine bizantina di San Nicola e ultimata nel 1591. A causa del terremoto del 1693 il tempio subì danni, ma fu ricostruito in stile neoclassico tra il 1772 e il 1793 su progetto dell'architetto G. B. Cascione Vaccarini, nipote del palermitano G. B. Vaccarini. La cupola, progettata dall'architetto comisano S. Girlando, fu ultimata nel 1885. Posta in cima a una scenografica scalinata, la Chiesa possiede una pianta a croce latina ed è divisa in tre navate, con volta a botte sostenuta da 10 grandi archi a tutto sesto. L'interno è arricchito di opere di notevole importanza, tra cui una statua lignea policroma di S. Nicola che recenti studi hanno datato alla seconda metà del XVI secolo, due tele di S. Fiume raffiguranti La Risurrezione e La Natività, un crocifisso ligneo attribuito a frate Umile da Petralia del XVII sec; una pregevole tela dell'Assunzione di Maria, firmata "Narcisus Guidonius", un monumentale fonte battesimale in marmo e bronzo opera di Mario Rutelli, realizzato nel 1912 e inaugurato il 15 agosto 1913.

lunedì 14 agosto 2017

Tremestieri Etneo provincia di Catania, regione Sicilia. LA CHIESA MADRE, DEDICATA ALLA MADONNA DELLA PACE.

Tremestieri Etneo provincia di Catania, regione Sicilia. LA CHIESA MADRE, DEDICATA ALLA MADONNA DELLA PACE, patrona di Tremestieri Etneo, costruita su una collinetta da cui si può ammirare un bel panorama dell’Etna e del Golfo e della Piana di Catania. Collegata al sottostante asse viario da piani inclinati e scale abbellite ai lati da aiuole, la Chiesa venne riedificata dopo il sisma del 1693 nello stesso luogo in cui sorgeva un tempio già nel periodo normanno. Dal 1978 e fino al 1998 nel periodo natalizio sul sagrato della chiesa è stato allestito, un suggestivo presepio vivente. L' iniziativa è stata ripresa nel Natale 2010. La parrocchia, inoltre, con il patrocinio del Comune, organizza annualmente dal 1989 il Premio Nazionale di Poesia dedicato al Natale.  Dal prospetto assai semplice, tripartito da lesene, l’edificio è completato su un lato dal campanile (che del preesistente conserva una campana del 1196) e sull’altro dall’odierno salone parrocchiale, una volta cappella dedicata, nell’omonima chiesa, alla Madonna della Pace. Inglobata nella nuova costruzione dopo il terremoto, la cappella all’esterno è impreziosita dal portale del 1570 in pietra lavica, sormontato da una finestra tonda sempre in pietra lavica e da una colomba, simbolo della pace. L’interno della chiesa, a pianta longitudinale, si presenta con tre navate concluse con altrettante absidi: la navata centrale è coperta con volta a botte lunettata.  Il tempio custodisce tra l’altro le statue lignee del primo Seicento della Madonna della Pace e di Santa Barbara, di recente restaurate, nonché tele del XVII e del XVIII secolo. Pregevole è poi la "vara" settecentesca della Madonna e di Santa Barbara, mentre del Seicento sono l’acquasantiera in marmo cipollino ed il fonte battesimale, in marmo bianco.

domenica 13 agosto 2017

Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. Il Castello ducale del Balzo(XV secolo).

Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. Il Castello ducale del Balzo(XV secolo). Nel punto dove è posto il maniero, vi era in precedenza l’antica Cattedrale dedicata a S. Felice, il Santo che, secondo la tradizione, subì il martirio a Venosa all’epoca dell’Imperatore Diocleziano. L’antica Cattedrale fu abbattuta per far posto alla fortificazione quando, nel 1443, Venosa venne portata in dote da Maria Donata Orsini, figlia di Gabriele Orsini principe di Taranto, a Pirro del Balzo, figlio di Francesco duca di Andria. I lavori di costruzione del Castello, incominciati nella seconda metà del XV secolo, proseguirono per alcuni decenni. L’aspetto originario era ben lontano da quello odierno: si presentava, infatti, come una fortificazione a pianta quadrata, difesa da una cinta muraria dello spessore di 3 metri, con torri cilindriche angolari, privo degli stessi bastioni che furono completati nella metà del secolo successivo. Nato come postazione difensiva, successivamente, con i Gesualdo divenne dimora del feudatario. Passato ai Ludovisi come bene del feudo, esso venne completamente abbandonato, e la violenza delle scosse sismiche che ripetutamente si abbatterono nel corso di tutto il Seicento ne minarono la struttura e la funzionalità. Alla ricostruzione dell’antico maniero, con l’aggiunta di parti più adatte ai tempi, come l’elegante loggiato al piano nobile, provvidero i Caracciolo (successori nel feudo ai Ludovisi) nell’intento di riaffermare il potere signorile sulla città sempre più lontana dai vasti del glorioso passato. L’ingresso originario non era quello attuale, esso si apriva sul lato nord - est, ed era munito di ponte levatoio. Attualmente, all’inizio del ponte di accesso, vi sono due teste di leone provenienti dalle rovine romane: elemento ornamentale tipico e ricorrente in una città che nel passato ha fatto largo uso di materiale di spoglio. All’interno del Castello, nel cortile si affaccia il loggiato a pilastri ottagonali del secolo XVI.

sabato 12 agosto 2017

Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. ISTITUTO DI S. GIUSEPPE DEGLI OBLATI.

Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. ISTITUTO DI S. GIUSEPPE DEGLI OBLATI. Il Santuario di San Giuseppe è stato eretto presso la Casa Madre della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe in Asti, sul posto dell'antica e ormai fatiscente chiesa-teatro di Sant'Agnese, risalente ancora al monastero delle Clarisse, presenti in città fin dal 1600 circa.  L'architetto è stato il sacerdote Mons. Alessandro Thea, canonico della cattedrale di Acqui, che cominciò la progettazione nel 1927. L'edificio in stile romanico, ha 40 colonne di cui 16 centrali e 24 esterne. La Torre Campanaria, unica, centrale sulla facciata, ha 12 campane.  Il 19 marzo 1931 sulla facciata del nuovo Santuario, ancora in fase di costruzione, fu collocata una monumentale statua di San Giuseppe, alta 3,6 metri, opera dello scultore gardenese Emilio Demetz. La Consacrazione e l'inaugurazione del Santuario avvenne la domenica del 12 luglio 1931 da Mons. Luigi Spandre, Vescovo di Asti. L'Imponente organo "Gandini" fu costruito nel 1905 ancora per la vecchia chiesa e poi sistemato nel nuovo Santuario. Nel 1944, per il primo centenario della nascita di San Giuseppe Marello, avvenne la consacrazione dell'altare maggiore e del mosaico cosmatesco del pavimento, dedicato a San Giuseppe.  La splendida pala dell'altare è opera del pittore Piero Dalle Ceste (1912 - 1974) e i quadri dei due corretti laterali - 1989 - sono opera di Franco Verri. Le decorazioni della chiesa sono invece di A. Laiolo. Nella cappella centrale di sinistra sono venerate le spoglie del fondatore degli Oblati di San Giuseppe, il Santo Marello. Il grande affresco di fondo è di Angelo Bogani.  Il Santuario è molto frequentato e accogli gruppi di pellegrini. Gli Oblati di San Giuseppe (in latino Congregatio Oblatorum S. Ioseph, Astae Pompejae) sono un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione clericale, detti popolarmente Giuseppini d'Asti, pospongono al loro nome la sigla O.S.I. La congregazione fu fondata da San Giuseppe Marello (1846-1895) sacerdote italiano della diocesi di Asti, successivamente vescovo di Acqui. I primi quattro aspiranti vennero riuniti ad Asti il 14 marzo 1878 e il 19 marzo 1879 presero l'abito religioso. Le prime regole, scritte nel 1892 vivente il fondatore, affermano che "i membri della congregazione fanno vita comune e si devono soccorrere nei bisogni spirituali e temporali. Hanno per scopo l'educazione cristiana della gioventù". Giacinto Arcangeli, vescovo di Asti il 18 marzo 1901 autorizzò i membri del sodalizio a emettere i voti religiosi. 

venerdì 11 agosto 2017

Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. ANFITEATRO ROMANO.

Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. ANFITEATRO ROMANO. Al centro della cittadina di Catania, precisamente in Piazza Stesicoro, è conservato uno dei più grandi anfiteatri di età romana in Italia, inferiore solo all’anfiteatro Flavio di Roma (il Colosseo) e a quello di Verona. Secondo i calcoli degli archeologi poteva contenere ben 15.000 spettatori tra seduti e in piedi. Dal punto di vista costruttivo l’anfiteatro è formato da una cavea di 14 gradini divisi in tre ordini con podio e ambulacri (corridoi coperti) di accesso alle gradinate disposti su tre piani che corrispondevano ai due ordini di arcate esterne e all’attico. La sua grandezza permetteva la realizzazione di spettacoli di ogni genere. Qui infatti, ebbero luogo combattimenti di gladiatori, quelli di uomini contro animali feroci importati dall’Africa e dalle altre province dell’impero, e persino le battaglie navali. Infatti gli archeologi hanno ipotizzato che, grazie a dei meccanismi idraulici molto complessi, si riusciva a trasformare l’arena in una grande piscina e dar vita a sorprendenti spettacoli acquatici.
Costruito con pietra lavica, marmo e mattoni venne arricchito da una serie di decorazioni e di stucchi che dovevano conferirgli un tocco d’eleganza. Dalla tecnica costruttiva, utilizzata soprattutto nel periodo compreso fra l’età di Adriano e quella degli Antonini, si ipotizza che fu edificato intorno al II secolo a. C. Tra il 252 e il 253 d.c. venne parzialmente coperto dalla lava, a causa di un’eruzione dell’Etna ma non fu distrutto. Dopo la caduta dell’impero e l’arrivo degli Ostrogoti in Sicilia, l’imperatore Teodorico emanò un editto, dove consentiva di usufruire delle pietre dell’anfiteatro per la costruzione delle difese e delle mura cittadine. Si pensa sia stato usato anche per la costruzione della cattedrale di Sant’Agata e del castello Ursino di Federico II di Svevia.
Nel terremoto della Val Di Noto (1693) venne totalmente coperto e sarà grazie all’intervento del mecenate Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, che iniziarono gli scavi, ma vennero in seguito abbandonati. I lavori, per riportare alla luce l’anfiteatro, furono iniziati nel 1904, per volontà del sindaco De Felice che affidò l’impresa all’architetto Filadelfo Fichera, e si conclusero nella primavera del 1906. L’opera fu inaugurata ufficialmente sei mesi dopo e, nel 1907, fu visitata da re Vittorio Emanuele III che venne a Catania per inaugurare l’Esposizione Agricola. Solo una piccola parte è visibile (diverse gradinate, alcuni archi e una parte dell’arena), mentre il resto è coperto dal suolo urbano.
Una leggenda, risalente alla fine degli anni ’80, viene narrata su questa meravigliosa struttura. Alcuni sostengono che sia stata inventata per impaurire i visitatori più curiosi, che vorrebbero addentrarsi nei sottosuoli catanesi in cui si trovano i resti della città più volte sommersa dalla lava e distrutta dai terremoti, altri, invece, lo identificano come fatto realmente accaduto.
Si racconta che una scolaresca di scuola elementare, formata da 25 bambini e 4 maestre, visitò l’anfiteatro romano, ma inoltrandosi nelle vie ancora chiuse, si persero. La scolaresca non tornò più. I custodi provarono ad intervenire cercandoli da cima a fondo in quasi tutto l’anfiteatro, ma erano come spariti nel nulla. Oggi alcuni visitatori, sostengono di sentire ancora dei rumori strani, come delle urla di bambini e adulti che cercano aiuto.Si tratta solo di una leggenda, ma non si può venire a visitare questa fantastica struttura senza conoscerne ogni minimo particolare, anche quello più interessante.

giovedì 10 agosto 2017

Vizzini, provincia di Catania, regione Sicilia. CASTELLO MEDIEVALE, via castello.

Vizzini, provincia di Catania, regione Sicilia. CASTELLO MEDIEVALE, via castello. Recentemente si è svolta la cerimonia d'inaugurazione del castello medievale di Vizzini, realizzato nel XII secolo e oggetto negli ultimi anni di accurati lavori di recupero e restauro, grazie ad un progetto redatto dal comune di Vizzini, proprietario dell'edificio. Il castello è stato eretto dalla famiglia spagnola dei Santapau in cima al colle in cui oggi si trova il quartiere Matrice. Il terremoto del 1693 lo danneggiò, ma non lo rase la suolo. I Borboni lo trasformarono in carcere, e tale rimase fino a metà del XX secolo.  Con i lavori eseguiti sono state recuperate le stanze esistenti, le antiche mura di cinta e l'ampio cortile, con il suo pozzo centrale. Sono stati anche portati alla luce ambienti ricoperti nei secoli da terra e materiale di risulta. Durante i lavori, scavando nelle fondazioni di una stanza, sono state scoperte delle grotte di epoca bizantina. Il castello è stato dotato di tutti gli impianti e dell'arredamento idoneo allo svolgimento di conferenze. Infine, sono state abbattute tutte le barriere architettoniche.

mercoledì 9 agosto 2017

Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI.

Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI. La costruzione è stata edificata su un antica chiesa ipogea dei SS. Pietro e Paolo. Questa chiesetta rupestre è ancora oggi visitabile, vi si accede tramite una botola dalla terza cappella sulla  sinistra e vi è presente un affresco raffigurante la visita del Papa Urbano II a Matera del 1093. Alcuni cronisti narrano che nel 1218 detta chiesa ospitò San Francesco d'Assisi in persona. La prima struttura della chiesa risale però alla prima metà del Duecento, ma aveva disposizione esattamente opposta a quella moderna, ed oggi possiamo ancora vederne la cella campanaria con pareti affrescate. Un primo ampliamento lo si ebbe già nel Quattrocento, ma bisogna attendere il Settecento perché la Chiesa ed il convento raggiungano il loro massimo splendore, ed è a questo periodo che risale la bella facciata in tardo barocco, luminosa ed armonica, opera degli architetti Vito Valentino e Tommaso Pennetta. Durante la visita guidata si potrà ammirare, al centro della facciata superiore, la statua dell'Immacolata, ed ai due lati, San Francesco e Sant'Antonio. L'interno ha una sola navata con piccole cappelle dedicate ad alcuni nobili materani benefattori. Custodisce un pregevole polittico di nove dipinti a tempera su tavola di Lazzaro Bastiani, un artista della scuola veneta del 1500.

lunedì 7 agosto 2017

Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale.

Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale. Si trova nell'area antistante la parte più antica del porto di Savona, come le torri Corsi e Guarnieri, i resti di una loggia privata e il Palazzo degli Anziani. Quest'ultimo risale al XIV secolo, mentre le torri sono tutte riferibili al XII secolo. Sembra che fosse la principale delle cinquanta torri della città sulla cima delle quali venivano accesi fuochi, con la funzione di fari; il nome "Brandale" può infatti derivare da "Brand", corrispondente a "luce, falò", oppure dalla famiglia Aldobrandeschi. Nella torre, acquistata dal Comune nel 1305, è stata installata la prima campana per richiamare il popolo a Parlamento, nel 1349. La torre è stata abbassata, nel XVI secolo, e rialzata nel 1931. In quest'occasione, con una sottoscrizione popolare è stata acquistata la nuova campana. La torre ha un basamento ad arcate aperte ed è oggi alta quasi cinquanta metri. Sul primo cornicione si trovano i dodici stemmi in ceramica delle signorie che si sono avvicendate al comando della citta dal XII secolo. Dalla torre si accede al Palazzo degli Anziani, che costituisce, proprio assieme alla torre, una sorta di museo lapidario con resti di affreschi medievali, iscrizioni, rilievi marmorei, fregi che provengono da distrutti edifici del centro storico e che risalgono a un periodo compreso tra il XIV e il XIX secolo. Il nucleo iniziale delle collezioni è stato ordinato da Poggio Poggi negli anni Trenta del Novecento. Completano la raccolta statuine presepiali di pastori, mentre nell'atrio è custodita anche la parte superiore della campana civica del 1669.

domenica 6 agosto 2017

Viareggio, provincia di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55.

Viareggio, provincia di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55. La chiesa di Sant'Andrea si trova nella parte vecchia di Viareggio, in via Sant'Andrea 55. Nel 1836 il Duca di Lucca Carlo Ludovico di Borbone decretò la costruzione di una nuova parrocchia a Viareggio, che venne dedicata a Sant'Andrea. Nel 1839 la parrocchia venne assegnata ai Servi di Maria; l'anno successivo Papa Gregorio XVI emanava un breve pontificio con il quale assegnava in perpetuo la chiesa e la parrocchia ai Serviti. L'edificio venne costruito insieme all'annessa canonica nel 1842 su disegno dell'ingegnere Michele Cervelli di Lucca. In quell'anno l'arcivescovo di Lucca Gian Domenico Stefanelli emanò il decreto per istituire la nuova parrocchia scorporando da quella della chiesa di Sant'Antonio. L'ingegnere Cervelli, nella spoglia composizione dell'edificio, improntata al severo classicismo della Restaurazione, realizzò perfettamente un linguaggio architettonico decoroso e funzionale a un tempo: quel linguaggio che nelle intenzioni della committenza pubblica doveva contraddistinguere l'edilizia di neonato centro marittimo di Viareggio. All'interno della chiesa si trovano interessanti opere d'arte e numerose reliquie. Qui operò ed è sepolto sant'Antonio Maria Pucci. Nel giugno del 1963 è stata elevata alla dignità di basilica minore.

sabato 5 agosto 2017

Pisa. Capoluogo di provincia della regione Toscana. Il Battistero.

Pisa. Capoluogo di provincia della regione Toscana. Il Battistero. I lavori per la realizzazione del Battistero, il più grande in Italia, iniziarono nel 1152 sotto le direttive dell’architetto Diotislavi, la struttura posizionata davanti la Cattedrale, fu interamente rivisitata da Nicola Pisano con il figlio Giovanni intorno a metà del Duecento; i due la modificarono in stile gotico e aggiunsero una loggia e una cupola emisferica. Al centro del Battistero di trova il Fonte Battesimale di Guido Bigarelli da Arogno, inizialmente illuminato da una luce proveniente da un’apertura sul soffitto, oggi coperta dalla Cupola. Il Pulpito di Nicola Pisano (1255-1260) racconta scene della Vita di Cristo sui 5 pannelli, mentre le colonne rappresentano le Virtù. Possiamo chiaramente percepire uno stile classicheggiante nell’opera, non a caso Nicola Pisano viene definito un precursore del Rinascimento.

venerdì 4 agosto 2017

Perugia capoluogo dell’omonima provincia della regione Umbria. Nobile Collegio del Cambio, Corso Vannucci, 25.

Perugia capoluogo dell’omonima provincia della regione Umbria. Nobile Collegio del Cambio, Corso Vannucci, 25. Antica sede della corporazione dei cambiatori di moneta. L’Arte del Cambio trovò sede nei fondachi di Palazzo dei Priori tra il 1452 ed il 1457. Si accede dalla Sala dei Legisti, dove si trovano dei banconi intagliati e intarsiati da Giampiero Zuccari (1615-1621), passando attraverso la Sala delle Udienze, destinata alle riunioni e al ricevimento del pubblico. Gli arredi lignei intagliati sono di Antonio da Mercatello e Domenico del Tasso (1490-1501). Le pareti ospitano un ciclo di affreschi tra i più grandi esempi di arte rinascimentale, realizzati da Pietro Vannucci detto il Perugino (e aiuti) tra il 1498 e il 1500, ispirati a un programma iconografico in sintonia con le tendenze filosofiche neoplatoniche. Questi affreschi sono stati definiti da Edith Wharton, nel suo La decorazione della casa, come uno dei "tre soffitti perfetti del mondo" insieme a quelli del Mantegna a Mantova e dell'Araldi a Parma. Completa l’opera l’autoritratto del Perugino posto in una finta cornice. Adiacente alla sala è la Cappella di San Giovanni Battista con dipinti di Giannicola di Paolo, allievo del Perugino (1513-1528) ricca in lapislazzuli e oro.

giovedì 3 agosto 2017

Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. MONUMENTO AD UMBERTO 1°.

Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. MONUMENTO AD UMBERTO 1°. Il re era stato assassinato a Monza da poco più di un anno. Grande fu la commozione generale, e Asti fu la prima città a erigere una statua equestre in bronzo ad Umberto I. La piazza (intitolala al re nel 1903 e poi ai fratelli Cairoli nel 1944, ma sempre nota a tutti come “piazza del cavallo”) venne realizzata nel 1903 per volere di un comitato presieduto dal conte Leonetto Ottolenghi, che di tasca sua offrì piazza e monumento. Al posto della stretta via d'Azeglio (ora via Caracciolo) che da corso Alfieri andava al Duomo, sorse la piazza semicircolare delineata dal muro con lesene e colonnine, al centro della quale, su un basamento di marmo ornato dalle statue del Valore e della Pietà e da fregi in bronzo, fu collocata la statua di Umberto I a cavallo, modellata dallo scultore Odoardo Tabacchi e fusa in bronzo dall'astigiano Corrado Betta. Quel 4 ottobre 1903 la stazione, via Cavour e corso Alfieri erano piene di tricolori al passaggio del “landò” con il Duca d'Aosta in rappresentanza di Vittorio Emanuele III, con il sindaco Bocca e il conte Ottolenghi e delle altre carrozze con numerose autorità, da deputati e senatori, al vescovo Arcangeli, all'ammiraglio Cagni, ai sindaci del circondario. Grandioso ricevimento in municipio e poi alle 11 solenne inaugurazione della piazza e del monumento presenti un centinaio di associazioni coi vessilli, la musica del 72° Fanteria di Alessandria, le fanfare dei Cavalleggeri e dei Militari in Congedo e la banda di Montemarzo.

mercoledì 2 agosto 2017

Viareggio, provincia di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55.

Viareggio, provincia di Lucca in Toscana. Chiesa di Sant'Andrea, via Sant’Andrea 55. La chiesa di Sant'Andrea si trova nella parte vecchia di Viareggio, in via Sant'Andrea 55. Nel 1836 il Duca di Lucca Carlo Ludovico di Borbone decretò la costruzione di una nuova parrocchia a Viareggio, che venne dedicata a Sant'Andrea. Nel 1839 la parrocchia venne assegnata ai Servi di Maria; l'anno successivo Papa Gregorio XVI emanava un breve pontificio con il quale assegnava in perpetuo la chiesa e la parrocchia ai Serviti. L'edificio venne costruito insieme all'annessa canonica nel 1842 su disegno dell'ingegnere Michele Cervelli di Lucca. In quell'anno l'arcivescovo di Lucca Gian Domenico Stefanelli emanò il decreto per istituire la nuova parrocchia scorporando da quella della chiesa di Sant'Antonio. L'ingegnere Cervelli, nella spoglia composizione dell'edificio, improntata al severo classicismo della Restaurazione, realizzò perfettamente un linguaggio architettonico decoroso e funzionale a un tempo: quel linguaggio che nelle intenzioni della committenza pubblica doveva contraddistinguere l'edilizia di neonato centro marittimo di Viareggio. All'interno della chiesa si trovano interessanti opere d'arte e numerose reliquie. Qui operò ed è sepolto sant'Antonio Maria Pucci. Nel giugno del 1963 è stata elevata alla dignità di basilica minore.

martedì 1 agosto 2017

Acireale, provincia di Catania, regione Sicilia.

Acireale, provincia di Catania, regione Sicilia. La BASILICA DEI SANTI PIETRO E PAOLO fu costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha un prospetto barocco, progettato da Vasta nel 1741. Il campanile è del XIX secolo; un secondo campanile, pur se progettato non venne mai realizzato. L'interno, a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto del 1818. Vi si trovano alcune tele del Vasta, di Giacinto Platania ed una statua del Cristo alla Colonna, di autore ignoto, molto venerata in città e tradizionalmente portata in processione ogni 70 anni. Nel giugno del 1933 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore.