martedì 31 ottobre 2017

Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. ISTITUTO DI S. GIUSEPPE DEGLI OBLATI.

Asti, capoluogo dell’omonima provincia della regione Piemonte. ISTITUTO DI S. GIUSEPPE DEGLI OBLATI. Il Santuario di San Giuseppe è stato eretto presso la Casa Madre della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe in Asti, sul posto dell'antica e ormai fatiscente chiesa-teatro di Sant'Agnese, risalente ancora al monastero delle Clarisse, presenti in città fin dal 1600 circa.  L'architetto è stato il sacerdote Mons. Alessandro Thea, canonico della cattedrale di Acqui, che cominciò la progettazione nel 1927. L'edificio in stile romanico, ha 40 colonne di cui 16 centrali e 24 esterne. La Torre Campanaria, unica, centrale sulla facciata, ha 12 campane.  Il 19 marzo 1931 sulla facciata del nuovo Santuario, ancora in fase di costruzione, fu collocata una monumentale statua di San Giuseppe, alta 3,6 metri, opera dello scultore gardenese Emilio Demetz. La Consacrazione e l'inaugurazione del Santuario avvenne la domenica del 12 luglio 1931 da Mons. Luigi Spandre, Vescovo di Asti. L'Imponente organo "Gandini" fu costruito nel 1905 ancora per la vecchia chiesa e poi sistemato nel nuovo Santuario. Nel 1944, per il primo centenario della nascita di San Giuseppe Marello, avvenne la consacrazione dell'altare maggiore e del mosaico cosmatesco del pavimento, dedicato a San Giuseppe.  La splendida pala dell'altare è opera del pittore Piero Dalle Ceste (1912 - 1974) e i quadri dei due corretti laterali - 1989 - sono opera di Franco Verri. Le decorazioni della chiesa sono invece di A. Laiolo. Nella cappella centrale di sinistra sono venerate le spoglie del fondatore degli Oblati di San Giuseppe, il Santo Marello. Il grande affresco di fondo è di Angelo Bogani.  Il Santuario è molto frequentato e accogli gruppi di pellegrini. Gli Oblati di San Giuseppe (in latino Congregatio Oblatorum S. Ioseph, Astae Pompejae) sono un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione clericale, detti popolarmente Giuseppini d'Asti, pospongono al loro nome la sigla O.S.I. La congregazione fu fondata da San Giuseppe Marello (1846-1895) sacerdote italiano della diocesi di Asti, successivamente vescovo di Acqui. I primi quattro aspiranti vennero riuniti ad Asti il 14 marzo 1878 e il 19 marzo 1879 presero l'abito religioso. Le prime regole, scritte nel 1892 vivente il fondatore, affermano che "i membri della congregazione fanno vita comune e si devono soccorrere nei bisogni spirituali e temporali. Hanno per scopo l'educazione cristiana della gioventù". Giacinto Arcangeli, vescovo di Asti il 18 marzo 1901 autorizzò i membri del sodalizio a emettere i voti religiosi. 

lunedì 30 ottobre 2017

Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI.

Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. SAN FRANCESCO D'ASSISI. La costruzione è stata edificata su un antica chiesa ipogea dei SS. Pietro e Paolo. Questa chiesetta rupestre è ancora oggi visitabile, vi si accede tramite una botola dalla terza cappella sulla  sinistra e vi è presente un affresco raffigurante la visita del Papa Urbano II a Matera del 1093. Alcuni cronisti narrano che nel 1218 detta chiesa ospitò San Francesco d'Assisi in persona. La prima struttura della chiesa risale però alla prima metà del Duecento, ma aveva disposizione esattamente opposta a quella moderna, ed oggi possiamo ancora vederne la cella campanaria con pareti affrescate. Un primo ampliamento lo si ebbe già nel Quattrocento, ma bisogna attendere il Settecento perché la Chiesa ed il convento raggiungano il loro massimo splendore, ed è a questo periodo che risale la bella facciata in tardo barocco, luminosa ed armonica, opera degli architetti Vito Valentino e Tommaso Pennetta. Durante la visita guidata si potrà ammirare, al centro della facciata superiore, la statua dell'Immacolata, ed ai due lati, San Francesco e Sant'Antonio. L'interno ha una sola navata con piccole cappelle dedicate ad alcuni nobili materani benefattori. Custodisce un pregevole polittico di nove dipinti a tempera su tavola di Lazzaro Bastiani, un artista della scuola veneta del 1500.

sabato 28 ottobre 2017

Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria. LA FORTEZZA DELL'ALBORNOZ.

Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria. LA FORTEZZA DELL'ALBORNOZ. Nella parte sinistra di Piazza Cahen sorge la Fortezza dell'Albornoz, fondata per ordine del Cardinale Albornoz, sotto l'ordine di Papa Innocenzo VI e su istruzione del condottiero ed ingegnere militare Ugolino di Montemarte. In epoca etrusca, nell'area in cui sarebbe sorta la Rocca si ergeva un tempio detto, dagli archeologi, Augurale. Nell'anno 1359 (1353) il Cardinale Egidio Albornoz, legato di Papa Innocenzo VI e legato del Patrimonio, fece edificare la Rocca di S. Martino, presso S. Lorenzo delle Donne o delle Vigne, ossia presso il Camposanto. Dopo la vittoria militare e diplomatica del Cardinale, i suoi Capitani e i suoi Vicari non si sentivano tranquilli senza strutture fortificate e fu decisa la costruzione di una rocca addossata alla Porta Postierla o Soliana, detta poi Porta Rocca, sul limite orientale della rupe. Di forma quadrilatera, con un palazzotto contiguo alla porta e alle strutture di servizio lungo le mura, la rocca era protetta da un fossato con due ponti levatoi.

venerdì 27 ottobre 2017

Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale.

Savona capoluogo della provincia omonima della Liguria. La torre del Brandale. Si trova nell'area antistante la parte più antica del porto di Savona, come le torri Corsi e Guarnieri, i resti di una loggia privata e il Palazzo degli Anziani. Quest'ultimo risale al XIV secolo, mentre le torri sono tutte riferibili al XII secolo. Sembra che fosse la principale delle cinquanta torri della città sulla cima delle quali venivano accesi fuochi, con la funzione di fari; il nome "Brandale" può infatti derivare da "Brand", corrispondente a "luce, falò", oppure dalla famiglia Aldobrandeschi. Nella torre, acquistata dal Comune nel 1305, è stata installata la prima campana per richiamare il popolo a Parlamento, nel 1349. La torre è stata abbassata, nel XVI secolo, e rialzata nel 1931. In quest'occasione, con una sottoscrizione popolare è stata acquistata la nuova campana. La torre ha un basamento ad arcate aperte ed è oggi alta quasi cinquanta metri. Sul primo cornicione si trovano i dodici stemmi in ceramica delle signorie che si sono avvicendate al comando della citta dal XII secolo. Dalla torre si accede al Palazzo degli Anziani, che costituisce, proprio assieme alla torre, una sorta di museo lapidario con resti di affreschi medievali, iscrizioni, rilievi marmorei, fregi che provengono da distrutti edifici del centro storico e che risalgono a un periodo compreso tra il XIV e il XIX secolo. Il nucleo iniziale delle collezioni è stato ordinato da Poggio Poggi negli anni Trenta del Novecento. Completano la raccolta statuine presepiali di pastori, mentre nell'atrio è custodita anche la parte superiore della campana civica del 1669.

giovedì 26 ottobre 2017

Cagliari capoluogo della Regione Sardegna. Cattedrale di Santa Maria.

Cagliari capoluogo della Regione Sardegna. Cattedrale di Santa Maria. Costruita nel XIII sec. in stile romanico-pisano, subì nel corso dei secoli varie trasformazioni in stile gotico, barocco e neoromanico. L'interno della chiesa, con pianta a croce latina, si presenta a tre navate con transetto e cappelle laterali. Nel braccio destro, all'interno della cappella aragonese, è custodita una preziosa reliquia: una spina che si vuole appartenesse alla corona di Gesù, che giunse a Cagliari nel 1527 insieme ad altre reliquie ed opere d'arte trafugate da varie chiese di Roma e dallo stesso appartamento pontificio. Poco prima di giungere in porto, la nave si imbatté in una tempesta, e chi era a conoscenza della presenza del prezioso carico, spinto forse dalla convinzione che la tempesta fosse espressione della collera divina per i furti sacrileghi, confessò il fatto ad alcuni religiosi presenti sulla nave, che giunti a Cagliari informarono l'arcivescovo dell'accaduto. Il papa Clemente VII, venuto a conoscenza dei fatti, decise comunque di lasciare in dono alla Cattedrale di Cagliari alcune reliquie, tra cui la Sacra Spina e un trittico fiammingo del XV secolo attribuito al pittore Rogier Van der Weyden; entrambi vengono esposti durante la festa dell'Assunzione.

mercoledì 25 ottobre 2017

Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e Protasio.

Rapallo è un comune della città metropolitana di Genova della regione Liguria. Basilica arci presbiteriale dei Santi Gervasio e Protasio è situata nel cuore  centro storico rapallese. Fu edificata, in stile gotico-romanico, probabilmente in epoca medievale e una targa al suo interno indica il 1118 come data della sua intitolazione, anche se gli storici non sono concordi con questa datazione. Nel tempo fu  interessata da diversi rimaneggiamenti e modifiche, fino ai lavori di ricostruzione tra il XVII e XVIII secolo che portarono alla cancellazione del precedente aspetto architettonico gotico-romanico, facendole assumere quello Settecentesco. Il campanile, alto e pendente, è del 1753 e nella seconda metà dell'Ottocento vennero approntate ulteriori e sostanziali modifiche agli interni e alla nuova facciata in stile neoclassico, dell'architetto Gio Batta Olivieri. Nei primi anni del Novecento, grazie al nuovo arciprete monsignor Cesare Boccoleri, ci fu la definitiva riedificazione della Basilica e la costruzione della monumentale cupola, che terminò nel 1920. Anticamente la parrocchia di Rapallo rivestiva grande importanza e la sua giurisdizione si estendeva su un vasto territorio, dagli attuali comuni di Portofino fino a San Pietro di Rovereto, sopra a Zoagli, e fino a Cicagna in val Fontana buona. Al suo interno si tennero importanti riunioni popolari dove furono intraprese decisioni della vita sociale, politica e religiosa della zona. Ancora oggi la comunità parrocchiale rapallese è la più numerosa della diocesi di Chiavari con circa 18.000 abitanti.