Centro storico
di San Gimignano, provincia di Siena regione Toscana. Uno dei più caratteristici e affascinanti borghi
medievali toscani: San Gimignano, patrimonio dell’Unesco, è un paese rimasto quasi intatto dalla fine del
trecento ad oggi, come si può ben constatare dai dipinti dell’epoca (come ad
esempio la tavola di Taddeo Bartolo, al Museo civico di San Gimignano). Per la
bellezza dell’architettura, per il fascino dell’atmosfera del borgo, per gli
straordinari paesaggi della campagne circostanti e per il vino qui prodotto (con relative
degustazioni), San Gimignano è uno dei luoghi in Toscana più visitati, e non
solo dai turisti stranieri o di altre regioni, ma anche dai toscani stessi, che
vi trascorrono volentieri giornate di festa e gite fuori porta. La fondazione di
San Gimignano si perde nella notte dei tempi. La leggenda racconta che nel 63
avanti Cristo i due fratelli Muzio e Silvio, giovani patrizi fuggiti da Roma
perché complici di Catilina, si rifugiarono in Valdelsa e vi costruirono due
castelli: quello di Mucchio e quello di Silvia, futura San Gimignano. Il primo
documento storico che attesta il nome della Città è datato 30 agosto 929 quando
Ugo di Provenza dona al vescovo di Volterra il monte chiamato della Torre
"prope Sancto Geminiano adiacente". È' probabile che il nome San
Gimignano derivi proprio dal nome del vescovo di Modena. Anche in questo caso
la leggenda narra che il santo durante le invasioni barbariche salvò la città
dalla minaccia di Totila, apparendo miracolosamente sulle mura. Da qualunque
luogo si arrivi, San Gimignano svetta sulla collina, alta 334 metri, con le sue
numerose torri. Ancor oggi se ne contano tredici. Si dice che nel Trecento ve
ne fossero settantadue, almeno una per ogni famiglia benestante, che potevano
così mostrare, attraverso la costruzione di una torre, il proprio potere
economico (molte sono ancora visibili nel corpo dei palazzi benché
"scamozzate"). Le prime torri nascono isolate, in un tessuto
sgranato, ben diverso da quello compatto che vediamo oggi. Diverso era
soprattutto il modo in cui si viveva nella torre. Gli ambienti all'interno
erano piccoli, in genere un metro per due; poche erano le aperture, mentre lo
spessore murario, di circa due metri, garantiva fresco in estate e caldo in
inverno. Quasi a tutte le torri erano addossate strutture in materiali
deperibili come legno e terra. La torre era, nell'epoca medievale, il massimo
simbolo di potenza, soprattutto perché il processo costruttivo non era certo
semplice o economico. Occorreva cavare i materiali per la costruzione,
trasportarli fino in città, porre in opera la struttura, cose che potevano
permettersi soltanto le famiglie più abbienti, dedite all'attività mercantile e
usuraria. L'abitazione non si estendeva per tutta l'altezza della torre. Al
piano terreno erano le botteghe, al primo piano le camere e, più in alto, la
cucina. La disposizione degli ambienti seguiva le più elementari regole della
sicurezza. La cucina, dove si accende solitamente il fuoco, era al piano
abitato più alto, in modo da poter fuggire dalla torre in caso di incendi
fortuiti. Denominazione Abitanti: sangimignanesi. Etimologia
(origine del nome): Il toponimo del borgo riflette la venerazione per il san
patrono del paese. Il
Santo patrono: San Gemignano. La leggenda vuole che nel secolo
delle invasioni barbariche, precisamente nel 451, S. Geminiano salvò Modena
dagli Unni guidati da Attila, nascondendola agli invasori coprendola con una
fitta coltre di nebbia. Nella storia di Modena San Geminiano fu il secondo
vescovo, ma, di fatto, per la sua grandezza morale e pastorale, è considerato
il proto vescovo (è l'iniziatore di una comunità cristiana e della linea dei
suoi pastori). Sarebbe nato intorno al 313 a Cognento, località a 6 chilometri
a sud-ovest di Modena, quando Costantino, emanando l'Editto di Milano concedeva
libertà di culto al Cristianesimo.
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