Milano Capoluogo della Lombardia. Arco della Pace. Milano, 23 marzo 2017,
Un monumento per festeggiare un matrimonio: inizia così la storia
dell’Arco della Pace, l’arco trionfale che si trova all’inizio di Corso
Sempione a Milano. Nel gennaio 1806, erano infatti convolati a nozze Eugenio di
Beauharnais, viceré d’Italia e figlio adottivo di Napoleone, e Augusta di
Baviera. Per accoglierli a Milano, venne innalzato un arco effimero su disegno
dell’architetto Luigi Cagnola: si trovava su quello che oggi è Corso Venezia ed
era stato costruito con tela, plastica e legname. L’opera ebbe un inaspettato
successo fra i visitatori stranieri e le autorità decisero così di erigere un
arco in marmo in un luogo della città più adatto a ospitare un’opera tanto
imponente. Il nuovo arco fu progettato dallo stesso architetto per festeggiare
la vittoria francese nella battaglia di Jena dell’ottobre 1806 contro
l’esercito prussiano. I numerosi bassorilievi avrebbero narrato di battaglie,
miti e allegorie di fiumi. I lavori stavano per essere completati quando il
regno d’Italia cadde nelle mani degli austriaci che, a partire dal 1926, ne
ripresero l’edificazione, cambiandone la dedica: nel 1838 l’Arco di Trionfo
venne inaugurato con una fastosa cerimonia alla presenza di Ferdinando I,
Imperatore d'Austria e re del Lombardo-Veneto, e fu dedicato alla pace fra le
nazioni europee raggiunta con il Congresso di Vienna del 1815. Gli asburgo non
si fecero mancare uno sberleffo: la posizione dei cavalli che trainano il carro
della pace venne modificata dagli austriaci. Per farsi beffa dei francesi, i
cavalli vennero ruotati di 180 gradi affinché il loro fondoschiena fosse
orientato verso la Francia. L'8 giugno 1859, quattro giorni dopo la vittoria di
Magenta, Napoleone III e Vittorio Emanuele II entrarono a Milano attraverso
l’arco: fu un ingresso trionfale in Milano, fra le acclamazioni della folla.
L’Arco della Pace divenne quindi il vero e proprio simbolo dell’indipendenza
della città di Milano, passata dalla dominazione asburgica al Piemonte. Vi si
legge ancora oggi: «Entrando coll’armi gloriose ,Napoleone III e Vittorio
Emanuele II liberatori,
Milano esultante cancellò da questi marmi, le impronte servili, e vi scrisse
l’indipendenza d’Italia, MDCCCLIX » e «Alle speranze del Regno Italico, auspice
Napoleone I, i Milanesi dedicarono l’anno MDCCCVII, e francati da servitù,
felicemente restituirono, MDCCCLIX ».
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