Torino, capoluogo di provincia del Piemonte. VINCENZO GIOBERTI (1801 – 1852), nato a Torino, sacerdote, uomo politico, filosofo, fu tra le principali figure del Risorgimento e ricoprì per primo la carica di Presidente della Camera dei deputati del Regno di Sardegna. Ricevuta la prima istruzione dai padri dell'Oratorio di San Filippo Neri con la prospettiva del sacerdozio, fu ordinato nel 1825. All'inizio condusse una vita ritirata, ma gradualmente acquisì sempre più interesse negli affari del suo paese e nelle nuove idee politiche come anche nella pubblicistica sui temi di attualità. Parzialmente influenzato da Mazzini, lo scopo principale della sua vita divenne l'unificazione dell'Italia sotto un unico regime: la sua emancipazione, non solo dai signori stranieri, ma anche da concetti reputati alieni al suo genio e sprezzanti del primato morale e civile degli italiani. Questo primato era associato nella sua mente alla supremazia papale, anche se inteso in un modo più letterario che politico.
martedì 28 febbraio 2017
Torino, capoluogo di provincia del Piemonte.
lunedì 27 febbraio 2017
Palermo. Piazza Politeama.
Piazza Castelnuovo ( Piazza Politeama e Ruggero Settimo) è una delle piazze principali di Palermo. Prende il nome dalla statua che raffigura Carlo Cottone, principe di Castelnuovo, scolpita da Domenico Costantino su un basamento progettato dall'architetto Giovan Battista Palazzotto (1868). Insieme all'adiacente piazza Ruggero Settimo forma un unico ampio spazio, comunemente chiamato "Piazza Politeama", dall'omonimo teatro che domina la piazza. La piazza si trova alla fine di Via Libertà ed all'inizio di via Ruggero Settimo, lungo l'asse principale della città. Da quando lo sviluppo della città si è concentrato nell'area a Nord questa piazza è diventata il centro nevralgico cittadino, luogo di incontro e vetrina della città, grazie alla sua grande estensione. Nel 2001 la piazza è stata ristrutturata e modificata, con ampie superfici che sono diventate pedonali grazie a 9 000 metri quadrati di pavimento rialzato in pietra di Billiemi, con 2 000 piccoli punti luce incastonati nella pavimentazione. All'interno della piazza si trova un Palchetto della Musica, mentre nella contigua piazza R. Settimo si trova una statua di Carlo Cottone eretta nel 1873 su progetto di Giovan Battista Palazzotto e scolpita da Domenico Costantino. Nel maggio 2015 stanno iniziando i lavori per la realizzazione delle fermate del passante ferroviario che interessano la piazza.
domenica 26 febbraio 2017
Acireale provincia di Catania, regione Sicilia. Il CARNEVALE DI ACIREALE.
Acireale provincia di
Catania, regione Sicilia. Il CARNEVALE
DI ACIREALE è una grande festa di piazza che, per undici giorni, coinvolge
la Città in un generale sforzo creativo ed organizzativo. I carri
allegorico-grotteschi in cartapesta (gigantesche opere d’arte in movimento) e i
carri infiorati (realizzati con fiori freschi) sono le attrazioni di una
manifestazione che ogni anno richiama milioni di visitatori. Il Carnevale di
Acireale è stato scelto dal grande regista Michelangelo Antonioni per girare
una sezione del video che ha rappresentato l’Italia all’Expo di Siviglia del
1992. Dalle emozioni profane a quelle sacre: La Processione di San Sebastiano,
patrono, con Santa Venera, della Città. Il 20 gennaio il fercolo argenteo del santo
guerriero viene trascinato da devoti scalzi per un percorso lungo e
spettacolare, sostenuto ed accompagnato da un grande fervore popolare. Infine
l’opera dei pupi acese, un’arte inaugurata da grandi pupari, come Mariano Nasca
Pennisi ed il figlio adottivo Emanuele Macrì. Una via di mezzo tra l’antico
cuntu (cantastorie) e la moderna soap opera: il puparo ed i suoi burattini
raccontano, riveduta e corretta, la storia a puntate dei Paladini di Francia.
Dalla fine dell’800 all’avvento della TV, era l’unico svago concesso alla
classe popolare acese. Oggi l’opera dei pupi viene rappresentata, su
prenotazione, da diverse compagnie, nel rispetto della tradizione di Nasca e
Macrì.
Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia.
Messina capoluogo
dell’omonima provincia della regione Sicilia. FONTANA DI ORIONE. Sita in
Piazza Duomo è opera di Giovanni Angelo Montorsoli (1553). La fontana di Orione
è una fontana monumentale di Messina realizzata da Frà Giovanni Angelo
Montorsoli (1507-1563) discepolo di Michelangelo, risalente al 1553 ed eseguita
in collaborazione con Domenico Vanello, è collocata in piazza Duomo. “La più
bella fontana del Cinquecento europeo”, è stata definita dallo storico d'arte
Bernard Berenson, ed infatti è una opera di una bellezza non comune, di grande
significato e di forte impatto emozionale. Fu voluta dal Senato messinese nel
1547 a scopo celebrativo, con l'idea di fissare nella memoria la realizzazione
del primo acquedotto cittadino che sfruttava convogliando le acque dei torrenti
Camaro e Bordonaro, iniziato nel 1530 ed ultimato nel 1547 su progetto
dell'architetto taorminese Francesco La Cameola.
sabato 25 febbraio 2017
Aci Bonaccorsi, provincia di Catania, regione Sicilia.
Aci Bonaccorsi, provincia di Catania,
regione Sicilia. La
costruzione della CHIESA MADRE,
Parrocchia S. Maria Dell'Indirizzo. La
Chiesa Madre, che risale al 1500, è dedicata alla Madonna dell'Indirizzo
(o Santa Maria dell'Itria). L'esterno della chiesa è preceduto da una
scalinata, pregevole il portale in pietra lavica nella facciata laterale con
rilievi ornamentali. Nel campanile è alloggiata la campana grande (il
campanone) costruita nel 1817. L’interno della Matrice è a tre navate,
impreziosite da eleganti decorazioni. Al suo interno possiamo ammirare opere di
elevato pregio artistico, quali la seicentesca tela della “Lapidazione di Santo
Stefano”, il Patrono della Comunità, attribuito alla scuola di Giacinto
Platania (sec. XVII), la cinquecentesca Statua di Santo Stefano
Protomartire, un bellissimo organo a canne. Merita una speciale menzione
ancora un quadro, forse fra i cimeli più interessanti del Paese, esposto nella
Sagrestia, raffigurante una pregevole "Annunciazione", dipinta nel 1793
dal pittore Vincenzo Sciuto, del vicino Aci S. Antonio, il cui recente
restauro, infatti, ha portato alla luce una scritta (contenuta nel cartiglio ma
cancellata ad arte, a suo tempo) che testimonia l'appartenenza ad Aci
Bonaccorsi, e quindi un'estensione più ampia del suo territorio, di un'altra
chiesa, dedicata proprio all'Annunziata, sempre ubicata sul ciglio del
torrente, al vecchio confine con il Comune di Viagrande, oggetto di grandi
dispute tra i due Comuni sul finire del XVIII secolo. Tra le varie statue conservate
nella Matrice la più antica e venerata è quella del Protomartire. Negli ultimi
anni del sec. XVI, in
zona "strategicamente" centrale ai sub-quartieri, dava al Paese
l'assetto definitivo e l'aspetto conservato pressappoco fino a oggi. Il nome di
"quartiere" riscontrato nei "riveli" si deve alla struttura
particolare della città di Jaci di cui "Bonaccorsi" era una delle
tante componenti. Il nome "Bonaccursu" dato al Paese, malgrado la
maggiore diffusione del cognome "Vattiatu" (da cui
"Battiati", denominazione di uno dei più antichi sub-quartieri, come
abbiamo scritto, che risponderebbe al significato di "battezzati"),
si deve all'importanza e conseguente notorietà "fuori paese" assunta
da alcune persone socialmente di spicco, di cognome "Bonaccorso".
Come l'autonomia parrocchiale si fa risalire all'epoca della costruzione (1589)
della Matrice (in precedenza la Parrocchia dipendeva dal Santuario di
Valverde), così si ha pure una data per l'autonomia comunale. È bene, però,
ricordare che entrambe le date vanno intese come "verità"
approssimative. È del 1652, infatti, un documento che rende nota l'esecutorietà
di un altro documento emanato dalla corte spagnola, l'anno precedente, a favore
di un Giorgio Esquerra De Roxas, inteso a nominarlo "Marchese di Bonaccorsi".
Alla morte di costui, che era stato secondo marito di Donna Francesca Grimaldi,
vedova di Don Nicolò Diana, barone di Cefalà (Cefalà Diana, Palermo) e di Jaci,
subentrava il figlio del primo marito di Donna Francesca, Guglielmo Diana. Nel
1672, succedendo come nuovi signori di Jaci i Campofiorito ai Diana, il
"Marchesato di Bonaccorsi" rimase quale titolo onorifico alla
famiglia Diana, anche se la "Terra dei Bonaccorsi" continuò ad essere
una delle componenti dello "Stato" feudale di Jaci.
Matera capoluogo di provincia della regione Basilicata. FONTANA FERDINANDEA. Piazza Vittorio Veneto.
Matera capoluogo di
provincia della regione Basilicata. FONTANA FERDINANDEA.
La Fontana Ferdinandea è stata eretta nel 1832 sulle basi di un’altra
fontana, fatta costruire dall’Arcivescovo Sigismondo Saraceno nel 1577. Fontana
“Ferdinandea” in quanto Ferdinando II, appartenente alla dinastia dei Borboni,
era a capo del Regno delle Due Sicilie nel periodo storico in cui la stessa
fu costruita. Il sovraffollamento demografico verificatosi tra il XVI ed
il XIX secolo diede vita a numerosi effetti a catena che portarono, tra le
altre cose, a rompere il delicato equilibrio costituito dall’efficacissimo
sistema di approvvigionamento idrico di Matera; i materani prelevavano l’acqua
dalle infinite cisterne sparse nelle case dei Sassi oppure nelle cisterne più
grandi, tra tutti il Palombaro Lungo, che la fornivano a complessi abitativi
più estesi. L’aumento demografico costrinse la popolazione ad allargare le
proprie abitazioni e ad usare le cisterne per vivere. La diminuzione di risorse
idriche rese sempre più carente l’igiene tra gli abitanti; questo aspetto,
unito all’estrema povertà che caratterizzava la stragrande maggioranza dei
materani, rese alto il rischio di epidemie, di cui ricordiamo soprattutto
quella di peste che sterminò buona parte della popolazione intorno al XVI
ed il XVII secolo. La
fontana ha attraversato una storia travagliata. Il 19 marzo 1949 la costruzione
fu divisa in pezzi, conservati nel vicinissimo palazzo del Comune (all’epoca
dei fatti il vecchio convento di Santa Lucia, in piazza Vittorio Veneto). Per
ordine del Commissario Prefettizio Curione, nel 1958 per opera dell’esperto
Eustachio Guanti, colui che la divise qualche anno prima, la fontana fu
collocata nella parte superiore della villa comunale, in via XX Settembre. Il
definitivo riposizionamento nella sua allocazione originaria è datata 7 aprile
2009, con conseguente inaugurazione l’11 aprile (ritardo dovuto al tragico
terremoto in Abruzzo che costrinse il Presidente della Camera dei Deputati,
Gianfranco Fini, a rimandare la sua visita a Matera), per ordine del sindaco
della città, l’onorevole Emilio Nicola Buccico. Presso la villa comunale la
fontana è stata sostituita dall’opera in tufo dell’artista Pietro Gurrado dal
nome “La nostra grande madre”. Nella parte alta della fontana è presente lo stemma della città, con
sopra la corona reale ed una croce.
venerdì 24 febbraio 2017
Comiso, provincia di Ragusa, regione Sicilia. Basilica Maria SS. Annunziata.
Comiso, provincia di
Ragusa, regione Sicilia. Basilica Maria
SS. Annunziata. La chiesa fu ricostruita e ampliata sulla preesistente
chiesa di origine bizantina di San Nicola e ultimata nel 1591. A causa del
terremoto del 1693 il tempio subì danni, ma fu ricostruito in stile neoclassico
tra il 1772 e il 1793 su progetto dell'architetto G. B. Cascione Vaccarini,
nipote del palermitano G. B. Vaccarini. La cupola, progettata dall'architetto
comisano S. Girlando, fu ultimata nel 1885. Posta in cima a una scenografica
scalinata, la Chiesa possiede una pianta a croce latina ed è divisa in tre
navate, con volta a botte sostenuta da 10 grandi archi a tutto sesto. L'interno
è arricchito di opere di notevole importanza, tra cui una statua lignea
policroma di S. Nicola che recenti studi hanno datato alla seconda metà del XVI
secolo, due tele di S. Fiume raffiguranti La Risurrezione e La Natività, un
crocifisso ligneo attribuito a frate Umile da Petralia del XVII sec; una
pregevole tela dell'Assunzione di Maria, firmata "Narcisus
Guidonius", un monumentale fonte battesimale in marmo e bronzo opera di
Mario Rutelli, realizzato nel 1912 e inaugurato il 15 agosto 1913.
Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia.
giovedì 23 febbraio 2017
Catania capoluogo di
provincia della regione Sicilia. IL MONUMENTO A VINCENZO BELLINI è situato al
centro della zona est di piazza Stesicoro a Catania. Il
monumento venne realizzato dallo scultore Giulio Monteverde, su
commissione del comune di Catania, ed inaugurato il 21 settembre del 1882. La sua ubicazione rimase in
sospeso fino alla fine in quanto non si riusciva a decidere dove sistemarlo. Un
gruppo di catanesi voleva porlo di fronte al teatro Massimo Bellini allora
in costruzione, altri al posto della fontana dell'Elefante in piazza Duomo. Soltanto alla fine prevalse la proposta di
innalzarlo in piazza Stesicoro. Il
monumento, completamente in marmo bianco, ha base quadrata ed è
alto quindici metri. Il basamento ha forma di parallelepipedo alta
circa tre metri. Su questa base poggiano sette gradini, ad indicare le note musicali, che
salgono a tronco di piramide. Alla
sommità della scala si innalza una colonna a forma quadrata sulla cima della
quale è posta una statua di Vincenzo Bellini seduto
su di una sedia. Ai quattro lati della colonna sono poste quattro statue
come allegoria delle
sue quattro opere più celebri: Norma, I puritani, La sonnambula e Il pirata. Una
cancellata bassa in ferro battuto fa da contorno al monumento.
Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. IL MONUMENTO A VINCENZO BELLINI
Catania capoluogo di
provincia della regione Sicilia. IL MONUMENTO A VINCENZO BELLINI è situato al
centro della zona est di piazza Stesicoro a Catania. Il
monumento venne realizzato dallo scultore Giulio Monteverde, su
commissione del comune di Catania, ed inaugurato il 21 settembre del 1882. La sua ubicazione rimase in
sospeso fino alla fine in quanto non si riusciva a decidere dove sistemarlo. Un
gruppo di catanesi voleva porlo di fronte al teatro Massimo Bellini allora
in costruzione, altri al posto della fontana dell'Elefante in piazza Duomo. Soltanto alla fine prevalse la proposta di
innalzarlo in piazza Stesicoro. Il
monumento, completamente in marmo bianco, ha base quadrata ed è
alto quindici metri. Il basamento ha forma di parallelepipedo alta
circa tre metri. Su questa base poggiano sette gradini, ad indicare le note musicali, che
salgono a tronco di piramide. Alla
sommità della scala si innalza una colonna a forma quadrata sulla cima della
quale è posta una statua di Vincenzo Bellini seduto
su di una sedia. Ai quattro lati della colonna sono poste quattro statue
come allegoria delle
sue quattro opere più celebri: Norma, I puritani, La sonnambula e Il pirata. Una
cancellata bassa in ferro battuto fa da contorno al monumento.
Agira, provincia di Enna, regione Sicilia.
Agira, provincia di
Enna, regione Sicilia. Chiesa Reale Abbazia di San Filippo d'Agira (Santa
Maria Latina) , all'interno custodisce un "Crocifisso ligneo" opera
di Giovan Francesco Pitorno meglio noto come Frate Umile da Petralia. Sorto sul
tempio di Gerione, il monastero fu fondato, secondo la tradizione, dal patrono
San Filippo. Fino al X secolo rivestì un ruolo importante in Sicilia, perché
era un luogo di formazione religiosa, in seno al monachesimo basiliano, dei
monaci cosiddetti santi e, per questo, meta Chiesa abbazia di San Filippodi
numerosi ecclesiastici. Ruggero I, nel XII secolo, lo fece ricostruire e lo
affidò ai monaci benedettini. Già nel 1126, come testimonia un documento di
quella data, era stato collegato all'abbazia di S. Maria Latina, la più antica
fondazione di rito orientale a Gerusalemme. Durante il XV secolo, in seguito
all'inaridimento delle campagne del Saladino, gli abati commendatari
dell'abbazia di Gerusalemme si trasferirono in gran parte ad Agira, che diventò
loro sede permanente sino al 1635, anno in cui si ritirarono nel monastero di
San Nicolò a Catania. Tra la fine del secolo VIII e gli inizi del XIX secolo,
mons. G. Gravina curò il rifacimento della chiesa nelle sue forme attuali.
Dell'architettura pre-settecentesca rimangono pochi elementi. Il prospetto
della chiesa Abbazia disegnato dall'architetto Cadorna crollò nel 1911 in
seguito ad una bufera. L'attuale facciata è opera dell'architetto G. Greco, che
la realizzò tra il 1916 e il 1928. La grande nicchia centrale con il gruppo di
S. Filippo che sconfigge il demonio sovrasta sei nicchie con le statue dei
protettori delle altre sei parrocchie di Agira. Nel medaglione sopra la porta
principale è raffigurata S. Maria Latina; sopra le altre due porte sono
raffigurati S. Filippo diacono e S. Eusebio. All'interno, le tre navate sono
divise da colonne rivestite in marmo rosso. La navata centrale è sovrastata da
una volta a botte. Nella navata sinistra si possono osservare i tre pannelli di
un polittico del XV secolo che raffigurano la Madonna con bambino, S. Benedetto
e S. Calogero. Modi di derivazione tardo bizantina si associano ad elementi
gotici legati alla cultura catalana e a motivi orientali derivati in Sicilia
dall'influenza degli artigiani arabi. Dalla stessa navata una scala conduce alla
"cateva", dove è il sepolcro di San Filippo d'Agira. S. Polittico del
XV secolo che raffigura la Madonna con bambino, S. Benedetto e S.
CalogeroFilippo. Questa grotta fu in origine il luogo dove Filippo si recava
con i suoi discepoli per celebrare la messa tra i ruderi del tempio di Gerione.
Qui Filippo morì e fu sepolto. In periodo arabo, per timore di perdere le
reliquie del santo, la cateva fu murata e ritrovata nel XVI secolo. Sopra la
scultura in marmo del XVI secolo, che rappresenta S. Filippo giacente, è una
nicchia con rilievo raffigurante il santo.
Attraversata la navata, presso il presbiterio, sugli stalli del coro,
che è in legno di noce, intagliato nel XIX secolo, sono raffigurati episodi
della vita di San Filippo. L'altare fu realizzato negli anni '60
dall'architetto G. Leone. Nella chiesa sono conservate l'arca d'argento che
contiene le reliquie di San Filippo e la statua, pure in argento, del santo.
Entrambe sono opere del XVII secolo, realizzate quindi subito dopo la scoperta
della tomba del santo.
mercoledì 22 febbraio 2017
Viagrande, provincia di Catania, regione Sicilia.
Viagrande, provincia
di Catania, regione Sicilia. La CHIESA
più importante è dedicata alla Madonna
dell'Idria ( chiesa madre, Piazza san Mauro), anche se popolarmente viene
chiamata "A Chiesa 'i Santu Mauru", in quanto le reliquie del santo
sono custodite al suo interno. La seconda chiesa in ordine di importanza è
quella del Borgo Viscalori (in Siciliano "u quatteri 'e viscalori"),
dedicata a San Biagio. Nel corso degli anni questo quartiere o borgo ha perso
la sua connotazione tradizionale diventando zona residenziale di cittadini
prevalentemente catanesi che hanno scelto di portare la loro dimora fuori dal
caos dell'area metropolitana catanese. La Chiesa Madre, dedicata alla Madonna dell'Idria, costruita nei primi
anni del '700, domina il centro cittadino e chiude a nord la scena di Piazza
San Mauro. L'imponente struttura si affaccia sul sagrato in acciottolato lavico
intarsiato in travertino. La facciata principale, orientata a Sud, è ripartita
in tre grandi settori, definiti da quattro lesene in pietra lavica, in ognuno
dei quali è racchiuso un portale che traccia la struttura interna a tre navate,
di tipo basicale. La facciata si chiude in alto con un cornicione sempre in
pietra lavica dal quale spiccano il campanile realizzato nei primi decenni del
'900 su disegno dell'Architetto Fichera, e l'ampia cupola edificata nel 1860 su
base ottagonale. L'interno offre al visitatore altari di pregio ed un gradevole
coro ligneo del '700. Nella chiesa Madre si conservano le reliquie di San Mauro
Abate, patrono di Viagrande, la cui festa è celebrata ogni 15 gennaio.
martedì 21 febbraio 2017
Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia.
Messina capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. BASILICA CATTEDRALE PROTOMETROPOLITANA, dedicata a Santa Maria Assunta, bizantina, ricostruita alla fine del XII secolo e con numerosi altri rifacimenti. Conserva numerose opere d'arte. La sua fondazione è antecedente all'invasione araba, fu profanato dai musulmani e riconsacrato nel 1192 alla presenza dell'arcivescovo Berzio, dell'imperatore Enrico VI e della moglie Costanza d'Altavilla. Lo splendido tetto ligneo, con rare raffigurazioni astronomiche, fu distrutto nel 1254 da un incendio divampato durante i funerali di Corrado IV di Svevia, figlio di Federico II di Svevia. Dal 1300 si susseguirono alcune modifiche sostanziali, che se da una parte arricchirono la cattedrale con i mosaici delle absidi, il portale e la facciata, dall'altro snaturarono l'originario aspetto normanno. Danneggiato nel prospetto dai terremoti del 1638 e del 1783, fu invece quasi interamente distrutto dal sisma del 1908, che lasciò in piedi la sola parte absidale, rimettendo tuttavia in luce molti elementi della costruzione normanna. La ricostruzione degli anni venti ripristinò l'aspetto originario e recuperò parte delle opere d'arte e dei mosaici. Un altro duro colpo alla millenaria struttura venne inferto dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale che distrussero parte dell'interno. L'edificio attuale, che si è voluto il più possibile vicino all'originale, mantiene all'esterno parti pregevoli. Sul prospetto il portale in stile gotico ed i bassorilievi, sulla parte destra, le finestre quattrocentesche ed un portale attribuito a Polidoro da Caravaggio. All'interno del Duomo di Messina, tripartito da una doppia fila di 13 colonne, si possono ammirare i mosaici, alcuni monumenti funebri, tra cui quello di Guidotto de Tabiatis, arcivescovo di Messina nel XIV secolo, ed alcune statue di santi, pregevole il San Giovanni Battista di Antonello Gagini del 1525. Inoltre è più che degno di nota l'organo al suo interno: il secondo più grande d'Italia (il primo è quello del Duomo di Milano), e il terzo in Europa, con 5 tastiere, 170 registri, 16.000 canne distribuite nei due lati del transetto, dietro l'altare, sulla porta maggiore e sull'arco trionfale. È opera della ditta Tamburini di Crema del 1948. Il campanile, alto 90 metri e con una base di circa 10 metri, ha all'esterno il più grande ed il più complesso orologio meccanico ed astronomico del mondo, realizzato da una ditta di Strasburgo, fratelli Ungerer: inaugurato nel 1933, tutti i giorni a mezzogiorno le varie statue si muovono in modo spettacolare al suono dell'Ave Maria di Schubert. Le figure del campanile ricordano la Guerra del Vespro del 1282: Il Leone in cima rappresenta il Popolo Siciliano vittorioso su Carlo d'Angiò e l'esercito guelfo inviato dal papa contro la Sicilia; Dina e Clarenza rappresentano le donne di Messina che aiutarono gli uomini a difendere la città; il galletto in mezzo alle due statue femminili rappresenta l'esercito franco-papale; la chiesa che scompare ricorda il Colle della Caperrina, luogo della battaglia del 6 e 8 agosto 1282, ultimo tentativo di Carlo d'Angiò di entrare in città dalle colline a ovest. Ancora chiusa al pubblico la splendida cripta. È stata aperta nelle giornate del Fai, ma necessita ancora del restauro della pavimentazione normanna e dell'illuminazione, cui sta lavorando la Soprintendenza, in cerca del finanziamento.
lunedì 20 febbraio 2017
Agira, provincia di Enna, regione Sicilia.
Agira, provincia di
Enna, regione Sicilia. CHIESA SAN GIUSEPPE ( via Diodorea 291) originariamente conosciuta come
Monastero delle Benedettine con annessa chiesa fu costruita nel 1285 per
provvedimento della Casa d’Aragona e dedicati al culto di Maria SS. della
Raccomandata. Nella seconda metà dell’800 le 12 suore che vi dimoravano
ricevettero un cospicuo lascito della Contessa Gravina affinché si prendessero
cura delle orfanelle. Nella seconda metà dell’800 le suore e le orfanelle che
vi alloggiavano si trasferirono nel Convento della Madonna delle Grazie, nella
parte bassa del paese, quindi il monastero e la chiesa nel 1893 divennero
proprietà dei frati Cappuccini che dedicarono la chiesa a San Giuseppe. Nel
1927 la chiesa venne chiusa e i frati si trasferirono a Siracusa. Successivamente,
nel 1979 l’edificio venne acquistato dal Comune di Agira. La chiesa s’ innalza sulla strada con la sua
possente facciata a campanile, il cui elemento di spicco appare il portale in
pietra arenaria decorato con motivi barocchi. L'interno è ad unica navata,
decorato con stucchi, coperto da volta botte. La Pianta con Navata unica
dominata dal susseguirsi di pieni e vuoti delle cappelle laterali. Una gradinata
interna alla chiesa immette nell'aula.
Gli elementi decorativi sono degli stucchi barocchi. L’ impianto strutturale è costituito
da una muratura perimetrale continua. La copertura interna é in muratura,
voltata a botte. Il tetto é a doppia falda in coppi di cotto. Ma i locali
risultarono inadeguati alle nuove esigenze, per cui le suore e le orfanelle si
trasferirono nel convento della Madonna delle Grazie, nella parte bassa del
paese.
domenica 19 febbraio 2017
Brescia, regione Lombardia. Museo di S. Giulia.
Unico in Italia e in Europa per concezione espositiva e per sede, il Museo della città, allestito in un complesso monastico di origine longobarda, consente un viaggio attraverso la storia, l’arte e la spiritualità di Brescia dall’età preistorica ad oggi in un’area espositiva di circa 14.000 metri quadrati. Monastero femminile di regola benedettina, fatto erigere dall’ ultimo re longobardo Desiderio e dalla moglie Ansa nel 753 d.C., San Salvatore - Santa Giulia ricoprì un ruolo di primo piano - religioso, politico ed economico - anche dopo la sconfitta inferta ai Longobardi da Carlo Magno.La tradizione, ripresa dal Manzoni nell’Adelchi, vuole che in Santa Giulia si consumasse la drammatica vicenda di Ermengarda, figlia del re Desiderio e sposa ripudiata dell’imperatore franco.
sabato 18 febbraio 2017
Sutera, provincia di Caltanissetta, regione Sicilia. Bandiera Arancione del Touring.
Sutera è un comune italiano di 1.423 abitanti della provincia di Caltanissetta in Sicilia.
La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia.
Sorge a circa 600 m di quota e dista circa 40 km da Caltanissetta e circa 100 km da Palermo, capoluogo di regione. Il centro urbano, di impianto medievale, è costituito da i tre quartieri Rabato, Rabatello e Giardinello e si snoda in maniera armonica e naturale attorno alla montagna di S. Paolino (820 m).
Barcellona Pozzo di Gotto, provincia di Messina regione Sicilia. Monumento al Seme d'arancia realizzato dal maestro Emilio Isgrò e collocato nella piazza antistante la vecchia stazione ferroviaria. Inaugurato il 21/03/1998, venne concepito dal famoso autore dell'Orestea di Gibellina quale simbolo di rinascita civile della città. "Barcellona ha voluto fortemente quel monumento, scegliendo di affidarsi all'arte e alla cultura per liberarsi del degrado sociale e morale che il seme d'arancia di Emilio Isgrò assurga, per tutti noi, a simbolo di quella cultura della vita che, sola, è in grado si sconfiggere la cultura della morte." Così si espressero i Sindaci di Sicilia in occasione dell'inaugurazione del "Seme del riscatto e della speranza".
venerdì 17 febbraio 2017
Tremestieri Etneo provincia di Catania, regione Sicilia. LA CHIESA MADRE, DEDICATA ALLA MADONNA DELLA PACE.
Tremestieri Etneo provincia di Catania, regione Sicilia. LA CHIESA MADRE, DEDICATA ALLA MADONNA DELLA PACE, patrona di Tremestieri Etneo, costruita su una collinetta da cui si può ammirare un bel panorama dell’Etna e del Golfo e della Piana di Catania. Collegata al sottostante asse viario da piani inclinati e scale abbellite ai lati da aiuole, la Chiesa venne riedificata dopo il sisma del 1693 nello stesso luogo in cui sorgeva un tempio già nel periodo normanno. Dal 1978 e fino al 1998 nel periodo natalizio sul sagrato della chiesa è stato allestito, un suggestivo presepio vivente. L' iniziativa è stata ripresa nel Natale 2010. La parrocchia, inoltre, con il patrocinio del Comune, organizza annualmente dal 1989 il Premio Nazionale di Poesia dedicato al Natale. Dal prospetto assai semplice, tripartito da lesene, l’edificio è completato su un lato dal campanile (che del preesistente conserva una campana del 1196) e sull’altro dall’odierno salone parrocchiale, una volta cappella dedicata, nell’omonima chiesa, alla Madonna della Pace. Inglobata nella nuova costruzione dopo il terremoto, la cappella all’esterno è impreziosita dal portale del 1570 in pietra lavica, sormontato da una finestra tonda sempre in pietra lavica e da una colomba, simbolo della pace. L’interno della chiesa, a pianta longitudinale, si presenta con tre navate concluse con altrettante absidi: la navata centrale è coperta con volta a botte lunettata. Il tempio custodisce tra l’altro le statue lignee del primo Seicento della Madonna della Pace e di Santa Barbara, di recente restaurate, nonché tele del XVII e del XVIII secolo. Pregevole è poi la "vara" settecentesca della Madonna e di Santa Barbara, mentre del Seicento sono l’acquasantiera in marmo cipollino ed il fonte battesimale, in marmo bianco.
giovedì 16 febbraio 2017
Palermo, teatro Massimo.
Il teatro massimo
Vittorio Emanuele di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico
d'Italia, e uno dei più grandi d'Europa, terzo per ordine di grandezza
architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna.
Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il
teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose
proporzioni. Alla sua apertura, per monumentalità e dimensione (oltre 7.700
metri quadrati), suscitò le invidie di molti, come si può facilmente verificare
leggendo i giornali italiani dell'epoca. Di gusto neoclassico eclettico, sorge
sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San
Giuliano che vennero demoliti alla fine dell'Ottocento per fare spazio alla
grandiosa costruzione. I lavori furono iniziati nel 1875 dopo vicende
travagliate che seguirono il concorso del 1864 vinto dall'architetto Giovan
Battista Filippo Basile, alla morte del quale subentrò il figlio Ernesto
Basile, anch'egli architetto, il quale accettò di ultimare l'opera in corso del
padre su richiesta del Comune di Palermo, completando anche i disegni necessari
per la prosecuzione dei lavori del Teatro. L'esterno del teatro, seguendo la
moda dell'attualizzazione delle architetture antiche, presenta un pronao
corinzio esastilo elevato su una monumentale scalinata ai lati della quale sono
posti due leoni bronzei con le allegorie della Tragedia dello scultore
Benedetto Civiletti e della Lirica dello scultore Maestro Cav. Mario Rutelli,
figlio dello stesso Architetto Giovanni (Mario Rutelli è, fra le centinaia di
sue opere scultoree, l'autore della quadriga che orna il pronao del Politeama
Garibaldi, l'altro grande teatro di Palermo); in alto l'edificio è sovrastato
da un'enorme cupola emisferica. L'ossatura della cupola è una struttura
metallica reticolare che s'appoggia ad un sistema di rulli a consentirne gli
spostamenti dovuti alle variazioni di temperatura.
mercoledì 15 febbraio 2017
Assisi, provincia di Perugia, regione Umbria. Basilica di San Francesco.
Assisi è un comune italiano di 28 290 abitanti della provincia di Perugia in Umbria.
È conosciuta per essere la città in cui nacquero, vissero e morirono san Francesco, patrono d'Italia, e santa Chiara.
martedì 14 febbraio 2017
Catania, capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. CHIESA DI S. VITO.
Catania, capoluogo dell’omonima provincia della regione Sicilia. CHIESA DI S. VITO. Piccola chiesa che sorge Largo S. Vito nelle vicinanze di piazza S. Domenico, nei pressi di quella più imponente dei domenicani. La confraternita omonima fu fondata nel 1629. La chiesa è stata ricostruita dopo il terremoto del 1693.
lunedì 13 febbraio 2017
Aci Bonaccorsi, provincia di Catania,
regione Sicilia. La
costruzione della CHIESA MADRE,
Parrocchia S. Maria Dell'Indirizzo. La
Chiesa Madre, che risale al 1500, è dedicata alla Madonna dell'Indirizzo
(o Santa Maria dell'Itria). L'esterno della chiesa è preceduto da una
scalinata, pregevole il portale in pietra lavica nella facciata laterale con
rilievi ornamentali. Nel campanile è alloggiata la campana grande (il
campanone) costruita nel 1817. L’interno della Matrice è a tre navate,
impreziosite da eleganti decorazioni. Al suo interno possiamo ammirare opere di
elevato pregio artistico, quali la seicentesca tela della “Lapidazione di Santo
Stefano”, il Patrono della Comunità, attribuito alla scuola di Giacinto
Platania (sec. XVII), la cinquecentesca Statua di Santo Stefano
Protomartire, un bellissimo organo a canne. Merita una speciale menzione
ancora un quadro, forse fra i cimeli più interessanti del Paese, esposto nella
Sagrestia, raffigurante una pregevole "Annunciazione", dipinta nel 1793
dal pittore Vincenzo Sciuto, del vicino Aci S. Antonio, il cui recente
restauro, infatti, ha portato alla luce una scritta (contenuta nel cartiglio ma
cancellata ad arte, a suo tempo) che testimonia l'appartenenza ad Aci
Bonaccorsi, e quindi un'estensione più ampia del suo territorio, di un'altra
chiesa, dedicata proprio all'Annunziata, sempre ubicata sul ciglio del
torrente, al vecchio confine con il Comune di Viagrande, oggetto di grandi
dispute tra i due Comuni sul finire del XVIII secolo. Tra le varie statue conservate
nella Matrice la più antica e venerata è quella del Protomartire. Negli ultimi
anni del sec. XVI, in
zona "strategicamente" centrale ai sub-quartieri, dava al Paese
l'assetto definitivo e l'aspetto conservato pressappoco fino a oggi. Il nome di
"quartiere" riscontrato nei "riveli" si deve alla struttura
particolare della città di Jaci di cui "Bonaccorsi" era una delle
tante componenti. Il nome "Bonaccursu" dato al Paese, malgrado la
maggiore diffusione del cognome "Vattiatu" (da cui
"Battiati", denominazione di uno dei più antichi sub-quartieri, come
abbiamo scritto, che risponderebbe al significato di "battezzati"),
si deve all'importanza e conseguente notorietà "fuori paese" assunta
da alcune persone socialmente di spicco, di cognome "Bonaccorso".
Come l'autonomia parrocchiale si fa risalire all'epoca della costruzione (1589)
della Matrice (in precedenza la Parrocchia dipendeva dal Santuario di
Valverde), così si ha pure una data per l'autonomia comunale. È bene, però,
ricordare che entrambe le date vanno intese come "verità"
approssimative. È del 1652, infatti, un documento che rende nota l'esecutorietà
di un altro documento emanato dalla corte spagnola, l'anno precedente, a favore
di un Giorgio Esquerra De Roxas, inteso a nominarlo "Marchese di Bonaccorsi".
Alla morte di costui, che era stato secondo marito di Donna Francesca Grimaldi,
vedova di Don Nicolò Diana, barone di Cefalà (Cefalà Diana, Palermo) e di Jaci,
subentrava il figlio del primo marito di Donna Francesca, Guglielmo Diana. Nel
1672, succedendo come nuovi signori di Jaci i Campofiorito ai Diana, il
"Marchesato di Bonaccorsi" rimase quale titolo onorifico alla
famiglia Diana, anche se la "Terra dei Bonaccorsi" continuò ad essere
una delle componenti dello "Stato" feudale di Jaci.
Trecastagni, provincia di Catania, regione Sicilia. La CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA, O DEI BIANCHI.
La CHIESA DI SANTA
MARIA DELLA MISERICORDIA, O DEI BIANCHI, risale anch'essa al 1400, ed
anch'essa fu oggetto di restauro dopo il terremoto: tale restauro causò la
quasi integrale perdita degli affreschi interni. Anche in questo caso il
campanile è successivo alla restante struttura, e lo stile è notevolmente
diverso. Pregevoli i portali esterni ed il finestrone frontale che si affaccia
sul Largo dei Bianchi. Chiesa della Misericordia, comunemente denominata
"chiesa dei Bianchi o del Bianco", nell'omonima piazza è la più
antica almeno per il documento che conserva: la sua campana maggiore porta la
data del 1302, ad essa nel 1500 facevano riferimento per l'assistenza religiosa
e sacramentale gli abitanti di Pedara, privi della loro chiesa distrutta dai
terremoti del 1536 e 1537. L'attuale costruzione è del 1734, come recita la
data incisa sulla trabeazione lavica della porta laterale, e presenta affrescate la volta con
l'esaltazione dell'eucaristia e le arcale laterali con motivi floreali; sull'altare
maggiore, sormontato da colonne tortili decorate con nastri di fiori, si conserva il gruppo in
legno dorato raffigurante la Misericordia di fattura settecentesca. La facciata alterna l'intonaco a malta alle
aperture contornate da pietra lavica intagliata e scolpita.
domenica 12 febbraio 2017
Gela, provincia di Caltanissetta, regione Sicilia.
LA CHIESA DI SANT'AGOSTINO è un edificio di culto di Gela. Costruita nel 1439 con l'annesso convento, è la più antica chiesa della città. Fu eretta prima nell'antica città di Terranova, poi diventata Gela, originariamente in onore di San Giuseppe. La facciata fu realizzata nel 1783. Nel 1613 vi aggiunta la Cappella dei Mugnos. La chiesa è dotata di una facciata neoclassica. Sopra il portale una nicchia ospita una statua di San Giuseppe e, al di sopra di questa, si trova la cella campanaria tripartita. Gli interni sono a navata unica, con un'acquasantiera in marmo del 1541 forse realizzata da Antonio Gagini e dipinti e sculture secenteschi. La Cappella dei Mugnos, in travertino, è dotata di colonne tortili e di un fronte spezzato.
sabato 11 febbraio 2017
Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. CHIESA DI SANTA LUCIA (Via Vittorio Emanuele, 205 ).
Acicatena, provincia di Catania, regione Sicilia. CHIESA DI SANTA LUCIA (Via Vittorio Emanuele, 205 ). La chiesa di Santa Lucia, di edificazione cinquecentesca ma riedificata in epoca successiva, ha una semplice facciata di colore chiaro su cui si ammirano il portale e il finestrone in pietra lavica, il dislivello con la strada è colmato da una armonica scalinata in pietra lavica. All'interno della chiesa si trova uno splendido tetto ligneo a cassettoni decorato con motivi floreali. Gli affreschi intorno al Crocifisso della cappella della chiesa, il dipinto rappresentate l'Ultima Cena, le tele con l'Immacolata tra i Santi Anna e Gioacchino e la Trinità con San Michele Arcangelo sono opera di Pietro Paolo. Il figlio maggiore del Vasta, Alessandro (Roma, 1726- Acireale, 1793), ha dipinto alcune storie bibliche ed evangeliche come nella scena con Mosè che mostra agli Israeliti le Tavole della Legge. Tutti gli altari laterali sono abbelliti da stupende colonne tortili decorate con motivi floreali e putti. Alessandro Vasta (Roma, 1726 – Acireale, 1793) è stato un pittore italiano. Fu figlio ed allievo di Paolo, con cui collaborò a diverse opere. Lavorò anche con Vito e Alessandro D'Anna.Le sue opere si possono ammirare ad Acireale presso la Pinacoteca Zelantea ed alcune chiese. Fra queste, l'Oratorio di San Filippo Neri dove si trova una sua tela che fu molto venerata in passato, raffigurante la Madonna della Purità. Altre opere, sempre nella cittadina acese, si possono ammirare presso le chiese di San Sebastiano, Sant'Antonio di Padova, San Camillo, Maria Odigitria e San Domenico. Ad Aci Sant'Antonio realizzò un ciclo di affreschi nel coro del Duomo.
venerdì 10 febbraio 2017
Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia.
Catania capoluogo di
provincia della regione Sicilia. La piazza Giovanni Bovio, ex piano dei
malati, si trova nel centro storico di Catania. La Piazza è racchiusa a Nord dalla
via Giuseppe Verdi, ad Ovest dalla via Colajanni Napoleone, a sud con via Conte
di Torino ad est con via Francesco Crispi. Sulla piazza prospetta la chiesa di
S. Maria Ammalati costruita nel 1780. La piazza è dedicata a Giovanni Bovio che
è stato un filosofo e politico italiano di idee repubblicane. Nato a Trani nel
1837, mala città di Napoli fu la sua città di adozione. Giovanni fu il padre di
Libero Bovio, autore di molte celebri canzoni napoletane.
giovedì 9 febbraio 2017
mercoledì 8 febbraio 2017
Orvieto provincia di Terni regione Umbria.
LA FORTEZZA
DELL'ALBORNOZ. Nella parte sinistra di Piazza Cahen sorge la Fortezza
dell'Albornoz, fondata per ordine del Cardinale Albornoz, sotto l'ordine di
Papa Innocenzo VI e su istruzione del condottiero ed ingegnere militare Ugolino
di Montemarte. In epoca etrusca, nell'area in cui sarebbe sorta la Rocca si
ergeva un tempio detto, dagli archeologi, Augurale. Nell'anno 1359 (1353) il
Cardinale Egidio Albornoz, legato di Papa Innocenzo VI e legato del Patrimonio,
fece edificare la Rocca di S. Martino, presso S. Lorenzo delle Donne o delle
Vigne, ossia presso il Camposanto. Dopo la vittoria militare e diplomatica del
Cardinale, i suoi Capitani e i suoi Vicari non si sentivano tranquilli senza
strutture fortificate e fu decisa la costruzione di una rocca addossata alla
Porta Postierla o Soliana, detta poi Porta Rocca, sul limite orientale della
rupe. Di forma quadrilatera, con un palazzotto contiguo alla porta e alle
strutture di servizio lungo le mura, la rocca era protetta da un fossato con
due ponti levatoi.
martedì 7 febbraio 2017
Comiso, provincia di Ragusa, regione Sicilia. Basilica Maria SS. Annunziata.
Comiso, provincia di
Ragusa, regione Sicilia. Basilica Maria
SS. Annunziata. La chiesa fu ricostruita e ampliata sulla preesistente
chiesa di origine bizantina di San Nicola e ultimata nel 1591. A causa del
terremoto del 1693 il tempio subì danni, ma fu ricostruito in stile neoclassico
tra il 1772 e il 1793 su progetto dell'architetto G. B. Cascione Vaccarini,
nipote del palermitano G. B. Vaccarini. La cupola, progettata dall'architetto
comisano S. Girlando, fu ultimata nel 1885. Posta in cima a una scenografica
scalinata, la Chiesa possiede una pianta a croce latina ed è divisa in tre
navate, con volta a botte sostenuta da 10 grandi archi a tutto sesto. L'interno
è arricchito di opere di notevole importanza, tra cui una statua lignea
policroma di S. Nicola che recenti studi hanno datato alla seconda metà del XVI
secolo, due tele di S. Fiume raffiguranti La Risurrezione e La Natività, un
crocifisso ligneo attribuito a frate Umile da Petralia del XVII sec; una
pregevole tela dell'Assunzione di Maria, firmata "Narcisus
Guidonius", un monumentale fonte battesimale in marmo e bronzo opera di
Mario Rutelli, realizzato nel 1912 e inaugurato il 15 agosto 1913.
lunedì 6 febbraio 2017
domenica 5 febbraio 2017
Mascalucia provincia di Catania della regione Sicilia. CHIESA DELLA SS. TRINITA'.
Mascalucia provincia
di Catania della regione Sicilia. CHIESA DELLA SS TRINITA'. Nel punto di
unione tra la via Trinità e la via degli Alpini sorge maestosa la chiesa
dedicata alla SS. Trinità, edificata nella seconda metà del XVII secolo è di
appartenenza all'omonima Confraternita. La Chiesa è a pianta longitudinale, ad
unica navata con abside semicircolare; è coperta con una volta a botte, il
pavimento è in mattonelle di cemento bicrome ed in cemento decorato nel
presbiterio. Il prospetto principale è racchiuso tra due coppie di lesene, su
di esse vi è un cornicione con modanature, sopra questo vi sono le tre celle
campanarie ultimate da un timpano triangolare. Due portali in pietra lavica
primeggiano sulla facciata principale, da uno si accede al cortile che porta
alla Sacrestia ed uno alla navata principale della Chiesa, al di sopra
dell'ingresso principale vi è una finestra tonda con due cornici: quella
interna è in pietra lavica con modanature, quell'esterna in pietra bianca e
nera alternate, la finestra è sormontata da una croce di Malta in pietra
lavica. La stessa croce si può ammirare sulla pavimentazione antistante la
Chiesa. All'interno bellissimo e di pregevole manifattura è il coro ligneo, da
ammirare sono anche l'altare maggiore ed alcune tele.
sabato 4 febbraio 2017
Acireale, provincia di Catania, regione Sicilia. La BASILICA DEI SANTI PIETRO E PAOLO
Acireale, provincia
di Catania, regione Sicilia. La BASILICA
DEI SANTI PIETRO E PAOLO fu costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha
un prospetto barocco, progettato da Vasta nel 1741. Il campanile è del XIX
secolo; un secondo campanile, pur se progettato non venne mai realizzato.
L'interno, a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto del 1818. Vi si
trovano alcune tele del Vasta, di Giacinto Platania ed una statua del Cristo
alla Colonna, di autore ignoto, molto venerata in città e tradizionalmente
portata in processione ogni 70 anni. Nel giugno del 1933 papa Pio XI l'ha elevata
alla dignità di basilica minore.
Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia.
Trani della provincia, Barletta-Andria-Trani, regione Puglia. LA CATTEDRALE DI TRANI è intitolata al santo patrono, San Nicola Pellegrino, ed è senza dubbio la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Classico esempio di architettura romanica pugliese, la Cattedrale venne costruita immediatamente dopo la santificazione di San Nicola Pellegrino, durante la dominazione normanna. Per secoli la cripta (parte della preesistente chiesa di Santa Maria, precedente chiesa principale) ha custodito insigni reliquie, ad esempio il corpo della martire orientale Santa Febronia, di cui è possibile ancora oggi ammirare un pregevole reliquiario del XVIII secolo ed un dipinto ovale che la raffigurano, presso il Museo Diocesano. La costruzione è stata realizzata usando il materiale di tufo calcareo tipico della zona: si tratta della pietra di Trani estratta dalle cave della città, caratterizzata da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco. Il piazzale situato dinanzi all'edificio romanico si presta ad eventi artistici di vario genere, grazie alla stupenda cornice offerta dalla maestosità della Cattedrale e dal mare. La piazza ha ospitato numerosi concerti di artisti internazionali e non, tra cui George Benson, Massimo Ranieri, Claudio Baglioni e Ludovico Einaudi. Oltre a rappresentazioni teatrali organizzate dalle diverse parrocchie della città di Trani, recentemente nel piazzale hanno avuto luogo anche alcuni spettacoli di Opera.
venerdì 3 febbraio 2017
Palermo, teatro Politeama Garibaldi.
Il Teatro Politeama
Garibaldi (con la parola Politeama si intende un generico teatro dove si
danno rappresentazioni di vario genere, e pertanto è improprio utilizzarla per
riferirsi nello specifico a detto Teatro) si trova sulla Piazza Ruggero Settimo
(a sua volta usualmente denominata Piazza Politeama) al centro di Palermo. Il
nome deriva dal greco "πολι" (molti) e "θέαοαμαι"
(osservare, guardare). L'opera propone simmetrie con sinteticità espositive in
sinergia ad equilibri neoclassici caratteristici degli Archi di Trionfo
napoleonici, con gruppi bronzei di cavalli rampanti posti all'ingresso
dell'edificio. Giuseppe Damiani Almeyda s'ispirò ai modelli del classicismo
accademico in voga alla fine dell'Ottocento.
giovedì 2 febbraio 2017
Adrano, provincia di Catania, regione Sicilia.
CHIESA DI SAN PIETRO. In piazza San Pietro, dove si situa
l’omonima chiesa rimaneggiata su una struttura antecedente del XIII secolo. Da
qui si diparte la via San Pietro, antica arteria dell’Adrano medievale che
porta fino al Convento in stile settecentesco di San Domenico. Infine,
attraverso la via Castelli, si arriva alla Chiesa del SS. Salvatore, chiesa del
1500 ma con cupola annessa risalente al 1700.
mercoledì 1 febbraio 2017
Agira, provincia di Enna, regione Sicilia.
Chiesa Reale Abbazia
di San Filippo d'Agira (Santa Maria Latina) ,
all'interno custodisce un "Crocifisso ligneo" opera di Giovan
Francesco Pitorno meglio noto come Frate Umile da Petralia. Sorto sul tempio di
Gerione, il monastero fu fondato, secondo la tradizione, dal patrono San
Filippo. Fino al X secolo rivestì un ruolo importante in Sicilia, perché era un
luogo di formazione religiosa, in seno al monachesimo basiliano, dei monaci
cosiddetti santi e, per questo, meta Chiesa abbazia di San Filippodi numerosi
ecclesiastici. Ruggero I, nel XII secolo, lo fece ricostruire e lo affidò ai
monaci benedettini. Già nel 1126, come testimonia un documento di quella data,
era stato collegato all'abbazia di S. Maria Latina, la più antica fondazione di
rito orientale a Gerusalemme. Durante il XV secolo, in seguito all'inaridimento
delle campagne del Saladino, gli abati commendatari dell'abbazia di Gerusalemme
si trasferirono in gran parte ad Agira, che diventò loro sede permanente sino
al 1635, anno in cui si ritirarono nel monastero di San Nicolò a Catania. Tra
la fine del secolo VIII e gli inizi del XIX secolo, mons. G. Gravina curò il
rifacimento della chiesa nelle sue forme attuali. Dell'architettura
pre-settecentesca rimangono pochi elementi.
Il prospetto della chiesa Abbazia disegnato dall'architetto
Cadorna crollò nel 1911 in seguito ad una bufera. L'attuale facciata è opera
dell'architetto G. Greco, che la realizzò tra il 1916 e il 1928. La grande
nicchia centrale con il gruppo di S. Filippo che sconfigge il demonio sovrasta
sei nicchie con le statue dei protettori delle altre sei parrocchie di Agira.
Nel medaglione sopra la porta principale è raffigurata S. Maria Latina; sopra
le altre due porte sono raffigurati S. Filippo diacono e S. Eusebio.
All'interno, le tre navate sono divise da colonne rivestite in marmo rosso. La
navata centrale è sovrastata da una volta a botte. Nella navata sinistra si
possono osservare i tre pannelli di un polittico del XV secolo che raffigurano
la Madonna con bambino, S. Benedetto e S. Calogero. Modi di derivazione tardo
bizantina si associano ad elementi gotici legati alla cultura catalana e a
motivi orientali derivati in Sicilia dall'influenza degli artigiani arabi. Dalla
stessa navata una scala conduce alla "cateva", dove è il sepolcro di San
Filippo d'Agira.
S. Polittico del XV
secolo che raffigura la Madonna con bambino, S. Benedetto e S. CalogeroFilippo.
Questa grotta fu in origine il luogo dove Filippo si recava con i suoi
discepoli per celebrare la messa tra i ruderi del tempio di Gerione. Qui
Filippo morì e fu sepolto. In periodo arabo, per timore di perdere le reliquie
del santo, la cateva fu murata e ritrovata nel XVI secolo. Sopra la scultura in
marmo del XVI secolo, che rappresenta S. Filippo giacente, è una nicchia con
rilievo raffigurante il santo.
Attraversata la navata, presso il presbiterio, sugli stalli del coro,
che è in legno di noce, intagliato nel XIX secolo, sono raffigurati episodi
della vita di San Filippo. L'altare fu realizzato negli anni '60
dall'architetto G. Leone. Nella chiesa sono conservate l'arca d'argento che
contiene le reliquie di San Filippo e la statua, pure in argento, del santo.
Entrambe sono opere del XVII secolo, realizzate quindi subito dopo la scoperta
della tomba del santo.
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