Napoli, capoluogo
della omonima provincia e della regione Campania. Via
San Gregorio Armeno. La pittoresca strada dei presepi a Napoli. La celebre strada
degli artigiani del presepe, famosa in tutto il mondo per le innumerevoli
botteghe artigiane dedicate all’arte presepiale. La via e le botteghe possono
essere visitate durante tutto l’anno ed il visitatore così ricondotto ogni volta alla
magica atmosfera natalizia. Per ogni famiglia napoletana, il Natale a Napoli é anche una visita “a San Gregorio Armeno”: una tappa
obbligatoria prima di intraprendere la costruzione o l’ampliamento del proprio
presepe. La parola viene dal latino praesepe o praesepium e che vuol dire
"mangiatoia". Nel '700 il presepio napoletano visse la sua stagione
d'oro. Uscì dalle chiese dove era stato oggetto di devozione religiosa, per
entrare nelle case dell'aristocrazia e divenire oggetto di un culto ben più
frivolo e mondano. Il presepe assume una sua configurazione ben precisa: le
figure sono realizzate con manichini in filo metallico ricoperto di stoppa, le
teste e gli arti sono in legno dipinto, che poi sarà gradualmente sostituito
dalla terracotta policroma. Il re Carlo III aveva una vera passione da
partecipare personalmente e coinvolgere famiglia e corte nella realizzazione e
vestizione di pastori e nel montaggio dell'enorme presepe del palazzo reale.
Salito al trono di Spagna, portò un grandissimo presepe e artigiani e diede
così inizio anche in Spagna ad una tradizione d'arte presepiale. Il presepe ha
origine dalle antiche rappresentazioni sacre del periodo delle feste natalizie,
dalla quali san Francesco avrebbe tratto l'idea del presepe, realizzandolo per
la prima volta in un bosco presso Greccio, nel Natale del 1223. La tradizione
si estende nei secoli successivi con presepi monumentali in marmo o in legno,
realizzati e conservati in chiese dell'Italia centro meridionale dove resterà
forte la passione fino a trasformarla in arte pregiata. La struttura del
presepe classico presenta la grotta in primo piano affiancata da pastori in
adorazione ed Angeli, quindi il sacro monte con altri pastori accompagnati da
greggi ed Angeli in volo che annunciano la buona novella, ed in lontananza il
corteo dei Re Magi. Anche il presepe della cattedrale di Matera e quello del
duomo di Altamura hanno la stessa disposizione, confermando che quella era la
tipologia di struttura diffusa anche nella provincia. Durante tutto il secolo
convissero due tipi di pastori: quello in legno e quello in terracotta, che
diventarono di dimensioni più piccole, rispetto a quelli quattrocenteschi,
verso la fine del secolo. Solamente alla fine del '200 apparvero
rappresentazioni artistiche della Natività. La più antica è l'Oratorium
praesepis di Arnolfo di Cambio, conservato a Roma nella basilica di Santa Maria
Maggiore. Il documento che parla per primo del presepe lo colloca nella Chiesa
di S. Maria del presepe nel 1025. Ad Amalfi, come citano varie fonti, già nel
1324 esisteva una "cappella del presepe di casa d'Alagni". Nel 1340
la regina Sancia d'Aragona (moglie di Roberto d'Angiò) regalò alle Clarisse un
presepe per la loro nuova chiesa e la statua della Madonna è esposta nel museo
di San Martino. Altri esempi risalgono al 1478, con un presepe di Pietro e
Giovanni Alemanno di cui ci sono giunte a noi dodici statue per la chiesa di
San Giovanni a Carbonara esposto al Museo di San Martino di Napoli e il presepe
di marmo del 1475 di Antonio Rossellino, visibile a Sant'Anna dei Lombardi. Il
passaggio più importante avviene nel Cinquecento quando compaiono per la prima
volta dei cambiamenti nei personaggi quali i cani, le pecore, le capre, oltre
all'asino e al bue da sempre presenti nella grotta ed anche nel paesaggio. Per
tutto il secolo, il presepe mantiene una stessa struttura: in basso la grotta
con angeli e pastori, più in su le montagne con le greggi, e lontano il corteo
dei magi. Nel corso del Cinquecento compaiono i primi mutamenti. In un
documento notarile del 1532 vi è la descrizione di un presepe, con pastori in
terracotta dipinta, realizzato per il nobile Matteo Mastrogiudice da Sorrento.
Troviamo i primi accenni di scenografia con qualche paesaggio e, oltre al bue
ed all'asinello, sempre affiancati alla Sacra Famiglia, ci sono anche altri
animali quale il cane, la capra e le pecore, due pastori, tre angeli.
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