mercoledì 24 maggio 2017

Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. ANFITEATRO ROMANO.

Catania capoluogo di provincia della regione Sicilia. ANFITEATRO ROMANO. Al centro della cittadina di Catania, precisamente in Piazza Stesicoro, è conservato uno dei più grandi anfiteatri di età romana in Italia, inferiore solo all’anfiteatro Flavio di Roma (il Colosseo) e a quello di Verona. Secondo i calcoli degli archeologi poteva contenere ben 15.000 spettatori tra seduti e in piedi. Dal punto di vista costruttivo l’anfiteatro è formato da una cavea di 14 gradini divisi in tre ordini con podio e ambulacri (corridoi coperti) di accesso alle gradinate disposti su tre piani che corrispondevano ai due ordini di arcate esterne e all’attico. La sua grandezza permetteva la realizzazione di spettacoli di ogni genere. Qui infatti, ebbero luogo combattimenti di gladiatori, quelli di uomini contro animali feroci importati dall’Africa e dalle altre province dell’impero, e persino le battaglie navali. Infatti gli archeologi hanno ipotizzato che, grazie a dei meccanismi idraulici molto complessi, si riusciva a trasformare l’arena in una grande piscina e dar vita a sorprendenti spettacoli acquatici.
Costruito con pietra lavica, marmo e mattoni venne arricchito da una serie di decorazioni e di stucchi che dovevano conferirgli un tocco d’eleganza. Dalla tecnica costruttiva, utilizzata soprattutto nel periodo compreso fra l’età di Adriano e quella degli Antonini, si ipotizza che fu edificato intorno al II secolo a. C. Tra il 252 e il 253 d.c. venne parzialmente coperto dalla lava, a causa di un’eruzione dell’Etna ma non fu distrutto. Dopo la caduta dell’impero e l’arrivo degli Ostrogoti in Sicilia, l’imperatore Teodorico emanò un editto, dove consentiva di usufruire delle pietre dell’anfiteatro per la costruzione delle difese e delle mura cittadine. Si pensa sia stato usato anche per la costruzione della cattedrale di Sant’Agata e del castello Ursino di Federico II di Svevia.
Nel terremoto della Val Di Noto (1693) venne totalmente coperto e sarà grazie all’intervento del mecenate Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, che iniziarono gli scavi, ma vennero in seguito abbandonati. I lavori, per riportare alla luce l’anfiteatro, furono iniziati nel 1904, per volontà del sindaco De Felice che affidò l’impresa all’architetto Filadelfo Fichera, e si conclusero nella primavera del 1906. L’opera fu inaugurata ufficialmente sei mesi dopo e, nel 1907, fu visitata da re Vittorio Emanuele III che venne a Catania per inaugurare l’Esposizione Agricola. Solo una piccola parte è visibile (diverse gradinate, alcuni archi e una parte dell’arena), mentre il resto è coperto dal suolo urbano.
Una leggenda, risalente alla fine degli anni ’80, viene narrata su questa meravigliosa struttura. Alcuni sostengono che sia stata inventata per impaurire i visitatori più curiosi, che vorrebbero addentrarsi nei sottosuoli catanesi in cui si trovano i resti della città più volte sommersa dalla lava e distrutta dai terremoti, altri, invece, lo identificano come fatto realmente accaduto.
Si racconta che una scolaresca di scuola elementare, formata da 25 bambini e 4 maestre, visitò l’anfiteatro romano, ma inoltrandosi nelle vie ancora chiuse, si persero. La scolaresca non tornò più. I custodi provarono ad intervenire cercandoli da cima a fondo in quasi tutto l’anfiteatro, ma erano come spariti nel nulla. Oggi alcuni visitatori, sostengono di sentire ancora dei rumori strani, come delle urla di bambini e adulti che cercano aiuto.Si tratta solo di una leggenda, ma non si può venire a visitare questa fantastica struttura senza conoscerne ogni minimo particolare, anche quello più interessante.

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