Chiesa Reale Abbazia
di San Filippo d'Agira (Santa Maria Latina) ,
all'interno custodisce un "Crocifisso ligneo" opera di Giovan
Francesco Pitorno meglio noto come Frate Umile da Petralia. Sorto sul tempio di
Gerione, il monastero fu fondato, secondo la tradizione, dal patrono San
Filippo. Fino al X secolo rivestì un ruolo importante in Sicilia, perché era un
luogo di formazione religiosa, in seno al monachesimo basiliano, dei monaci
cosiddetti santi e, per questo, meta Chiesa abbazia di San Filippodi numerosi
ecclesiastici. Ruggero I, nel XII secolo, lo fece ricostruire e lo affidò ai
monaci benedettini. Già nel 1126, come testimonia un documento di quella data,
era stato collegato all'abbazia di S. Maria Latina, la più antica fondazione di
rito orientale a Gerusalemme. Durante il XV secolo, in seguito all'inaridimento
delle campagne del Saladino, gli abati commendatari dell'abbazia di Gerusalemme
si trasferirono in gran parte ad Agira, che diventò loro sede permanente sino
al 1635, anno in cui si ritirarono nel monastero di San Nicolò a Catania. Tra
la fine del secolo VIII e gli inizi del XIX secolo, mons. G. Gravina curò il
rifacimento della chiesa nelle sue forme attuali. Dell'architettura
pre-settecentesca rimangono pochi elementi.
Il prospetto della chiesa Abbazia disegnato dall'architetto
Cadorna crollò nel 1911 in seguito ad una bufera. L'attuale facciata è opera
dell'architetto G. Greco, che la realizzò tra il 1916 e il 1928. La grande
nicchia centrale con il gruppo di S. Filippo che sconfigge il demonio sovrasta
sei nicchie con le statue dei protettori delle altre sei parrocchie di Agira.
Nel medaglione sopra la porta principale è raffigurata S. Maria Latina; sopra
le altre due porte sono raffigurati S. Filippo diacono e S. Eusebio.
All'interno, le tre navate sono divise da colonne rivestite in marmo rosso. La
navata centrale è sovrastata da una volta a botte. Nella navata sinistra si
possono osservare i tre pannelli di un polittico del XV secolo che raffigurano
la Madonna con bambino, S. Benedetto e S. Calogero. Modi di derivazione tardo
bizantina si associano ad elementi gotici legati alla cultura catalana e a
motivi orientali derivati in Sicilia dall'influenza degli artigiani arabi. Dalla
stessa navata una scala conduce alla "cateva", dove è il sepolcro di San
Filippo d'Agira.
S. Polittico del XV
secolo che raffigura la Madonna con bambino, S. Benedetto e S. CalogeroFilippo.
Questa grotta fu in origine il luogo dove Filippo si recava con i suoi
discepoli per celebrare la messa tra i ruderi del tempio di Gerione. Qui
Filippo morì e fu sepolto. In periodo arabo, per timore di perdere le reliquie
del santo, la cateva fu murata e ritrovata nel XVI secolo. Sopra la scultura in
marmo del XVI secolo, che rappresenta S. Filippo giacente, è una nicchia con
rilievo raffigurante il santo.
Attraversata la navata, presso il presbiterio, sugli stalli del coro,
che è in legno di noce, intagliato nel XIX secolo, sono raffigurati episodi
della vita di San Filippo. L'altare fu realizzato negli anni '60
dall'architetto G. Leone. Nella chiesa sono conservate l'arca d'argento che
contiene le reliquie di San Filippo e la statua, pure in argento, del santo.
Entrambe sono opere del XVII secolo, realizzate quindi subito dopo la scoperta
della tomba del santo.
Nessun commento:
Posta un commento