Descrizione
La chiesa, intitolata ai Santi Pietro e Paolo, è
una delle più antiche del Romanico in Sardegna. La sua fisionomia
originaria è stata purtroppo compromessa dai restauri del 1938, con
sostituzione di gran parte delle pietre di costruzione. L'iscrizione di
Costantino de Castra, custodita all'interno della chiesa, tramanda la
memoria dell'inizio della fabbrica nella seconda metà dell'XI secolo.
Quest'ultima, di rilevanti dimensioni (m 36 x 13, alta m 13 circa), è
costruita in conci di pietra vulcanica, con aula a tre navate e abside a
E. La navata mediana è coperta con tetto in legno, mentre quelle
laterali sono voltate a crociera. I setti divisori sono costituiti da
arcate che si impostano su pilastri a sezione rettangolare.
Della parte più antica resta solo la parte mediana dell'aula,
risalente all'XI secolo. La successiva fase edilizia comportò la
ricostruzione dell'abside nel XII secolo. La facciata, realizzata agli
inizi del XIII secolo, ha tre grandi arcate a sesto acuto. L'arcata
centrale contiene il portale, con architrave delimitato in alto da un
torciglione e scolpito a finta loggia, le cui arcatelle ospitano alberi e
i Santi Pietro e Paolo ai lati della Vergine col Bambino.
Lungo gli spioventi si susseguono archetti intrecciati. Alla
sommità, in asse con il portale e l'oculo, si dispone un'edicola con
colonne intrecciate a nodo. Gli archetti intrecciati e l'edicola con
colonne intrecciate a nodo si ritrovano solo in un altro edificio
romanico in Sardegna, San Pietro di Zuri (1291). Pertanto si è assegnata
allo stesso architetto, Anselmo da Como, anche la ricostruzione della
parte superiore della facciata del San Pietro di Bosa, alla fine del
XIII secolo.
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