
Formato dall'unione di due chiese, fu eretto nel 1678 da Guarino
Guarini, che trasformò la preesistente chiesa di S. Andrea in vestibolo
del santuario, uno tra i luoghi principali della devozione torinese. A
destra della neoclassica facciata (1860), preceduta da pronao tetrastilo
si leva il poderoso campanile romanico del sec. XI, resto dell'antica
costruzione. Lo spazio interno si configura come una successione di
ambienti prospetticamente indirizzati verso il fastoso altare
juvarriano. Il primo ambiente è la cosiddetta aula di S. Andrea, a
pianta ovale con cappelle in spessore di muratura e volte a vela
unghiata, riccamente decorata, come detto il vestibolo al santuario;
nella ristrutturazione guariniana era concepita come spazio per il
popolo, anteposto all'ampliamento esagonale riservato alle funzioni. La
cappella della Madonna delle Grazie, sita sotto l'abside della primitiva
chiesa di S. Andrea, è completamente rivestita di marmi e con la volta
ornata di stucchi. L'interno a pianta esagona, è coperto da un alta
cupola e cinto da cappelle ellittiche, intercomunicanti che vi si
dispongono intorno radialmente. Sul ricco altare maggiore del santuario,
progettato dallo Juvarra (1714) è la venerata icona quattrocentesca
detta Vergine odigitria; nel coretto a sinistra, statue delle regine
Maria Teresa e Maria Adelaide genuflesse, di Vincenzo Vela (1861).
Annessa alla sagrestia è la galleria degli ex voto, dove alle pareti,
così come all'interno del santuario, sono appesi numerosissimi ex voto,
dai più antichi ai recenti: dipinti, di produzione colta o artigianale,
in materiali preziosi o poveri, fino all'esposizione di oggetti come le
marsine militari o le riproduzioni in miniatura di aerei e navi.