Bergamo,
Capoluogo della omonima provincia, della regione Lombardia. Basilica di Santa
Maria Maggiore, Piazza Duomo. E’ l’edificio sacro che, più
d’ogni altro, i padri della Chiesa vollero fosse come una Biblia Pauperum, una
Bibbia dei poveri, un luogo in cui, chiunque, potesse comprendere attraverso
l’arte il significato della parola di Dio, i contenuti spirituali della
letteratura sacra. La Basilica di Santa Maria Maggiore, definita “Cappella
votiva della città”, è formata da un
insieme di stili e d’arti eterogenee, dei periodi compresi fra il XII e il XIX
secolo, dove, temi religiosi convivono con presenze di matrice pagana o laica.
In questa chiesa tutto ciò che vedete ha una funzione didattica, tutte le immagini
e tutti i capolavori artistici hanno lo scopo di stimolare il visitatore a
ricercare in quella dimensione spirituale che dimora in ognuno di noi. La
storia racconta che, nel 1133, una forte siccità colpì le terre bergamasche e
che a questa seguì una carestia e la peste. La popolazione di Bergamo,
stremata, invocò l’aiuto della Maria Vergine e promise la costruzione di una
bellissima chiesa in segno di ringraziamento. Nel 1137, davanti al vescovo
Gregorio e a tutta la cittadinanza, fu posata la prima pietra della Basilica di
Santa Maria Maggiore. Mentre l’esterno della chiesa ha conservato l’originale
architettura romanica, l’interno ha subito, nel tempo, notevoli cambiamenti: la
Basilica ha un tiburio ottagonale e pianta a croce greca arricchita, in origine,
da 5 absidi: una grande centrale e quattro piccole ai lati del transetto. Nel
1472 però l’absidiola di nord-ovest fu abbattuta per ordine di Bartolomeo
Colleoni, che in quel luogo fece costruire la propria cappella funeraria. La
CAPPELLA DEL VOTO, fu la prima ad essere interessata dai lavori decorativi che
mutarono radicalmente l’interno della chiesa a partire dalla prima metà del
Cinquecento. Dall’austero stile Romanico, si passò all’ornamentale Barocco,
che, oggi ammiriamo. La Cappella ospita La Madonna col Bambino, San Rocco e San
Sebastiano, un pala d’altare del 1584 opera di Gian Paolo Lolmo. Il quadro fu
commissionato, dal Consiglio della Misericordia, per rispettare il solenne voto
popolare. La Vergine, con in braccio il Bambino Gesù, appare seduta all’interno
di un’aura luminosa, tra nubi abitate da cherubini.In basso San Rocco e San
Sebastiano supplicano la Vergine di guarire i fedeli dalla peste. Per
concludere la sua opera, Gian Paolo Lolmo, dipinse sullo sfondo il profilo
della città protetta dalle mura venete.
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