giovedì 30 giugno 2016

Matera chiesa di santa Chiara.

  • Chiesa di Santa Chiara, fu costruita alla fine del XVII secolo insieme agli attigui locali che ospitarono dapprima l'ospedale, poi il convento delle clarisse ed infine i locali del museo archeologico nazionale "Domenico Ridola". La facciata, ricca di decori, presenta un lunettone nella parte superiore ed in basso il portale con ai lati due semicolonne e due nicchie con statue di santi. L'interno è ad una navata.

mercoledì 29 giugno 2016

Matera, regione Basilicata. Castello Tramontano.

Il castello Tramontano è situato su una collinetta, chiamata collina di Lapillo, sovrastante il centro storico della città di Matera.
In stile aragonese, il castello, con un maschio centrale e due torri laterali pià basse, l'uno e le altre rotonde, smerlate e dotate di feritoie, fu fatto costruire a partire dal 1501 dal conte Giovan Carlo Tramontano, feudatario di Matera. Il nuovo re di Napoli, Ferdinando II, aveva promesso ai materani di non cedere più la città ad alcun feudatario, dopo che questa si era già liberata più volte dal giogo feudale pagando diversi riscatti per restare città libera ad autonomo reggimento, cioè dipendente direttamente dalla Corona reale. Invece il conte Tramontano, che vantava crediti nei confronti dell'Erario reale, chiese ed ottenne la contea di Matera nel 1496.

martedì 28 giugno 2016

Messina, chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani.

Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani, il primo nome di questa chiesa fu quello di S. Maria di Castellamare ed alcuni storici sostengono che la chiesa fu fondata nel XII secolo sulle rovine di un antico tempio di Nettuno. Un crollo avvenuto nel XIII secolo ne arretrò la facciata di 12 metri. In età aragonese fu cappella reale e sul finire del Quattrocento fu ceduta a cortigiani e ricchi mercanti catalani da Pietro d'Aragona, da qui il nome di Santissima Annunziata dei Catalani. La chiesa, visto il progressivo sollevamento della città dovuto ai terremoti ed alle ricostruzioni, si trova oggi ad oltre tre metri sotto il livello stradale. La pianta della chiesa è a basilica di tipo bizantino divisa in tre navate con un'alta cupola. L'esterno è incorniciato da due ordini di colonne con eleganti capitelli ed archi intarsiati a due colori. Sui lati della navata due camminamenti conducono sopra il transetto passando attraverso eleganti bifore. All'interno sono visibili le influenze arabo-bizantine. Si trova in via Cesare Battisti, di fronte a piazza Lepanto.

domenica 26 giugno 2016

Trecastagni, provincia di Catania, regione Sicilia. Santuario di sant'Alfio.

Il Santuario dei santi martiri Alfio, Cirino e Filadelfo risalente al 1662. È meta storica di pellegrinaggio dei fedeli, che giungono a Trecastagni durante tutto il mese di maggio. All'interno dei locali della chiesa è possibile visitare un'amplissima collezione di ex voto (erano 826 nel 1971 e attualmente si stimano superiori al migliaio).

sabato 25 giugno 2016

Messina, Lanterna San Ranieri.

Il braccio di San Raineri (anticamente isola di San Giacinto) è una penisola sabbiosa che cinge il porto storico della città di Messina, in Sicilia.
Gli storici greci antichi riferiscono che fu la sua caratteristica forma di falce a dare il nome Zancle al primo insediamento greco dell'odierna città di Messina, essendo Zanklon il termine che indicava la falce nella lingua sicula.
Su di esso sorgono i ruderi della Real Cittadella, la Torre della Lanterna del Montorsoli, il Forte del Santissimo Salvatore, e la stele votiva dedicata alla Madonna della Lettera, patrona della città. In passato essa ha ospitato il Lazzaretto ed il Cimitero degli Inglesi. Oggi è per buona parte zona militare, essendo sede dell'Arsenale Militare. Alla sua base si trova il Molo Norimberga, che prende il nome dal Bastione Norimbergh della Real Cittadella, del quale ha preso in larga parte il posto.

venerdì 24 giugno 2016

Matera, quartiere Sassi.

I Sassi di Matera costituiscono il centro storico della città di Matera. Il Sasso "Caveoso" e il Sasso "Barisano", insieme al rione "Civita", formano un complesso nucleo urbano.

Palermo capoluogo della regione Sicilia.

Il teatro massimo Vittorio Emanuele di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia, e uno dei più grandi d'Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni. Alla sua apertura, per monumentalità e dimensione (oltre 7.700 metri quadrati), suscitò le invidie di molti, come si può facilmente verificare leggendo i giornali italiani dell'epoca. Di gusto neoclassico eclettico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano che vennero demoliti alla fine dell'Ottocento per fare spazio alla grandiosa costruzione. I lavori furono iniziati nel 1875 dopo vicende travagliate che seguirono il concorso del 1864 vinto dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile, alla morte del quale subentrò il figlio Ernesto Basile, anch'egli architetto, il quale accettò di ultimare l'opera in corso del padre su richiesta del Comune di Palermo, completando anche i disegni necessari per la prosecuzione dei lavori del Teatro. L'esterno del teatro, seguendo la moda dell'attualizzazione delle architetture antiche, presenta un pronao corinzio esastilo elevato su una monumentale scalinata ai lati della quale sono posti due leoni bronzei con le allegorie della Tragedia dello scultore Benedetto Civiletti e della Lirica dello scultore Maestro Cav. Mario Rutelli, figlio dello stesso Architetto Giovanni (Mario Rutelli è, fra le centinaia di sue opere scultoree, l'autore della quadriga che orna il pronao del Politeama Garibaldi, l'altro grande teatro di Palermo); in alto l'edificio è sovrastato da un'enorme cupola emisferica. L'ossatura della cupola è una struttura metallica reticolare che s'appoggia ad un sistema di rulli a consentirne gli spostamenti dovuti alle variazioni di temperatura.

giovedì 23 giugno 2016

Bari. cattedrale di San Sabino.

La cattedrale metropolitana di San Sabino è la cattedrale di Bari, in Puglia, sede vescovile dell'arcidiocesi cattolica di Bari-Bitonto. Sorta tra il XII e il XIII secolo, probabilmente verso l'ultimo trentennio del millecento, su un più antico luogo di culto, ossia le rovine del duomo bizantino distrutto da Guglielmo I detto il Malo (1156); a destra del transetto è possibile osservare tracce del pavimento originario che si estende sotto la navata centrale.

mercoledì 22 giugno 2016

Mascalucia, provincia di Catania, regione Sicilia. Santuario di Mompilieri o Madonna della Sciara.

Mompilieri o Mompileri (Mumpileri in siciliano) è il nome che assunse un antico borgo o casale formatosi nei secoli alle pendici dell'Etna nelle terre prossime a Catania (dette Vigne di Catania) con l'insediamento stabile di nuclei contadini, prima della sua rovinosa distruzione durante l'eruzione del 1669 da cui nacquero i Monti Rossi poco più a nord. Noto in antico come Momspelero, quindi Vampuleri (o Vampolieri), era ubicato ai piedi della collina omonima, un cratere eccentrico sviluppatosi in cono piroclastico pare nel 693 a.C.. Il suo territorio si estendeva dai confini con Nicolosi sino all'antico Malpasso. Oggi il toponimo è utilizzato unicamente per riferirsi al santuario dedicato alla Madonna della Sciara, situato nella parte meridionale dell'Etna.

martedì 21 giugno 2016

Matera, torrente Gravina.

Le Gravine di Matera sono incisioni erosive simili a canyon che si trovano in provincia di Matera. Le gravine sono tipiche morfologie carsiche della Murgia, quelle di Matera sono alcune delle gravine della Basilicata e della Puglia.

domenica 19 giugno 2016

MESSINA, Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani.

Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani, il primo nome di questa chiesa fu quello di S. Maria di Castellamare ed alcuni storici sostengono che la chiesa fu fondata nel XII secolo sulle rovine di un antico tempio di Nettuno. Un crollo avvenuto nel XIII secolo ne arretrò la facciata di 12 metri. In età aragonese fu cappella reale e sul finire del Quattrocento fu ceduta a cortigiani e ricchi mercanti catalani da Pietro d'Aragona, da qui il nome di Santissima Annunziata dei Catalani. La chiesa, visto il progressivo sollevamento della città dovuto ai terremoti ed alle ricostruzioni, si trova oggi ad oltre tre metri sotto il livello stradale. La pianta della chiesa è a basilica di tipo bizantino divisa in tre navate con un'alta cupola. L'esterno è incorniciato da due ordini di colonne con eleganti capitelli ed archi intarsiati a due colori. Sui lati della navata due camminamenti conducono sopra il transetto passando attraverso eleganti bifore. All'interno sono visibili le influenze arabo-bizantine. Si trova in via Cesare Battisti, di fronte a piazza Lepanto.

sabato 18 giugno 2016

Sutera, provincia di Caltanissetta, regione Sicilia. Bandiera arancione del Touring.

Sutera è un comune italiano di 1.423 abitanti della provincia di Caltanissetta in Sicilia.
La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia.
Sorge a circa 600 m di quota e dista circa 40 km da Caltanissetta e circa 100 km da Palermo, capoluogo di regione. Il centro urbano, di impianto medievale, è costituito da i tre quartieri Rabato, Rabatello e Giardinello e si snoda in maniera armonica e naturale attorno alla montagna di S. Paolino (820 m).

Matera, Sassi.


venerdì 17 giugno 2016

Assisi, regione Umbria. campanile della basilica di Assisi.


Venosa, provincia di Potenza, regione Basilicata.

Riconosciuto monumento nazionale dal 1897. Costruito ove, in tempi remoti, esisteva un tempio pagano dedicato a Imene, il Complesso della Santissima Trinità è un'attrazione che comprende due chiese. La chiesa antica (o chiesa vecchia) risale all'epoca paleocristiana, sebbene, in seguito, fu modificata e restaurata dai Longobardi e dai Normanni. La chiesa ospita la tomba degli Altavilla e della moglie ripudiata di Roberto il Guiscardo, Aberada. La chiesa nuova (o chiesa incompiuta) fu iniziata tra l'XI e il XII secolo per ampliare quella antica, sfruttando i materiali sottratti all'anfiteatro romano, ma la sua edificazione non fu mai portata a termine.

Palermo, capoluogo della regione Sicilia. Chiesa di S. Stefano promartire alla Zisa.


martedì 14 giugno 2016

Trecastagni, provincia di Catania, regione Sicilia. Chiesa di Sant'Antonio da Padova.

Il convento dei Padri Minori riformati, con annessa chiesa di Sant'Antonio di Padova, risale al 1660 e fu costruito con i fondi donati dall'allora principe e dai fedeli. Il convento e la chiesa sono stati recentemente oggetto di restauro; all'interno del convento è possibile ammirare il chiostro, con pilastri in pietra squadrata ed una grande cisterna.
Gli altari all'interno della chiesa sono in legno intagliato di pregevole fattura. Dalla chiesa è possibile accedere ad una stanzetta che era adibita all'imbalsamazione dei cadaveri. Alla destra della Chiesa si trova l'antico cimitero sotterraneo. Dopo l'unità d'Italia, il convento passò allo Stato e fu adibito ad i più svariati usi (tra cui municipio, prefettura, carcere e scuola elementare).

sabato 11 giugno 2016

Messina. Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani.

Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani, il primo nome di questa chiesa fu quello di S. Maria di Castellamare ed alcuni storici sostengono che la chiesa fu fondata nel XII secolo sulle rovine di un antico tempio di Nettuno. Un crollo avvenuto nel XIII secolo ne arretrò la facciata di 12 metri. In età aragonese fu cappella reale e sul finire del Quattrocento fu ceduta a cortigiani e ricchi mercanti catalani da Pietro d'Aragona, da qui il nome di Santissima Annunziata dei Catalani. La chiesa, visto il progressivo sollevamento della città dovuto ai terremoti ed alle ricostruzioni, si trova oggi ad oltre tre metri sotto il livello stradale. La pianta della chiesa è a basilica di tipo bizantino divisa in tre navate con un'alta cupola. L'esterno è incorniciato da due ordini di colonne con eleganti capitelli ed archi intarsiati a due colori. Sui lati della navata due camminamenti conducono sopra il transetto passando attraverso eleganti bifore. All'interno sono visibili le influenze arabo-bizantine. Si trova in via Cesare Battisti, di fronte a piazza Lepanto.

venerdì 10 giugno 2016

Napoli, galleria Umberto I.

La Galleria Umberto I è una galleria commerciale costruita a Napoli tra il 1887 e il 1890. L'ingresso principale, che si apre su via San Carlo, è costituito da una facciata ad esedra, che in basso presenta un porticato architravato, retto da colonne di travertino e due archi ciechi, l'uno d'accesso alla galleria, l'altro aperto sull'ambulacro. Seguono un ordine di finestre a serliana, separate da coppie di lesene dal capitello composito, ed un secondo piano con finestre a bifora e lesene simili alle precedenti. L'attico presenta coppie di finestre quadrate e lesene dal capitello tuscanico, queste ultime tra le finestre sono scanalate.

Palermo capoluogo della Sicilia.

Il teatro massimo Vittorio Emanuele di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia, e uno dei più grandi d'Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni. Alla sua apertura, per monumentalità e dimensione (oltre 7.700 metri quadrati), suscitò le invidie di molti, come si può facilmente verificare leggendo i giornali italiani dell'epoca. Di gusto neoclassico eclettico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano che vennero demoliti alla fine dell'Ottocento per fare spazio alla grandiosa costruzione. I lavori furono iniziati nel 1875 dopo vicende travagliate che seguirono il concorso del 1864 vinto dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile, alla morte del quale subentrò il figlio Ernesto Basile, anch'egli architetto, il quale accettò di ultimare l'opera in corso del padre su richiesta del Comune di Palermo, completando anche i disegni necessari per la prosecuzione dei lavori del Teatro. L'esterno del teatro, seguendo la moda dell'attualizzazione delle architetture antiche, presenta un pronao corinzio esastilo elevato su una monumentale scalinata ai lati della quale sono posti due leoni bronzei con le allegorie della Tragedia dello scultore Benedetto Civiletti e della Lirica dello scultore Maestro Cav. Mario Rutelli, figlio dello stesso Architetto Giovanni (Mario Rutelli è, fra le centinaia di sue opere scultoree, l'autore della quadriga che orna il pronao del Politeama Garibaldi, l'altro grande teatro di Palermo); in alto l'edificio è sovrastato da un'enorme cupola emisferica. L'ossatura della cupola è una struttura metallica reticolare che s'appoggia ad un sistema di rulli a consentirne gli spostamenti dovuti alle variazioni di temperatura.

giovedì 9 giugno 2016

Nicolosi, provincia di Catania, regione Sicilia. Piazza Vittorio Emanuele.

Nicolosi (Niculusi o Niculosi in siciliano) è un comune italiano di 7.415 abitanti della Città metropolitana di Catania in Sicilia. Nicolosi dista 13 chilometri da Catania; 207 chilometri da Agrigento; 122 chilometri da Caltanissetta; 87 chilometri da Enna e 222 da Palermo.
Il paese sorge alle pendici dell'Etna, a sud del Vulcano attivo più alto d'Europa, tra vari coni piroclastici, i più importanti dei quali sono i Monti Rossi e la collina di Mompileri. Il territorio comunale si estende fino alla sommità dell'edificio vulcanico. Ospita la sede del Parco dell'Etna.
Per la sua strategica e baricentrica posizione tra il mare ed il vulcano, Nicolosi rappresenta storicamente la "Porta dell'Etna" e così viene spesso anche identificato.

mercoledì 8 giugno 2016

Catania, regione Sicilia. Cattedrale con sullo sfondo il Palazzo degli elefanti.


DUOMO – CATTEDRALE.
La Cattedrale di Catania fondata dal Conte Ruggero nel 1094 aveva la duplice funzione di Chiesa e di fortezza. Fu costruita nel 1094 dal normanno Conte Ruggero su antiche terme romane ma, danneggiata a più riprese da terremoti e incendi, nel tempo è stata ricostruita più volte, perdendo la fisionomia del suo stile originale. La ricostruzione che le diede un volto completamente diverso, e cioè barocco, fu quella successiva al terremoto del 1693, quando rimasero in piedi le tre absidi, il transetto e parte dei muri perimetrali. I lavori furono iniziati nel 1709 da Giacomo Palazzotto mentre la facciata fu costruita più tardi su progetto dell'architetto Giovan Battista Vaccarini ma i lavori di abbellimento dell'interno continuarono per oltre due secoli. La cupola che sovrasta la basilica venne aggiunta fra Settecento e Ottocento, all'epoca del vescovo Corrado Deodati Moncada, mentre fu mons. Felice Regano a far costruire il campanile, che fu completato nel secondo Ottocento. Le nove statue della balaustrata marmorea che delimita il giardino rappresentano oltre a S. Agata e a S. Lucia, altri santi e vescovi catanesi tra cui S. Leone. All'interno, oltre a dipinti di Guglielmo Borremans (1670-1744) si conservano i monumenti funerari di diversi vescovi, tra cui quello del beato card. Giuseppe Benedetto Dusmet, e di glorie catanesi come Vincenzo Bellini, ma anche due sarcofagi con i resti l'uno di Costanza d'Aragona e l'altro di alcuni sovrani aragonesi (Cappella della Madonna). Nell'abside destra si apre la Cappella di S. Agata, con i rispettivi reliquiari e il tesoro della Patrona di Catania. Di fronte a quella della Madonna si apre la Cappella del Crocefisso. La chiesa fu gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e ristrutturata nel 1959, in occasione del XVI Congresso Eucaristico Nazionale, con un programma di lavori che mise in luce vari elementi delle strutture precedenti, fra cui basi di colonne e resti dell'antico pavimento. Il 12 marzo 1963 è stata elevata alla dignità di basilica minore da papa Giovanni XXIII. Altri lavori di restauro, più recenti (1999), hanno interessato la zona del presbiterio e il coro ligneo. Il terremoto del 1693 la distrusse e la ricostruzione venne affidata a Fra Liberato mentre la facciata fu realizzata dal Vaccarini nel 1736. Il portale del vecchio edificio, risalente al Cinquecento, è ora il portale laterale. All'interno, a tre navate, sono custodite le reliquie di Sant'Agata, patrona di Catania, tombe di Re, di Vicerè, di Vescovi e quella del celebre compositore lirico Vincenzo Bellini (1876) nato proprio a Catania.

martedì 7 giugno 2016

Torino. Monumento a Carlo Alberto di Savoia.

Piazza Carlo Alberto è una delle principali piazze, interamente pedonalizzata, del centro storico di Torino, adiacente all'importante asse viario di Via Roma e presso Piazza San Carlo e Piazza Carignano.
Il luogo prende il nome dal Re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, figlio di Carlo Emanuele di Savoia-Carignano, la cui famiglia era proprietaria dell'omonimo palazzo la cui facciata ottocentesca ancora si può ammirare su di un lato della piazza Carlo Alberto. Sorge ove un tempo si estendevano i giardini interni dell'imponente edificio barocco progettato da Guarino Guarini che, mediante mura di cinta, si raccordavano all'antistante edificio delle scuderie che oggi ospita la prestigiosa sede della Biblioteca Nazionale. L'area fu riorganizzata abbattendo le mura di cinta dando luogo alla piazza tra il 1842 e il 1859.

lunedì 6 giugno 2016

Catania, regione Sicilia. Acquedotto dei Benedettini.

ACQUEDOTTO DEI BENEDETTINI. Via Leucatia.

I suoi archi, testimonianza di una struttura all'avanguardia costruita quattro secoli fa, resistono ancora in diversi punti della città: come in via Manzella, via Caronda e al parco Gioeni. Ma le mura continuano a perdere pezzi centenari, nell'indifferenza degli amministratori locali. Oggi richiamati da una segnalazione di un membro del forum etneo di Skyscrapercity. «L'acquedotto è stato sempre trascurato, da tutte le amministrazioni», racconta il bio speleologo Giuseppe Sperlinga. Alti archi, mura spesse, quattro secoli di storia alle spalle. E' l'acquedotto benedettino catanese, esempio di idraulica a livello europeo, oggi pericolante e in stato di degrado nei diversi punti della città in cui ancora resiste. Come all'inizio di via Tito Manzella o, in condizioni ancora peggiori, in via Caronda. «La sua importanza storica è, più che locale, europea - scrive Euplio, tecnico archeologo membro del forum cittadino di Skyscrapercity in una segnalazione al Comune di Catania - E, vista la rarità di opere idrauliche nel periodo in cui venne realizzato, le notevoli dimensioni, nonché la sua originale integrazione tra elementi architettonici idraulici di età romana, islamica ed elementi locali, potrebbe essere riconosciuto quale monumento nazionale, se non dell'Umanità». Eppure, da anni, le sue testimonianze perdono pezzi, detriti che si accumulano per la strada, pericolosi per i passanti e per lo stesso bene architettonico. Siamo intorno al 1600 quando i monaci benedettini scoprono la timpa di Leucatia, nella zona nord della città. «Un posto perfetto, luogo di incontro tra la roccia lavica e il terreno argilloso, per rifornire di acqua il monastero di San Nicolò l'Arena, in piazza Dante - spiega Giuseppe Sperlinga, biospeleologo e docente dell'università di Catania - L'acquedotto, sofisticato per il tempo, si estende per circa sei chilometri e attraversa la città».  Dalla timpa, corre parallelo a via Leucatia, passa per il parco Gioeni, attraversa via Caronda, piazza Cavour, via Tomaselli - «Non a caso in passato chiamata via degli archi» - fino a via Plebiscito, all'altezza dell'ospedale Vittorio Emanuele. L'acqua così incanalata veniva smistata dai monaci: in parte al monastero, il resto alla città, in cambio delle spese di manutenzione a carico degli amministratori. «Più 600 onze all'anno che i benedettini riscuotevano dai privati proprietari di mulini», racconta il docente. Come quello proprio all'imbocco della timpa, oggi trasformato in una officina. Di questi ampi tratti di archi, resistiti a quattro secoli e a terremoti devastanti, restano ancora diverse testimonianze in città. Tutte più o meno mal ridotte. «Qui in via Manzella il Comune ha addirittura incassato la targa con il nome della strada nel pilastro - scuote la testa Sperlinga - Nel tempo, queste mura centenarie sono diventate anche un tazebao per le affissioni dei vari "affittasi" e "vendesi"». «E' uno schifo, è così da almeno tre anni», lamenta un commerciante in via Caronda, indicando i detriti degli archi che si accumulano sulla strada e i buchi che attraversano le spesse mura da parte a parte. «Abbiamo fatto diverse segnalazioni, al Comune e alla municipalità, ma non hanno fatto niente - continua - Hanno messo una transenna, i nastri e basta più». «Tuttavia in tempi brevi anonimi recidevano i nastri per portare nella via Palazzotto la transenna metallica, con evidente intento di riservare un proprio posto auto», scrive Euplio nella segnalazione all'amministrazione etnea. «Anche all'interno del parco Gioeni se ne conserva ancora un buon tratto, ma sta cadendo pietra dopo pietra», aggiunge Sperlinga. Un pericolo per il bene architettonico e per i passanti, ma di cui nessuno sembra preoccuparsi troppo. Un intervento di messa in sicurezza che non alteri la struttura originaria ma la esalti andrebbe studiato per bene e costerebbe.  Un progetto che in via Manzella verrà in parte messo in opera nel 2013 con l'aiuto dei soci del Lions club. «L'aiuola che circonda gli archi verrà recintata - anticipa il docente - E la zona ripulita dai rifiuti con la manodopera dei militari di Sigonella e degli alunni dell'istituto tecnico regionale di via Biancavilla». Un piccolo gesto che dovrebbe incoraggiare il Comune a occuparsi del bene. «L'acquedotto è stato sempre trascurato, da tutte le amministrazioni - conclude Sperlinga - Le ultime di peggio non potevano fare».

domenica 5 giugno 2016

Bologna. Basilica di Santo Stefano

 La basilica di Santo Stefano è un complesso di edifici di culto di Bologna. Si affaccia sull'omonima piazza ed è conosciuto anche come il complesso delle "Sette Chiese". Ha la dignità di basilica minore.

sabato 4 giugno 2016

Catania, regione Sicilia, LA PIAZZA I VICERÉ di Catania, realizzata tra il 1995 e il 1998, è situata nel quartiere nord di Barriera del Bosco/Canalicchio. È collocata accanto al castello di via Leucatia, nel sito chiamato Belvedere da Federico De Roberto nel romanzo di cui la piazza porta il nome. Il complesso si trova a cento metri dalla sorgente della "Licatìa", che alimentava l'acquedotto romano che ivi esisteva nel III secolo. Il progettista e direttore dei lavori, architetto Ivan Castrogiovanni, si è ispirato al seicentesco acquedotto dei Benedettini, i cui ruderi furono demoliti negli anni sessanta per consentire la realizzazione di un'edilizia intensiva. L'assieme di piazza e parco occupa una superficie di oltre diecimila metri quadri, per circa metà costituiti dalla piazza vera e propria. Nell'archeggiato e nei portali sono stati utilizzati sistemi costruttivi simili a quelli romani e settecenteschi (ad esempio casserature in legno per realizzare le arcate con intradossi in pomici, e lastre di piombo interposte tra i grossi conci in compressione). I materiali utilizzati sono stati la pietra lavica, di diverso colore (dal nero al rosso) e consistenza ( "occhio di pernice", "pelorosso" ), e il travertino latteo di Trani. La piazza è costituita da uno spazio nudo con pavimentazione di notevole effetto ottico, leggermente concava. Nello spazio rimanente è situato un giardino con vialetti "a passi perduti", dotato di essenze quali il pino pinaster, il cipresso, il tiglio, la quercia, la jacaranda. A ovest, a nord ed a sud, lungo il perimetro del complesso, sorgono tre portali in pietra lavica, scolpiti con motivi fogliari e volute che richiamano le facciate delle chiese di via dei Crociferi e dell'architettura settecentesca della provincia etnea.

LA PIAZZA I VICERÉ di Catania, realizzata tra il 1995 e il 1998, è situata nel quartiere nord di Barriera del Bosco/Canalicchio. È collocata accanto al castello di via Leucatia, nel sito chiamato Belvedere da Federico De Roberto nel romanzo di cui la piazza porta il nome. Il complesso si trova a cento metri dalla sorgente della "Licatìa", che alimentava l'acquedotto romano che ivi esisteva nel III secolo. Il progettista e direttore dei lavori, architetto Ivan Castrogiovanni, si è ispirato al seicentesco acquedotto dei Benedettini, i cui ruderi furono demoliti negli anni sessanta per consentire la realizzazione di un'edilizia intensiva. L'assieme di piazza e parco occupa una superficie di oltre diecimila metri quadri, per circa metà costituiti dalla piazza vera e propria. Nell'archeggiato e nei portali sono stati utilizzati sistemi costruttivi simili a quelli romani e settecenteschi (ad esempio casserature in legno per realizzare le arcate con intradossi in pomici, e lastre di piombo interposte tra i grossi conci in compressione). I materiali utilizzati sono stati la pietra lavica, di diverso colore (dal nero al rosso) e consistenza ( "occhio di pernice", "pelorosso" ), e il travertino latteo di Trani. La piazza è costituita da uno spazio nudo con pavimentazione di notevole effetto ottico, leggermente concava. Nello spazio rimanente è situato un giardino con vialetti "a passi perduti", dotato di essenze quali il pino pinaster, il cipresso, il tiglio, la quercia, la jacaranda. A ovest, a nord ed a sud, lungo il perimetro del complesso, sorgono tre portali in pietra lavica, scolpiti con motivi fogliari e volute che richiamano le facciate delle chiese di via dei Crociferi e dell'architettura settecentesca della provincia etnea.

venerdì 3 giugno 2016

Torino. Piazza san Carlo.

Piazza San Carlo è una delle più importanti piazze di Torino; può essere definita come il salotto del capoluogo piemontese. Lunga 168 metri e larga 76, la piazza ha una superficie di 12.768 metri quadrati; è inserita all'interno dell'asse viario di Via Roma, che la collega a Piazza Castello e a Piazza Carlo Felice.
Nel corso della storia ha preso i nomi di piazza Reale, piazza d'Armi e poi, nel periodo napoleonico, place Napoléon.  Dal 1618, è dedicata a san Carlo Borromeo, come una delle due chiese gemelle, il santo Arcivescovo di Milano che ebbe per la Sindone una particolare devozione. Emanuele Filiberto infatti fece portare il Sacro Lino a Torino nel 1578 per abbreviare il pellegrinaggio che, a piedi, Carlo Borromeo avrebbe dovuto condurlo a Chambéry per venerarlo.
È consueto palcoscenico di diversi avvenimenti storici e sociali, tra cui i comizi elettorali, concerti, manifestazioni, dirette televisive (durante i XX Giochi olimpici invernali del 2006, la Tv americana NBC ne fece il palcoscenico dei suoi collegamenti live), vertenze sindacali, festeggiamenti dei trionfi sportivi della GRANDE società calcistica Juventus.

Mascalucia, provincia di Catania, regione Sicilia. Monumento ai cadusti con sullo sfondo il palazzo Rapisardi.


giovedì 2 giugno 2016

Bologna. Chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano.

La chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano si trova a Bologna, nelle immediate adiacenze delle Due torri. Nell'ottobre del 1924 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore.

mercoledì 1 giugno 2016

Catania regione Sicilia. Cattedrale San Pietro.

DUOMO – CATTEDRALE.

La Cattedrale di Catania fondata dal Conte Ruggero nel 1094 aveva la duplice funzione di Chiesa e di fortezza. Fu costruita nel 1094 dal normanno Conte Ruggero su antiche terme romane ma, danneggiata a più riprese da terremoti e incendi, nel tempo è stata ricostruita più volte, perdendo la fisionomia del suo stile originale. La ricostruzione che le diede un volto completamente diverso, e cioè barocco, fu quella successiva al terremoto del 1693, quando rimasero in piedi le tre absidi, il transetto e parte dei muri perimetrali. I lavori furono iniziati nel 1709 da Giacomo Palazzotto mentre la facciata fu costruita più tardi su progetto dell'architetto Giovan Battista Vaccarini ma i lavori di abbellimento dell'interno continuarono per oltre due secoli. La cupola che sovrasta la basilica venne aggiunta fra Settecento e Ottocento, all'epoca del vescovo Corrado Deodati Moncada, mentre fu mons. Felice Regano a far costruire il campanile, che fu completato nel secondo Ottocento. Le nove statue della balaustrata marmorea che delimita il giardino rappresentano oltre a S. Agata e a S. Lucia, altri santi e vescovi catanesi tra cui S. Leone. All'interno, oltre a dipinti di Guglielmo Borremans (1670-1744) si conservano i monumenti funerari di diversi vescovi, tra cui quello del beato card. Giuseppe Benedetto Dusmet, e di glorie catanesi come Vincenzo Bellini, ma anche due sarcofagi con i resti l'uno di Costanza d'Aragona e l'altro di alcuni sovrani aragonesi (Cappella della Madonna). Nell'abside destra si apre la Cappella di S. Agata, con i rispettivi reliquiari e il tesoro della Patrona di Catania. Di fronte a quella della Madonna si apre la Cappella del Crocefisso. La chiesa fu gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e ristrutturata nel 1959, in occasione del XVI Congresso Eucaristico Nazionale, con un programma di lavori che mise in luce vari elementi delle strutture precedenti, fra cui basi di colonne e resti dell'antico pavimento. Il 12 marzo 1963 è stata elevata alla dignità di basilica minore da papa Giovanni XXIII. Altri lavori di restauro, più recenti (1999), hanno interessato la zona del presbiterio e il coro ligneo. Il terremoto del 1693 la distrusse e la ricostruzione venne affidata a Fra Liberato mentre la facciata fu realizzata dal Vaccarini nel 1736. Il portale del vecchio edificio, risalente al Cinquecento, è ora il portale laterale. All'interno, a tre navate, sono custodite le reliquie di Sant'Agata, patrona di Catania, tombe di Re, di Vicerè, di Vescovi e quella del celebre compositore lirico Vincenzo Bellini (1876) nato proprio a Catania.