mercoledì 12 febbraio 2020


Ravenna, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia Romagna. Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, via Roma 56. fatta costruire da Teoderico (493-526) accanto al suo palazzo, fu in origine adibita a Chiesa palatina, di culto ariano. Dopo la riconquista bizantina e la consacrazione al culto ortodosso (metà del VI secolo) fu intitolata a San Martino, vescovo di Tours. Secondo la tradizione, nel IX secolo le reliquie di Sant'Apollinare furono qui traslate dalla Basilica di Classe e in quell'occasione ricevette la sua intitolazione a Sant'Apollinare, detta "Nuovo" per distinguerla da un'altra chiesa dallo stesso nome presente in città. La Basilica presenta una facciata timpanata, inquadrata da lesene e traforata da una bifora sormontata da due piccole finestre. In origine, forse, era racchiusa da un quadriportico, ma attualmente è preceduta da un semplice e armonioso portico di marmo databile al XVI secolo. Sul lato destro il bel campanile cilindrico, caratteristico delle costruzioni ravennati, risale al IX o X secolo. Al suo interno sopravvive la meravigliosa decorazione musiva dell'antica costruzione, la quale dal punto vista stilistico, iconografico e ideologico consente di seguire l'evoluzione del mosaico parietale bizantino dall'età teodoriciana a quella giustinianea. Le 26 scene cristologiche, risalenti al periodo di Teoderico, rappresentano il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento e, fra quelli realizzati a mosaico, il più antico giunto sino a noi.

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