Aci Bonaccorsi, provincia di Catania,
regione Sicilia. La
costruzione della CHIESA MADRE,
Parrocchia S. Maria Dell'Indirizzo. La
Chiesa Madre, che risale al 1500, è dedicata alla Madonna dell'Indirizzo
(o Santa Maria dell'Itria). L'esterno della chiesa è preceduto da una
scalinata, pregevole il portale in pietra lavica nella facciata laterale con
rilievi ornamentali. Nel campanile è alloggiata la campana grande (il
campanone) costruita nel 1817. L’interno della Matrice è a tre navate,
impreziosite da eleganti decorazioni. Al suo interno possiamo ammirare opere di
elevato pregio artistico, quali la seicentesca tela della “Lapidazione di Santo
Stefano”, il Patrono della Comunità, attribuito alla scuola di Giacinto
Platania (sec. XVII), la cinquecentesca Statua di Santo Stefano
Protomartire, un bellissimo organo a canne. Merita una speciale menzione
ancora un quadro, forse fra i cimeli più interessanti del Paese, esposto nella
Sagrestia, raffigurante una pregevole "Annunciazione", dipinta nel 1793
dal pittore Vincenzo Sciuto, del vicino Aci S. Antonio, il cui recente
restauro, infatti, ha portato alla luce una scritta (contenuta nel cartiglio ma
cancellata ad arte, a suo tempo) che testimonia l'appartenenza ad Aci
Bonaccorsi, e quindi un'estensione più ampia del suo territorio, di un'altra
chiesa, dedicata proprio all'Annunziata, sempre ubicata sul ciglio del
torrente, al vecchio confine con il Comune di Viagrande, oggetto di grandi
dispute tra i due Comuni sul finire del XVIII secolo. Tra le varie statue conservate
nella Matrice la più antica e venerata è quella del Protomartire. Negli ultimi
anni del sec. XVI, in
zona "strategicamente" centrale ai sub-quartieri, dava al Paese
l'assetto definitivo e l'aspetto conservato pressappoco fino a oggi. Il nome di
"quartiere" riscontrato nei "riveli" si deve alla struttura
particolare della città di Jaci di cui "Bonaccorsi" era una delle
tante componenti. Il nome "Bonaccursu" dato al Paese, malgrado la
maggiore diffusione del cognome "Vattiatu" (da cui
"Battiati", denominazione di uno dei più antichi sub-quartieri, come
abbiamo scritto, che risponderebbe al significato di "battezzati"),
si deve all'importanza e conseguente notorietà "fuori paese" assunta
da alcune persone socialmente di spicco, di cognome "Bonaccorso".
Come l'autonomia parrocchiale si fa risalire all'epoca della costruzione (1589)
della Matrice (in precedenza la Parrocchia dipendeva dal Santuario di
Valverde), così si ha pure una data per l'autonomia comunale. È bene, però,
ricordare che entrambe le date vanno intese come "verità"
approssimative. È del 1652, infatti, un documento che rende nota l'esecutorietà
di un altro documento emanato dalla corte spagnola, l'anno precedente, a favore
di un Giorgio Esquerra De Roxas, inteso a nominarlo "Marchese di Bonaccorsi".
Alla morte di costui, che era stato secondo marito di Donna Francesca Grimaldi,
vedova di Don Nicolò Diana, barone di Cefalà (Cefalà Diana, Palermo) e di Jaci,
subentrava il figlio del primo marito di Donna Francesca, Guglielmo Diana. Nel
1672, succedendo come nuovi signori di Jaci i Campofiorito ai Diana, il
"Marchesato di Bonaccorsi" rimase quale titolo onorifico alla
famiglia Diana, anche se la "Terra dei Bonaccorsi" continuò ad essere
una delle componenti dello "Stato" feudale di Jaci.
mercoledì 31 gennaio 2018
martedì 30 gennaio 2018
Acireale, provincia di Catania, regione Sicilia.
Acireale, provincia
di Catania, regione Sicilia. La BASILICA
DEI SANTI PIETRO E PAOLO fu costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha
un prospetto barocco, progettato da Vasta nel 1741. Il campanile è del XIX
secolo; un secondo campanile, pur se progettato non venne mai realizzato.
L'interno, a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto del 1818. Vi si
trovano alcune tele del Vasta, di Giacinto Platania ed una statua del Cristo
alla Colonna, di autore ignoto, molto venerata in città e tradizionalmente
portata in processione ogni 70 anni. Nel giugno del 1933 papa Pio XI l'ha elevata
alla dignità di basilica minore.
lunedì 29 gennaio 2018
Castroreale, provincia di Messina, regione Sicilia. LA CHIESA DI S. MARIA DEGLI ANGELI, via Guglielmo Siracusa,
Castroreale,
provincia di Messina, regione Sicilia. LA CHIESA DI S. MARIA DEGLI ANGELI, via
Guglielmo Siracusa, è
stata edificata nel 1566 dal castrense Mons. Ottaviano Preconio, arcivescovo di
Palermo. Accanto alla chiesa fu costruito un monastero di suore di clausura che
osservavano la regola di Santa Chiara. Il monastero sorse nel cuore del
quartiere ebraico, probabilmente utilizzando edifici appartenuti alla comunità
ebraica, quali la sinagoga. Nel 1860 la chiesa fu restaurata ed abbellita con
stucchi. Sull’altare maggiore si trovava ancora oggi la tela con: la “Madonna
degli Angeli fra i SS. Francesco e Chiara” del sec. XVII. In seguito alle leggi
del 1866 la Chiesa e il Monastero furono incamerati dal Demanio e
successivamente, agli inizi del 1900, ceduti alle suore del Buon Pastore che
rimasero per pochi anni. Nel XX sec. l’edificio del Monastero fu adibito ad usi
scolastici, dopo aver subito trasformazioni quali la distruzione del chiostro e
del portale quattrocentesco. Negli anni ‘70 si pensò di istituire una
Pinacoteca castrense e si scelse come sede questa Chiesa, per la sua ubicazione
centrale e per il suo migliore stato di conservazione. Ma il terremoto del 1978
trasformò l’edificio in deposito per le molte opere provenienti dalle chiese
danneggiate o distrutte. Solo dopo l’apertura del Museo Civico nei locali
dell’ex Oratorio dei PP. Filippini, la chiesa S. Maria degli Angeli potè essere
adibita a Pinacoteca consentendo l’esposizione di numerose opere. In seguito
alla ristrutturazione di alcune chiese, molte di queste opere sono state
restituite al culto. Dal 20 agosto 2005 la chiesa è stata adibita a “Museo
Parrocchiale degli Arredi Sacri”.
domenica 28 gennaio 2018
Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. CHIESA SAN FILIPPO NERI, DETTA DEL PURGATORIO.
Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. CHIESA
SAN FILIPPO NERI, DETTA DEL PURGATORIO. (XVII secolo). La Chiesa fu edificata per
volontà del vescovo Francesco Maria Neri (1678 – 1684). Si evidenzia la
caratteristica del campanile che fa corpo con la bella e sobria facciata, tutta
fregi, volute, nicchie e pinnacoli, opera si suppone, di un architetto romano,
fatto venire a Venosa verso il 1680 dal Cardinale Giovanni Battista De Luca,
all’epoca uditore di Papa Innocenzo XI. Nell’interno si trovano belle colonne
tortili ed un San Filippo dipinto attribuito a Carlo Maratta (1625 – 1713).
sabato 27 gennaio 2018
Perugia capoluogo dell’omonima provincia della regione Umbria. La BASILICA DI SAN DOMENICO Piazza Giordano Bruno.
Perugia capoluogo dell’omonima
provincia della regione Umbria. La BASILICA DI SAN
DOMENICO Piazza Giordano Bruno. Fondata nel 1304 e ampiamente
ricostruita su disegno di Maderno nel XVII secolo, è la più grande struttura
religiosa di tutta l'Umbria. Autentico capolavoro della scultura del XIV
secolo, conservato nella basilica, è il monumento funebre a Benedetto XI. Di
notevole pregio è anche il coro ligneo della fine del XV secolo e la vetrata
absidale del 1411, la seconda in Italia per grandezza (m 22x8) dopo quella del
duomo di Milano. Sopra le volte e sotto le due falde del tetto sussistono le
singolari "soffitte di S. Domenico", ampi vani di risulta della ricostruzione
Seicentesca, ricche di suggestioni e reperti della originaria struttura gotica,
con accesso diretto al poderoso campanile (XVI sec) con vista panoramica estesa
dalla Romagna all'Abruzzo, dalle Marche alla Toscana.
Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA CATENA.
Acicatena, provincia
di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA
CATENA. È il maggior tempio di Aci
Catena, e si impone alla ammirazione perché possiede "tre cose"
veramente belle: una Madonna, una cupola, una campana. Il suo frontone esterno
reca la scritta "BEATAE MARIAE VIRGINI A CATENA ", che sintetizza la
storia del culto della Madonna nella nostra Città che di Essa porta il nome. L'interno della chiesa è a tre navate, a
croce latina; elegante è l'architettura dell'abside, del transetto, della
cupola e delle due cappelle laterali, del SS.mo Sacramento e della Madonna. L'abside
si orna di un artistico coro ligneo nelle cui pareti laterali si ammirano due
affreschi di discreta fattura raffiguranti Il Miracolo della liberazione dei
tre condannati palermitani e il terremoto del 1693. Sul tetto dell'abside si
ammira un bellissimo affresco raffigurante la gloria di Maria SS. Assunta in
cielo: questo particolare è assai significativo in quanto ci dice come il
popolo, unitamente al clero locale, abbia voluto definitivamente trasferire la
solennità della festa, che in un tempo remoto ricorreva nel mese di Maggio, al
15 Agosto di ogni anno, abbinandola così alla festa dell'Assunta. Il 15 agosto,
Festa estiva in onore della Madonna della Catena, Patrona della città. Il
simulacro della Madonna, arricchito da numerosi monili d'oro, donati nel corso
degli anni per grazie ricevute, sul fercolo viene condotto in processione dai
devoti, per le vie della città. I momenti più importanti della festa sono
l'arrivo dei pellegrini, provenienti da molti paesi etnei (principalmente
Misterbianco e Acitrezza) durante tutta la notte tra il 14 e il 15 agosto; in
mattinata l'emozionante svelata del Taumaturgo Simulacro della Santa Patrona
tra le lacrime e le acclamazioni dei devoti; tradizionale è la suggestiva
"Trasuta o chianu" (Ingresso in piazza di corsa) del fercolo con la
Madonna; tra lo sventolio dei fazzoletti, un colorato e nutrito spettacolo
pirotecnico, conclude la giornata di festa. Forte devozione e fede si
intrecciano al folklore siciliano.
Torino, capoluogo della regione Piemonte. Monumento al Conte Verde.
Torino,
capoluogo della regione Piemonte. Monumento al Conte Verde. Situato al centro di piazza
Palazzo di Città, davanti al Comune, il monumento rappresenta Amedeo VI di
Savoia, durante la guerra contro i Turchi, mentre trionfante ha la meglio su
due nemici riversi al suolo. La riproduzione dei costumi mostra grande
attenzione ai particolari secondo i canoni “troubadour” e neogotico, stili in
voga nell`Ottocento, ispirati al medioevo e al mondo cortese-cavalleresco. Figlio
di Aimone, detto il Pacifico e di Iolanda di Monferrato, Amedeo VI nacque a
Chambery il 4 gennaio del 1334. Giovane, scaltro ed intraprendente, Amedeo VI
in gioventù partecipò a numerosi tornei, nei quali era solito sfoggiare armi e
vessilli di colore verde, tanto che venne appunto soprannominato Il Conte
Verde: anche quando salì al trono, continuò a vestirsi con quel colore. Il
monumento a lui dedicato non venne però realizzato subito dopo la sua morte ma
bensì nel 1842, quando il Consiglio Comunale, in occasione delle nozze del
principe ereditario Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide arciduchessa
d`Austria, decise di erigere il monumento al “Conte Verde”. Il modello in gesso
della statua, ideata da Giuseppe Boglioni, rimase nel cortile del Palazzo di
Città finché re Carlo Alberto decise di donare la statua alla città. La realizzazione
del monumento, che doveva sostituire la statua del Bogliani, venne però
commissionata all’artista Pelagio Palagi. I lavori iniziarono nel 1844 e
terminarono nel 1847, ma la statua rimase nei locali della Fonderia Fratelli
Colla fino all’inaugurazione del 1853. La statua di Amedeo VI di Savoia
(1334-1383), detto il Conte Verde, fu
eseguita nel 1847 da Pelagio Palagi (1775-1860). Il monumento, che raffigura il
conte durante la vittoriosa battaglia contro i Turchi, fu solennemente
inaugurato nel 1853 in piazza Palazzo di Città.
venerdì 26 gennaio 2018
Vizzini, provincia di Catania, regione Sicilia. Municipio, Piazza Umberto I.
Vizzini, provincia di Catania,
regione Sicilia. Municipio, Piazza Umberto I. L’imponente
Palazzo di Città fu progettato dall’architetto Corrado Mazza nel 1800 in stile
neo classico a tre ordini: Stile, Corinzio il primo, Composto il secondo e
Attico il terzo. La parte centrale, affiancata da due colonne per lato,
presenta un fregio con quattro trofei e un orologio in alto. A suo tempo fu
sede della posta, della cancelleria, della Sala del Decurionato, del Giudicato
Circondariale e di un teatro, una vera bomboniera, che nel suo piccolo voleva
imitare il Bellini di Catania. Andò interamente distrutto, per allargare i
locali Comunali.
giovedì 25 gennaio 2018
Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE.
Agrigento capoluogo dell’omonima provincia della regione
Sicilia. IL TEMPIO DI ERCOLE. Il
più antico tra i templi agrigentini è il Tempio di Ercole. Risalente
presumibilmente al VI secolo a. C. di esso parla Cicerone descrivendolo come
molto vicino all’agorà (oggi il piazzale del posto di ristoro). Ercole era
molto venerato dagli akragantini tanto che questi erano soliti dedicargli anche
delle feste dette “Eraclee”. Al suo interno vi era una statua di bronzo
raffigurante Ercole, venerato come eroe nazionale, il cui mento era divenuto lucido
perché veniva baciato dai fedeli. Il tempio venne distrutto, come molti altri,
a causa di un terremoto e solo intorno al 1920 si è provveduto ad innalzare le
otto colonne che oggi si possono ammirare. Costruito verso il 510 a.C., il
Tempio di Eracle/Ercole, il cosiddetto Herakleion, sorge nelle vicinanze di
Villa Aurea. E’ uno dei più antichi templi dorici della Sicilia e sicuramente
il più antico dei templi agrigentini, anteriore perfino a quello di Giove
Polieo, che ornava l’Acropoli. Il Tempio di Eracle/Ercole è famosissimo nella
storia agrigentina, per I'imponenza delle sue proporzioni e per le ricchezze
che lo adornavano. Fra queste si ricordano la celebre Alcmena dipinta da Zeusi,
e la statua in bronzo di Eracle/Ercole, che invano Verre – al dire di Cicerone
– tentò di rapire, per fonderla e farne moneta, com'era suo costume. Della
struttura originaria si conservano otto colonne del lato sud-ovest, rialzate
nel 1924. Come quasi tutti i primitivi templi dorici, anche questo era
periptero-esastilo-hipetras, cioè a colonnati e scoperto, ma aveva quindici
colonne, anziché quattordici, sui lati lunghi. Le rovine della cella mostrano
chiaramente che la sua distruzione fu causata da un terremoto. Il Tempio
misurava in lunghezza metri 73,42 e in larghezza metri 27,56, con colonne alte
più di dieci metri. Si nota la presenza, tra il pronao e la cella, di torri
scalarie per l’accesso al tetto, caratteristica poi di tutti i templi edificati
ad Akràgas, e in Sicilia. In epoca romana, la parte occidentale della cella fu
tripartita, forse perché l’edificio fu destinato al culto di una Triade Divina.
mercoledì 24 gennaio 2018
Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. ISTITUTO DI S. GIUSEPPE DEGLI OBLATI.
Asti, capoluogo
dell’omonima provincia della regione Piemonte. ISTITUTO DI S. GIUSEPPE DEGLI
OBLATI. Il Santuario di San Giuseppe è stato eretto presso la Casa Madre
della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe in Asti, sul posto dell'antica
e ormai fatiscente chiesa-teatro di Sant'Agnese, risalente ancora al monastero
delle Clarisse, presenti in città fin dal 1600 circa. L'architetto è stato il sacerdote Mons.
Alessandro Thea, canonico della cattedrale di Acqui, che cominciò la
progettazione nel 1927. L'edificio in stile romanico, ha 40 colonne di cui 16
centrali e 24 esterne. La Torre Campanaria, unica, centrale sulla facciata, ha
12 campane. Il 19 marzo 1931 sulla
facciata del nuovo Santuario, ancora in fase di costruzione, fu collocata una
monumentale statua di San Giuseppe, alta 3,6 metri, opera dello scultore
gardenese Emilio Demetz. La Consacrazione e l'inaugurazione del Santuario
avvenne la domenica del 12 luglio 1931 da Mons. Luigi Spandre, Vescovo di Asti.
L'Imponente organo "Gandini" fu costruito nel 1905 ancora per la
vecchia chiesa e poi sistemato nel nuovo Santuario. Nel 1944, per il primo
centenario della nascita di San Giuseppe Marello, avvenne la consacrazione
dell'altare maggiore e del mosaico cosmatesco del pavimento, dedicato a San
Giuseppe. La splendida pala dell'altare
è opera del pittore Piero Dalle Ceste (1912 - 1974) e i quadri dei due corretti
laterali - 1989 - sono opera di Franco Verri. Le decorazioni della chiesa sono
invece di A. Laiolo. Nella cappella centrale di sinistra sono venerate le
spoglie del fondatore degli Oblati di San Giuseppe, il Santo Marello. Il grande
affresco di fondo è di Angelo Bogani. Il
Santuario è molto frequentato e accogli gruppi di pellegrini. Gli Oblati di San
Giuseppe (in latino Congregatio Oblatorum S. Ioseph, Astae Pompejae) sono un
istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa
congregazione clericale, detti popolarmente Giuseppini d'Asti, pospongono al
loro nome la sigla O.S.I. La congregazione fu fondata da San Giuseppe Marello
(1846-1895) sacerdote italiano della diocesi di Asti, successivamente vescovo
di Acqui. I primi quattro aspiranti vennero riuniti ad Asti il 14 marzo 1878 e
il 19 marzo 1879 presero l'abito religioso. Le prime regole, scritte nel 1892
vivente il fondatore, affermano che "i membri della congregazione fanno
vita comune e si devono soccorrere nei bisogni spirituali e temporali. Hanno
per scopo l'educazione cristiana della gioventù". Giacinto Arcangeli,
vescovo di Asti il 18 marzo 1901 autorizzò i membri del sodalizio a emettere i
voti religiosi.
martedì 23 gennaio 2018
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e Protasio.
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova
della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e
Protasio è situata nel cuore centro storico rapallese. Fu
edificata, in stile gotico-romanico, probabilmente in epoca medievale e una
targa al suo interno indica il 1118 come data della sua intitolazione, anche se
gli storici non sono concordi con questa datazione. Nel tempo fu
interessata da diversi rimaneggiamenti e modifiche, fino ai lavori di
ricostruzione tra il XVII e XVIII secolo che portarono alla cancellazione
del precedente aspetto architettonico gotico-romanico, facendole assumere
quello Settecentesco. Il campanile, alto e pendente, è del 1753 e nella seconda
metà dell'Ottocento vennero approntate ulteriori e sostanziali modifiche agli
interni e alla nuova facciata in stile neoclassico, dell'architetto Gio Batta
Olivieri. Nei primi anni del Novecento, grazie al nuovo arciprete monsignor
Cesare Boccoleri, ci fu la definitiva riedificazione della Basilica e la
costruzione della monumentale cupola, che terminò nel 1920. Anticamente
la parrocchia di Rapallo rivestiva grande importanza e la sua giurisdizione si
estendeva su un vasto territorio, dagli attuali comuni di Portofino fino a San
Pietro di Rovereto, sopra a Zoagli, e fino a Cicagna in val Fontana buona. Al
suo interno si tennero importanti riunioni popolari dove furono intraprese
decisioni della vita sociale, politica e religiosa della zona. Ancora oggi la
comunità parrocchiale rapallese è la più numerosa della diocesi di Chiavari con
circa 18.000 abitanti.
lunedì 22 gennaio 2018
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI.
Matera capoluogo di
provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI. La costruzione è stata edificata
su un antica chiesa ipogea dei SS. Pietro e Paolo. Questa chiesetta rupestre è
ancora oggi visitabile, vi si accede tramite una botola dalla terza cappella
sulla sinistra e vi è presente un affresco raffigurante la visita del
Papa Urbano II a Matera del 1093. Alcuni cronisti narrano che nel 1218
detta chiesa ospitò San Francesco d'Assisi in persona. La prima struttura della
chiesa risale però alla prima metà del Duecento, ma aveva disposizione
esattamente opposta a quella moderna, ed oggi possiamo ancora vederne la cella
campanaria con pareti affrescate. Un primo ampliamento lo si ebbe già nel
Quattrocento, ma bisogna attendere il Settecento perché la Chiesa ed il
convento raggiungano il loro massimo splendore, ed è a questo periodo che
risale la bella facciata in tardo barocco, luminosa ed armonica, opera degli
architetti Vito Valentino e Tommaso Pennetta. Durante la visita guidata si
potrà ammirare, al centro della facciata superiore, la statua dell'Immacolata,
ed ai due lati, San Francesco e Sant'Antonio. L'interno ha una sola navata con
piccole cappelle dedicate ad alcuni nobili materani benefattori. Custodisce un
pregevole polittico di nove dipinti a tempera su tavola di Lazzaro Bastiani, un
artista della scuola veneta del 1500.
domenica 21 gennaio 2018
Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria. LA FORTEZZA DELL'ALBORNOZ.
Orvieto, provincia di
Terni, regione Umbria. LA FORTEZZA DELL'ALBORNOZ. Nella parte sinistra di
Piazza Cahen sorge la Fortezza dell'Albornoz, fondata per ordine del Cardinale
Albornoz, sotto l'ordine di Papa Innocenzo VI e su istruzione del condottiero
ed ingegnere militare Ugolino di Montemarte. In epoca etrusca, nell'area in cui
sarebbe sorta la Rocca si ergeva un tempio detto, dagli archeologi, Augurale.
Nell'anno 1359 (1353) il Cardinale Egidio Albornoz, legato di Papa Innocenzo VI
e legato del Patrimonio, fece edificare la Rocca di S. Martino, presso S.
Lorenzo delle Donne o delle Vigne, ossia presso il Camposanto. Dopo la vittoria
militare e diplomatica del Cardinale, i suoi Capitani e i suoi Vicari non si
sentivano tranquilli senza strutture fortificate e fu decisa la costruzione di
una rocca addossata alla Porta Postierla o Soliana, detta poi Porta Rocca, sul
limite orientale della rupe. Di forma quadrilatera, con un palazzotto contiguo
alla porta e alle strutture di servizio lungo le mura, la rocca era protetta da
un fossato con due ponti levatoi.
sabato 20 gennaio 2018
Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale.
Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La
torre del Brandale. Si trova nell'area antistante la
parte più antica del porto di Savona, come le torri Corsi e Guarnieri, i resti
di una loggia privata e il Palazzo degli Anziani. Quest'ultimo risale al XIV
secolo, mentre le torri sono tutte riferibili al XII secolo. Sembra che fosse
la principale delle cinquanta torri della città sulla cima delle quali venivano
accesi fuochi, con la funzione di fari; il nome "Brandale" può
infatti derivare da "Brand", corrispondente a "luce, falò",
oppure dalla famiglia Aldobrandeschi. Nella torre, acquistata dal Comune nel
1305, è stata installata la prima campana per richiamare il popolo a
Parlamento, nel 1349. La torre è stata abbassata, nel XVI secolo, e rialzata
nel 1931. In quest'occasione, con una sottoscrizione popolare è stata
acquistata la nuova campana. La torre ha un basamento ad arcate aperte ed è
oggi alta quasi cinquanta metri. Sul primo cornicione si trovano i dodici stemmi
in ceramica delle signorie che si sono avvicendate al comando della citta dal
XII secolo. Dalla torre si accede al Palazzo degli Anziani, che costituisce,
proprio assieme alla torre, una sorta di museo lapidario con resti di affreschi
medievali, iscrizioni, rilievi marmorei, fregi che provengono da distrutti
edifici del centro storico e che risalgono a un periodo compreso tra il XIV e
il XIX secolo. Il nucleo iniziale delle collezioni è stato ordinato da Poggio
Poggi negli anni Trenta del Novecento. Completano la raccolta statuine
presepiali di pastori, mentre nell'atrio è custodita anche la parte superiore
della campana civica del 1669.
Perugia capoluogo dell’omonima provincia della regione Umbria. GALLERIA NAZIONALE DELL'UMBRIA, Corso Vannucci, 19.
Perugia capoluogo dell’omonima
provincia della regione Umbria. GALLERIA NAZIONALE DELL'UMBRIA, Corso Vannucci, 19. Le collezioni della Galleria
Nazionale dell’Umbria sono ospitate dal 1878 ai piani superiori di Palazzo dei
Priori, uno dei più interessanti esempi di edilizia civile gotica in Italia. La
raccolta museale è la più esaustiva e completa della regione, per la varietà e
la molteplicità delle testimonianze artistiche pertinenti ad un arco
cronologico compreso tra il XIII e il XIX secolo. Parte dei lavori qui
conservati costituivano il ricco patrimonio ad uso didattico dell’Accademia di
Perugia, fondata nel 1573. Ad esse si aggiunsero opere donate da privati e
quelle demanializzate dopo i provvedimenti di soppressione degli ordini e delle
corporazioni religiose, emanati prima dal governo napoleonico e in seguito
dallo Stato italiano. La consistenza numerica e il valore della raccolta
portarono nel 1863 all’istituzione di una Pinacoteca Civica, intitolata a
Pietro Vannucci. Nel 1918 fu ceduta allo Stato e assunse il nome di Regia
Galleria Vannucci, poi Galleria Nazionale dell’Umbria.L’ordinamento
museografico, presentato nella sua veste definitiva nel dicembre 2006, propone
le opere in sequenza cronologica. Le testimonianze dal XIII al XV secolo sono
esposte al terzo piano, quelle dal XVI al XIX secolo sono presentate al
secondo; il percorso è intervallato da sezioni monografiche dedicate ai tessuti
umbri, all’oreficeria, alle ceramiche, alla grafica antica, alla topografia.
Siena, capoluogo di provincia della regione Toscana. Loggia della Mercanzia, Via di Città, 3.
Siena,
capoluogo di provincia della regione Toscana. Loggia della Mercanzia, Via di Città, 3. La Loggia fu pensata ed edificata
nel Quattrocento e costruita in trentuno anni, dal 1417 al 1448. Il committente
fu naturalmente il Comune di Siena, i cui amministratori dell’epoca intendevano
realizzare “una Loggia maestosa dove i mercanti e gli altri rispettabili
cittadini potessero radunarsi a trattare de loro negozi”. Nel corso degli anni
vi hanno lavorato importanti artisti e maestri come Sano di Matteo, Pietro del
Minella, Antonio Federighi e anche Jacopo della Quercia. L’occhio
dell’osservatore anche non attento rimane sempre colpito dalle belle statue
sopra posizionate: sono esse le raffigurazioni dei Santi Vittorio, Ansano e
Savino, scolpite da Antonio Federighi, e dei Santi Pietro e Paolo, opera del
Vecchietta. All’interno della Loggia sono poi posti due pancali in marmo
eseguiti dal Federighi e da Urbano da Cortona, mentre le volte sono decorate da
un elegante complesso di stucchi e di affreschi di età cinquecentesca (opera di
Pastorino Pastorini e Lorenzo Rustici). Nel 1765, per volere granducale, la
Loggia divenne pertinenza dei gentiluomini senesi della Società degli Uniti al
Casino dei Nobili e il complesso fu innalzato di un piano. Libertà e
democrazia Ma essendo divenuta la sede dei nobili e dei gentiluomini senesi,
essa fu presa “di mira” negli anni turbolenti e rivoluzionari della seconda
metà del Settecento. Raccontano infatti le cronache che nel 1797 alcuni giovani
senesi entrarono di forza al Casino dei Nobili per vedere il Palio dal balcone:
“Noi lo facciamo in segno di democrazia”, dissero. Tutto questo avvenne quasi
due anni prima dell’arrivo dei francesi a Siena e in Toscana.
venerdì 19 gennaio 2018
Cagliari capoluogo della Regione Sardegna. Cattedrale di Santa Maria.
Cagliari capoluogo della Regione
Sardegna. Cattedrale di Santa Maria. Costruita nel XIII sec. in stile romanico-pisano, subì
nel corso dei secoli varie trasformazioni in stile gotico, barocco e
neoromanico. L'interno della chiesa, con pianta a croce latina, si presenta a
tre navate con transetto e cappelle laterali. Nel braccio destro, all'interno
della cappella aragonese, è custodita una preziosa reliquia: una spina che si
vuole appartenesse alla corona di Gesù, che giunse a Cagliari nel 1527 insieme
ad altre reliquie ed opere d'arte trafugate da varie chiese di Roma e dallo
stesso appartamento pontificio. Poco prima di giungere in porto, la nave si
imbatté in una tempesta, e chi era a conoscenza della presenza del prezioso
carico, spinto forse dalla convinzione che la tempesta fosse espressione della
collera divina per i furti sacrileghi, confessò il fatto ad alcuni religiosi
presenti sulla nave, che giunti a Cagliari informarono l'arcivescovo
dell'accaduto. Il papa Clemente VII, venuto a conoscenza dei fatti, decise
comunque di lasciare in dono alla Cattedrale di Cagliari alcune reliquie, tra
cui la Sacra Spina e un trittico fiammingo del XV secolo attribuito al pittore
Rogier Van der Weyden; entrambi vengono esposti durante la festa
dell'Assunzione.
giovedì 18 gennaio 2018
Messina, capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. CHIESA DI S. ANTONIO ABATE, Corso Cavour n° 137.
Messina, capoluogo dell’omonima
provincia della regione Sicilia. CHIESA DI S. ANTONIO ABATE, Corso Cavour n°
137. Sul Corso Cavour sorge la chiesa di S. Antonio Abate,
progettata dall'ing. Francesco Barbaro e costruita dai f.lli Cardillo tra il
1928 e il 1930. Prima del terremoto del 1908, sullo stesso posto, sorgeva la
chiesa dell’Annunziata dei Teatini, eretta nel ‘600 su progetto dell’architetto
modenese Guarino Guarini. Esternamente si presenta simile alla Basilica di
Superga; il suo ingresso è affiancato da quattro colonne , due per lato, che le
danno un' austerità tipica delle chiese Romane. Subito dopo
l’ingresso, sulla sinistra, in una cappelletta è custodito un Crocefisso in
cartapesta con croce in legno dell’800. L’interno, che ha
forma circolare articolata su otto colonne centrali sulle quali poggia una
grande cupola con lanternino, custodisce una statua della "Madonna con
Gesù giovanetto", attribuita alla scuola del Montorsoli; una statua
in marmo di "Maria Addolorata" ed un pregevolissimo fonte
battesimale. Le volte absidali furono affrescate dal De Pasquale, con le
raffigurazioni dello "Sposalizio della Vergine",
l’"Annunziata" e la "Natività.
mercoledì 17 gennaio 2018
Loreto provincia di Ancona, regione Marche. Basilica della Santa Casa.
Loreto provincia di
Ancona, regione Marche. Basilica della Santa Casa. Entrando nella Piazza della Madonna di Loreto rimarrete
estasiati da una delle piazze più belle, sicuramente, delle Marche. La Basilica
è stata realizzata dal 1468 alla metà del ‘700 e “il tempo impiegato per
l’erezione e i diversi artisti che vi hanno lavorato hanno privato l’edificio
di unità stilistica, compensata però dal pittoresco, imponente effetto
dell’insieme.” Gli artisti sono del calibro di Marino di Marco Cedrino,
Giuliano da Maiano, Baccio Pontelli, Giuliano da Sangallo, Francesco di Giorgio
Martini, Bramante, Andrea Sansovino, Antonio da Sangallo il Giovane. Per non
parlare degli affreschi all’interno: anche lì sarete rapiti nel guardare le
minuziose opere che hanno realizzato i pittori delle diverse epoche storiche,
tra i quali possiamo citare il Pomarancio o Maccari, per dirne alcuni. "La
Santa Casa di Loreto è il primo Santuario di portata internazionale dedicato
alla Vergine e vero cuore mariano della cristianità" (Giovanni Paolo lI).
Il Santuario di Loreto conserva infatti, secondo un'antica tradizione, oggi
comprovata dalle ricerche storiche e archeologiche, la casa nazaretana della
Madonna. La dimora terrena di Maria a Nazaret era costituita da due parti: da
una Grotta scavata nella roccia, tuttora venerata nella basilica
dell'Annunciazione a Nazaret, e da una camera in muratura antistante, composta
da tre pareti di pietre poste a chiusura della grotta. Secondo la tradizione,
nel 1291, quando i crociati furono espulsi definitivamente dalla Palestina, le
pareti in muratura della casa della Madonna furono trasportate "per
ministero angelico", prima in Illiria (a Tersatto, nell'odierna Croazia) e
poi nel territorio di Loreto (10 dicembre 1294). Oggi, in base a nuove
indicazioni documentali, ai risultati degli scavi archeologici a Nazaret e nel
sottosuolo della Santa Casa (1962-65) e a studi filologici e iconografici, si
va sempre più confermando l'ipotesi secondo cui le pietre della Santa Casa sono
state trasportate a Loreto su nave, per iniziativa della nobile famiglia
Angeli, che regnava sull'Epiro. Infatti, un documento del settembre 1294,
scoperto di recente, attesta che Niceforo Angeli, despota dell'Epiro, nel dare
la propria figlia Ithamar in sposa a Filippo di Taranto, quartogenito di Carlo
II d'Angiò, re di Napoli, trasmise a lui una serie di beni dotali, fra i quali
compaiono con spiccata evidenza: "le sante pietre portate via dalla Casa
della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio". Murate tra le pietre della
Santa Casa sono state trovate cinque croci di stoffa rossa di crociati o, più
probabilmente, di cavalieri di un ordine militare che nel medioevo difendevano
i luoghi santi e le reliquie. Vi sono stati trovati anche alcuni resti di un
uovo di struzzo, il quale subito richiama la Palestina e una simbologia
riferentesi al mistero dell'Incarnazione. La Santa Casa inoltre, per la sua
struttura e per il materiale in pietra non reperibile in zona, è un manufatto
estraneo alla cultura e agli usi edilizi marchigiani. D'altra parte i raffronti
tecnici della Santa Casa con la Grotta di Nazaret hanno messo in luce la
coesistenza e la contiguità delle due parti. A conferma della tradizione è di
grande importanza un recente studio sul modo in cui sono lavorate le pietre,
cioè secondo l'uso dei Nabatei, diffuso nella Galilea ai tempi di Gesù. Di
grande interesse risultano anche numerosi graffiti incisi sulle pietre della
Santa Casa, giudicati dagli esperti di chiara origine giudeo-cristiana e assai
simili a quelli riscontrati a Nazaret. La Santa Casa, nel suo nucleo originario
è costituita solo da tre pareti perché la parte orientale, ove sorge l'altare,
era aperta verso la Grotta. Le tre pareti originarie - senza fondamenta proprie
e poggianti su un'antica via - si innalzano da terra per tre metri appena. Il
materiale sovrastante, costituito da mattoni locali, è stato aggiunto in
seguito, compresa la volta (1536), per rendere l'ambiente più adatto al culto.
Il rivestimento marmoreo, che avvolge le pareti della Santa Casa, fu voluto da
Giulio II e fu realizzato su disegno del Bramante (1507 c). da rinomati artisti
del Rinascimento italiano. La statua della Vergine col Bambino, in legno di
cedro del Libano, sostituisce quella del sec. XIV, distrutta da un incendio nel
1921. Grandi artisti si sono succeduti lungo i secoli per abbellire il
Santuario la cui fama si è diffusa rapidamente in tutto il mondo divenendo meta
privilegiata di milioni di pellegrini. L'insigne reliquia della Santa Casa di
Maria è per il pellegrino occasione e invito per meditare gli alti messaggi
teologici e spirituali legati al mistero dell'Incarnazione e all'annuncio della
Salvezza.
martedì 16 gennaio 2018
Bologna, capoluogo della regione Emilia e Romagna. BASILICA SAN GIACOMO MAGGIORE ( Piazza Gioacchino Rossini)
Bologna, capoluogo della regione
Emilia e Romagna. BASILICA SAN GIACOMO MAGGIORE ( Piazza Gioacchino Rossini) è una basilica della città di
Bologna. Fu fondata nel 1267 come chiesa dell'ordine degli Agostiniani. Al suo
interno si trova la cappella Bentivoglio, splendida architettura di metà
Quattrocento, ricca di opere d'arte rinascimentale. Già dal 1247 la comunità di
eremiti del beato Giovanni Bono da Mantova, detti Giamboniti, si era stabilita
a ridosso delle mura di Bologna lungo il corso del Savena, dove fondarono il
loro monastero e la chiesa dedicata a San Giacomo. Gli eremiti di San Giacomo
di Savena vennero a far parte del nuovo grande organismo detto "Ordine
Eremitano di Sant'Agostino", voluto nel 1256 da papa Alessandro IV, il cui
primo generale fu Lanfranco Settala da Milano, giambonita proveniente dalla
comunità bolognese. La
facciata, é la parte più antica di San Giacomo, a due spioventi, con slanciate
proporzioni tardo-romaniche. Gli ornati in pietra d'Istria sulle finestre
ogivali, di gusto veneziano, furono eseguiti da maestri lombardi nel 1295[1].
Forse ai primi del Trecento furono aggiunte in facciata le quattro celle
sepolcrali archiacute, di poco successive a quelle sotto il portico, e il
protiro originale fu modificato riadattando i leoni stilofori che
originariamente erano rivolti verso l'esterno. Sulla destra, l'entrata
dell'antico convento, ora Conservatorio "G. B. Martini", e la tomba
cinquecentesca di Annibale Coltelli. L'interno della basilica, é arioso e
imponente nel suo assetto rinascimentale, con sovrastrutture barocche. Le
grandi volte a vela recano gli affreschi con i Santi Nicola da Tolentino,
Agostino e Giacomo Maggiore, eseguiti nel 1495 dalla bottega del Francia e del
Costa.
lunedì 15 gennaio 2018
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e Protasio.
Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova
della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e
Protasio è situata nel cuore centro storico rapallese. Fu
edificata, in stile gotico-romanico, probabilmente in epoca medievale e una
targa al suo interno indica il 1118 come data della sua intitolazione, anche se
gli storici non sono concordi con questa datazione. Nel tempo fu
interessata da diversi rimaneggiamenti e modifiche, fino ai lavori di
ricostruzione tra il XVII e XVIII secolo che portarono alla cancellazione
del precedente aspetto architettonico gotico-romanico, facendole assumere
quello Settecentesco. Il campanile, alto e pendente, è del 1753 e nella seconda
metà dell'Ottocento vennero approntate ulteriori e sostanziali modifiche agli
interni e alla nuova facciata in stile neoclassico, dell'architetto Gio Batta
Olivieri. Nei primi anni del Novecento, grazie al nuovo arciprete monsignor
Cesare Boccoleri, ci fu la definitiva riedificazione della Basilica e la
costruzione della monumentale cupola, che terminò nel 1920. Anticamente
la parrocchia di Rapallo rivestiva grande importanza e la sua giurisdizione si
estendeva su un vasto territorio, dagli attuali comuni di Portofino fino a San
Pietro di Rovereto, sopra a Zoagli, e fino a Cicagna in val Fontana buona. Al
suo interno si tennero importanti riunioni popolari dove furono intraprese
decisioni della vita sociale, politica e religiosa della zona. Ancora oggi la
comunità parrocchiale rapallese è la più numerosa della diocesi di Chiavari con
circa 18.000 abitanti.
domenica 14 gennaio 2018
Melfi è un comune italiano di 17 788 abitanti della provincia di Potenza, della regione Basilicata. Nella foto Largo Duomo.
Melfi è un comune italiano di 17 788 abitanti della
provincia di Potenza, della regione Basilicata. Nella foto Largo Duomo. Melfi
si colloca nell'estremo nord della Basilicata, alla base del Monte Vulture,
vulcano inattivo dall'era protostorica, al confine con la Puglia (provincia di Foggia)
e la Campania (provincia di Avellino), confine segnato dal fiume Ofanto.
Costituita da un centro storico di aspetto complessivamente medievale, la città
è diventata un importante centro industriale ed è sede di un gran numero di
imprese. Il polo industriale di San Nicola di Melfi, sorto nei primi anni
novanta, ospita la fabbrica automobilistica SATA, il più avanzato stabilimento
del gruppo FIAT in Italia, basato su sistemi innovativi d'automazione delle
fasi produttive e sull'organizzazione del lavoro che massimizza la
produttività. Sin dal 1866, sono stati fatti vari progetti per la creazione di
una provincia distaccata da quella di Potenza. La proposta del 1951 fu
approvata dai consigli comunali di 22 comuni, di cui 6 fuori regione, omogenei
per scambi commerciali e vie di comunicazione, oltre che morfologia, un
territorio esteso su 1.668 km², con una popolazione pari a 148 000
abitanti. Denominazione Abitanti: melfitani;
Santo Patrono: Sant'Alessandro. Etimologia (origine del nome): Si
ricollega all'antico nome Melpes, fiume della Lucania.
sabato 13 gennaio 2018
Paternò, provincia di Catania, della regione Sicilia. La chiesa di SAN GIACOMO
Paternò, provincia di Catania, della regione Sicilia. La
chiesa di SAN GIACOMO è una piccola chiesa di Paternò, situata sul versante
orientale del colle di Paternò, lungo la strada che conduce al santuario della
Madonna della Consolazione. La sua confraternita ebbe origine verso la metà del
Trecento, ma i suoi capitoli furono approvati soltanto l'8 settembre del 1555 e
confermati dal viceré Caracciolo il 10 novembre del 1783. La chiesa alla fine
del XVI secolo era già esistente. La sacrestia venne aggiunta dopo il 1601,
adattando allo scopo un piccolo granaio adiacente all'edificio sacro. Nel 1934
l'edificio subì parziali interventi di restauro. Rimase successivamente in
stato di abbandono fino a nuovi restauri negli anni novanta, conclusi con una
nuova inaugurazione (25 luglio del 2006).
Bagno Vignoni è una piccolissima frazione di San Quirico d’Orcia in provincia di Siena, regione Toscana. Chiesa di San Giovanni Battista, Via delle Sorgenti.
Bagno
Vignoni è una piccolissima frazione di San Quirico d’Orcia in provincia di
Siena, regione Toscana. Chiesa di San Giovanni Battista, Via delle Sorgenti. La chiesa di San Giovanni Battista
a Bagno Vignoni è un edificio sacro che si trova in località Bagno Vignoni nel
comune di San Quirico d'Orcia. Sorge proprio in fronte alla vasca termale del
centro abitato, una delle sua principali peculiarità. Antica chiesa pievana, si
presenta ad unica navata, con facciata molto semplice. Il profilo a capanna del
prospetto è intonacato, con portale e finestre in laterizio. L'interno è ad
un'unica navata, con presbiterio rialzato e altare di tipologia barocca. Il
presbiterio è inoltre separato dal resto dell'aula da un arcone a tutto sesto.
All'interno è conservato un dipinto di scuola senese del XVIII secolo
raffigurante Santa Caterina da Siena con Bagno Vignoni sullo sfondo. Sul
portico che si affaccia sulla vasca è situata la piccola cappella dedicata a
Santa Caterina da Siena innalzata nel 1660. Vi era collocato un affresco degli
inizi del Seicento raffigurante Cristo risorto, oggi staccato e conservato
nella chiesa di San Giovanni Battista. Ogni anno si celebra il 24 giugno la
festa di San Giovanni con processione intorno alla vasca e benedizione dei
campi. La chiesa è ad aula unica, con presbiterio rialzato e
segnato da un ampio arco a tutto sesto. La copertura, a doppia falda,
presenta un solaio in legno e laterizio. La struttura è in muratura portante
intonacata sia internamente che esternamente.
venerdì 12 gennaio 2018
Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. MONUMENTO AD UMBERTO 1°.
Asti, capoluogo
dell’omonima provincia della regione Piemonte. MONUMENTO AD UMBERTO 1°. Il
re era stato assassinato a Monza da poco più di un anno. Grande fu la
commozione generale, e Asti fu la prima città a erigere una statua equestre in
bronzo ad Umberto I. La piazza (intitolala al re nel 1903 e poi ai fratelli
Cairoli nel 1944, ma sempre nota a tutti come “piazza del cavallo”) venne
realizzata nel 1903 per volere di un comitato presieduto dal conte Leonetto
Ottolenghi, che di tasca sua offrì piazza e monumento. Al posto della stretta
via d'Azeglio (ora via Caracciolo) che da corso Alfieri andava al Duomo, sorse
la piazza semicircolare delineata dal muro con lesene e colonnine, al centro
della quale, su un basamento di marmo ornato dalle statue del Valore e della
Pietà e da fregi in bronzo, fu collocata la statua di Umberto I a cavallo,
modellata dallo scultore Odoardo Tabacchi e fusa in bronzo dall'astigiano
Corrado Betta. Quel 4 ottobre 1903 la stazione, via Cavour e corso Alfieri
erano piene di tricolori al passaggio del “landò” con il Duca d'Aosta in
rappresentanza di Vittorio Emanuele III, con il sindaco Bocca e il conte
Ottolenghi e delle altre carrozze con numerose autorità, da deputati e
senatori, al vescovo Arcangeli, all'ammiraglio Cagni, ai sindaci del
circondario. Grandioso ricevimento in municipio e poi alle 11 solenne
inaugurazione della piazza e del monumento presenti un centinaio di
associazioni coi vessilli, la musica del 72° Fanteria di Alessandria, le
fanfare dei Cavalleggeri e dei Militari in Congedo e la banda di Montemarzo.
giovedì 11 gennaio 2018
Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria. DUOMO.
Orvieto, provincia di
Terni, regione Umbria. DUOMO. La cattedrale di Santa Maria Assunta è il
principale luogo di culto cattolico di Orvieto, in provincia di Terni, chiesa
madre della diocesi di Orvieto-Todi e capolavoro dell'architettura gotica
dell'Italia Centrale. Nel gennaio del 1889 papa Leone XIII l'ha elevata alla
dignità di basilica minore. La costruzione della chiesa fu avviata nel 1290 per
volontà di papa Niccolò IV, allo scopo di dare degna collocazione al Corporale
del miracolo di Bolsena. Disegnato in stile romanico da un artista sconosciuto
(probabilmente Arnolfo di Cambio), in principio la direzione dei lavori fu
affidata a fra Bevignate da Perugia a cui succedette ben presto, prima della
fine del secolo, Giovanni di Uguccione, che introdusse le prime forme gotiche.
Ai primi anni del Trecento lo scultore e architetto senese Lorenzo Maitani
assunse il ruolo di capomastro dell'opera. Questi ampliò in forme gotiche
l'abside e il transetto e determinò, pur non terminandola, l'aspetto della
facciata che vediamo ancora oggi. Alla morte del Maitani, avvenuta nel 1330, i
lavori erano tutt'altro che conclusi. Il ruolo di capomastro venne assunto da
vari architetti-scultori che si succedettero nel corso degli anni, spesso per
brevi periodi. Nel 1350-1356 venne costruita la Cappella del Corporale. Nel
1408-1444 venne costruita la Cappella di San Brizio, affrescata però solo più
tardi (1447-1504). Anche i lavori della facciata si protrassero negli anni,
fino ad essere completati solo nella seconda metà del 1500 da Ippolito Scalza,
che costruì 3 delle 4 guglie della facciata. Il Duomo è da sempre intitolato
alla Madonna Assunta, ed è provvisto di cinque campane rinascimentali in
tonalità di Mi bemolle.
mercoledì 10 gennaio 2018
Cagliari capoluogo della Regione Sardegna. Cattedrale di Santa Maria.
Cagliari capoluogo della Regione
Sardegna. Cattedrale di Santa Maria. Costruita nel XIII sec. in stile romanico-pisano, subì
nel corso dei secoli varie trasformazioni in stile gotico, barocco e
neoromanico. L'interno della chiesa, con pianta a croce latina, si presenta a
tre navate con transetto e cappelle laterali. Nel braccio destro, all'interno
della cappella aragonese, è custodita una preziosa reliquia: una spina che si
vuole appartenesse alla corona di Gesù, che giunse a Cagliari nel 1527 insieme
ad altre reliquie ed opere d'arte trafugate da varie chiese di Roma e dallo
stesso appartamento pontificio. Poco prima di giungere in porto, la nave si
imbatté in una tempesta, e chi era a conoscenza della presenza del prezioso
carico, spinto forse dalla convinzione che la tempesta fosse espressione della
collera divina per i furti sacrileghi, confessò il fatto ad alcuni religiosi
presenti sulla nave, che giunti a Cagliari informarono l'arcivescovo
dell'accaduto. Il papa Clemente VII, venuto a conoscenza dei fatti, decise
comunque di lasciare in dono alla Cattedrale di Cagliari alcune reliquie, tra
cui la Sacra Spina e un trittico fiammingo del XV secolo attribuito al pittore
Rogier Van der Weyden; entrambi vengono esposti durante la festa
dell'Assunzione.
martedì 9 gennaio 2018
Acireale, provincia di Catania, regione Sicilia.
Acireale, provincia
di Catania, regione Sicilia. La BASILICA
DEI SANTI PIETRO E PAOLO fu costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha
un prospetto barocco, progettato da Vasta nel 1741. Il campanile è del XIX
secolo; un secondo campanile, pur se progettato non venne mai realizzato.
L'interno, a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto del 1818. Vi si
trovano alcune tele del Vasta, di Giacinto Platania ed una statua del Cristo
alla Colonna, di autore ignoto, molto venerata in città e tradizionalmente
portata in processione ogni 70 anni. Nel giugno del 1933 papa Pio XI l'ha elevata
alla dignità di basilica minore.
lunedì 8 gennaio 2018
Gravina, provincia di Catania regione Sicilia. CHIESA DI SAN PAOLO.
Gravina, provincia di Catania regione Sicilia. CHIESA DI SAN
PAOLO. Facciata piana
contenuta in larghezza ma caratterizzata da un accentuato verticalismo, cui
fanno da organico pendent i due contigui lati della fabbrica, che si
percepiscono come sua simmetrica dilatazione ed entro i quali si aprono
specularmente gli ingressi. Spazio costruito a sensibile sviluppo
longitudinale. Volumetria prismatica esagonale. Discosto dalla fabbrica e alla
sua destra si erge nell’antistante piazza il campanile. La pianta è a schema planimetrico ad aula unica in forma di
esagono irregolare e presbiterio rialzato. Le Coperture sono realizzate con un
parabolide iperbolico in cemento solo coibentato si gonfia in guisa di rombo
sullo spazio chiesastico, impennandosi verso l'alto nei due vertici attestati
sulla diagonale maggiore (più alto quello presbiteriale) ed inarcandosi verso
il basso nei due vertici restanti. Attraverso, due gradini di accesso al sagrato e quattro
di accesso ai portali d'ingresso laterali in lastre di pietra lavica, si accede
alla chiesa. I pavimenti e pavimentazioni sono realizzati con lastre di marmo:
grigio chiaro venato nell'aula, con due interposte fasce di marmo grigio scuro
a segnalazione della corsia centrale; grigio scuro venato nell'area
presbiteriale. Lastre di pietra lavica sul sagrato. L’impianto strutturale è
realizzato in cemento armato. Il campanile è realizzato con una struttura in
ferro a base triangolare, articolata in guisa di alto traliccio con copertura a
scudo esagonale immediatamente al di sopra della campana più alta.
domenica 7 gennaio 2018
Venosa, in provincia di Potenza, regione Basilicata. Il Castello ducale del Balzo(XV secolo).
Venosa, in provincia
di Potenza, regione Basilicata. Il Castello ducale del Balzo(XV secolo). Nel punto dove è posto il maniero,
vi era in precedenza l’antica Cattedrale dedicata a S. Felice, il Santo che,
secondo la tradizione, subì il martirio a Venosa all’epoca dell’Imperatore
Diocleziano. L’antica Cattedrale fu abbattuta per far posto alla fortificazione
quando, nel 1443, Venosa venne portata in dote da Maria Donata Orsini, figlia
di Gabriele Orsini principe di Taranto, a Pirro del Balzo, figlio di Francesco
duca di Andria. I lavori di costruzione del Castello, incominciati nella
seconda metà del XV secolo, proseguirono per alcuni decenni. L’aspetto
originario era ben lontano da quello odierno: si presentava, infatti, come una
fortificazione a pianta quadrata, difesa da una cinta muraria dello spessore di
3 metri, con torri cilindriche angolari, privo degli stessi bastioni che furono
completati nella metà del secolo successivo. Nato come postazione difensiva,
successivamente, con i Gesualdo divenne dimora del feudatario. Passato ai
Ludovisi come bene del feudo, esso venne completamente abbandonato, e la
violenza delle scosse sismiche che ripetutamente si abbatterono nel corso di
tutto il Seicento ne minarono la struttura e la funzionalità. Alla
ricostruzione dell’antico maniero, con l’aggiunta di parti più adatte ai tempi,
come l’elegante loggiato al piano nobile, provvidero i Caracciolo (successori
nel feudo ai Ludovisi) nell’intento di riaffermare il potere signorile sulla
città sempre più lontana dai vasti del glorioso passato. L’ingresso originario
non era quello attuale, esso si apriva sul lato nord - est, ed era munito di
ponte levatoio. Attualmente, all’inizio del ponte di accesso, vi sono due teste
di leone provenienti dalle rovine romane: elemento ornamentale tipico e
ricorrente in una città che nel passato ha fatto largo uso di materiale di
spoglio. All’interno del Castello, nel cortile si affaccia il loggiato a
pilastri ottagonali del secolo XVI.
Abbazia di San Lorenzo a Coltibuono in Chianti, Loc. Badia a Coltibuono, Gaiole In Chianti, provincia di Siena, regione Toscana.
Abbazia di
San Lorenzo a Coltibuono in Chianti, Loc. Badia a Coltibuono, Gaiole In Chianti,
provincia di Siena, regione Toscana. Siamo in Chianti nelle vicinanze di Montegrossi, dove nel 770 il
fiorentino Geremia de' Firidolfi costruì il nucleo primigenio di quello che fu
l'Abbazia di San Lorenzo a Coltibuono (oggi badia). La chiesa di Coltibuono,
dedicata a San Lorenzo, fu fondata, secondo la leggenda, da Geremia dei
Firidolfi. Esisteva già nel X secolo ed é sempre stata legata alla famiglia dei
Firidolfi, che nel 1049 vi istituì una comunità di canonici regolari sotto il suo
patronato. Coltibuono, trasformato in monastero, si arrricchì con un cospicuo
patrimonio immobiliare, come testimoniato da numerose carte del convento e dal
1095 fu inserito nella congregazione di Vallombrosa; nel 1160 Ugo Ricasoli fece
costruire il campanile della chiesa. Dopo il 1239, anno in cui l'abbazia fu
presa sotto la protezione di Firenze, iniziò un lungo periodo di decadenza. Nel
XV secolo la crisi di Coltibuono si accentuò e, secondo l'uso del tempo, il patrimonio
ecclesiastico fu amministrato da laici tramite un commenda. Alla fine del 1400
Lorenzo il Magnifico, nonostante le resistenze dei patroni Ricasoli, ottenne
per il figlio Giovanni, futuro papa Leone X, la commenda di San Lorenzo a
Coltibuono. Con la cacciata dei Medici e l'elezione di papa Alessandro VI, i
Ricasoli sperarono di recuperare il privilegio, ma nel 1502 l'abate di
Vallombrosa, appoggiato dalla repubblica fiorentina, riuscì ad espellerli
definitivamente riconoscendo all'antica casata solo uno "Jus
Honorificum". Successivamente l'Abbazia fu donata a San Giovanni Gualberto
passando sotto i possedimenti dell'Ordine Vallombrosiano. La chiesa ha
pianta a croce latina con abside semicircolare. Il campanile merlato fu
costruito nel 1160. La navata conserva la falsa volta settecentesca mentre le
volte a botte dei bracci del transetto sono originali. All'interno della
chiesa sono presenti diversi affreschi e stucchi di origine settecentesca
(barocca). Nel 1810 in seguito al deleterio editto emesso da Napoleone, il
convento venne chiuso e trasformato in fattoria!, mentre la badia fu declassata
a semplice chiesa parrocchiale.
sabato 6 gennaio 2018
Pisa. Capoluogo di provincia della regione Toscana. Il Battistero.
Pisa. Capoluogo di
provincia della regione Toscana. Il Battistero. I lavori per la realizzazione del Battistero, il più
grande in Italia, iniziarono nel 1152 sotto le direttive dell’architetto
Diotislavi, la struttura posizionata davanti la Cattedrale, fu interamente
rivisitata da Nicola Pisano con il figlio Giovanni intorno a metà del Duecento;
i due la modificarono in stile gotico e aggiunsero una loggia e una cupola
emisferica. Al centro del Battistero di trova il Fonte Battesimale di Guido
Bigarelli da Arogno, inizialmente illuminato da una luce proveniente da
un’apertura sul soffitto, oggi coperta dalla Cupola. Il Pulpito di Nicola
Pisano (1255-1260) racconta scene della Vita di Cristo sui 5 pannelli, mentre
le colonne rappresentano le Virtù. Possiamo chiaramente percepire uno stile
classicheggiante nell’opera, non a caso Nicola Pisano viene definito un
precursore del Rinascimento.
Palermo capoluogo di provincia e della regione Sicilia. Il Real Teatro Santa Cecilia.
Palermo capoluogo di provincia e della regione Sicilia. Il Real Teatro Santa Cecilia, più
comunemente noto come Teatro di Santa Cecilia, è un teatro di Palermo del XVII
secolo. Ubicato nell'omonima piazzetta nel centro storico cittadino, lo stabile
venne fondato nel 1692 dall'Unione dei musici, una corporazione che univa
musicisti ed uomini dello spettacolo, con il concorso della nobiltà e dello
stesso Viceré Uzeda, e inaugurato il 28 ottobre 1693. Per l'inaugurazione venne
rappresentata "L'Innocenza Penitente o la S. Rosalia" di Vincenzo
Giattini e musica di Ignazio Pulicò: fino ad allora le commedie e le tragedie
venivano rappresentate nella chiesa dello Spasimo e nella chiesa della Pinta.
Il teatro venne edificato
nel 1692-93 e venne ristrutturato nel 1853 secondo il gusto neoclassico. In
seguito l’edificazione dei nuovi teatri in città il S. Cecilia chiuse i
battenti nel 1888 per poi essere convertito a destinazione industriale nel
1906. Il teatro è oggi sede della
fondazione "The Brass Group", che ha sede a Palermo, in due siti
monumentali tra i più prestigiosi della città, il Santa Cecilia e il Complesso
Monumentale di S. Maria dello Spasimo. La fondazione persegue senza fini di
lucro, la diffusione dell'arte e della cultura musicale del ventesimo secolo.Tornato
a nuova luce dopo i lavori di restauro e rivalutazione, attualmente lo stabile
ospita concerti jazz e spettacoli organizzati e promossi dalla stessa
Fondazione.
venerdì 5 gennaio 2018
Castroreale, provincia di Messina, regione Sicilia. DUOMO DI SANTA MARIA ASSUNTA, piazza Duomo.
Castroreale, provincia di Messina, regione Sicilia. DUOMO DI SANTA MARIA ASSUNTA, piazza Duomo. è di originale impianto Quattrocentesco, pur se parte dell'aspetto attuale è legato alle ingenti opere di rimaneggiamento intraprese nel primo trentennio del Seicento. La facciata è chiusa fra un contrafforte e dal campanile. Subito salta all'occhio l'imponente portale barocco. Sulle sime spezzate sono adagiate due statue poste come sopra ad un triclinio, mentre al centro è un'elaborata nicchia di gusto plateresco. Il resto della facciata è spoglio e termina con un frontone composto da un'articolata serie di archi che comunicano un senso di grande movimento. Il massiccio campanile fu eretto nel 1518; probabilmente serviva da torre di avvistamento. Termina con una merlatura posta sopra una delicata cornice di arcatelle: è l'unica concessione al decoro. L'interno, a croce latina, si articola in tre navate scandite da belle colonne dai ricchi capitelli, e conserva notevoli opere d'arte, fra le quali si segnalano le sculture di Antonello Gagini, fra i massimi scultori del Cinquecento. Eretto nel primo trentennio del ‘600, dedicato all’Assunta è’ ornato da due portali marmorei d’impronta manieristica con sovrapposizioni di gusto barocco. L’interno scandito nel suo impianto basilicale a croce latina da sedici colonne monolitiche in pietra coronate da capitelli compositi, è uno scrigno prezioso e un ricco museo d’arte sacra: dal polittico della Natività di Giovan Filippo Criscuolo del 1550 a quello raffigurante la Madonna in trono tra i Santi di un ignoto artista messinese del Cinquecento noto come Maestro del Polittico di Castroreale, dalle sculture marmoree di Antonello Gagini, alle opere lignee come l’altare seicentesco in legno indorato della cappella del Sacramento e la Cantoria o Tribuna intagliata (1612) con l’antico organo a canne restaurato nell’anno 2010 dalla ditta friulana Zanin, che ha eseguito la ricostruzione rifacendosi alle originarie tecniche artigianali del Seicento. Sul pavimento del Duomo è ben visibile una meridiana a camera oscura, ideata nel 1854 da Prof. di lettere antiche e appassionato di astronomia Nicolò Perroni Basquez. E’ questa una delle sette meridiane costruite in Sicilia tra il 1801 e il 1896. A destra del Duomo si trova la cinquecentesca Torre Campanaria a sezione quadrata contenente un orologio funzionante.
giovedì 4 gennaio 2018
Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA CATENA.
Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. SANTUARIO CHIESA COLLEGIATA DI SANTA MARIA LA CATENA. È il maggior tempio di Aci Catena, e si impone alla ammirazione perché possiede "tre cose" veramente belle: una Madonna, una cupola, una campana. Il suo frontone esterno reca la scritta "BEATAE MARIAE VIRGINI A CATENA ", che sintetizza la storia del culto della Madonna nella nostra Città che di Essa porta il nome. L'interno della chiesa è a tre navate, a croce latina; elegante è l'architettura dell'abside, del transetto, della cupola e delle due cappelle laterali, del SS.mo Sacramento e della Madonna. L'abside si orna di un artistico coro ligneo nelle cui pareti laterali si ammirano due affreschi di discreta fattura raffiguranti Il Miracolo della liberazione dei tre condannati palermitani e il terremoto del 1693. Sul tetto dell'abside si ammira un bellissimo affresco raffigurante la gloria di Maria SS. Assunta in cielo: questo particolare è assai significativo in quanto ci dice come il popolo, unitamente al clero locale, abbia voluto definitivamente trasferire la solennità della festa, che in un tempo remoto ricorreva nel mese di Maggio, al 15 Agosto di ogni anno, abbinandola così alla festa dell'Assunta. Il 15 agosto, Festa estiva in onore della Madonna della Catena, Patrona della città. Il simulacro della Madonna, arricchito da numerosi monili d'oro, donati nel corso degli anni per grazie ricevute, sul fercolo viene condotto in processione dai devoti, per le vie della città. I momenti più importanti della festa sono l'arrivo dei pellegrini, provenienti da molti paesi etnei (principalmente Misterbianco e Acitrezza) durante tutta la notte tra il 14 e il 15 agosto; in mattinata l'emozionante svelata del Taumaturgo Simulacro della Santa Patrona tra le lacrime e le acclamazioni dei devoti; tradizionale è la suggestiva "Trasuta o chianu" (Ingresso in piazza di corsa) del fercolo con la Madonna; tra lo sventolio dei fazzoletti, un colorato e nutrito spettacolo pirotecnico, conclude la giornata di festa. Forte devozione e fede si intrecciano al folklore siciliano.
mercoledì 3 gennaio 2018
Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. IL MONUMENTO A VINCENZO BELLINI
Catania capoluogo di
provincia della regione Sicilia. IL MONUMENTO A VINCENZO BELLINI è situato al
centro della zona est di piazza Stesicoro a Catania. Il
monumento venne realizzato dallo scultore Giulio Monteverde, su
commissione del comune di Catania, ed inaugurato il 21 settembre del 1882. La sua ubicazione rimase in
sospeso fino alla fine in quanto non si riusciva a decidere dove sistemarlo. Un
gruppo di catanesi voleva porlo di fronte al teatro Massimo Bellini allora
in costruzione, altri al posto della fontana dell'Elefante in piazza Duomo. Soltanto alla fine prevalse la proposta di
innalzarlo in piazza Stesicoro. Il
monumento, completamente in marmo bianco, ha base quadrata ed è
alto quindici metri. Il basamento ha forma di parallelepipedo alta
circa tre metri. Su questa base poggiano sette gradini, ad indicare le note musicali, che
salgono a tronco di piramide. Alla
sommità della scala si innalza una colonna a forma quadrata sulla cima della
quale è posta una statua di Vincenzo Bellini seduto
su di una sedia. Ai quattro lati della colonna sono poste quattro statue
come allegoria delle
sue quattro opere più celebri: Norma, I puritani, La sonnambula e Il pirata. Una
cancellata bassa in ferro battuto fa da contorno al monumento.
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